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venerdì 10 febbraio 2012

L'Amleto

E' un dramma crepuscolare, dominato dalla persistenza della penombra e della notte.
A questa caratteristica nei  toni,corrisponde la negatività dei temi, che trattano dei morti, del suicidio, della disperazione, della pazzia ,della vendetta del sangue.La stessa struttura dell'opera è labirintica, costruita apposta per produrre un senso di smarrimento simile a aquello che invade i protagonisti mentre osservano il proliferare del male dentro di loro.
In realtà si tratta di storie diverse che si intrecciano( quella di Amleto , ma anche le altre di Ofelia, di Claudio, di Gertrude, di Laerte) ciascuna delle quali può costruire l'inizio di un'ulteriore vicenda, o ,comunque ,un punto di osservazione alternativo. rispetto a quello del protagonista, da cui giudicare il progredire della vicenda.
La contiguità di queste storie è rinsaldata dalla comune presenza di un destino di morte, che si manifesta nelle parole più che negli atti.Le radici della tragedia, restano fuori della tragedia ,si annidano ,infatti ,nella coscienza, nella memoria, nei sospetti dei protagonisti ed esplodono in tutta la loro violenza soltanto nel sanguinoso finale.Più di quanto si vede , è importante quello che si nasconde nei cuori , dove incontenibile cresce il male.
La tragedia può essere divisa in quattro fasi.
Nella prima (corrispondente al primo atto)il fantasma del re di Danimarca , Amleto, compare dinanzi al figlio che porta il suo stesso nome.E' notte fonda e l'incontro avviene sulle mura del castello di Elsinore, sotto lo sguardo incredulo di alcune guardie fidate(Bernardo,Marcello e l'amico Orazio).Egli è stato assassinato per mezzo di un veleno versatogli nell'orecchio durante il sonno del fratello Claudio, che ha poi sposato la vedova Gertrude ed ereditato il trono. Adesso il re chiede al figlio vendetta e, al tempo stesso, pietà per Gertrude , sua madre.Il giovane Amleto giura obbedienza e, ottenuta una promessa di silenzio circa l'accaduto da parte degli altri testimoni,si finge pazzo per ordire meglio il suo piano.Il suo strano comportamento viene attribuito per lo più all'amore per Ofelia,figlia del ciambellano Polonio, alla quale in passato egli ha manfestato il proprio sentimento, ma che ora tratta con durezza.

La seconda fase (atto secondo e atto terzo, scena prima)si apre con il ripudio di Ofelia,preceduto dalla recita del famoso monologo da parte del protagonista. La presenza nel castello di una compagnia teatrale gli offre l'occasione per mettere in scena l'episodio dell'uccisione del padre, in modo da verificare se le reazioni dello zio ne provano la colpevolezza(è un esempio di teatro nel teatro , cioè di un'opera teatrale al cui interno si svolge un'altra rappresentazione). Il comportamento di Claudio tradisce la sua responsabilità , ma così anch'egli comprende che Amleto sa tutto e inizia a tramare contro di lui.
La terza fase ( fine atto terzo e atto quarto)è l'uccisione di Polonio per mano di Amleto, il quale lo colpisce scambiandolo per Claudio.
Si tratta di un tragico errore sufficiente per provocare la pazzia , in questo caso reale,di Ofelia  , costretta a subire prima il ripudio di Amleto, poi l'assassinio del padre.Deciso a liberarsi di lui, Claudio lo invia in Inghilterra insieme a Rosencrantz e Guildenstern,che hanno ricevuto l'ordine di eliminarlo.La sorte vuole invece che i due periscano in mano dei pirati ee il principe,sfuggito al pericolo, rientri in patria.
Ha inizio la quarta fase ( atto quinto) .Al ritorno dall'Inghilterra, Amleto viene sapere che Ofelia si è uccisa e che il fratello di lei ,Laerte,è deciso a vendicare la morte sua  e quella del padre.
I due si incontrano proprio durante il funerale della ragazza e si sfidano a duello, accettando però l'invito del re Claudio a misurarsi in uno scontro regolare.In realtà questi non solo ha munito Laerte di una spada con la punta avvelenata, ma per di più offre ada Amleto una coppa di vinoin cui è disciolta una sostanza mortale. E' l'epilogo.La morte cercata vicendevolmente travolge tutti i protagonisti: il veleno li colpisce uno dopo l'altro, per volontà o per errore.Cadono Laerte, Claudio, la stessa Gertrude e infine Amleto.Chiude la storia l'arrivo del principe Fortebracciodi Norvegia, che fa seppellire Amleto, rendendogli onore , e diventa il nuovo sovrano della Danimarca.Il ciclo di distruzione si placa quando la corona di Danimarca , conquistata con il sangue dal vecchio Amleto a spese del re Fortebraccio, torna sul capo di suo figlio, in virtù di un destino insondabile e cruento.
L'Amleto resta un'opera enigmatica, che conserva addirittura alcune incoerenze nell'assemblaggio degli episodi e delle situazioni, in parte dovute alla trasmissione del testo, che forse non fu mai definitivamente rivisto dall'autore. Esse investono lo stesso protagonista,che all'inizio viene presentato come un giovane studente dell'Università di Wittenberg e risulta invece avere trent'anni nell'atto quinto. Ma si tratta anche di conseguenze della sua struttura labirinticanella quale si riflette il travaglio interiore dei personaggi. 

