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venerdì 11 febbraio 2011

Questionario di autoverifica

1.Perchè Verga aveva programmato di scrivere il "ciclo "dei Vinti?
2.Ripercorri le caratteristiche principali del Naturalismo , evidenziando il motivo dei cicli romanzeschi, specie in Zola (da Zola considerato un modello di riferimento).
3.Quali sono le caratteristiche più importanti, tematiche e stilistiche , presenti nei Malavoglia?
4.Perchè i Malavoglia è stato definito un romanzo "corale"?
5.Che cosa s'intende per "ideale dell'ostrica"  Quale personaggio del romanzo lo incarna?Perchè?
6.Perchè i Malavoglia sono dei Vinti?
Delinea le differenze più macroscopiche presenti tra i Malavoglia  e Mastro don Gesualdo.

vd. Lezioni su Verga


MARIANGELA LEOTTA

1) Con il termine Ciclo dei Vinti viene indicato l'insieme dei romanzi di cui avrebbe dovuto comporsi un impegnativo progetto letterario dello scrittore Giovanni Verga. A costituire il corpus di tale ciclo avrebbe dovuto essere un gruppo di cinque romanzi a definizione tematica:
§ I Malavoglia
§ Mastro-don Gesualdo
§ La duchessa de Leyra
§ L'onorevole Scipioni
§ L'uomo di lusso
L'intera serie ,secondo il progetto originario dello scrittore ,avrebbe dovuto avere come comune denominatore un tema comune e universale, quello dell'indiscussa lotta dell'uomo per l'esistenza e per il progresso. L'opera completa rimarrà incompiuta in quanto La Duchessa de Leyra rimane solo abbozzato, mentre gli ultimi due romanzi previsti del Ciclo, L'Onorevole Scipioni e L'uomo di lusso, non verranno neppure iniziati.
2)Attraverso l'analisi dell'opera di Flaubert (continuatore di Balzac), Zola conferma le linee generali del romanzo naturalista : il primo carattere è la riproduzione esatta della vita, l'essenza di ogni elemento romanzesco è assente perfino qualunque tipo di intreccio, anche il più semplice. Il secondo carattere è la scomparsa del personaggio eroico, ricondotto ad una misura umana, alla realtà fisiologica di un'esistenza comune. La bellezza dell'opera deriva dalla verità dei fatti e dei documenti, dalla pittura del vero dove l'artista lascia parlare le cose, le fa vivere autonomamente, senza sovrapporsi a loro. Il terzo carattere è che lo scrittore "finge di scomparire" dietro l'azione che racconta. L'autore non è un moralista, bensì un anatomista che si limita a dire quello che trova nel cadavere umano.
3)Il tema principale è quello del pessimismo e della "fiumana del progresso"...il romanzo i Malavoglia fa parte del cosiddetto ciclo dei vinti ( composto in ordine da i Malavoglia, Mastro don gesualdo, la Duchessa di leyra, l'Onorevole Scipioni, l'Uomo di lusso, di cui in realtà sono stati completati solo i primi 2). In essi Verga studia i meccanismi che regolano la vita in campagna come in città che sono fondati sulla legge del più forte, sul calcolo, sull'interesse, sul culto del denaro, meccanismi portati dal progresso tanto venerato in quel periodo fede assoluta nella scienza in cui è vissuto verga...però al posto di soffermarsi sui personaggi che traggono vantaggio dal progresso, pone la sua attenzione sulle " vittime" di esso, e per spiegare i meccanismi della vità sociale parte dalle classi più basse dove sono più semplici, per arrivare poi gradualmente a quelle più alte (vedi i titoli degli altri romanzi...).
Il tema principale è questo, legato alla visione pessimistica del mondo dell'autore, secondo cui queste leggi sono immodificabili...per cui si mette in evidenza il conflitto tra il mondo antico e quello che segue l'Unità d'Italia, incarnato dal conflitto ntoni-padron ntoni, la cattiveria dei personaggi secondari, che non comprendono la dignità e l'onore della famiglia malavoglia che anzi è spesso presa in giro...sono temi che si ritrovano anche nelle novelle. 


