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martedì 23 marzo 2010

CATASTROFI NATURALI

RAGAZZI

In un volumetto di Rudolf Steiner (ed. Archiati Verlag) intitolato “Catastrofi Naturali”sono raccolte due conferenze tenute da questo gigante dello spirito a Dornach (Svizzera) . Il tema è ovviamente l’agire della moralità umana sulla natura.

Eccone un breve passo:

«Quando sono state create le cause di queste catastrofi di natura? – Nel corso degli orrori e delle atrocità delle guerre, a causa delle efferatezze sorte con l’evoluzione ed il progresso dell’umanità.»

Cosa ne pensate?

A mio avviso,il degrado ambientale ha una dimensione globale e credo che le soluzioni dovrebbero essere pensate e realizzate su scala locale , ma la società civile nei Paesi ricchi è chiamata per prima ad assumersi la responsabilità di questi problemi.Credo però che non tutti i mali vengono per nuocere …a tutti.il quadro proccupante che gli esperti dipingono circa il futuro pianeta,, in cui spiccano minacciose le deleterie conseguenze dell 'effetto serra, induce molte aziende statunitensi ed europee a cavalcare l’emergenza ambientale, avendo esse scoperto che investendo sull’ecologia possono aumentare i loro profitti.Come la mettiamo?

Antonella Salvà

Salve prof

Argomento molto attuale!

Le catastrofi naturali non hanno né tempo né luogo, anche se come al solito, si cerca sempre il capro espiatorio. I governi fanno scelte dietro interessi economici da che mondo è mondo. Invito a riflettere tutti, anzi a farvi una passeggiata su tutto il Siracusano, luogo di raffinerie .....Respirate l’aria e chiedetevi : Di chi è la colpa?









domenica 14 marzo 2010

eugenio benetazzo - Global warming - riscaldamento globale - effetto serra

Riscaldamento globale: responsabilità dell’uomo o evento naturale?

Saggio breve

Destinazione Editoriale: rivista di divulgazione scientifica, Quark

a cura di SAVERIO FERRARA

Ormai da diversi anni uno degli argomenti più discussi durante le riunioni dei “Grandi della Terra” è il riscaldamento globale o “Global Warming”, fenomeno secondo il cui il nostro pianeta si sta lentamente riscaldando di qualche grado a causa di alcuni gas ritenuti responsabili dell’ “Effetto Serra”.

La maggior parte degli scienziati e della popolazione crede che tale riscaldamento sia dovuto all’ effetto serra, e che quindi i diretti responsabili siano i Paesi sviluppati e come tali essi siano gli unici a doversi prendere l’onere di risolvere tale fenomeno (come espresso nell’articolo di Andrew C. Revikin “il dei paesi ricchi, “The New York Times”, 3 aprile 2007). Un'altra corrente di pensiero scientifico, pur non disconoscendo la presenza dell’ Effetto Serra, non lo imputa all’intervento umano ma, nell’ottica delle ere climatiche terrestri, lo vede come un altro passo nel lento e inesorabile progredire del ciclo climatico.

Secondo quanto riportato in alcuni manuali scientifici “L'Effetto Serra è un fenomeno naturale che fa parte dei complessi meccanismi di regolazione dell'equilibrio termico di un pianeta o di un satellite grazie alla presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas detti appunto gas serra. Questi, per le proprie particolari proprietà molecolari spettroscopiche, risultano trasparenti alla radiazione solare entrante ad onda corta, mentre riflettono, diffondono oppure assorbono e riemettono la radiazione infrarossa ovvero risultano opachi alla radiazione ad onda lunga (circa 15 micron) riemessa dalla superficie terrestre in seguito al riscaldamento dovuto ai raggi solari; il nome deriva dunque dall'analogia con quanto avviene nelle serre per la coltivazione”.

A lungo termine gli effetti del riscaldamento globale, come delinea Antonio Cianciullo nel suo articolo “il mondo che verrà” (La Repubblica, 2 aprile 2007), si configurano come una vera e propria catastrofe planetaria: l’innalzamento del mare e la conseguente diminuzione di terreni coltivabili , il verificarsi di Flash Floods , micidiali alluvioni lampo, la maggiore frequenza di episodi di siccità, un crollo di circa il 35-40% delle precipitazioni piovose nel periodo estivo nel bacino mediterraneo. Analoghi fenomeni di desertificazione e carenza idrica interesserebbero tutti i continenti. Le areee polari sarebbero le più colpite a causa dello scioglimento del permafrost, uno strato di ghiaccio perenne che ricopre le regioni artiche.

Prendiamo in esame ora i gas dell’effetto serra e le loro responsabilità in tale fenomeno: i gas che compongono la nostra atmosfera che sono ritenuti responsabili di tale effetto per via della loro particolare opacità alle radiazioni ad onda lunga sono: il vapore acqueo (H2O), il biossido di carbonio (CO2), l'ossido di diazoto (N2O), il metano (CH4) e l'ozono (O3).

Tra tali gas il più incriminato è il vapore acqueo, responsabile per circa due terzi dell’effetto serra naturale. Nell’atmosfera, le molecole di acqua catturano il calore irradiato dalla terra diramandolo in tutte le direzioni, riscaldando così la superficie della terra prima che il calore sia irradiato nuovamente nello spazio; a tale riguardo è d’obbligo precisare che il vapore acqueo atmosferico è parte del ciclo idrologico, senza il quale non ci sarebbero precipitazioni piovose e quindi vita nel nostro pianeta.

Pertanto tutte le varie discussioni sull’ Effetto Serra e sul coinvolgimento umano in esso vertono su un altro gas responsabile: l’Anidride Carbonica o biossido di carbonio (CO2), che viene prodotto e espulso in grande quantità da tutte le fabbriche, ma anche da ogni cittadino ogni volta che utilizza un ‘auto o un mezzo alimentato a benzina, in quanto prodotto di scarto obbligato di qualsiasi processo di combustione.

Una tesi che si fonda su recenti studi (come si può leggere nell’articolo “Il Clima e L’Anidride Carbonica” pubblicato in “Le Scienze”,n.498 Febbraio 2010) la colpa dell’ Effetto serra non sarebbe da imputare al CO2, ma ad un cambiamento climatico del tutto naturale. Nel corso della storia dell’umanità ci sono stati vari azioni climatiche di cui non conosciamo ancora le cause: nel Medioevo, ad esempio, si verificarono temperature parecchio superiori a quelle attuali ma il livello di CO2 era assai inferiore a quello odierno e la Rivoluzione Industriale non era iniziata. Il CO2, in definitiva, interviene solo in minima parte sull’ Effetto serra, mentre i rapporti che esso ha con il vapore acqueo e gli altri gas necessitano di ulteriori studi.

Tenendo conto che nei prossimi 30 anni la popolazione continuerà ad aumentare passando dagli odierni 7 miliardi a circa 9 miliardi e che quindi il fabbisogno energetico e di prodotti tecnologici aumenterà considerevolmente, i Paesi industrializzati dovranno fare scelte prudenti e precise e mantenere un certo controllo sull’inquinamento prodotto dalle industrie. Nei Paesi in via di sviluppo, che prediligono il progresso rispetto alla salvaguardia dell’ambiente, bisognerà limitare i processi di inquinamento selvaggio, che non riguardano solo l’atmosfera, ma più in generale tutto l’ambiente; è indispensabile perciò una futura collaborazione tra i Paesi industrializzati e ricchi e i Paesi emergenti al fine di trovare soluzioni condivise che guardino al futuro di tutta l’umanità. Tentativi in tal senso sono già stati fatti con la formulazione del Protocollo di Kyoto e con il più recente Summit di Copenaghen.

Gli interventi contro l’inquinamento atmosferico dovranno essere supportati dal rigore scientifico della ricerca continua, senza accontentarsi di facili semplificazioni, e senza correre dietro a unici nemici (come il CO2) per non rischiare un giorno, magari troppo tardi, di scoprire di aver profuso sforzi e risorse contro il “nemico” sbagliato.

