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giovedì 17 aprile 2008

La notte di Lucia (Cap.XXI- Per sabato 19)



Lucia, che dopo il rapimento è stata condotta al castello dell'Innominato e ha incontrato il signore di quel luogo, è affidata alle cure di una vecchia indurita. Cala la notte: la giovane alterna il sonno alla veglia, fra terrori e pensieri angosciosi. Raggomitolata in un angolo di una stanza, trova la forza di pregare la Madonna: le promette in voto di rinunciare , se si salverà, al matrimonio.Trova così pace e si addormenta.E' stato detto che in questo capitolo Lucia diventa un docile strumento della Provvidenza.
Discutete questa affermazione, dimostrandone la validità e la coerenza rispetto al modo d'intendere e di vivere la fede da parte di Lucia.
In questo contesto,la decisione di pronunciare un voto vi sembra condivisibile?

Nella notte della conversione il signore del castello, abbandonandosi finalmente al fascino dell'immagine carismatica di Lucia, si era trovato nella condizione di aspettare "ansiosamente il giorno", per andare , anzi per "correre" a liberare la sua vittima, per" sentire dalla bocca di lei altre parole di refrigerio e di vita" e lo farà , impacciato," con una certa gentilezza quasi timida".L'uomo nuovo che è cresciuto dentro di lui, come giudica il rapimento di un'innocente e poi,, via via, tutta la propria vita?

GIADA GIUFFRIDA

Il XXI capitolo dei Promessi sposi ha una sua unità strutturale. E' organizzato attorno ai ricordi che tumultuosamente segnano, dopo il rapimento, la mente di Lucia e dell'Innominato, condannato a riconsiderare il senso della sua vita, trascorsa tra mille brutalità e soprusi. In entrambi i casi, il ricordo delle esperienze dolorose, in cui i due personaggi sono stati coinvolti ( Lucia come vittima del rapimento e l'Innominato come responsabile dello stesso ) ha il potere di mutare il loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia si affida alla preghiera che fa rinascere in lei la speranza e con spirito di sacrificio decide di offrire il suo amore per Renzo alla Vergine, facendo voto di rinunciare per sempre al matrimonio. Tutto ciò spiega la fiducia incrollabile della giovane nella Provvidenza, nonostante la “desolazione” del suo stato d’animo: il gesto non deve essere interpretato come segno di una religiosità superstiziosa, ma come l’ulteriore dimostrazione di una fede che è soprattutto colloquio, comunicazione con Dio.
L’Innominato vorrebbe redimere se stesso e cancellare il suo passato sanguinoso; privo di fede, vive un profondo travaglio,perché la conquista dell’uomo “nuovo” deve passare attraverso un doloroso esame di coscienza, condotto con implacabile rigore fino a contemplare una possibile vita oltre la morte e, di conseguenza, l'esame del giudizio divino.
La conversione dell'Innominato è un atto ancora più imprevedibile ed eversivo per la logica del Seicento: da oppressore diviene protettore degli oppressi, rinnegando uno stile di vita estremamente peccaminoso ed ergendosi a personaggio estremamente positivo nel romanzo .

