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venerdì 18 marzo 2011

 
Salomè



Per "età del Decadentismo" si intende il periodo che va dagli ultimi anni dell'Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale. 
Questa fase storica è contrassegnata da fondamentali vicende politiche e sociali, nella quale da una parte giungono a compimento i processi ideali e culturali dell'Ottocento, dall'altra emergono le tendenze che si svilupperanno poi nel corso del Novecento. L'età del Decadentismo è anche un periodo di grandi tensioni internazionali, che tuttavia non esplodono in conflitti diretti tra le maggiori potenze europee, come era avvenuto in passato, bensì covano sotto la cenere per sfociare poi nella tragedia della prima guerra mondiale. Da un punto di vista economico i decenni di fine secolo fanno da sfondo ad una crisi di vaste dimensioni. È la cosiddetta "grande depressione", che succede al periodo di espansione e di crescita degli anni 1850-1873, e che protrae i suoi effetti sino al 1896, quando l'economia europea entra in un nuovo ciclo di espansione. Questa difficile congiuntura è caratterizzata dal crollo dei prezzi industriali e agricoli, da un generale ristagno produttivo e da un forte aumento della disoccupazione. Di fronte a questa situazione i governi rispondono con una serie di misure che, se da una parte rendono più tollerabili gli effetti della crisi, dall'altra concorrono ad innescare tensioni e contrasti che appesantiscono ulteriormente il clima politico e sociale europeo e mondiale. La prima misura economica che attuano tutti i paesi è quella del protezionismo, cioè della chiusura delle proprie frontiere ai prodotti esteri. Così si contribuisce alla salvaguardia dell'industria e dell'agricoltura nazionali, le quali operano in regime di monopolio e non di concorrenza; però nello stesso tempo si creano degli scompensi nei settori che lavorano per l'esportazione e che vedendosi preclusi i mercati tradizionali, piombano in una profonda crisi, non riuscendo a ristrutturarsi per il mercato interno. Non solo, ma nel tentativo di trovare sbocchi alle proprie economie, oltre che per motivi di opportunità interna e di "scelta culturale", i principali stati europei - Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Belgio, Olanda, Spagna, Portogallo - intraprendono una politica imperialistica. L'opzione imperialista è sostenuta anche dalla cultura del tempo, che diffonde negli strati più ampi della società l'amore e il gusto per la guerra, per lo spirito di conquista e di potenza. Si introducono così nell'immaginario collettivo miti superomistici, razzistici, irrazionali e impregnati di violenza, che costituiscono il "retroterra culturale" del primo conflitto mondiale. 

IL DECADENTISMO IN EUROPA

Segni anticipatori del Decadentismo si possono individuare nel movimento dei preraffaelliti inglesi e in quello francese dei parnassiani , propugnatori di una poetica sempre più svincolata dai contenuti realistici e tesa alla ricerca di nuove e più raffinate forme espressive.
La poetica dei parnassiani esalta l'arte come supremo valore umano"l'arte per l'arte"e mette in primo piano nella poesia la bellezza formale, frutto di paziente lavoro di cesello e di costante ricerca, per ottenere la quale è necessaria l'impassibilità dell'artista di fronte alla sua opera.
Il Decadentismo nacque in Francia intorno al 1880 ad opera di un gruppo di poeti(fra cui Verlaine, Rimbaud , Mallarmè) ammiratori di Baudelaire , che diedero vita a circoli artistici e ad alcune riviste.  POETI MALEDETTI
DEFINIZIONE
Atteggiamento di manifestazione del malessere del vivere sociale, nello spirito e nel gusto, manifestatosi in un primo momento nella letteratura, poi nelle arti e nel costume.
E' caratterizzato da una visione estetizzante della vita, dall'esplorazione di zone ignote della sensibilità, dalla scoperta del subcosciente, che l'arte fu chiamata a esprimere in forme nuove e irrazionali.
Gabriele Rossetti  -Pia de' Tolomei-
Gradualmente, il gruppo elaborò la sua poetica, il simbolismo, per la quale il mondo è "una foresta di simboli"(da un verso di Baudelaire)che ci parlano in un misterioso linguaggio:non la scienza nè la ragione possono penetrarlo, ma solo "l'arte".
Il poeta è un "VEGGENTE" che per intuizioni misteriose ed improvvise "illuminazioni"coglie il senso riposto della realtà, scoprendo collegamentiapparentemente illogici fra oggetti diversi"analogie", associando colori, profumi, suoni di cui sa percepire la misteriosa affinità"sinestesie", scegliendo le parole non per il loro significato concreto ed oggettivoma per le suggestioni che possono evocare con il loro suono ed il loro ritmo la "musicalità"del verso.
In ciò , la poetica dei decadenti risentì anche l'influenza delle teorie del musicista tedesco R.Wagner , che nella sua concezione dell'opera d'arte totale (fatta di dramma,musica e poesia) sostenne la necessità di fondere le diverse forme artistiche sotto il dominio della musica.
Perciò il poeta deve rompere ogni legame con la tradizione e sentirsi libero da ogni regola(ritmo, metro, scelta delle immaginie del lessico): di qui la costante ricerca di nuove forme espressive , lo sperimentalismo come carattere distintivo della poesia decadente.