In definitiva è lecito interrogarsi se il processo di riscaldamento globale in cui ci troviamo sia dovuto ad una nostra errata politica industriale o, come molti sostengono, sia solo una fase climatica naturale del nostro pianeta, transitoria e ineliminabile.

CONCETTA RUSSO

Destinazione editoriale: giornalino d’istituto

Un problema di cui si sente spesso parlare ai giorni nostri è quello del surriscaldamento del pianeta.

Fin dall’antichità l’uomo ha interagito con l’ambiente, ha cercato di adattarsi ai vari ambienti terrestri, dimostrandosi l’unico animale in grado di vivere a tutte le latitudini, ma col tempo ha trasformato gli stessi ambienti. A causa del buco dell’ozono tutta l’atmosfera è stata modificata dall’uomo e proprio per questo dobbiamo stare molto attenti e cercare di ridure i nostri spropositati bisogni perché questi mutamenti potrebbero rivolgersi contro di noi; infatti il fenomeno dell’effetto serra potrebbe portare ad un innalzamento della temperatura potenzialmente letale per la presenza dell’uomo sul pianeta.

Per "Effetto Serra" si intende un effetto assolutamente naturale che si verifica nell'atmosfera terrestre.

La terra è continuamente colpita dalla radiazione elettromagnetica emessa dal sole, parte di questa radiazione viene assorbita dall'atmosfera terrestre ma la grande maggioranza colpisce la crosta terrestre. Di questa radiazione parte viene assorbita dalla superficie, parte è riflessa come radiazione luminosa di varia frequenza e parte viene riflessa come radiazione a lunghezza d'onda maggiore (tipicamente infrarossi). Sono proprio questi infrarossi che generano l'effetto serra: l'atmosfera è quasi completamente trasparente alla luce visibile ma è estremamente opaca alla radiazione infrarossa pertanto gli infrarossi riflessi dalla superficie non "scappano" nello spazio ma restano racchiusi tra la superficie e gli strati alti dell'atmosfera. L'effetto è estremamente utile per la vita sulla terra in quanto, in mancanza di esso, la temperatura media sarebbe di -19°C. Negli ultimi decenni però l'Effetto Serra si è intensificato a causa dell'emissione nell'atmosfera di una serie di gas,detti "gas serra", che hanno comportato un incremento della temperatura media terrestre. I principali gas che si ritengono responsabili di questo incremento sono: il metano, il vapor acqueo, gli ossidi d'azoto, i clorofluorocarburi e l'anidride carbonica.

Il primo tentativo di limitare l’alterazione climatica indotta dall’uomo è stato il Protocollo di Kyoto, un trattato internazione in maniera di ambiente sottoscritto nella città giapponese nel 1997 da più di 160 Paesi, a cui però non hanno aderito gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori responsabili dell’emissione dei gas serra. Da quell’anno la situazione è andata aggravandosi sempre di più.

Come afferma Antonio Cianciullo anche nell’ipotesi migliore che riusciremo a frenare la crescita della temperatura, la febbre del pianeta ha e, avrà sempre più, effetti diffusi. Se non riusciremo a tirare il freno d’emergenza a questo pericolo la prima estinzione di massa spazzerà via in pochi decenni la biodiversità che è stata accumulata in miliardi di anni di evoluzione. Un altro fenomeno sarà la crescita del livello dei mari che farà sparire un terzo delle zone umide costiere; e la crescita del livello dei fiumi. Un’altra conseguenza del global warning analizzata dall’ IPCC è che in Europa aumenteranno le flash floods, ovvero le alluvioni lampo che non lasciano scampo, e inoltre aumenterà la siccità.

Andrew C. Revkin nel quotidiano statunitense The New York Times parla del “debito climatico” dei Paesi ricchi. Essi infatti sono i maggiori responsabili del riscaldamento globale del pianeta a causa del loro massiccio ricorso alla combustione di idrocarburi, e potranno adattarsi più facilmente ai cambiamenti climatici in quanto posseggono risorse economiche adeguate per l’individuazione e la realizzazione di progetti efficaci per arginare il fenomeno. Invece i Paesi più poveri anche se sono i meno responsabili del problema, sono quelli che ne subiranno le peggiori conseguenze. Quindi è giusto che le nazioni ricche aiutino i Paesi a preparasi per i capovolgimenti climatici di cui siamo responsabili.

Purtroppo l'Effetto Serra è un fenomeno estremamente complesso e ancora soggetto a grossi studi pertanto esistono diverse teorie e interpretazioni; quelle che vengono privilegiati dalla maggior parte degli studiosi sono: ridurre l'uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, gas, ecc.) sia nella produzione di energia sia nell'autotrazione cosi da ridurre l'introduzione di anidride carbonica nell'atmosfera; e incrementare la superficie terrestre dedicata alle foreste dove, grazie alla fotosintesi clorofilliana, l'anidride carbonica viene assorbita e "distrutta".

Purtroppo entrambi questi consigli sono in aperta controtendenza, come dimostrano i meeting di Kyoto e il più recente incontro in europa miseramente falliti a causa delle opposizioni di vari paesi (primi fra tutti gli Stati Uniti d'America).

MANILA TROVATO

Destinazione editoriale: rivista scientifica Focus.

Il nostro pianeta si trova a dover pagare il conto, molto salato, sotto forma di catastrofi ecologiche, non ancora incontrollabili ma sempre più minacciose per l’umanità e uno sviluppo tecnologico troppo elevato. Se non verranno trovate le contromisure per arrestare questo fenomeno degenerativo il nostro habitat, andrà incontro ad aspetti negativi.
Uno dei maggiori problemi del nostro tempo è rappresentato dalla progressiva devastazione che l’uomo sta attuando ai danni delle risorse naturali della Terra, a causa delle sue molteplici attività agricole e industriali realizzate senza tenere conto dei delicati equilibri dei vari ecosistemi.
Direttamente collegato agli abusi sulla natura è ormai l’avanzata distruzione dello strato di ozono, un gas naturale che avvolge il globo terracqueo. Esso occupa gli strati più alti dell’atmosfera terrestre ed ha due importanti funzioni: filtrare i raggi ultravioletti e regolare la temperatura del nostro pianeta perché sennò a causa della potenza di questi raggi il nostro pianeta sarebbe così tanto riscaldato che sarebbe invivibile. Purtroppo il crescente uso dell’uomo, di tecnologie che liberano nell’aria ossidi di azoto e cluorofluorocarburi , ne ha provocato un lento ma costante assottigliamento che in alcuni punti, soprattutto nell’altezza del Circolo Polare Artico , è degenerato in una vera e propria rottura. Così grazie alle domestiche bombolette spray, ai famosi aerosol, agli irrinunciabili impianti di refrigerazione, siamo riusciti ad innescare un processo di rottura di un meccanismo delicatissimo, che a suo tempo permise il miracolo della vita sulla Terra e che ora minaccia di distruggerla se non se ne consentirà il ripristino.
La distruzione dello strato di ozono è alla base di un’altra catastrofe sempre più incombente e pericolosa e cioè l’effetto serra, un effetto provocato dal consumo dei combustibili fossili, quali petrolio e carbone, indispensabile per alimentare le industrie del nostro Pianeta, ma estremamente pericoloso per quanto riguarda l’equilibrio atmosferico che viene alterato dall’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. L’effetto serra consiste che, quando normalmente, i raggi solari attraversano l’atmosfera terrestre e riscaldano la superficie terrestre, il calore viene riflesso verso l’alto e così la superficie del pianeta ne trattiene solo una parte; in tal modo le temperature si mantengono su valori accettabili in tutte le regioni del mondo, favorendo la vita e tutte le sue attività agricole; parte del calore viene trattenuto nell’atmosfera dalla presenza di anidride carbonica e di vapore acqueo.