SAVERIO FERRARA

Nel XXI capitolo dei promessi sposi troviamo sia Lucia che l’Innominato ,personaggi accomunati da una"prova", infatti ambedue nel corso di una notte riconsiderano il senso della loro vita.La prova notturna può essere vista come una metafora, in termini terreni delle sofferenze patite da Cristo. Come si intende dall’affermazione “Lucia diventa un docile strumento della Provvidenza” in questo capitolo Lucia sarà la persona che farà scattare nell’Innominato una profonda riflessione sul senso della sua vita e delle sue azioni trascorse "lo smarrimento dell'indole antica" . Lucia, dopo il rapimento,percorre due vie :una verso la disperazione e l'altra quasi una "risalita" verso la speranza .Si affida alla preghiera che la aiuta a sperare in un futuro migliore, nonostante tutto , e arriva perfino ad offrire il suo amore per Renzo alla Vergine, facendo voto di castità.In questo atto possiamo notare la fede rigorosa di Lucia che, nella mente del signore del castello si trsforma in colei "che dispensa grazie e consolazioni". Nel contempo, l’Innominato colpito dalla figura di Lucia, cerca di recuperare il temperamento di un tempo, ma ogni pensiero di imprese criminose gli riesce sgradevole. Il futuro gli si presenta privo di interesse e il passato diventa una fonte inesauribile di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio,"andava alzando e abbassando, con uma forza convulsiva del pollice, il cane della pistola..", ma l'eventualità di una vita eterna lo induce a desistere. Durante la notte angosciosa nell’Innominato avviene un cambiamento importante che lo porterà a diventare da “cattivo” a “buono”, infatti la sera stessa decise che l’indomani avrebbe liberato Lucia.

CONCETTA RUSSO
I pianti e le implorazioni di Lucia dopo il rapimento spaventano il Nibbio,braccio destro dell' innominato che di fronte a Lucia spaventata prova "compassione". La sua pietà spaventa l’Innominato "Non la voglio in casa costei" dice a se stesso dopo l'incontro col Nibbio, ma poi decide di iconoscere Lucia. Il colloquio con Lucia lo turba profondamente , si aspettava lacrime e preghiere ma non tanta dignità penetrare nel suo animo. Lascia la ragazza che diventa per lui un'immagine ossessiva e durante la notte il suo turbamento muta in una vera e proprio crisi di coscienza.Infatti ,mentre Lucia, durante la notte angosciosa trascorsa nel castello dell'innominato, prende una decisione di estrema importanza e cioè far voto di castità alla Madonna e rinuncia per sempre a Renzo , l’Innominato è assalito dall’idea del suicidio e dalla profonda disperazione. Infine attinge dalle parole della vittima oppressa “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!” una “lontana speranza” e si risolleva, nell’attesa ansiosa del giorno per correre a liberarla. Secondo me, in queste circostanze, è condivisibile la scelta di pronunciare un voto.

RICCARDO SPADARO

Il XXI capitolo dei Promessi Sposi è costruito sui ricordi che segnano, dopo il rapimento,svariate occasioni di pentimento di Lucia e dell'Innominato che rimpiange tutti i suoi peccati commessi precedentemente il colloquio con Lucia . In entrambi i casi il ricordo delle esperienze dolorose dei due permette la trasformazione del loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia ,essendo prigioniera dell'Innominato, non vede altra scelta che affidarsi alla preghiera e conseguentemente, al voto di castità verso la Madonnacon la rinuncia per sempre al matrimonio con Renzo.
Questa situazione, quindi ,di reclusione dall'esterno la conduce verso una via fondata soltanto sulla Provvidenza e non più verso l'amore per Renzo.
Mentre l’Innominato vorrebbe sopprimere il suo passato sanguinoso; privo di fede e di buone azioni deve passare attraverso un doloroso esame di coscienza dopo il colloquio avvenuto con Lucia, gli tornarono in mente parole che aveva sentite e risentite, poche ore prima:"Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia! " avrebbe avuto modo di cancellare tutti i suoi peccati e vivere una seconda vita dopo la morte.Così, dopo aver passato la notte insonne , quasi come una prova di passione , morte e resurrezione del Cristo,ecco la risalita e il desiderio del bene "Aspettava ansiosamente il giorno, per correre a liberarla " il giorno seguente in modo da sperare il perdono e la nascita di un "uomo nuovo" e la decisione di dare una svolta alla sua vita facendosi protettore degli oppressi.

