GIUSEPPE LONGO
TRAMA IN SEQUENZE
Vv. 1-21
I due poeti sono davanti alla porta dell'Inferno. Dante legge su di essa una terribile iscrizione, che dichiarando l'eternità del luogo, ammonisce chi entra a lasciare ogni speranza. Queste parole turbano il poeta, ma Virgilio lo rinfranca esortandolo a lasciare ogni dubbio e ogni viltà. Così, presolo per mano, lo introduce nel regno dei morti.
Vv. 22-69
Appena entrato nell'Inferno, Dante è colpito da sospiri, pianti e lamenti: il poeta è in lacrime. Chiesto a Virgilio chi sono quelle genti che si lamentano, viene a sapere che sono le anime degli Ignavi, respinte dallo stesso Inferno per la loro vita senza scopo. Virgilio sdegnosamente invita il poeta a passare oltre e a limitarsi solo a guardare perché non sono degni di nulla, solo del silenzio. Dante scorge l'ombra di colui che fece un gran rifiuto(Papa Celestino V) e non lo nomina neppure andando avanti. Osserva la loro pena. Sono costretti a correre eternamente dietro un'insegna, punti da vespe e mosconi, mentre il sangue che riga il loro volto e le lacrime cadono a terra raccolte da vermi fastidiosi.
Vv. 70-111
Dante vede sulla riva di un fiume(l'Acheronte) molte anime che appaiono desiderose di passare dall'altra riva. Improvvisamente appare sul fiume un'imbarcazione condotta da un vecchio canuto, Caronte, che rivolge alle anime minacce terribili. E poi rivoltosi a Dante gli ordina di ritornare indietro, perché di li non potrà passare. Ma Virgilio lo invita a non preoccuparsi poiché il viaggio di Dante è voluto da Dio. Intanto le anime, urlando e maledicendo Dio, salgono sulla barca e Caronte le percuote con il remo.
Vv. 112-136
Virgilio spiega a Dante che attraverso l'Acheronte non può passare anima non dannata. Appena terminato questo discorso, un bagliore improvviso squarcia le tenebre, preceduto da un terremoto pauroso, per cui Dante perde i sensi e sviene.
CELESTINO V E BONIFACIO VIII
Alla morte di Niccolò IV i Cardinali non riuscirono a mettersi d'accordo sul successore. Allora scelsero Pietro da Marrone, un povero frate abbruzzese. Quando frate Pietro venne a conoscenza di questo fatto, tentò la fuga, ma fu preso e incoronato col nome di Celestino V. Celestino V non si trovava bene tra tutti gli intrighi della chiesa e quindi preparò una bolla pontificia con cui annunciava la sua abdicazione. La storia ci narra che il testo della bolla fu preparato dal Cardinale Caetani che dopo l'abdicazione di Celestino V fu incoronato Papa Bonifacio VIII. Quest'ultimo come prima cosa fece arrestare frate Pietro (Celestino V).
RISPOSTE
1-Le parole delle prime tre terzine del canto sono scritte sulla porta dell'Inferno, sono rivolte alle anime dannate che oltrepassano quella porta e affermano l'eternità del luogo e ammoniscono chi entra a lasciare ogni speranza.
2-Gli Ignavi sono collocati nell'antinferno poichè sono stati respinti dall'Inferno. Questi sono coloro che hanno vissuto una vita senza scopo, cioè senza aver fatto nè del bene, nè del male.
3-Dante incontra tra gli Ignavi Papa Celestino V, il quale aveva fatto il "grande rifiuto" abdicando come papa, lasciando la carica a Bonifacio VIII.
4-Il compito di Caronte è di percuotere le anime degli Ignavi e farle salire sull'imbarcazione per trasportarle da una riva all'altra dell'Acheronte.
5-Caronte ordina a Dante di tornare indietro, perchè di li non sarebbe potuto passare, ma risponde Virgilio con tali parole:"Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare", cioè gli dice di non preoccuparsi perchè il viaggio di Dante era stato voluto da Dio.
6-Le due similitudini che descrivono il radunarsi delle anime sulla barca dicono "Come d'autunno le foglie cadono dall'albero, le anime si gettano ai cenni di Caronte, come un uccello che risponde al suo richiamo". Quindi le immagini che usa Dante sono l'albero che perde le foglie in autunno e l'uccello che risponde al suo richiamo.