Come scrive Antonio Cianciullo nel giornale “la Repubblica” , oltre all’effetto serra scrive di un primo tentativo di limitare l’alterazione climatica planetaria indotta dall’uomo, è il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale in materia di ambiente, sottoscritto nella città giapponese l’11 dicembre 1997, però purtroppo da quell’anno la situazione è andata aggravandosi sempre di più.
Il male è poi accentuato a seguito del taglio selvaggio degli alberi in vastissime aree del pianeta ( i cosiddetti “polmoni verdi”), oltre che al seguito dell’immensa combustione di carbone fossile , di petrolio, di metano, e per la presenza di altri gas originati dall’attività dell’uomo, così che l’anidride carbonica aumenta in modo anomalo e insieme, agli altri gas nocivi “intrappola” il calore ( si è calcolato fino al 70%) creando una specie di cappa, di tetto trasparente di vetro come quello di una serra, con la conseguenza dell’aumento della temperatura globale, quindi lo scioglimento delle calotte polari, con la conseguente elevazione del livello dei mari, inondamento delle coste e rottura dell’equilibrio delle stagioni.
A causa di queste catastrofi, scienziati e ricerche avevano affermato che la Terra avesse la febbre. La sua temperatura sta crescendo a ritmi che non hanno confronto rispetto agli ultimi secoli. Ma ora, la conferma del fenomeno arriva da uno studio che risulta più preciso e dettagliato. La conclusione è univoca e precisa: mai la temperatura è stata così alta e la colpa è dell’azione dell’uomo.
Sono d’accordo con l’idea di Andrew C. Revkin cioè che, le nazione ricche sono i principali responsabili del riscaldamento globale a causa del loro ricorso alla combustione di idrocarburi, purtroppo di mezzo ci vanno le nazioni meno sviluppate perché si trovano vicino ai tropici. Allora una soluzione potrebbe essere che i paesi del Primo mondo aiutassero quelli del Terzo mondo ad affrontare questi temibili cambiamenti climatici.
Oltre a questa soluzione ce ne sono molte altre per ridurre questo riscaldamento. Ad esempio la scelta di prodotti non inquinanti, di elettrodomestici a basso consumo energetico, di autovetture provviste di marmitta catalitica, lampadine fluorescenti a basso consumo, ecc… si potrebbe anche porre fine alla deforestazione , diminuendo il consumo di petrolio e carbone , intensificando la ricerca di energia alternative pulite. Ma l’attuazione di questi progetti a causa degli interessi economici giganteschi, sembra abbastanza ardua.
Adesso la domanda che tutti ci poniamo è: riuscirà l’uomo a salvare la Terra?
La risposta a questa domanda dipende da ciascuno di noi.
Ci aiuti il pensiero che la Terra è la nostra casa, l’unica che abbiamo, e che, a parte improbabili ( almeno attualmente) trasferimenti in altri pianeti , dovremo continuare a viverci, cercando di mantenere condizioni soddisfacenti per consentire la vita ai nostri figli ed ai nostri nipoti e, perché no, anche alle prossime generazioni. Recentemente alcuni autorevoli scienziati hanno dichiarato che ci restano solo 30 o 40 anni di tempo ( 50 se vogliamo essere ottimisti!) per una decisiva inversione di tendenza verso il miglioramento delle condizioni generali del nostro mondo, pena la graduale scomparsa del genere umano.
Speriamo proprio che questi signori si sbaglino di grosso… ma nel frattempo diamoci da fare non si sa mai…!

DAVIDE SPINELLA

Il quesito titolo di questa discussione, relativa al problema del riscaldamento globale è: “Responsabilità dell’uomo o evento naturale?”.
La risposta non è semplice, ma molto probabilmente si tratta di un evento naturale, che è causato dall’uomo, che ne è pertanto responsabile, di un problema dannoso per la sua stessa condizione, ma il vero problema è che si sta facendo ben poco per migliorare questa situazione.
Il riscaldamento globale o “Global Warming”, tratta appunto dell’aumento della temperatura terrestre, che è causata dai gas effetto serra, creati dall’inquinamento complessivo che produciamo: automobili, riscaldamenti, consumo energetico ecc.
In poche parole questo effetto ingloba i raggi solari, trattenendoli appunto come una serra comportandone dunque la problematica, ciò può avere degli effetti immediati, come l’aumento della desertificazione, la riduzione dei campi fertili, alluvioni improvvise, innalzamento del livello del mare ecc. e le statistiche non finiscono qui.
Ma il global warming ci può riservare ancora un’altra bella sorpresa: con l’aumentare delle temperature si avrà lo scioglimento dei ghiacciai, che a sua volta aumenterà il livello dell’acqua, ma che soprattutto desalinizzerà il mare, influendo sulla corrente del golfo, rallentandola sino al punto di fermarla ed inibire la sua attività di calore, che può generare una sottospecie di era glaciale, in maggior misura al nord dell’equatore, creando un’aspettativa piuttosto agghiacciante del nostro futuro (letteralmente).
Ultimamente si è accennato più spesso alla problematica, dandone maggiore priorità, ma spesso si resta indifferenti di fronte al problema. Ed anche noi dobbiamo esserne più consapevoli, e nel nostro piccolo abbiamo il dovere di muoverci a favore dell’ecologia, abbandonando gli sprechi ed adottando nuovi stili di vita ecocompatibili, come anche piccole ma efficaci abitudini. Quindi tocca a noi; possiamo aspettare che si avverino queste statistiche da olocausto, oppure darci una mossa per fare qualcosa di veramente concreto.

ANTONELLA SALVA'


IL CLIMA DELLA TERRA STA CAMBIANDO UNA DELLE CAUSE:
L’EFFETTO SERRA
I cambiamenti climatici imprevisti, che hanno interessato varie zone del nostro pianeta, sono stati a volte causati dall’inquinamento, questo è quanto gli scienziati hanno potuto accertare con i loro studi. Ma per capire come sono tratte queste conclusioni è necessario prima conoscere i meccanismi che generano le variazioni climatiche.
La temperature sulla Terra dipende soprattutto dalla quantità di energia solare che la raggiunge, essa è massima all’equatore e va decrescendo verso i poli. Questa disparità di calore tra le varie zone terrestri viene in parte attenuata dai venti, che muovendo lo stato gassoso che circonda la terra, fanno arrivare aria calda ai poli e mitigano le temperature dei tropici. Un altro importate fattore che influisce sul clima è l’acqua presente sotto forma di mari, fiumi, ghiacciai e laghi. Il ciclo delle pioggie mantiene una umidità costante nell’atmosfera.
Ma i meccanismi più importanti e anche poco noti, sono quelli delle grandi correnti oceaniche. Vi è una corrente calda che parte dal centro del Pacifico e attraversa l’oceano Indiano, circumnaviga l’Africa e giunge nell’oceano Atlantico fino al polo Nord, qui ormai raffreddatasi si inabissa e inizia il percorso inverso, verso il Pacifico. Questa corrente ha un’enorme influenza sul clima di molti Stati.
Oggi tutti parliamo del clima che cambia, dell’effetto serra, delle stagioni intermedie che spariscono, della neve che non cade più in certe zone mentre è presente inaspettatamente in altre. Basta a volte una settimana di tempo anomalo per fare scattare l’allarme, si parla di gravi conseguenze dovute alle modificazioni che l’uomo con la sua opera ha inflitto alla natura. Ma le variazioni climatiche che non sono dovute all’azione dell’uomo; sono anche un evento del tutto naturale.