La personalità di Amleto

mercoledì 8 febbraio 2012

La vita è solo recita

 Una delle immagini usate con maggiore frequenza dagli scrittori del Barocco per rappresentare il mondo è quella del teatro.
"Il mondo intero è un palcoscenico" scrive all'inizio del Seicento William Shakespeare nell'opera Come vi piace.
A distanza di pochi decenni, il drammaturgo Pedro De Calderòn de la Barca compone un'opera dal titolo Il grande teatro del mondo, nel quale la vita assume il carattere allegorico di una recita che si svolge entro i due limiti della nascita e della morte.Shakespeare e Calderòn appartengono a due epoche letterarie diverse: il primo al Manierismo, l'altro al Barocco. Ma se vi sono elementi di novità e anche di frattura tra i due momenti,altrettanto forte è il tratto di unione segnato dalla lunga parabola della crisi dei valori rinascimentali, con la quale entrambi gli autori devono misurarsi.
In Shakespeare la crisi dei valori rinascimentali è percepita come sensazione di impotenza di fronte allo scatenarsi di forze incontrollabili  e la ragione non è più sufficiente a dominarle.Non c'è più armonia e la notte priva di certezze scatena i fantasmi che in modo inquietante si manifestano.
L'Amleto è un dramma che si svolge nell'oscurità e trasforma il dubbio in una condizione esistenziale .Nella prima scena una sentinella, Francisco, di guardia al castello del re di Danimarca attende di smontare nel cuore della notte.L'opera si apre con una domanda: "Chi è là?".Inspiegabilmente a formularla è Bernardo,venuto a dargli il cambio. Sembra smarrito nel buio .Francisco lo accoglie con parole cariche di inquietudine: "Grazie per il cambio.E' un freddo cane , e ho la morte nel cuore".Così nella prospettiva del Manierismo, anche l'altro atto quotidiano diviene occasione per cogliere l'incertezza che avvolge il destino dell'uomo.
Un'epoca di crisi
La visione del mondo presso gli scrittori del Barocco è legata alla coscienza di crisi che caratterizza gran parte della cultura del Seicento:crisi di certezze culturali ( la rivoluzione scientifica ,le tensioni sociali della Controriforma, i problemi posti dalla conquista delle Americhe, il declino del  modello
cosmologico e antropologico umanistico), ma anche crisi di certezze politiche e civili (i problemi della crescita demografica, le numerose carestie alimentari e le pestilenze- fra le quali quella del 1630 nel Nord Italia descritta da Manzoni nei Promessi Sposi-, la sanguinosa guerra dei Trent'anni, l'instabilità politica, la decadenza del dominio della Spagna).
Tutto ciò finisce per consolidare un'idea negativa del mondo e dell'uomo. L'individuo è percepito come in continua lotta contro i mali che accompagnano l'esistenza , il conflitto con se stesso e combattuto dall'inquietudine , dalla paura, dal dolore.
L'idea della negatività dell'uomo si accompagna al senso della fragilità nei confronti delle forze soverchianti della natura e del potere politico.Se per il filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) l'uomo è naturalmente malvagio e solo il potere assoluto del sovrano può frenare la violenza individuale trasormando lo stato in un leviathan , un mostro sanguinoso e leggendario di cui si parla nella Bibbia , per Pascal invece l'uomo è la più debole delle creature, "un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo".E' un fatto che la violenza e il dolore nel Barocco spesso si trasformano in spettacolo popolare: le esecuzioni popolari , le mortificazioni corporali dei figuranti durante le processioni religiose,lo spargimento di sangue nelle corride , e così via.
Il dolore è anche lo strumento della pedagogia della violenza utilizzata dai potenti per giustificare il regime assoluto e la subordinazione totale dei sudditi all'autorità.
Il topos del mondo come teatro è in parte collegato a queste caratteristiche. Se la vita è simile a uno spettacolo, allora significa che la condizione di ciascun uomo, triste o lieta che sia,corrisponde alla parte che si deve recitare ed è pertanto transitoria. Inoltre implica che non vi sia una corrispondenza tra l'apparire e l'essere , così come l'attore non si identifica in via definitiva con il personaggio che sta rappresentando. Per cui può esservi grandezza nel servo e meschinità nel re.
Ne deriva un messaggio di immobilismo sociale , rivolto soprattutto a coloro che soffrono le condizioni peggiori. Non vale protestare.
Presentano analogie con l'immagine del teatro anche altre metafore ricorrenti nelle opere del Barocco: il mondo come locanda e il mondo come grande piazza. Luoghi di incontro e di occasioni, hanno in comune l'idea nel movimento disordinato, dell'intrecciarsi delle circostanze apparentemente al di fuori di un disegno razionale. Ma sono soprattutto luoghi di passaggio, così come lo è la vita in questo mondo. La locanda accoglie per un breve periodo il pellegrino in viaggio: è momento di sosta , ma anche scuola di esperienza, dove si impara la lezione della vita,tra menzogne, trucchi, tradimenti.