7-Virgilio spiega a Dante che le anime obbediscono agli ordini di Caronte, senza alcuna ribellione, perchè vi è in loro un disperato desiderio di uscire da quella condizione tanto che vogliono attraversare subito il fiume e giungere all'altra riva pur sapendo che la pena è eterna.
STEFANO CONTI NIBALI
La porta infernale. VV 1-21 Sulla porta infernale vi è un’iscrizione, che ha il tema della sofferenza. Questa per Dante è di significato oscuro, in quanto lo fa riflettere sulla pericolosità del viaggio che sta per intraprendere e suscita in lui paura. Virgilio, che ha compreso lo stato d’animo di Dante, con un tono deciso lo invita ad affrontare con coraggio il viaggio. La funzione che il poeta latino svolge in questo momento decisivo è quella di guida morale e di maestro di vita, in quanto Virgilio rappresenta la ragione. Gli ignavi. VV 22-69 Oltrepassata la porta, i due poeti si trovano nel vestibolo infernale immerso nell’oscurità dove gli ignavi piangono e gridano. Dante non conosce l’origine di quei lamenti né ha individuato l’identità dei dannati, si rivolge a Virgilio per avere una spiegazione. Il poeta latino risponde che gli ignavi non sono peccatori veri e propri, ma anime che vissero senza compiere azioni malvagie né meritevoli, proprio per questo sono spregevoli. A questi fanno parte gli angeli (Dante fa riferimento ad una leggenda popolare, secondo la quale durante la contesa tra Lucifero e Dio, una parte di angeli non si schierò, ma rimase neutrale, e per questo erano spregevoli) e Celestino V. Caronte il traghettatore dei dannati. VV 70-136 Proseguendo il cammino, i due poeti giungono sulla riva del fiume Acheronte, dove si riuniscono le anime dei dannati per essere traghettate sull’altra sponda. Il traghettatore è il demone Caronte. Egli accortosi che Dante è ancora vivo, lo ammonisce a tornare indietro, nella selva del peccato. Interviene Virgilio ribadendo che il viaggio è voluto da Dio, Caronte a queste parole si calmo. All’improvviso la terra trema e, mentre le tenebre vengono squarciate da una luce rossa, Dante perde i sensi.
Celestino V e Bonifacio VIII
Celestino V prima di essere incoronato papa era un povero frate abruzzese. L’elezione di questo papa aveva fatto sperare quanti aspettavano da tempo la venuta di un “papa angelico” , capace di restituire slancio alla Chiesa. Ma Celestino si rivelò incapace di tenere sotto controllo il difficile governo della Chiesa di Roma e, dopo poco di cinque mesi, rinunciò alla guida del papato. Il suo successore fu Bonifacio VIII.
GIADA GIUFFRIDA
Vv. 1/21 Siamo davanti alla porta dell’Inferno: su di essa, un’iscrizione annuncia la dannazione eterna. Virgilio esorta Dante a non aver paura, e prendendolo per mano gliela fa varcare.
Vv. 22/69 Giungiamo così nell’Antinferno, cioè nella zona che precede l’Inferno. Lamenti, urla e fragore segnalano la presenza delle anime che vissero senza commettere peccati orribili, ma senza operare nemmeno in modo virtuoso: sono gli ignavi, con i quali stanno gli angeli che non si unirono né a Lucifero ribellandosi a Dio, né agli angeli rimasti fedeli a lui.
Per disprezzo, nessuno di costoro è nominato dal poeta, neppure “colui che fece per viltade il gran rifiuto” ( Celestino V): corrono disperatamente dietro una bandiera, mentre insetti mostruosi li tormentano. Il loro sangue e le lacrime cadendo a terra sono raccolte da vermi.
Vv. 70/121 I due personaggi si avvicinano all’Acheronte, fiume infernale, quando d’un tratto compare su una barca Caronte, demonio vecchio e irato, che vorrebbe cacciarli. Virgilio lo zittisce, spiegandogli che Dante è la per volere di Dio. Caronte raccoglie dunque le anime dei dannati, percuotendole, per traghettare verso l’Inferno.
Vv. 122/136 Ma improvvisamente, cala l’oscurità e la terra è scossa da un terremoto: allora Dante cade a terra svenuto perché deve passare nell’altro cerchio dell’Inferno.