Secondo gli scienziati del “The New York Time” questo aumento della temperatura è dovuto all’effetto sera. Il pianeta si è scaldato di circa mezzo grado negli ultimi 1oo anni a causa delle imissioni di anidrite carbonica provocata dall’uomo.
Però l’effetto serra è un fenomeno naturale positivo, soltanto la sua accentuazione è da temere. Esso è creato da alcuni gas presenti nell’atmosfera, quali l’anidrite carbonica (CO2), il metano (CH4), gli ossidi di azoto e il vapore acqueo. Questi gas tendono a trattenere attorno alla terra i raggi infrarossi provenienti dal sole e riflessi dalla superficie del pianeta.Se questo fenomeno non ci fosse la temperatura la temperatura media scenderebbe di 30° C-50°C ed avremmo una vera glaciazione.
Ma se l’effetto serra è sempre esistito perché oggi se ne parla tanto?
Il problema è causa dell’aumento dell’uso dei combustibili fossili, come carbone e petrolio, è aumentata la presenza di anidrite nell’aria, infatti soltanto una parte di essa viene riassorbita da foreste ed oceani.Gli studiosi pensano che questo porterà in futuro ad un notevole aumento della temperatura.
Alcune zone della terra , oggi coltivate, potrebbero andare incontro alla desertificazione, altre sarebbero sommerse dalle acque. Per evitare questre catastrofi annunciate, si dovrebbe ridurre la produzione di anidrita carbonica, ma per fare ciò bisognerebbe limitare l’attività industriale e di conseguenza rischiare una crisi econimica mondiale. Si potrebbero usare fonti di energia alternative che non producono gas nocivo, come la geotermica, il vento, il sole, e il nucleare, ed infine evitare gli sprechi energetici e anziché tagliare le foreste, aumentare in numero di zone verdi. Al fine di ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, è stato firmato il cosidetto “ Protocollo di Kyoto”, un accordo internazionale che ha sancito l’obbligo per i Paesi industrializzati di attuare la riduzione di emissioni nocive di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo compresso tra il 2008 e il 2012. Nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005, grazie alla sottoscrizione da parte di 141 nazioni.

SANDRO DEL POPOLO

Destinazione editoriale: Giornalino d’istituto

Chi subirà le conseguenze dei cambiamenti climatici?

Da anni ormai sentiamo parlare delle varie problematiche legate ai cambiamenti climatici. Già prima dell’avvento del nuovo millennio si è parlato di”effetto serra”,il fenomeno che porterà il nostro pianeta ad avere un aumento sempre crescente della temperatura sulla superficie terrestre. Tale fenomeno è determinato dalla presenza dell’atmosfera intorno al nostro pianeta(la quale,come sappiamo, assorbe parte della radiazione emessa dal sole e dal suolo riscaldato)e a causa di una presenza eccessiva dei famosi gas serra(quali vapore acqueo e anidride carbonica). Ma gran parte delle cause sono da attribuire proprio all’uomo che con l’avvento dell’industrializzazione ha incrementato l’uso di tali sostanze dannose e la combustione di idrocarburi che come sappiamo sono tanto importanti per l’uomo quanto dannose all’uomo stesso e alla natura. Negli ultimi tredici anni,ovvero dal 1997 dal Protocollo di Kyoto,si è cercato di limitare l’utilizzo di tali sostanze in modo da arginare tale fenomeno. Per quanto questi tentativi sianoa mio avviso da ammirare, mai nessuno si è curato di tutti quei paesi e continenti,i quali pur non avendo preso parte ai processi di industrializzazione,pagano e dovranno pagare le colpe dei responsabili di tali fenomeno. Infatti dalle ultime prospettive dell’IPCC(Intergovernmental Panel on Climate Change)i paesi più interessati ai mutamenti climatici sono quelli che meno hanno contribuito alla presenza nell’atmosfera di gas serra. Ma il dato che più mi fa paura è che nella quasi totalità dei casi questi paesi sono proprio i più poveri. Al contrario invece quelle più ricche sono quelle meno interessate e sono anche quelle che meglio saprebbero fronteggiare il mutamento dell’ambiente. Era pensiero di tutti che tutti i paesi e i continenti fossero interessati allo stesso modo dai cambiamenti climatici ma non è così. Un esempio per comprendere meglio tale differenze la rappresenta l’America,la cui agricoltura influisce sull’economia della nazione solo per il 4% al contrario di paesi africani ad esempio,i quali hanno come maggior fonte di ricchezza e guadagno per vivere proprio l’agricoltura(si parla di numeri tra 80-90 %) che indubbiamente sarà danneggiata dall’avanzare della desertificazione. Le previsioni infatti prevedono che vi sarà un aumento di zone aride stimato tra i sessanta e i novanta ettari. Già nel mondo è possibile vedere che i paesi con una maggiore disponibilità economica hanno la possibilità di contrastare meglio quelle che sono le emergenze climatiche. La stessa cosa non può dirsi per i paesi con minore disponibilità economica. Il primo passo da fare è ammettere questo “pesante debito”che abbiamo nei confronti dei paesi colpiti maggiormente. In secondo luogo deve essere nostro dovere civico e morale soprattutto cercare di cancellare questo debito aiutando le zone maggiormente colpite da questi disastri, dando loro il massimo aiuto possibile. Ma riusciremo davvero a sanarlo? Io voglio augurarmi il meglio per questi paesi e per le generazioni future vittime degli errori delle generazioni passate.

GIADA GIUFFRIDA

“La Terra è gravemente malata”

Il disboscamento e l’enorme progresso che l’uomo sempre insegue, causano l’effetto serra.
Migliaia di morti dovuti alle eccessive ondate di calore, uragani e maremoti, esplosione di malattie infettive, drastici mutamenti degli ecosistemi dei poli (scioglimento dei ghiacciai) e degli oceani (innalzamento del livello dell’acqua e mutamenti nella distribuzione della fauna marina) sono i primi segnali di quella che gli ambientalisti definiscono una catastrofe annunciata. I rappresentanti dell’IPCC (Comitato Internazionale sui Cambiamenti Climatici), a conclusione dei lavori del Vertice di Kyoto, l’ultima conferenza sul clima organizzata dall’ONU, hanno confermato le previsioni fatte nei due precedenti summit sul clima: LA TERRA è GRAVEMENTE MALATA E , PROPRIO COME UN ESSERE UMANO, MANIFESTA QUESTO MALESSERE CON UN RIALZO DELLA TEMPERATURA.
Questo surriscaldamento senza precedenti, oltre che alla distruzione delle foreste, è dovuto all’azione dell’uomo, o meglio ai gas emessi dalla combustione di combustibili fossili come il petrolio. Essi si accumulano negli strati alti dell’atmosfera e impediscono la dispersione del calore solare riflesso dal pianeta, comportandosi così come i vetri di una serra. Tra questi gas-serra, il più dannoso è il biossido di carbonio (CO2), altrimenti detto anidride carbonica, prodotto dall’uso di combustibili fossili, dall’abbattimento di vaste aree alberate e dagli incendi che bruciano migliaia di ettari di boschi; seguono a ruoto il metano, il protossido di azoto prodotto dall’uso di fertilizzanti; i clorofluorocarburi CFC e HCFC contenuti nelle bombolette spray, nei refrigeratori, nei condizionatori d’aria e utilizzati nella lavorazione di materiali plastici. È da tenere presente che questi gas non solo contribuiscono all’accelerazione dell’effetto serra, ma sono la causa principale dell’assottigliamento dello strato di ozono che nell’atmosfera funge da protezione dai raggi ultravioletti del sole, i quali sono altamente nocivi per l’uomo e sono la causa di cancri alla pelle e di cataratta... Questi gas agiscono rendendo molto più densa la fascia gassosa che protegge e riscalda il pianeta, quella parte dell’atmosfera che, al suo stato naturale, avrebbe il compito di filtrare le radiazioni solari trattenendo solo la quantità di raggi indispensabili per garantire la continuità della vita sulla terra.
Aumentando la densità di questa fascia vuol dire riflettere verso la superficie terrestre una quantità eccessiva di radiazioni, che vengono reindirizzate verso il basso invece di finire disperse nel cosmo, causando così l’inevitabile surriscaldamento dell’intero pianeta. Segni preoccupanti dell’effetto serra vengono dallo scioglimento delle calotte polari. La temperatura media al Polo Sud, a partire dal 1964, è aumentata di 2 gradi centigradi circa. Dagli anni settanta ad oggi l’estate antartica si è allungata. In alcuni punti i ghiacci si sono addirittura ritirati di 50 km.