CHARLIE GRIOLI


Il capitolo XXI rappresenta il capitolo della svolta nella vicenda del romanzo. Infatti avviene l’incontro tra Lucia e l’innominato, altro personaggio chiave del romanzo. Lucia ,dopo essere arrivata al castello, viene accolta dalla vecchia serva dell’innominato. Lei è molto spaventata e preoccupata e tutto ciò la porta a ritrovare una religiosità che aveva dimenticato. Lucia, dopo il colloquio con l’innominato ( molto impressionato dalla fanciulla dalla quale si aspettava lacrime e preghiere e non tanta fermezza e capacità di penetrare il suo animo), resta in una condizione di dormiveglia con pensieri angosciosi. Risvegliatosi completamente ,inizia a pregare e fa voto di castità alla Madonna rinunciando per sempre a Renzo e, dopo essersi tranquillizzata, si addormenta.Per quanto riguarda la figura dell’innominato, è un personaggio dal passato oscuro, pieno di imprese criminose che diventano fonte di rimorsi e e d'inquietudine per il futuro. La figura centrale del capitolo è certamente quella dell’innominato che, dopo aver preso la decisione di vedere Lucia , al confronto con lei si mostra come un “pover’uomo”. Egli è ormai un uomo diverso dal mascalzone di un tempo, che penserà anche al suicidio dopo essere giunto al culmine della disperazione, ma che troverà nelle parole di Lucia la sua salvezza. Il pensiero di Dio e le parole di Lucia sono senza dubbio gli elementi che hanno fatto accelerare il processo della sua conversione e che lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e del perdono, ma questa salvezza ha come presupposto quell’altra vita di cui gli avevano parlato molto da giovane. Infatti è proprio per quest’altra vita che egli non si suicida, poiché capisce che la morte non sarebbe una soluzione ai suoi problemi. La sua sofferenza proviene dalla consapevolezza di aver trascorso la sua vita, piena di crimini, nel peggior dei modi. Egli, però, grazie al nuovo sentimento scaturito dalle parole di Lucia ( “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”) risale verso una nuova speranza di salvezza, a cui giungerà attraverso la fede.
YVONNE SGROI
Nel XXI troviamo sono presenti sia la figura di Lucia che quella dell’Innominato. Questi due personaggi hanno in comune la riconsiderazione, in una notte, della loro vita. In entrambi i casi, il ricordo delle esperienze dolorose ha il potere di modificare il loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia si affida alla preghiera che fa rinascere in lei la speranza e decide di rivolgere il suo amore per Renzo alla Vergine, facendo voto di rinunciare per sempre al matrimonio. Tutto ciò spiega la fiducia incrollabile della giovane nella Provvidenza.
L’Innominato vorrebbe cancellare per sempre il suo passato; senza la fede, il futuro si presenta senza interesse e il passato diventa motivo di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio, "E se c'è quell'altra vita...! A un tal dubbio gli venne addosso una disperazione più nera", così il pensiero di una vita eterna lo porta a resistere.
Durante la notte avviene un cambiamento molto importante per l’innominato: la conversione. Questo è un atto ancora più imprevedibile per la logica del Seicento: da oppressore diviene protettore degli oppressi, decidendo così di liberare Lucia, gli tornarono in mente parole che aveva sentite ee risentite poche ore prima:" Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia!".
ANTONELLA SALVA'

Sera prof...