SPADARO RICCARDO
Buona sera prof:
Trama in sequenze:
Vv 1-21.Il terzo canto si apre con le iscrizioni sulla porta dell'inferno la quale informano le anime che dovranno intraprendere il viaggio oltre essa sul luogo in cui dovranno scontare le loro pene in eterno,così lette queste parole Dante si intimorisce ma grazie all'aiuto del suo maestro Virgilio decide di intraprendere lo stesso il viaggio.
Vv.22-69.Così oltrepassata la porta Dante si accorge di essere entrato in un luogo oscuro dove niente è visibile ai suoi occhi e dove le uniche cose che sente sono solo delle grida strazianti appartenenti alle anime dannate degli ignavi così gli chiede spiegazioni a Virgilio e lui gli risponde che le grida sono delle anime che in vita non hanno mai preso una posizione nè da una parte nè dall'altra e che per questo devono soffrire in eterno inseguendo un'insegna punti contemporaneamente da vespe e mosconi,il quale sangue viene succhiato da dei vermi.Ma Dante ad un certo punto si accorge che in questa massa di anime dannate vi era anche Celestino V protagonista del "grande rifiuto".
Vv.70-121.I due poeti proseguendo il cammino giungono alla riva del fiume Acheronte dove si riuniscono tutte le anime(che vengono paragonate alle foglie che in autunno si staccano dal ramo) per oltrepassare sull'altra sponda.Così improvvisamente giunge l'immagine di un demonio che maledice le anime;è Caronte il traghettatore dei dannati che vedendo Dante ancora vivo lo ammonisce dicendogli di ritornare nella selva oscura ma Virgilio lo contrabbatte dicendogli che il suo viaggio è voluto dal sommo Dio e che dovrà intraprendere la via che lo porterà al purgatorio.
Vv.121-136. Quì Dante chiede a Virgilio il motivo per cui le anime si affrettano a salire sulla barca per oltrepassare la sponda e lui gli risponde che sono spinti dalla curiosità e dalla giustizia divina che li sprona,ma imrovvisamente giunge un turbine di vento seguito da un terremoto che facendo tremare tutta la terra fa svenire Dante che si prepara a passare al cerchio successivo.
FIGURE RETORICHE:
Anafora iniziale vv.1-3- Climax vv.1.3 città dolente/etterno dolore
Chiasmo vv.vv.14-15
Perifrasi:Vv.16-71-73.104Polisindeto v
Similitudini:Vv.55-108-127
Epitesi:Vv.141
Captatio Benevolentiae:Vv.74
Metonimia vv.v.93
Approfondimenti:
Celestino V e Bonifacio VIII
Celestino V prima di essere incoronato papa era un povero frate abruzzese di nome Pietro da Morrone. L’elezione di questo papa aveva fatto sperare quanti aspettavano da tempo la venuta di un “papa angelico” , capace di restituire slancio alla Chiesa. Ma Celestino si rivelò incapace di tenere sotto controllo il difficile governo della Chiesa di Roma e, dopo poco di cinque mesi, abdicò fuggendo anche a causa della Bolla pontificia emanata dal suo successore Bonifacio VIII(acerrimo nemico di Dante)che alla sua ascesa lo fece arrestare.- MARY PAFUMI
vv.1-21: Dante e Virgilio si trovano nell’antinferno, vi è una porta dove ci sono scritti 3 versi: “attraverso me si va nella città del dolore, attraverso me si va dove il dolore è eterno, attraverso me si va tra la gente dannata”, infatti Virgilio inizia a dire a Dante che deve mettere da parte ogni timore e ogni vigliaccheria prima di entrare in quel luogo perché vedrà persone che soffrono. Detto questo, si presero per mano e si incamminarono verso il mondo inaccessibile.
-vv.22-69: innanzitutto da adesso in poi prevalgono le percezioni uditive, cioè Dante sente voci, lamenti, ma non vede nessuno, infatti si chiede il motivo di così tanto lamento. Nell’antinferno si trovano gli ignavi, coloro che nella vita non hanno mai preso una posizione e nemmeno quando erano vivi venivano considerati. Ad un certo punto Dante vede una schiera di anime, tra le quali inizialmente non riconosce nessuno, solo dopo riconosce l’ombra di Celestino 5°, che nemmeno nomina perché rifiutò di fare il papa. Dante capì di che mondo si trattasse, anche perché vedeva che queste anime venivano punti da mosconi e da vespe e il loro sangue veniva succhiato da fastidiosi vermi.