Un altro evento degno di attenzione è quello del riscaldamento dei mari tropicali, fenomeno chiamato El Nino (Gesù Bambino). Da quasi vent’anni questo fenomeno si ripete con insolita frequenza riscaldando migliaia di chilometri di Oceano Pacifico, dal Nord dell’Australia fino alle coste del Perù, facendo salire la temperatura dell’acqua di 2 gradi.
Climatologi, meteorologi e fisici dell’atmosfera guardano a questo fenomeno con estremo interesse.
Appare evidente a tutti che, ora più che mai, si devono stabilire delle regole, delle leggi ben precise per la tutela del pianeta, per non andare incontro a disastri peggiori.
Se non verranno applicate le misure decise a Kyoto, le emissioni globali di gas-serra potrebbero aumentare del 45%, comportando così un aumento della temperatura di 3-5 gradi centigradi. Se si pensa che le glaciazioni, nelle ere passate, sono state causate da una diminuzione di soli 5 gradi, è facile capire la portata del fenomeno.
Ecco a cosa porterà l’uso scriteriato della natura e della tecnologia. In attesa delle contromisure umane, la natura è riuscita a sviluppare per parte sua dei meccanismi che tentano di riportare la situazione verso uno stato di equilibrio, utilizzando proprio l’inquinamento prodotto dall’uomo.
Nell’attesa che queste ricerche giungano a buon fine, è stato fissato un margine di recupero, anche se minimo: basterà ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica; evitando di distruggere in maniera indiscriminata boschi e foreste, questi potrebbero convertire parte dell’anidride carbonica in eccesso.
Per meglio giovare all’atmosfera, sono già state messe in commercio bombolette spray che non contengono CFC.
Oggi sono più frequenti le vetture con marmite catalitiche, anche se sarebbe meglio utilizzare i mezzi pubblici per recarsi nei luoghi di lavoro, risparminado così carburante ed evitando di immettere ulteriori gas di scarico nell’atmosfera!!!

YVONNE SGROI

"Riscaldamento globale: responsabilità dell’uomo o ...":

Destinazione editoriale: giornalino scolastico

Da diversi anni un argomento largamente discusso è il riscaldamento globale, fenomeno che comporta un surriscaldamento della crosta terrestre, a causa di alcuni gas responsabili dell’effetto serra.

Sin dal principio, l’uomo ha cercato di dimostrare di essere l’unico animale in grado di vivere adottandosi a tutti gli ambienti.

A causa del buco dell’ozono, l’atmosfera è stata modificata. L’effetto serra è un effetto naturale che si verifica nell’atmosfera terrestre, ma potrebbe portare ad un innalzamento della temperatura ad un livello letale per l’uomo.

In natura il globo è colpito dalle radiazioni emesse dal sole; una parte di esse è assorbita dalla superficie, un’altra parte è riflessa come infrarossi. Sono proprio questi infrarossi a causare l’effetto serra.

Su questo effetto ci sono pareri discordanti: alcuni scienziati sostengono che la colpa sia dei Paesi sviluppati; altri dicono che è solo un passo verso il progresso del ciclo climatico. Se però prendiamo in esame i gas che partecipano a tale effetto ( tra i quali vapore acqueo, anidride carbonica, metano e ozono) e consideriamo l’anidride carbonica come principale gas responsabile, possiamo dedurne che all’aver causato l’aumento dell’effetto serra siano state le fabbriche dei Paesi sviluppati che espellono a grandi quantità questo gas.
Con tale constatazione, si può ben capire che si necessita di una collaborazione tra Paesi industrializzati e Paesi emergenti, in quanto questi ultimi prediligono il progresso alla salvaguardia dell’ambiente. Pertanto, secondo gli studi effettuati, si dovrebbe ridurre l’uso di combustibili fossili e, invece, incrementare la quantità di foreste, in quanto la fotosintesi clorofilliana fa si che l’anidride carbonica venga “trasformata” in ossigeno.







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lunedì 8 marzo 2010

CANTIERE DI SCRITTURA DANTESCA XVI CANTO



MANILA TROVATO

1) Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice dove incontrano gli iracondi, immersi in un buio cupo e fondo per effetto di un fumo denso e pungente che rappresenta l'ira che acceca. Le anime degli iracondo recitano una preghiera rivolta a Cristo "l'Agnus Dei", definito Agnello di Dio, simbolo di benignità del suo sacrificio di uomo a favore degli uomini. L'atmosfera è serena, in contrapposizione dellìira che ha colpito queste anime quando erano in vita. La funzione che svolge Virgilio è quella di guida fisica di Dante, che nel buio non trova più punti di riferimento; allegoricamente Virgilio rappresenta la ragione a cui l'iracondo deve aggrapparsi se vuole uscire dalla sua pazzia.

2) Di Marco Lombardo non si hanno molte noizie.sappiamo che visse nella seconda metà del XIII secolo, fu uomo di corte dotato di saggezza e di animo nobile e fiero.

Dopo un breve scambio di battute Marco Lombardo dice a Dante che, quando era in vita amava quelle virtù cavalleresche, la gentilezza,la cortesia ecc.
Tutti gli argomenti tra Dante e Marco sono funzionali alla tematica della corruzione dell'umanità a causa della Chiesa; e sono: il libero arbitrio, la teoria dei due soli e gli esempi di antica virtù lombarda. Però Dante espone un dubbio: la causa della corruzione dell'umanità è dovuta all'influenza degli astri oppure alla volontà degli uomini? secondo lui se fossero gli astri a influenzare le azioni umane allora di conseguenza l'uomo non è responsabile.

3)Per le teoria del libero arbitrio, le azioni degli uomini non sono determanate dall'influsso degli astri. L'uomo infatti ha ricevuto direttamente da Dio il dono di poter scegliere tra il bene e il male. Infatti la risposta di Marco Lombardo al dubbio di Dante è proprio questa, che l'uomo è libero di decidere tra il bene e il male e che la causa della corruzione è da ricercare nell'uomo e non nell'influenza degli astri. Questo è un messaggio ottimistico: l'umanità può rigenerarsi moralmente,e può recuperare quelle virtù essenziali per il raggiungimento della felicità terrena e eterna.

ANTONELLA SALVA'

I primi versi del XVI canto riconducono brutalmente all'atmosfera cupa e buia dell'Inferno, che, tra l'altro, è nominato direttamente al verso iniziale ("Buio d'inferno e di notte privata/ d'ogne pianeto, sotto pover cielo"): Dante, Virgilio si trovano infatti nella terza cornice del Purgatorio, dove scontano la loro pena gli iracondi. La loro punizione consiste nel vagare avvolti da un fumo denso, acre e irritante, che annebbia loro la vista. In loro si osserva il contrappasso poiché in vita furono "accecati" dall'ira.
Dante stesso è partecipe di questa pena, essendo a sua volta ostacolato dal fumo; l'ira è infatti uno dei tre peccati (assieme alla lussuria e alla superbia) dei quali Dante ritiene di essersi macchiato e che il pellegrino, dopo la profezia della sua venuta in Purgatorio alla sua morte da parte di Caronte (Inf, c. III), condivide assieme ai purganti.
In mezzo alla nuvola di fumo, Virgilio offre la sua spalla a Dante, invitandolo a non separarsi da lui mentre lo guida. Allegoricamente, ciò rappresenta che la Ragione può contrastare e addirittura vincere il sentimento dell'iracondia.
Non potendo distinguere alcunché con la vista, Dante si affida al suo udito, e infatti per mezzo di esso il poeta ode delle voci che, con uguale tonalità, cantano assieme preghiere rivolte alla misericordia e alla pace dell'Agnello di Dio (i loro canti, infatti, iniziano tutti con le parole Agnus Dei). Dopo aver chiesto conferma a Virgilio che le voci udite appartengano a spiriti purganti, Dante ode la presentazione della prima anima di questa cornice: essa (di cui ancora non ci viene presentato il nome) riconosce subito Dante come persona appartenente al mondo mortale, poiché il poeta fende il fumo della cornice con il proprio corpo fisico e parla come se dividesse ancora il tempo in mesi, ossia come fanno gli uomini sulla terra: le anime dell'aldilà sono infatti tutte soggette alla dimensione temporale divina, completamente diversa da quella terrena.
L'anima chiede dunque a Dante chi sia, ed egli, esortato a rispondere da parte di Virgilio, espone una breve captatio benevolentiae (vv. 31-33), invitando l'anima a seguirlo: dopo la risposta affermativa di quest'ultima, Dante racconterà del suo viaggio nell'adilà infernale e domanderà all'anima quale sia la sua identità. Essa rivela di essere Marco Lombardo, uomo di corte del XII secolo, conoscitore delle regole del mondo e cultore delle virtù morali. Egli, dopo aver indicato ai poeti la strada corretta per raggiungere la cornice successiva, chiede a Dante, come consuetudine tra le anime purganti, di intercedere per lui con delle preghiere, una volta che sarà giunto in Paradiso. Dante assicura di farlo, e dichiara di avere un duplice dubbio: è l'influsso degli astri o una natura insita nell'animo a controllare le azioni degli uomini, che in quest'epoca (il 1300) sembrano colme di disonestà? Ecco quindi presentato il tema portante del canto, ossia il libero arbitrio, e da qui comincia il discorso teologico di Marco Lombardo.