ANTONELLA SALVA'
Il romanzo I Malavoglia
Racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese della Sicilia situato nei pressi di Catania.
Il romanzo ha un aspetto corale e rappresenta i personaggi uniti dalla stessa cultura ma divisi da antiche rivalità.
Lo scrittore adotta la tecnica dell'impersonalità, riproducendo alcune caratteristiche del dialetto e adattandosi quanto più possibile al punto di vista dei differenti personaggi, rinunciando così alla abituale mediazione del narratore.
I temi principali :
La famiglia
Giovanni Verga torna più e più volte su un tema preciso: quello dell'attaccamento alla famiglia, al focolare domestico, alla casa; è facile comprendere, quindi, i sentimenti di amarezza e dolore di chi è costretto a vendere la propria abitazione per pagare i debiti di un affare sfortunato, come nel caso dei Malavoglia.
La roba
L'attaccamento alla roba, poi, è il motivo portante dell'intero romanzo; dove per roba s’intende tutto il complesso degli oggetti, siano essi costruzioni, appezzamenti, mezzi di trasporto, animali, necessari per vivere. Ecco quindi, dimostrata l'impossibilità di staccarsi dal proprio ambiente.
Lo stile
Circa lo stile di Giovanni Verga occorre ricordare la notevole frequenza dei dialoghi e l'uso di un periodare leggibile, sciolto. Il discorso diretto e quello indiretto spesso si mescolano e l'autore si impossessa così ancor più direttamente del linguaggio diretto, schietto e colorito degli umili personaggi.


4)In breve sarebbe un romanzo scritto con il punto di vista del popolo...infatti gli scrittori veristi, come tecnica narrativa, rinunciano al punto di vista onniscente( che sanno tutto, sia per aggiungere commenti personali che per fare qualche rivelazione o prolessi) per adottare il punto di vista interno, anche se non partecipa direttamente alla novella, che viene definito appunto corale (che rivela i modi di pensare e di esprimersi collettivi dei personaggi).
Per questo chiunque vuole andare contro correne ai pensieri o alle "leggi" del popolo è destinato a fallire ed essere un "vinto" o meglio un fallito e Verga lo ricalca molto nei malavoglia (esempio pratico =mena, la figlia maggiore, è considerata una vinta in quanto, dopo le disgrazie successe alla famiglia si abbandona a quello che potrebbe sembrare il suo destino[essere zitella per sempre] e non cambiare la sua condizione sociale sposando alfio,per non far ricadere alttro disonore sulla sorella già svergognata dal popolo).
5)L’ideale dell’ostrica che accomuna gli “umili” del Verga non nasce in loro da una conquista del pensiero, da una speculazione filosofica di alto livello, non è frutto di una libera scelta: è una necessità dettata da una caparbia volontà di sopravvivere e fronteggiata da un istin­tivo buon senso;l'ostrica sta attaccata allo scoglio ma se si stacca viene inghiottita dal pesce più grosso questo per riferirsi al fatto che l'uomo che sfida la società e perde viene inghiottito da quest'ultima.. così nei malavoglia coloro che hanno tentato di vincere la società cercando di diventare ricchi hanno perso tutto... è un ragionamento molto importante che influenzerà molti scrittori italiani.Nei malavoglia Ntoni cerca di cambiare la propria realtà lasciando in disparte il commercio che ha consentito alla sua famiglia di sopravvivere per tanto tempo e si è ritrovato in rovina
6)Come abbiamo già sottolineato e come lo stesso Verga ci dice nella prefazione, la tematica affrontata è quella della lotta per i bisogni fondamentali dell’uomo, la tematica del lavoro e della fatica incessante per ottenere risultati distrutti poi dalle disgrazie, la tematica dei vinti.Infatti sono l' espressione di un pessimismo cupo, non riscattato da alcuna visione di vita ultraterrena, non confortato da alcuna fede religiosa, da alcuna speranza di redenzione: un pessimismo sofferto nel segno della pietà verso un mondo di diseredati che rappresentano l’aspetto più autentico dell’esistenza umana, che sono soggetti ad una “fatalità” che li costringe al ruolo di “vinti”, la cui dignità è salvata solo dall’eroica caparbietà di tirare “la vita coi denti più a lungo che potranno” e da quella sorta di “religione del focolare domestico” che li tiene uniti. 