-vv.70-120: Dante continua a chiedere a Virgilio di spiegargli chi fossero tutte quelle anime e Virgilio gli risponde che lo saprà appena saranno arrivati alla riva del fiume Acheronte. Qui entra in scena Caronte, che viene presentato come un uomo vecchio con la barba bianca, sarà colui che li aiuterà a passare il fiume per arrivare nell’altra riva. Quest’ultimo chiede a Dante, in quanto anima viva, il perché lui si trova li, in mezzo a tutte quelle anime morte, dicendogli di andarsene, ma Dante non lo fa e Caronte a questo punto lo fa salire sulla barca. Le anime si raccolsero tutte insieme piangendo, Caronte con gli occhi rossi come infuocati e con un semplice gesto, li richiama tutti, le quali si precipitano da quella spiaggia una per una, ubbidendo al demonio, come gli uccelli quando rispondono al richiamo del cacciatore.
-vv.121-136: Virgilio spiega a Dante che tutti quelli che muoiono in peccato mortale, si radunano li, per volere di Dio, quindi il timore si trasforma in desiderio, spiegandole anche che questa è il motivo del perché Caronte si lamenta della sua presenza. Dopo che Virgilio disse ciò, ci fu un fortissimo terremoto, che fece perdere i sensi a Dante, che cadde svenuto. Lo svenimento serve a Dante per poter passare nell’altro cerchio senza seguire la via percorsa dai dannati.
FIGURE RETORICHE:
•ANAFORA:vv.1-3, ha la funzione di rendere più drammatico il messaggio.
•CLIMAX ASCENDENTE:v. 22 “sospiri, pianti…guai”
•SIMILITUDINE:v.30 “come la rena quando turbo spira”
•PERIFRASI: v.36
•PERIFRASI:vv. 59-60
•STILEMA: v.83, introduce Caronte attraverso una descrizione.
•CHIASMO:vv. 95-96
•METAFORA:v.97
•PERIFRASI:v.98
•METAFORA:v.99
•SIMILITUDINE:vv.112-117
A domani prof..
YVONNE SGROI
Buona sera prof...
ecco il mio commento...
Canto III
PORTA DELL’INFERNO
Versi da 1 a 21: Dante è giunto alla porta dell’inferno sulla quale vi legge “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. […]”, cioè è un “invito” ad abbandonare ogni speranza (di evadere dall’inferno) per coloro che vi entrano. Ciò mette inquietudine al poeta, ma il suo maestro, Virgilio, lo incoraggia e invita ad entrare nel mondo dei morti.
L’OPERA DEGLI IGNAVI
versi da 22 a 69: appena entrato nell’Inferno, Dante, sente pianti e lamenti e, a Virgilio, chiede chi fossero quelle persone che si tormentavano, gli rispose che essi erano gli ignavi. Gli spiegò che si trovavano nell’Inferno perché non avevano commesso ne opere buone, ne cattive. Guardando bene, il poeta, si accorse di riconoscere un’anima: era Celestino V che fece il gran rifiuto a una carica importantissima( infatti papa Celestino V fu l’unico papa nella storia Cristiana ad abdicare). Infine ci viene raccontato che tutti gli ignavi sono punti da mosconi e il loro sangue viene raccolto dai vermi.
CARONTE
versi da 70 a 120: raggiunto il fiume Acheronte, Dante e Virgilio incontrano Caronte. Il suo compito è di trasportare le anime da una riva all’altra, ma, vedendo Dante ancora vivo, gli dice di ritornare indietro perché non può oltrepassare il fiume, allora interviene Virgilio il quale gli dice che il viaggio di Dante è voluto da Dio.
verso dal 121 al 136: Virgilio spiega a Dante che tutti quelli che muoiono nell’ira di Dio arrivano fin lì da qualsiasi paese giungano e che di lì non passa mai anima che sia in Grazia di Dio, ma solo i dannati per questo Caronte non voleva farlo passare. Nel frattempo, la terra bagnata dalle lacrime dei dannati, sprigionò un vento e vi fu una luce che squarciò le tenebre, tale luce vinse le sue facoltà sensitive e Dante svenne.