Marco risponde avvalendosi della definizione tomistica, appresa da Dante dalla Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino. La teoria afferma , per utilizzare le parole del santo, che astra inclinant non necessitant, ossia che gli astri danno effettivamente una prima influenza alle azioni umane, ma la volontà personale può vincerla: infatti, Dio ha conferito all'umanità la facoltà del libero arbitrio. Dunque, con il famoso ossimoro liberi soggiacete (v. 79) Marco Lombardo spiega che l'uomo, pur essendo soggetto a una forza invasiva superiore a quella astrale, ossia quella divina, ha comunque la possibilità di decidere il meglio per se stesso. Di conseguenza, la causa della corruzione del mondo è da cercare nell'animo umano, e non nel cielo.
L'anima prosegue descrivendo la condizione dell'anima umana che, appena uscita dalle mani del suo creatore, che la pensa amorevolmente prima di darle un'identità, è ignara di tutto e tende naturalmente, come una bambina, verso ciò che le procura gioia: tuttavia, è possibile che ciò sia costituito anche da beni di poco conto, come i piaceri materiali, e quindi è necessaria un'autorità, quella regia, che torca la volontà dell'anima verso mete più nobili, per mezzo di un fren costituito dalle leggi.
Da questo punto in poi, il discorso di Marco Lombardo passa da teologico a politico: l'autorità in questione è corrotta, essendo commistionata a quella papale; poiché quest'unione è forzata (infatti il papa detiene a forza il potere temporale), essa è inevitabilmente destinata a produrre conseguenze infauste. Ecco dunque la formulazione della famosa dottrina dei due soli: il potere imperiale e quello papale sono come due soli, ossia sono entrambi voluti da Dio, ma separati e indipendenti l'uno dall'altro. Questa è una ritrattazione della teoria abbracciata inizialmente da Dante, e che espone nel trattato De Monarchia, dove invece parlava di un sole e di una luna: il sole rappresenta il papa, al quale Dio conferisce sia il potere spirituale, sia quello temporale; il pontefice poi conferisce quest'ultimo all'imperatore, simboleggiato dalla luna che, infatti, brilla della luce riflessa del sole.
Segue poi una lode a tre vecchi nella persona dei quali il nobile passato rimprovera aspramente l'incivile presente dantesco: essi sono Corrado da Palazzo, Guido da Castello e 'l buon Gherardo, il quale non è riconosciuto da Dante, che chiede a Marco Lombardo di chiarire la sua identità. L'anima, stupita dalla disinformazione del toscano Dante, risponde di non conoscerlo con altri soprannomi, a meno che non li mutui dalla figlia del personaggio, Gaia. Infine, Marco Lombardo, in vista dell'angelo, si congeda bruscamente dai poeti, e torna alla sua pena d'espiazione.

AnonimoCONCETTA RUSSO

1) Il canto XVI del Purgatorio inizia con una similitudine, infatti il fumo che deve affrontare Dante all’inizio della terza cornice è paragonato al buio dell'inferno e ad una notte piena di nuvole. Esso è talmente pungente che Dante non riesce a tenere gli occhi aperti e Virgilio gli si avvicina e gli offre la sua spalla, raccomandandogli di non perdersi. Dante si paragona ad un cieco che segue la sua guida per non smarrirsi e per non sbattere contro un ostacolo che possa ferirlo. Le anime degli iracondi intonano l’inno Agnus Dei chiedendo pace e misericordia. Essi in vita si lasciarono accecare dal sentimento dell’ira, abbandonandosi alla violenza e alla discordia ,e, ora sono accecati da un denso e fastidioso fumo. Dante a causa del fumo non vede le anime e quindi chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano e il maestro conferma precisando che sono iracondi.
2) Un’anima, accortasi che Dante è ancora vivo, gli chiede chi sia. Dante risponde all’anima, parlandole del suo viaggio, e poi le chiede chi sia e se è quella la via giusta per salire oltre. L’anima risponde dicendo di essere Marco Lombardo, di aver amato, mentre era in vita, la virtù che ora è da tutti trascurata, che quella è la via giusta per arrivare alla cornice successiva e le chiede di pregare per lui quando sarà in cielo. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di sciogliergli un dubbio che lo tormenta. Egli vuole sapere la ragione perché il mondo è corrotto visto che alcuni ritengono che ciò sia dovuto all’influsso negativo degli astri, mentre altri al comportamento degli uomini.
3) Marco Lombardo spiega a Dante che i cieli muovono negli uomini gli istinti, ma non possono far nulla contro la ragione e il libro arbitrio di cui Dio li ha dotati. La causa di tutti i mali è dunque da ricercare nell’uomo e non negli influssi degli astri. L’anima esce dalle mani di Dio semplice come una fanciulla ingenua che segue l’istinto. Non ha la capacità di distinguere tra il bene e il male, e si lascia attrarre da beni poco duraturi: sono quindi necessari la guida morale della Chiesa e la guida politica dell’imperatore per ricondurla verso Dio.

MARIANGELA LEOTTA

1)Il canto XVI si svolge nella 3 cornice dove troviamo gli iracondi, sono avvolti in un fumo denso, come la notte oscura, che li soffoca e acceca(così come in vita si lasciarono soffocare e accecare dall’ira). Hanno visioni estatiche che rappresentano esempi di mansuetudine e di ira punita. I due poeti avanzano nel fumo acre, dove sentono voci che implorano pace cantando l’AGNUS DEI.
2) A dante si rivolge lo spirito di Marco Lombardo. Il poeta gli chiede se causa del male che appesta il mondo siano le influenza celesti o dell’uomo, e Marco spiega che se le vicende del mondo dipendessero dai cieli, non ci sarebbe libertà, e quindi non esisterebbero il male e il bene . Gli uomini hanno il libero arbitrio, e loro è la responsabilità dell’uso positivo o meno delle inclinazioni ricevute dai cieli.
3) Il discorso di marco lombardo, posto al centro preciso di tutta la Commedia, il discorso di Marco Lombardo è sintesi fondamentale del pensiero dantesco. Questi i principali momenti e motivi in cui si articola =
a) il male del mondo dipende dall’uomo che dotato di libero arbitrio, forza in direzioni maligne le influenze celesti.
b)l’anima nasce dall’amore di Dio e tender naturalmente al bene , ma non distingue fra piaceri veri e fallaci.
c)per aiutare l’uomo furono le leggi e creati il potere temporale e quello spirituale.
d)da qui deriva la teoria medievale dei “due soli” un capo spirituale e un capo temporale che reggano in armonia la cristianità.
e)la corruzione dei due poteri genera il male dei tempi moderni.
f)nostalgia per i tempi antichi in cui nobiltà e cortesia reggevano la società


FEDERICA BONANNO

1.Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice,luogo in cui incontrano le anime degli iracondi,ovvero coloro che si sono lasciati andare all'ira.Le anime sono immerse nel buio cupo e profondo,in un fumo molto denso;è il fumo dell'ira che li acceca.L'atmosfera appare serena,in contrapposizione all'ira che ha sconvolto le menti di queste anime quand'erano in vita.