CONCETTA RUSSO
I temi principali dei Malavoglia sono:
-attaccamento alla roba: Giovanni Verga riprende più volte il discorso economico, anche nelle tragedie familiari. Quando ad esempio muore Bastianazzo, la prima ed ultima cosa che si dice è che la barca era carica di lupini: quindi il fattore economico è molto importante. Ma Verga vuole sottolineare la differenza tra la malizia del popolo e la famiglia operosa. Difatti è il popolo a pensare che Padron 'Ntoni si preoccupi dei lupini, quando quest'ultimo è afflitto per il figlio. I Malavoglia per tutto il romanzo sono tesi a recuperare la condizione economica iniziale, o a migliorarla. L'economia del paese è chiusa e di tipo feudale: le classi sociali sono immobili e non è lasciata nessuna possibilità alla libera iniziativa (come dimostra l'investimento nei lupini avariati).
-Gli affetti familiari e le prime inquietudini per il benessere :Giovanni Verga torna più e più volte su un tema preciso: quello dell'attaccamento alla famiglia, al focolare domestico, alla casa; è facile comprendere, quindi, i sentimenti di amarezza e dolore di chi è costretto a vendere la propria abitazione per pagare i debiti di un affare sfortunato, come nel caso dei Malavoglia. Per i Malavoglia la "roba" consiste nella Provvidenza e nella casa del nespolo. Quando entrambe si perdono, i membri della famiglia sentono di aver perduto le radici stesse della loro esistenza. Solo alla fine del romanzo, Alessi riesce a recuperare la casa e con essa il legame con il passato e gli affetti familiari.
- ideale dell’ostrica: non cercare di cambiare la propria condizione altrimenti si finisce male, infatti secondo Verga soltanto quelli che si adattano possono salvarsi.
Il concetto dell'ostrica si basa sulla convinzione che per coloro che appartengono alla fascia dei deboli è necessario rimanere abbarbicati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni ataviche, per evitare che il mondo, cioè il "pesce vorace", li divori.
Nei Malavoglia Verga parla dell’ideale dell’ostrica che sostiene la povera gente.
Nel concetto dell'autore, finché i contadini, i braccianti, i pescatori vivono protetti dall'ambiente che li ha visti nascere e crescere, finché credono e rispettano i valori in cui hanno creduto e che hanno rispettato i loro padri, allora, anche se poveri, sono al sicuro. Il problema nasce quando cominciano a provare il desiderio del cambiamento, il desiderio di migliorare, di progredire. Come l’ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov’è nata, così l’uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere smanie di miglioramento.
Nei malavoglia il personaggio che incarna l’ideale dell’ostrica è Ntoni che cerca di cambiare la propria realtà lasciando in disparte il commercio che ha consentito alla sua famiglia di sopravvivere per tanto tempo e si è ritrovato in rovina

5 commenti:

Anonimo ha detto...