FIGURE RETORICHE:
vv.1-3 anafora
v.22 climax
vv.59-60 perifrasi
v.93 metonimia
vv. 112-117 similitudine
vv.112-117 la similitudine foglie/anime
MARCO SIRACUSANO
Vv. 1-21
Virgilio e Dante si trovano davanti la porta dell'Inferno. Dante viene scoraggiato per via della lapide sulla porta, in cui vi è incisa una scritta che avverte chiunque la passi, del dolore che si trova al di là di essa. Ma Virgilio lo conforta e lo convince a lasciare ogni dubbio. Quindi tenendolo per mano lo spinge verso il regno delle tenebre.
Vv. 22-69
Entrato nel regno dei morti, Dante è colpito da urla e lamenti. Chiede a Virgilio chi sono quelle anime che lagnano e scopre che sono gli ignavi. Virgilio spinge il poeta oltre e a guardare solamente perché gli ignavi sono degni di nulla. Dante nota Papa Celestino V, colui che rifiutò la carica papale, non lo nomina nemmeno, mentre passa. Gli ignavi sono coloro che in vita non riuscirono a prendere una posizione, infatti tra di loro si trovano gli angeli che al momento dello scontro tra Dio e Lucifero rimasero neutrali. Costretti a correre dietro un'insegna, gli ignavi, vengono punti da vespe e mosconi, mentre il loro sangue cade a terra raccolto da vermi.
Vv. 70-111
Dante nota sulla riva dell'Acheronte molte anime che sembra vogliano passare dall'altra parte e si domanda perché. Virgilio risponde di avere pazienza perché avrà presto la risposta. Compare sul fiume una barca condotta da un vecchio, Caronte, che accorgendosi di Dante gli ordina di tornare indietro, perché di li non può passare, perché vivo. Ma Virgilio dice a Caronte di non arrabbiarsi dicendo che il viaggio è voluto da Dio. Intanto le anime, bestemmiando Dio,tentano di salire sulla barca e Caronte le spinge con il remo.
Vv 121-136
Virgilio stava spiegando a Dante che attraverso il fiume possono passare solo le anime dannati, quando la terra cominciò a tremare e il poeta svenne. Al suo risveglio si ritroverà al di là del fiume.
Fiugure retoriche:
Anafora: Vv.1-3
Climax: Vv.22
Perifrasi: Vv.59-60
Epitesi:Vv.141
Captatio Benevolentiae:Vv.74
Similitudine: Vv. 112-117
.
ROSARIO BONACCORSI
vv.1-21
Virgilio e Dante,si trovano davanti alla porta dell'inferno.
Davanti alla porta dell'inferno vi è una scritta e spaventa Dante in cui si dice che,chi varca la porta perde ogni speranza,Virgilio lo incoraggia a lasciare i suoi dubbi,lo prende per mano e lo introduce nell'inferno.
Vv.22-69
Giunto nell'inferno il poeta è in lacrime e vede delle persone lamentarsi.Virgilio gli spiega che sono le anime degl'ignavi,cioè di quelli che conducono una vita senza scopo,e non si meritano niente.Dante riconosce L'ombra di chi fece il grande rifiuto,Celestino V.
Il poeta guarda gl'ignavi,obbligati a correre dietro un insegna punti da vespe e mosconi,mentre il sangue e le lacrime scendono a terra sul corpo dei vermi.
Vv.70-120
Il poeta vede tante anime alla riva di un fiume,dove improvvisamente vede una barca guidata da un vecchio canuro di nome"Caronte",che urlando minaccia Dante dicendogli di tornare indietro perchè non sarebbe potuto passare.Virgilio però riferisce che il viaggio di Dante è voluto da Dio.Intanto le anime salgono sulla barca urlando.
Vv.112-136
Virgilio dice a Dante che attraverso quel fiume non possono passare le anime che sono dannate.Successivamente ci fù un pauroso terremoto e un bagliore di luce,il poeta perse i sensi e svenne.
Approfondimenti:
Celestino V viene eletto papa casualmente per volere dei vescovi.
Egli non era d'accordo su questa decisione,ma venne catturato e incoronato ugualmente.Celestino V voleva abbandonare il papato,quindi preparò un documento,scritto dal cardinale Caetani in cui vi era riferita la sua rinuncia al papato.Così il cardinale Caetani divenne papa con il nome di Bonifacio VIII,facendo arrestare Celestino V.