Il capitolo XXI rappresenta il punto focale per lo sviluppo della narrazione dei fatti e mostra l’incontro tra l’Innominato e Lucia: il persecutore e la sua vittima. Conclusasi la Renziade, la protagonista della scena è ora Lucia, al termine della cui vicenda l’autore non tratterà più dei singoli vissuti dei personaggi, ma di forze superiori alla portata dei protagonisti, quali la guerra, la peste, la carestia.
Solo apparentemente paragonabile a quella di un romanzo di appendice, ricco di suspense, la situazione che vede l’incontro tra l’Innominato e Lucia non è basata su un tema galante: infatti l’Innominato non vede in Lucia una donna, ma una creatura che desta pietà. Non solo questi due personaggi presentano numerose analogie, ma sono anche posti sullo stesso piano: entrambe le anime sono sconvolte da una devastante sofferenza, sebbene in verità sia causata da motivazioni alquanto differenti. Lucia con le sue parole esce vincitrice dal confronto verbale con l’Innominato; solo ora è comprensibile che la sua implorazione nei confronti dei bravi non è stata inutile, anzi, muovendo a compassione il Nibbio, è riuscita a destare interesse nell’Innominato. Le parole di Lucia toccano alcune delle tematiche già affrontate dall’autore, come la giustizia e la pietà sentimenti che incideranno nell’Innominato (mentre invece non li percepisce la vecchia), non avendo preconcetti nei suoi riguardi. Lucia rivolge all’Innominato parole cariche di forza che causeranno grazia al suo persecutore, ma in lei non c'è rassegnazione perchè durante la notte angosciosa trascorsa nel castello, Lucia prende una decisione di estrema importanza, fa voto di castità alla Madonna e rinuncia per sempre a Renzo.

SANDRO DEL POPOLO

Salve prof,
ecco il mio post sul capitolo 21:

il capitolo 21 è un capitolo di svolta in tutto il romanzo perchè avviene un episodio chiave di tutto il romanzo.Si apre con l’arrivo di Lucia nella dimora dell’Innominato. Ella viene affidata ad una signora che in tutti i modi cerca di rassicurarla, ma non ci riesce. Nel frattempo ,il Nibbio va a riferire al proprio padrone di Lucia che in lui ha suscitato un forte senso di compassione. L’innominato ,in una situazione conflittuale alle prese con i suoi trascorsi terribili , si pone continue domande sull'aldilà e prova sentimenti contrastanti..Le conseguenze dell'incontro con Lucia saranno davvero importanti. Intanto Lucia, durante la notte passata in dormiveglia,non riesce a trovare conforto e rifugiata in angolo della stanza trascorre la notte piangendo ma riesce a trovare conforto solo nella preghiera e trova pace nella promessa di castità alla Madonna, sacrificando così il suo amore per Renzo. Lucia è vista dai critici come uno strumento della provvidenza per la figura dell'innominato . Egli è sempre stato un uomo malvagio che non ha avuto scrupoli nel compiere azioni sbagliate , ma la notte trascorsa nel dolore , nei ripensamenti sembra quasi una "discesa" agli inferi e le parole di Lucia impresse nella sua mente costituirsanno la" risalita" verso la speranza . Così decide di liberare la giovane ragazza.Questo è un episodio in cui la figura dell’Innominato da oppressore diviene liberatore e protettore e culminerà nell' atto di misericordia. Ovviamente questo suo cambiamento ribalta tutte le sue azioni crudeli commesse in passato per le quali prova rimorso e vergogna.

8 commenti:

GIADA GIUFFRIDA ha detto...

Il XXI capitolo dei Promessi sposi ha una sua unità strutturale. E' organizzato attorno ai ricordi che tumultuosamente segnano, dopo il rapimento, la mente di Lucia e dell'Innominato, condannato a riconsiderare il senso della sua vita, trascorsa tra mille brutalità e soprusi. In entrambi i casi il ricordo delle esperienze dolorose, in cui i due personaggi sono stati coinvolti ( Lucia come vittima del rapimento e l'Innominato come responsabile dello stesso ) ha il potere di mutare il loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia si affida alla preghiera che fa rinascere in lei la speranza e con spirito di sacrificio decide di offrire il suo amore per Renzo alla Vergine, facendo voto di rinunciare per sempre al matrimonio. Tutto ciò si spiega con la fiducia della giovane nella Provvidenza, e incrollabile nonostante la “desolazione” del suo stato d’animo: il gesto non deve essere interpretato come segno di una religiosità superstiziosa, ma come l’ulteriore dimostrazione di una fede che è soprattutto colloquio, comunicazione con Dio.
L’Innominato vorrebbe redimere il suo passato sanguinoso; privo di fede, vive un profondo travaglio,perché la conquista dell’uomo “nuovo” deve passare attraverso un doloroso esame di coscienza, condotto con implacabile rigore fino a contemplare la possibilità di una vita oltre la morte e, di conseguenza, del giudizio divino.
La conversione dell'Innominato è atto ancora più imprevedibile ed eversivo per la logica del Seicento: da oppressore si fa protettore degli oppressi, rinnegando totalmente il passato stile di vita e divenendo personaggio positivo nella vicenda a tutti gli effetti:

Anonimo ha detto...

I pianti e le implorazioni di Lucia spaventano il Nibbio, che avrebbe preferito ucciderla piuttosto di vederla in quelle condizioni. La sua pietà scaturisce nell’Innominato il desiderio di conoscere Lucia. Il colloquio con Lucia turba profondamente l’Innominato che si aspettava lacrime e preghiere e non tanta dignità che sarebbe penetrata nel suo animo. Lascia la ragazza e se ne va nella sua stanza e durante la notte il suo turbamento muta in una vera e proprio crisi di coscienza, infatti mentre Lucia trova un po’ di tranquillità dopo aver fatto il voto di rinuncia a Renzo alla Madonna, l’Innominato è assalito dall’idea del suicidio e dalla profonda disperazione, e, alla fine attinge dalle parole della vittima oppressa “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!” una “lontana speranza” e si risolleva, nell’attesa ansiosa del giorno per correrla a liberarla. Secondo me in queste circostanze è condivisibile la scelta di pronunciare un voto.

Concetta Russo

Anonimo ha detto...

Nel XXI capitolo dei promessi sposi troviamo sia Lucia che l’Innominato che riconsiderano il senso della loro vita. Come si intende dall’affermazione “Lucia diventa un docile strumento della Provvidenza” in questo capitolo Lucia sarà la persona che farà scattare nell’Innominato una profonda riflessione sul senso della sua vita e su come la sue passate azioni l’hanno caratterizzata. Lucia, dopo il rapimento, si affida alla preghiera che la aiuta a sperare in un futuro migliore nonostante tutto quello che le è successo, e arriva perfino ad offrire il suo amore per Renzo alla Vergine facendo voto di castità, in questo atto possiamo notare come, nonostante la situazione, Lucia resti legata alla religione e alla”Provvidenza”. Allo stesso tempo l’Innominato resta colpito dalla figura di Lucia, egli cerca di recuperare il temperamento di un tempo, ma ogni pensiero di imprese criminose gli riesce sgradevole. Il futuro gli si presenta privo di interesse e il passato diventa una fonte inesauribile di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio, ma l'eventualità che esista una vita eterna lo induce a desistere. In quella notte nell’Innominato avviene un cambiamento importante che lo porterà a diventare da “cattivo” a “buono”, infatti la sera stessa decise che l’indomani avrebbe liberato Lucia.

riccardo ha detto...

Il XXI capitolo dei Promessi Sposi è costruito sui ricordi che segnano, dopo il rapimento,svariate occasioni di pentimento di Lucia e dell'Innominato che rimpiange tutti i suoi peccati commessi precedentemente il colloquio con Lucia . In entrambi i casi il ricordo delle esperienze dolorose dei due permette la trasformazione del loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia essendo prigioniera dell'Innominato non vede altra scelta che affidarsi alla preghiera e seguentemente al voto di castità verso la Madonna facendo voto di rinunciare per sempre al matrimonio con Renzo.
Questa situazione quindi di reclusione dall'esterno la conduce verso una via fondata soltanto sulla Provvidenza e non più verso l'amore per Renzo.
Mentre l’Innominato vorrebbe sopprimere il suo passato sanguinoso; privo di fede e di buone azioni deve passare attraverso un doloroso esame di coscienza dopo il colloquio avvenuto con Lucia che gli fa presente che se l'avrebbe lasciata avrebbe avuto modo di cancellare tutti i suoi peccati e vivere una seconda vita dopo la morte così dopo aver passato la notte insonne a pensarci sù decide di suicidarsi ma ripensando poi al discorso di Lucia decide di liberarla il giorno seguente in modo che ciò permettesse il suo pentimento e la nascita di un "uomo nuovo" quindi decide di dare una svolta alla sua vita facendosi protettore degli oppressi e negando il passato stile di vita.