ORIGINE DEL TERMINE
Il termine «decadente» ebbe in origine senso negativo. Fu infatti rivolto polemicamente contro alcuni poeti che esprimevano lo smarrimento delle coscienze e la crisi  di valori del tempo, avvertendo, di là dall'ottimismo ufficiale e spesso ipocrita della società, il fallimento del sogno positivista.
Ma quegli scrittori fecero della definizione una polemica insegna di lotta, in cui si gettavano, di fatto, i fondamenti d'una nuova visione del mondo e d'una nuova realtà. Essi ebbero insomma la coscienza di vivere un'età di trasformazioni e di trapasso, si sentirono insomma gli scrittori della crisi, e avvertirono che il loro compito non era quello di proporre nuove certezze, ma di approfondire i termini esistenziali di questa crisi sul piano conoscitivo.

MOVIMENTI LETTERARI LEGATI AL DECADENTISMO
Il Decadentismo è un fenomeno complesso, versatile nella sua multiforme tematica, nei suoi esiti artistici, nei suoi valori e disvalori, pertanto non c'è, come nel Romanticismo o nel Naturalismo, una poetica che faccia da punto di riferimento comune al variare delle singole esperienze. Si hanno piuttosto varie direzioni di ricerca, che possono in parte legarsi a due movimenti culturali della letteratura europea: il simbolismo e l'estetismo.
Anche in Italia non è possibile ritrovare una corrente letteraria unificante, ma piuttosto poetiche individuali che si rifanno ai miti italiani: quella del «superuomo» in D'Annunzio, del «fanciullino» in Pascoli, del «santo» in Fogazzaro.
Una reazione a questi miti, all'affermazione eroica dell'io, è rappresentata dalla poesia dei crepuscolari italiani che si rifanno ai temi del decadentismo francese.
Accomuna queste esperienze la ricerca di nuovi strumenti espressivi, il rigetto della cultura positivista e il rifiuto spesso aristocratico della società contemporanea in ciò che essa ha di abitudinario, di etica comune, di valori diffusi a livello di massa.
Riconducibile al decadentismo è anche il nascere delle avanguardie, cioè di movimenti che pur con grande diversità di poetiche, mirano alla sperimentazione di nuove tecniche espressive che, movendo tutte da premesse irrazionalistiche, segnino una radicale frattura col passato e siano voce e testimonianza della consapevolezza della crisi. E' un'esplosione che dura suppergiù fino agli anni '30 e comprende le cosiddette "avanguardie storiche": il futurismo, l'espressionismo, il dadaismo, il  surrealismo.

CARATTERISTICHE
Per attribuire all'arte i fini conoscitivi tipici decadentisti, era innanzitutto necessario ridare autonomia creativa all'artista (che si fa ora «superuomo» ora «fanciullino» o «veggente») affinché non fosse ridotto a impersonale e freddo registratore della realtà, come avveniva nel Naturalismo; erano altresì necessarie nuove tecniche espressive per definire l'inesprimibile (non più l'obbligo dell'uso logico della parola, della sintassi, della punteggiatura).

LE REGOLE
v     uso della sinestesia associazione inedita e analogica di due parole appartenenti a due campi sensoriali diversi: è utilizzata per cogliere la realtà non più solo attraverso i canali percettivi pubblici (vista e udito) ma anche attraverso quelli privati (olfatto, tatto, gusto), in un reciproco gioco di corrispondenze; 
v     la parola perde la sua funzione logica, strettamente denotativa ed è impiegata più per le sue valenze connotative; essa è liberata delle sue energie, nelle sue capacità di sprigionare sensi multipli, perché solo se lasciata vibrare nei suoi contenuti affettivi la parola potrà penetrare nelle zone oscure e misteriose dell'inconscio, fino a cogliere le sfumature della realtà e delle emozioni;
la sintassi è liberata di tutte le intelaiature che condizionano la parola; in tal modo essa può sprigionare tutte le sue energie;
v     l'aggettivo deve tendere a cogliere l'emozione: deve essere scelto per suggerire il mistero che avvolge gli oggetti e la vita;
la poesia deve tendere alla fusione tra tutte le arti, accogliendo di ognuna le suggestioni più produttive;
v     la poesia deve ricorrere al simbolo affinché possa andare oltre i dati dell'esperienza quotidiana e ritrovare l'unità di fondo dell'esistenza. Gli oggetti, le parole stesse, le immagini divengono simboli evocatori di sentimenti, di stati d'animo, di idee, attraverso un misterioso legame di analogie.

LA VISIONE DELL'ARTE
L'arte è l'organo di conoscenza per eccellenza, per non dire l'unico; ammessa l'impossibilità di conoscere la realtà più profonda mediante l'esperienza, la ragione, la scienza, il decadente pensa che soltanto la poesia, per il suo carattere di immediata intuizione, possa attingere al mistero della vita, esprimere le rivelazioni dell'ignoto. Per questo essa è considerata come pura illuminazione, messaggio che giunge da una zona remota, opposta all'esperienza usuale, come espressione simbolica.
La poesia deve inoltre tendere alla fusione di tutte le arti perché di ognuna deve accoglierne le suggestioni più produttive.
Paul Verlaine: Arte poetica
 




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