Figure Retoriche:
Anafora:Vv.1-3;
Climax:Vv.1-3;
Chiasmo:Vv.14-15;
Metonimia:Vv.93;
Perifrasi:Vv.16-71-73-104;
Similitudini:Vv.108-55-127;
Epitesi:Vv.141;
Captatio Benevolentiae:Vv.74;
SANDRO DEL POPOLO
Trama in sequenze:
Vv 1-21
Dante inizia il suo viaggio nell'inferno con Virgilio.Arrivato alla porta legge una scritta che lo agita:"Perdete ogni speranza,voi ch'intrate".
Vv 22-69
Entrato nell'inferno egli sente parecchie grida che gli mettono inquietudine. Virgilio spiega che si trovano nell'antinferno,luogo in cui si trovano gli ignavi,persone che non si sono distinte nè per opere buone nè per opere cattive.La loro pena è quella di vagare in questo luogo tormentati da vespe e mosconi.
Vv 70-129
Arrivato sulla riva del fiume Acheronte trova la figura di Caronte il traghettatore di anime.Quest'ultimo vedendo Dante gli dice di separarsi dai morti in quanto egli è un'anima viva.
Vv130-136
Mentre Virgilio spiega a Dante chi erano quelle anime intorno a lui,la terra trema provocando lo svenimento di Dante.Questo episodio simboleggia il passaggio al cerchio successivo.
FIGURE RETORICHE:
vv.1-3 anafora
v.22 climax
vv.59-60 perifrasi
v.93 metonimia
vv. 112-117 similitudine.
Salve proff! =)
Trama in sequenze
Vv 1-21
I due poeti si ritrovarono di fronte la porta dell'Inferno,dove un epigrafe promette,a chi varcherà la soglia, disperazione e dolori eterni;ma Virgilio rassicurando Dante lo invita a riprendere il viaggio con coraggio,prendendolo per mano e con volto rassicurante gli fece varcare la soglia.
Vv 22-69
Nel profondo buio, il poeta è dapprima colpito da un clamore di voci,poi intravide un numero sterminato si anime che correvano come il veno dietro un vessillo: sono le anime degli ignavi,coloro che sono sempre stati neutri nella vita,e che non hanno saputo assumere una posizione, e proprio coloro Dante disprezza più di tutti. Insieme ad esse si trovano le anime degli angeli che si erano dichiarati neutrali quando Lucifero insorse contro Dio. La pena degli ignavi sottolinea il proprio disprezzo da parte di Dante nei loro confronti: essi vengono punti da mosconi e vespe fino alla fuoriuscita di sangue,sangue che verrà poi succhiato da vermi ripugnanti che si trovano ai loro piedi.Nella turba anonima,Dante riconobbe colui che,per pusillaminità,rinunciò alla carica di papa,ovvero Celestino V.
Vv 70-120
Proseguendo i due poeti arrivarono alle sponde del fiume Acheronte,dove si raccoglievano le anime dei peccatori,in attesa di essere traghettate sull'altra sponda dal demone Caronte. Il nocchiero è lo spietato esecutore della volontà divina, alla quale, anche se controvoglia, deve sottostare. Caronte,accortosi che Dante era ancora in vita, lo ammonisce a tornarsene sui suoi passi,ma Virgilio lo costrinse al silenzio, rivelandogli che il viaggio del suo discepolo si compie per volere del cielo.Intanto le anime in pena sbraitavano e maledicevano Dio,salendo contemporaneamente nella barca.
Vv 121-136
Mentre Virgilio era in procinto di finire di spiegare a Dante che attraverso l'Acheronte vi possono passare solo le anime dei dannati,la terra cominciò a squotersi,e ciò provocò lo svenimento del Poeta,che si ritroverà sull'altra sponda del fiume.
Celestino V vs. Bonifacio VIII
Dopo la morte di Niccolò IV,i cardinali dovendo decidere sul successore scelsero Pietro da Morrone,un povero frate abbruzzese, che all'inzio cercò di sfuggire dalla carica,ma fu preso e incoronato col nome di Celestino V.Esso veniva visto come un nuovo papa che era in grado di riportare certi valori alla Chiesa.Ma Celestino si rivelò incapace di tenere sotto controllo il Governo della Chiesa,e quindi preparò la nolla pontificia con cui annunciava la sua abdicazione.Il suo successore fu Bonifacio VIII.Molti credono inoltre che ci sia un rapporto di parentela tra i due cardinali Benedetto Caetani (papa Bonifacio VIII) e Pietro da Morrone (Celestino V).