Spadaro Riccardo
IIE

Anonimo ha detto...

Il capitolo XXI rappresenta il capitolo della svolta nella vicenda del romanzo. In questo capitolo vi è l’incontro tra Lucia e l’innominato, altro personaggio chiave del romanzo. Lucia dopo essere arrivata al castello viene accolta dalla vecchia serva dell’innominato. Lei è molto spaventata e preoccupata e tutto ciò la porta a ritrovare una religiosità che aveva dimenticato. Lucia, dopo il colloquio con l’innominato nel quale quest’ultimo viene molto impressionato dalla fanciulla dalla quale si aspettava lacrime e preghiere e non tanta fermezza e capacità di penetrare il suo animo, resta in una condizione di dormiveglia nella quale pensa alla brutta giornata che ha passato. Risvegliatosi poi completamente inizia a pregare e in cambio della liberazione da quella prigione fa voto di castità alla Madonna. Ella infatti pur di ritornare libera decide di sacrificare l’amore verso Renzo. Infine dopo essersi tranquillizzata si addormenta.Per quanto riguarda la figura dell’innominato, questo è un personaggio del quale Manzoni racconta un passato oscuro, pieno di imprese criminose che diventano fonte di rimorsi e un futuro che gli si presenta molto più promettente. La figura centrale del capitolo è certamente quella dell’innominato che dopo aver preso la decisione di vedere Lucia , al confronto con lei si mostra come un “pover’uomo”. Egli è ormai un uomo diverso dal mascalzone di un tempo, che penserà anche al suicidio dopo essere giunto al culmine della disperazione, ma che troverà nelle parole di Lucia la sua salvezza. Il pensiero di Dio e le parole di Lucia sono senza dubbio gli elementi che hanno fatto accelerare il processo della sua conversione e che lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e del perdono, ma questa salvezza ha come presupposto quell’altra vita di cui gli avevano parlato molto da giovane. Infatti è proprio per quest’altra vita che egli non si suicida, poiché oltre ad essere deluso dalla vita capisce anche che la morte non sarebbe una soluzione ai suoi problemi. La sua sofferenza proviene dalla consapevolezza di aver trascorso la sua vita, piena di crimini, nel peggior dei modi. Egli però grazie al nuovo sentimento che le parole di Lucia ( “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”) gli donano una nuova speranza di salvezza, a cui giungerà attraverso la fede.

GRIOLI CHARLIE II E

Anonimo ha detto...

'sera proff...

Nel XXI troviamo sono presenti sia la figura di Lucia che quella dell’Innominato. Questi due personaggi hanno in comune la riconsiderazione, in una notte, della loro vita. In entrambi i casi, il ricordo delle esperienze dolorose ha il potere di modificare il loro atteggiamento verso il futuro.
Lucia si affida alla preghiera che fa rinascere in lei la speranza e decide di rivolgere il suo amore per Renzo alla Vergine, facendo voto di rinunciare per sempre al matrimonio. Tutto ciò spiega la fiducia incrollabile della giovane nella Provvidenza.
L’Innominato vorrebbe cancellare per sempre il suo passato; senza la fede, il futuro si presenta senza interesse e il passato diventa un insieme di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio, ma il pensiero di una vita eterna lo porta a resistere.
Durante la notte avviene un cambiamento molto importante per l’innominato: la conversione. Questo è un atto ancora più imprevedibile per la logica del Seicento: da oppressore diviene protettore degli oppressi, decidendo così di liberare Lucia.