2./3.Dante a causa del fumo,non può vedere le anime,ma ne sente la preghiera che recitano;uno degli iracondi è Marco Lombardo, che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti,e inizia a colloquiare con Dante, anticipandogli il tema: La corruzione dell'umanità, è per causa della chiesa che ha usurpato il potere temporale.Subito dopo a Dante gli si pose un dubbio:la causa della corruzione è da attribuire all'influenza dei cieli, o all'irresponsabile comportamento degli uomini? E l'anima gli rispose che secondo lui l uomo è dotato di libero arbitrio, che gli consente di scegliere tra il bene o il male,La corruzione è quindi da ricercare nell'uomo.

STEFANO CONTI NIBALI

1]Nel canto XVI, Dante e Virgilio, si trovano immersi in un fumo denso, che è paragonato ad una notte piena di nuvole. Dante non riesce più a vedere né a tenere gli occhi aperti, Virgilio offre la sua spalla al discepolo come punto di riferimento affinché non si smarrisca. Il significato è che l’ira (il fumo) ottenebra la mente dell’uomo, spingendolo verso il male, sola la ragione (Virgilio) può condurlo verso la salvezza. Nella terza cornice, si trovano le anime degli iracondi che cantano l’Agnus Dei, la preghiera della mansuetudine e della pace che ben si adatta alla loro espiazione. Queste anime in vita ostili nei confronti degli altri, per il loro temperamento, ora recitano la preghiera in perfetta armonia con le altre anime. Dante chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano, e il maestro spiega che sono iracondi.

2]Uno degli iracondi ( Marco Lombardo) che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti, chiede a Virgilio se Dante è ancora vivo. Il maestro esorta il discepolo a rispondere all’anima che lo ha interrogato e a chiedere indicazioni per il cammino. Dante dopo aver risposto alla domanda dell’anima, chiede chi sia stata in vita e di indicargli il varco che porta alla quarta cornice. Marco Lombardo precisa due aspetti della sua esistenza: l’esperienza delle cose mondane e l’amore per il valore non seguiti più da nessuno. Successivamente, l’anima risponde alla seconda domanda, precisandogli che Dante sta seguendo la strada giusta; chiede in fine di pregare per lui quando sarà in paradiso. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di chiarirli un dubbio, cioè la causa della corruzione che c’è nel mondo.

3] Marco Lombardo spiega a Dante che gli uomini credono che siano gli astri ad influenzare le loro azioni, ma non è così, poiché, grazie al libero arbitrio è possibile scegliere tra il bene e il male. Quindi la causa della corruzione è da ricercare nell’uomo e non nell’influenza degli astri.

MERY PAFUMI

1.Avvolti da un denso fumo che impedisce la vista, Dante e Virgilio avanzano come ciechi, Dante, per non smarrirsi, si aggrappa alla spalla della sua guida, che lo esorta continuamente a non staccarsi da lui. Mentre procedono, sentono cantare l’ “Agnus Dei”. Virgilio spiega a Dante che a cantare sono gli spiriti macchiati dal peccato dell’ira.
2.Il dubbio di Dante inizialmente era semplice, quando era stato suscitato dalle parole di Guido del Duca che aveva lamentato la corruzione del mondo, lasciando nell’incertezza se la causa fosse da attribuire all’influsso dei cieli o alle azioni umane. Ora è diventato doppio per l’affermazione di Marco Lombardo che esprime un giudizio simile sulla sua situazione terrena. Dante ora non ha più dubbi sul fatto che il mondo è corrotto, ma vuole sapere dall’anima la ragione, dato che vi sono delle idee diverse.
3.Marco Lombardo, seguendo la credenza medievale, non esclude l’influsso degli astri sulle azioni degli uomini. La condizione essenziale affinchè il libero arbitrio possa vincere le influenze negative degli astri è che si fortifichi con la virtù. Marco Lombardo, con molta fede invia un messaggio agli uomini; l’anima, essendo unita al corpo, deve combattere contro gli istinti determinati dai cieli, ma dipende solo da Dio che è una natura più forte e più perfetta degli astri. Quindi responsabili delle proprie azioni sono solo gli uomini.

SANDRO DEL POPOLO

1) Il terzo girone appare avvolto da un fumo densissimo e acre, che circonda le anime degli iracondi, secondo la legge del contrappasso. Dante, avanza guidato da Virgilio,il quale fa da vera e propria guida fisica al primo il quale si perde in quel buio.
2)Marco Lombardo dopo aver notato che Dante è vivo scambia con quest'ultimo delle battute.Dante, considerando Marco Lombardo una persona saggia espone lui un suo dilemma.Infatti chiede se le azioni degli uomini siano influenzate in qualche modo dagli astri.

3)Marco Lombardo risponde che le azioni che gli uomini compiono non sono per niente influenzate dagli astri. Inoltre afferma che Dio ha donato all'uomo la scelta tra bene e male(Libero arbitrio). Quindi il male ed in particolare la corruzione alla quale allude Dante non sono da ricercare nell'influenza degli astri ma proprio nell'uomo. L'uomo sbaglia seguendo l'istinto perchè non è in grado di distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Quindi è compito della Chiesa e dell'imperatore fungere da guida.

LA GUZZA LUCIA

Il terzo girone appare avvolto da un fumo densissimo e acre, che circonda le anime degli iracondi, secondo una evidente legge di contrappasso. Dante, che avanza guidato da Virgilio, ode la preghiera dell' "Agnus Dei", che viene recitata in armonico accordo da tutti i penitenti, uno dei quali si rivolge improvvisamente al Poeta, essendosi accorto che egli si comporta come un vivo: è Marco Lombardo, il quale dichiara la sua profonda conoscenza del bene e del male degli uomini e il suo amore per la virtù. Poiché Marco ha ricordato la corruzione morale che si è diffusa nel mondo, Dante chiede che gli venga risolto un dubbio nato in lui durante il colloquio con Guido del Duca: il male che dilaga sulla terra è dovuto a malefici influssi degli astri o all'azione umana? Attraverso una lunga esposizione, Marco dimostra che i cieli muovono nell'uomo gli istinti, ma nulla possono contro la ragione e la libera volontà di cui egli è dotato e che dipendono direttamente da Dio, loro creatore. Perciò la causa del male risiede negli uomini stessi: infatti l'anima, che esce dalle mani di Dio senza nulla conoscere, viene attirata solo da ciò che dà gioia e incomincia a seguire i beni terreni, se non è frenata da una guida (l'imperatore e le leggi che egli ha il compito di far osservare). Ma l'intervento in campo temporale della Chiesa ha provocato una confusione di poteri che è all'origine dell'attuale degenerazione, la quale è particolarmente avvertibile nell'Italia settentrionale, dove pochi sono i rappresentanti rimasti della nobile generazione passata.
Dal punto di vista di Marco Lombardo rispecchierebbe soltanto la mentalità di questo personaggio ancora parzialmente immerso nell'errore: "È chiaro che Marco Lombardo... è lontano dalle posizioni puramente ghibelline. Ma quello che egli dice non è certamente la voce della fede di Dante, la cui prima espressione troveremo nella rappresentazione simbolica del paradiso terrestre". Appare tuttavia difficile non considerare Marco Lombardo essenzialmente un portavoce delle idee dell'autore, sia per la corrispondenza di espressioni e modi stilistici del suo discorso con passi della Monarchia e del Convivio, sia per la forte carica emotiva che ne lievita le parole, sia infine per le considerazioni nostalgicamente orientate verso un passato di luminose virtù (soleva Roma... solea valore e cortesia trovarsi) che il Poeta gli attribuisce.
Per le teoria del libero arbitrio, le azioni degli uomini non sono determanate dall'influsso degli astri. L'uomo infatti ha ricevuto direttamente da Dio il dono di poter scegliere tra il bene e il male. Infatti la risposta di Marco Lombardo al dubbio di Dante è proprio questa, che l'uomo è libero di decidere tra il bene e il male e che la causa della corruzione è da ricercare nell'uomo e non nell'influenza degli astri. Questo è un messaggio ottimistico: l'umanità può rigenerarsi moralmente,e può recuperare quelle virtù essenziali per il raggiungimento della felicità terrena e eterna.