Salve prof.,
il canto III dell'Inferno tratta dellaport dell'inferno e del passaggio del'ACHERONTE.
vv.1-21
Qui Dante si trova davanti alla porta dell'inferno e nota sulla porta una scritta :" Lasciate ogni speranza voi che entrate " a queste parole oscure e dolorose Dante riflette come possa essere duro il viaggio che egli deve affrontare allora si rivolge a Virgilio esponendogli il suo dubbio sul senso di quella frase allora Virgilio gli risponde " qui si convien ..." conviene che lasci ogni dubbio e ogni paura qui perchè adesso siamo giunti nel luogo dove io ti avevo detto e qui vedrai le anime dannate immerse nel dolore che hanno perdutol'intelletto di Dio .
vv.22-69
non appena Dante e Virgilio oltrepassano la porta dell'inferno qui Dante incomincia a a sentire le urla sospiri e pianti di dolore così Dante si rivolge nuovamente a Virgilio chiedendogli la spiegazione di cio' che sente .
Virgilo gli risponde spiegandogli appunto che erano le anime dannate e si trattava degli IGNAVI loro non hanno una vera e propria colpa la loro colpa fu di non prendere mai una posizione quando erano in vita (Dante infatti li odia perchè per lui non c'è peggior colpa di chi è ambiguo e non prende posizione ).
Qui Dante guardando con maggior attenzione riconosce l'ombra di colui che aveva fatto il gran rifiuto (Celestino V )così immediatamente capii che si trovava davanti alla schiera dei vigliacchi e ai nemici di Dio .
vv.70-111
Giunti alla riva del gran fiume Acheronte Dante chiede a Virgilio spiegazione del motivo per cui tutte quell anime apparivano così desiderose di oltrepassare il fiume Virgilio risponde le cose che chiedi ti saranno chiare quando ci fermeremo sulla sponda dell' Acheronte .
La barca (traghetto)di dannati è guidata da Caronte qui quando egli si accorge che Dante era ancora vivo lo richiama dicendogli di allontanarsi pero' qui Virgilio lo richiama dicendogli "Caron,non ti crucciare..." Caronte non ti arrabbiare questo è quello che vuole Dio.
vv.112-136
Qui Virgilio si rivolge a Dante spiegandogli il dubbio che prima Dante gli aveva posto e dopo la risposta improvvisamente sente tremar la terra e così Dante sviene.
Celestino V
Egli è colui che Dante parla nel canto III del gran rifiuto, infatti a cio' c'è una spiegazione poichè egli quando venne eletto papa dopo neanche 5 mesi si ritira perchè è incapace di saper controllare la Chiesa di Roma e non riesce a sostenere piu' il suo ruolo il suo successore fu Bonifacio VIII.
Trama in sequenze:
CHARLIE GRIOLIvv. 1-21 La porta infernale: Dante è arrivato davanti la porta dell’inferno e su di essa legge una scritta che dice di abbandonare ogni speranza (di evadere dall’inferno) per coloro che vi entrano. Quest’iscrizione provoca nel poeta molta paura, ma Virgilio lo incoraggia e lo fa entrare nel mondo dei morti.
vv. 22-69 gli ignavi e la loro opera: Dante appena entrato nell’inferno sente molti lamenti e pianti e chiede a Virgilio chi fossero quelle persone che si lamentavano e piangevano, ed egli rispose che erano gli ignavi che erano stati rimandati nell’inferno perché hanno avuto una vita spregevole e non avevano commesso ne opere buone, ne cattive. Tra questi Dante riconosce Celestino V (che fece un gran rifiuto) e vede la loro pena: essi sono punti da mosconi e il loro sangue viene raccolto dai vermi.
vv.70-120 Caronte, traghettatore dei dannati: Dante giunge nel fiume Acheronte e li vi è Caronte che trasporta le anime da una riva all’altra e gli dice di ritornare indietro perché essendo vivo non può oltrepassare, ma interviene Virgilio e gli dice di tranquillizzarsi perché il viaggio di Dante è voluto da Dio.
vv.121-136 nel mentre che vi è un terremoto e le tenebre vengono squarciate da una luce rossa, Dante sviene.
Celestino V fu eletto papa dopo la morte di Niccolò IV ma non riuscì a controllare il potere della chiesa e si abdicò, e il suo successore fu Papa Bonifacio VIII.