Yvonne Sgroi

Anonimo ha detto...

Sera prof...

Il capitolo XXI rappresenta il punto focale per lo sviluppo della narrazione dei fatti e mostra l’incontro tra l’Innominato e Lucia: il persecutore e la sua vittima. Conclusasi la Renziade, la protagonista della scena è ora Lucia, al termine della cui vicenda l’autore non tratterà più dei singoli vissuti dei personaggi, ma di forze superiori alla portata dei protagonisti, quali la guerra, la peste, la carestia.
Solo apparentemente paragonabile a quella di un romanzo di appendice, ricco di suspense, la situazione che vede l’incontro tra l’Innominato e Lucia non è basata su un tema galante: infatti l’Innominato non vede in Lucia una donna, ma una creatura che desta pietà. Non solo presentano numerose analogie, ma sono anche posti sullo stesso piano: entrambe le anime sono sconvolte da una devastante sofferenza, sebbene in verità sia causata da motivazioni alquanto differenti. Lucia con le sue parole esce vincitrice dal confronto verbale con l’Innominato; solo ora è comprensibile che la sua implorazione nei confronti dei bravi non sia stata inutile, anzi, muovendo a compassione il Nibbio, sia riuscita a destare interesse nell’Innominato. Le parole di Lucia toccano alcune delle tematiche già affrontate dall’autore, come la giustizia e la pietà. Inoltre non dubita nemmeno per un istante della presenza di un’anima nell’Innominato (mentre invece non la percepisce nella vecchia), non avendo preconcetti riguardo alla sua persona. Lucia dice all’Innominato parole cariche di forza che arrecheranno grazia ai turbamenti dell’anima del suo persecutore. E fa ciò senza mai rassegnarsi.

Antonella Salvà!!!

Sandro ha detto...

Salve prof,
ecco il mio post sul capitolo 21:

il capitolo 21 è un capitolo di svolta in tutto il romanzo perchè è in questo capitolo che avviene un episodio chiave di tutto il romanzo.Il capitolo si apre con l’arrivo di Lucia nella dimora dell’Innominato. Ella viene affidata ad una signora che in tutti i modi cerca di rassicurarla ma non ci riesce. Nel frattempo il Nibbio va a riferire al proprio padrone che Lucia in lui ha suscitato un forte senso di compassione. L’innominato ,che è in una sorta di crisi perché vorrebbe divenire una persona migliore per paura di ciò che vi sarà dopo la morte, sentendo queste parole dal capo dei suoi bravi si incuriosisce e decide di incontrare Lucia.Le conseguenze di questo incontro saranno davvero importanti. Infatti Lucia, durante la notte passata in dormiveglia,non riesce a trovare conforto e rifugiata in angolo della stanza trascorre la notte piangendo. La ragazza riesce a trovare conforto solo nella preghiera,tanto da promettere il voto di castità alla Madonna, sacrificando così il suo amore per Renzo.Infatti Lucia è vista dai critici come uno strumento della provvidenza. Questo episodio è una ulteriore conferma della sua grande fede in Dio che per lei è l’unica salvezzaUn altro strumento è l'Innominato. Egli è sempre stato un uomo malvagio che mai ha avuto scrupoli nel compiere azioni sbagliate. Però sta vivendo un periodo di crisi. Egli adesso ha paura,che dopo la morte, Dio non perdonerà i suoi peccati. Infatti vorrebbe cambiare ma non vi riesce subito e addirittura,dopo l’incontro con Lucia, pensa al suicidio,ma poi ci ripensa. In seguito decide di liberare la giovane ragazza.Questo è un episodio che muta la figura dell’Innominato che da oppressore diviene un liberatore e protettore decidendo di compiere un atto di misericordia. Ovviamente questo suo cambiamento va contro a tutte le sue azioni crudeli commesse in passato per le quali prova rimorso solo adesso che ha paura della morte.