giovedì 4 marzo 2010

CANTO XVI PURGATORIO

Lunedì 11 aprile, verso le sei del pomeriggio: vespero

cornice III, il fumo avvolge ogni cosa

Marco Lombardo

(Corrado da Palazzo, Gherardo da Camino e Guido da Castello)

iracondi avvolti da un denso fumo, che lo soffoca e acceca (come in vita si lasciarono accecare e soffocare dall'ira).

canto: Agnus Dei

Comincia il canto decimosesto del Purgatoro. Nel quale l'autor mostra come, entrato nel fummo del terzo girone, dove si purga il peccato dell'ira, truova Marco Lombardo, il quale ragiona con lui del mondo ch'è guasto e della cagione.


Buio d'inferno e di notte privata
d'ogne pianeto, sotto pover cielo,

quant'esser può di nuvol tenebrata, 3

non fece al viso mio sì grosso velo
come quel fummo ch'ivi ci coperse,
né a sentir di così aspro pelo, 6

che l'occhio stare aperto non sofferse;
onde la scorta mia saputa e fida
mi s'accostò e l'omero m'offerse. 9

Sì come cieco va dietro a sua guida
per non smarrirsi e per non dar di cozzo
in cosa che 'l molesti, o forse ancida, 12

m'andava io per l'aere amaro e sozzo,
ascoltando il mio duca che diceva
pur: "Guarda che da me tu non sia mozzo". 15

Io sentia voci, e ciascuna pareva
pregar per pace e per misericordia
l'Agnel di Dio che le peccata leva. 18

Pur 'Agnus Dei' eran le loro essordia;
una parola in tutte era e un modo,
sì che parea tra esse ogne concordia. 21

"Quei sono spirti, maestro, ch'i' odo?",
diss'io. Ed elli a me: "Tu vero apprendi,
e d'iracundia van solvendo il nodo". 24

"Or tu chi se' che 'l nostro fummo fendi,
e di noi parli pur come se tue
partissi ancor lo tempo per calendi?". 27

Così per una voce detto fue;
onde 'l maestro mio disse: "Rispondi,
e domanda se quinci si va sùe". 30

E io: "O creatura che ti mondi
per tornar bella a colui che ti fece,
maraviglia udirai, se mi secondi". 33

"Io ti seguiterò quanto mi lece",
rispuose; "e se veder fummo non lascia,
l'udir ci terrà giunti in quella vece". 36

Allora incominciai: "Con quella fascia
che la morte dissolve men vo suso,
e venni qui per l'infernale ambascia. 39

E se Dio m' ha in sua grazia rinchiuso,
tanto che vuol ch'i' veggia la sua corte
per modo tutto fuor del moderno uso, 42

non mi celar chi fosti anzi la morte,
ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco;
e tue parole fier le nostre scorte". 45

"Lombardo fui, e fu' chiamato Marco;
del mondo seppi, e quel valore amai
al quale ha or ciascun disteso l'arco. 48

Per montar sù dirittamente vai".
Così rispuose, e soggiunse: "I' ti prego
che per me prieghi quando sù sarai". 51

E io a lui: "Per fede mi ti lego
di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio
dentro ad un dubbio, s'io non me ne spiego. 54

Prima era scempio, e ora è fatto doppio
ne la sentenza tua, che mi fa certo
qui, e altrove, quello ov'io l'accoppio. 57

Lo mondo è ben così tutto diserto
d'ogne virtute, come tu mi sone,
e di malizia gravido e coverto; 60

ma priego che m'addite la cagione,
sì ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui;
ché nel cielo uno, e un qua giù la pone". 63

Alto sospir, che duolo strinse in "uhi!",
mise fuor prima; e poi cominciò: "Frate,
lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui. 66

Voi che vivete ogne cagion recate
pur suso al cielo, pur come se tutto
movesse seco di necessitate. 69

Se così fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per male aver lutto. 72

Lo cielo i vostri movimenti inizia;
non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica,
lume v'è dato a bene e a malizia, 75

e libero voler; che, se fatica
ne le prime battaglie col ciel dura,
poi vince tutto, se ben si notrica. 78

A maggior forza e a miglior natura
liberi soggiacete; e quella cria
la mente in voi, che 'l ciel non ha in sua cura. 81

Però, se 'l mondo presente disvia,
in voi è la cagione, in voi si cheggia;
e io te ne sarò or vera spia. 84

Esce di mano a lui che la vagheggia
prima che sia, a guisa di fanciulla
che piangendo e ridendo pargoleggia, 87

l'anima semplicetta che sa nulla,
salvo che, mossa da lieto fattore,
volontier torna a ciò che la trastulla. 90

Di picciol bene in pria sente sapore;
quivi s'inganna, e dietro ad esso corre,
se guida o fren non torce suo amore. 93

Onde convenne legge per fren porre;
convenne rege aver, che discernesse
de la vera cittade almen la torre. 96

Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
Nullo, però che 'l pastor che procede,
rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; 99

per che la gente, che sua guida vede
pur a quel ben fedire ond'ella è ghiotta,
di quel si pasce, e più oltre non chiede. 102

Ben puoi veder che la mala condotta
è la cagion che 'l mondo ha fatto reo,
e non natura che 'n voi sia corrotta. 105

Soleva Roma, che 'l buon mondo feo,
due soli aver, che l'una e l'altra strada
facean vedere, e del mondo e di Deo. 108

L'un l'altro ha spento; ed è giunta la spada
col pasturale, e l'un con l'altro insieme
per viva forza mal convien che vada; 111

però che, giunti, l'un l'altro non teme:
se non mi credi, pon mente a la spiga,
ch'ogn'erba si conosce per lo seme. 114

In sul paese ch'Adice e Po riga,
solea valore e cortesia trovarsi,
prima che Federigo avesse briga; 117

or può sicuramente indi passarsi
per qualunque lasciasse, per vergogna,
di ragionar coi buoni o d'appressarsi. 120

Ben v'èn tre vecchi ancora in cui rampogna
l'antica età la nova, e par lor tardo
che Dio a miglior vita li ripogna: 123

Currado da Palazzo e 'l buon Gherardo
e Guido da Castel, che mei si noma,
francescamente, il semplice Lombardo. 126

Dì oggimai che la Chiesa di Roma,
per confondere in sé due reggimenti,
cade nel fango, e sé brutta e la soma". 129

"O Marco mio", diss'io, "bene argomenti;
e or discerno perché dal retaggio
li figli di Levì furono essenti. 132

Ma qual Gherardo è quel che tu per saggio
di' ch'è rimaso de la gente spenta,
in rimprovèro del secol selvaggio?". 135

"O tuo parlar m'inganna, o el mi tenta",
rispuose a me; "ché, parlandomi tosco,
par che del buon Gherardo nulla senta. 138

Per altro sopranome io nol conosco,
s'io nol togliessi da sua figlia Gaia.
Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. 141

Vedi l'albor che per lo fummo raia
già biancheggiare, e me convien partirmi
(l'angelo è ivi) prima ch'io li paia". 144

Così tornò, e più non volle udirmi.

PARAFRASI

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE


1.Descrivete l'ambiente della terza cornice e le percezioni di Dante .(vv.1-24)

2.Qual'è il dubbio che Dante espone a Marco Lombardo?

3.Riassumi i concetti espressi da Marco Lombardo sul tema del libero arbitrio .