Figure retoriche salienti:
vv.1-3 anafora
v.22 climax
vv.59-60 perifrasi
v.93 metonimia
vv. 112-117 similitudine
vv.112-117 la similitudine foglie/anime
Canto III
La porta dell’inferno – vv 1-21
Con l’anafora “ Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente” inizia il viaggio di Dante nell’inferno, che riporta le parole scritte sulla porta dell’Inferno. Dante viene turbato da queste parole e chiede a Virgilio una spiegazione del loro significato. Il maestro risponde che quello è il punto dove si deve lasciare ogni esitazione e titubanza, essendo il luogo dove sono punite le genti dolorose che hanno perduto Dio. Poi Virgilio conforta Dante prendendolo per mano ed entrano così nelle segrete cose.
Gli Ignavi – vv 22-69
La prima impressione di Dante è uditiva: sospiri e pianti colpiscono il poeta che si commuove e inizia a piangere. Con la testa piena di dubbi allora il poeta chiede a Virgilio che cosa siano questi suoni, questa gente che sembra essere sopraffatta dal dolore. Virgilio inizia così a spiegare il luogo dove si trovano, l’Antinferno dove sono puniti le tristi anime che vissero senza titoli di merito e senza demeriti. Essi sono i cosiddetti ignavi che in vita non operarono né il bene né il male. Tra questi vi sono anche gli angeli che al tempo della rivolta di Lucifero non si schierarono ma si ritirarono non preoccupandosi della rivolta. Dante chiede inoltre perché essi si lamentano così forte ed egli risponde spiegando la loro pena e inoltre chiede al poeta di non continuare a parlare più di loro. Comunque mentre i due passano ignorandoli Dante continua a spiegare la loro pena: essi inseguono una bandiera che corre senza posa e sono condannati a correre nudi tormentati da vespe e mosconi che rigano di sangue il loro corpo e ai loro piedi un tappeto di vermi che succhia il loro sangue. Dante nota tra queste anime colui che per viltade fece il gran rifiuto ma non lo nomina. Essa è la figura di Celestino V.
Il fiume Acheronte e Caronte – vv 70-129
Guardando oltre Dante vede altre anime sulla riva del grande fiume Acheronte e chiede a Virgilio chi siano: ciò però gli sarà detto quando arriveranno al fiume e vergognandosi un po’ si scusa della sua impazienza. Ad un tratto arriva una barca guidata da un vecchio. Essa è la figura di Caronte il traghettatore di anime che rivolgendosi alle anime le sconforta e sottolinea l’eternità della loro pena. Poi si rivolge direttamente a Dante e gli dice che in quanto anima viva deve separarsi dai morti ma quest’ultimo esita. Allora Caronte gli dice che non era questa l’imbarcazione adatta per lui e ne doveva prendere un'altra. Virgilio allora spiega a Dante di non crucciarsi mentre le anime dei nuovi dannati sentendo Caronte si spaventano e cominciano a piangere e a bestemmiare Dio. Virgilio a questo punto comincia a spiegare come promesso in precedenza chi erano quelle anime.
Svenimento di Dante – vv 130-136
Virgilio ha appena finito la sua spiegazione quando la terra comincia a tremare e a Dante dalla paura gli suda la fronte. Dalla terra fuoriescono vapori e un fulmine rosso si scatena nell’aria. Ciò provoca lo svenimento di Dante che cade nel sonno.
Celestino V e Bonifacio VIII
Pietro da Morrone (Celestino V) nacque a Isernia nel 1215 da una piccola famiglia di contadini. Da giovane per un breve periodo soggiornò presso il monastero benedettino di Santa Maria. Successivamente qualche anno più tardi andò a Roma molto probabilmente presso il Laterano dove studiò per prendere i voti sacerdotali. Nel 1244 costituì una congregazione ecclesiastica riconosciuta dal Papa chiamata “Frati di Pietro da Morrone”. Il 29 Agosto del 1294 fu incoronato Papa in seguito alla morte di Niccolò IV con il nome di Celestino V. Circa 4 mesi dopo la sua incoronazione Celestino V scrisse una bolla nella quale si diceva che rinunciava al soglio pontificio per gravi motivi. Undici giorni dopo la sua abdicazione il conclave elesse il nuovo Papa, il cardinal Caetani che assunse il nome di Bonifacio VII. Appena salito ordinò l’arresto di Pietro da Morrone (Celestino V) che venne rinchiuso nella rocca di Fumone dove morì il 19 Maggio 1296.