MARIANGELA LEOTTA ha detto....
1) Con il termine Ciclo dei Vinti viene indicato l'insieme dei romanzi di cui avrebbe dovuto comporsi un impegnativo progetto letterario dello scrittore Giovanni Verga. A costituire il corpus di tale ciclo avrebbe dovuto essere un gruppo di cinque romanzi a definizione tematica:
§ I Malavoglia
§ Mastro-don Gesualdo
§ La duchessa de Leyra
§ L'onorevole Scipioni
§ L'uomo di lusso
L'intera serie ,secondo il progetto originario dello scrittore ,avrebbe dovuto avere come comune denominatore un tema comune e universale, quello dell'indiscussa lotta dell'uomo per l'esistenza e per il progresso. L'opera completa rimarrà incompiuta in quanto La Duchessa de Leyra rimane solo abbozzato, mentre gli ultimi due romanzi previsti del Ciclo, L'Onorevole Scipioni e L'uomo di lusso, non verranno neppure iniziati.
2)Attraverso l'analisi dell'opera di Flaubert (continuatore di Balzac), Zola conferma le linee generali del romanzo naturalista : il primo carattere è la riproduzione esatta della vita, l'essenza di ogni elemento romanzesco è assente perfino qualunque tipo di intreccio, anche il più semplice. Il secondo carattere è la scomparsa del personaggio eroico, ricondotto ad una misura umana, alla realtà fisiologica di un'esistenza comune. La bellezza dell'opera deriva dalla verità dei fatti e dei documenti, dalla pittura del vero dove l'artista lascia parlare le cose, le fa vivere autonomamente, senza sovrapporsi a loro. Il terzo carattere è che lo scrittore "finge di scomparire" dietro l'azione che racconta. L'autore non è un moralista, bensì un anatomista che si limita a dire quello che trova nel cadavere umano.
3)Il tema principale è quello del pessimismo e della "fiumana del progresso"...il romanzo i malavoglia fa parte del cosiddetto ciclo dei vinti ( composto in ordine da i malavoglia, mastro don gesualdo, la duchessa di leyra, l'onorevole scipioni, l'uomo di lusso, di cui in realtà sono stati completati solo i primi 2). In essi verga studia i meccanismi che regolano la vita in campagna come in città che sono fondati sulla legge del più forte, sul calcolo, sull'interesse, sul culto del denaro, meccanismi portati dal progresso tanto venerato in quel periodo fede assoluta nella scienza in cui è vissuto verga...però al posto di soffermarsi sui personaggi ke traggono vantaggio dal progresso, pone la sua attenzione sulle " vittime" di esso, e per spiegare i meccanismi della vità sociale parte dalle classi più basse dove sono più semplici, per arrivare poi gradualmente a quelle più alte (vedi i titoli degli altri romanzi...).
Il tema principale è questo, legato alla visione pessimistica del mondo dell'autore, secondo cui queste leggi sono immodificabili...per cui si mette in evidenza il conflitto tra il mondo antico e quello ke segue l'unità d'italia, incarnato dal conflitto ntoni-padron ntoni, la cattiveria dei personaggi secondari, che non comprendono la dignità e l'onore della famiglia malavoglia che anzi è spesso presa in giro...sono temi ke si ritrovano anke nelle novelle.

Anonimo ha detto...

continuo....
4)In breve sarebbe un romanzo scritto con il punto di vista del popolo...infatti gli scrittori veristi, come tecnica narrativa, rinunciano al punto di vista onniscente( che sanno tutto, sia per aggiungere commenti personali che per fare qualche rivelazione o prolessi) per adottare il punto di vista interno, anche se non partecipa direttamente alla novella, che viene definito appunto corale (che rivela i modi di pensare e di esprimersi collettivi dei personaggi).
Per questo chiunque vuole andare contro correne ai pensieri o alle "leggi" del popolo è destinato a fallire ed essere un "vinto" o meglio un fallito e Verga lo ricalca molto nei malavoglia (esempio pratico =mena, la figlia maggiore, è considerata una vinta in quanto, dopo le disgrazie successe alla famiglia si abbandona a quello che potrebbe sembrare il suo destino[essere zitella per sempre] e non cambiare la sua condizione sociale sposando alfio,per non far ricadere alttro disonore sulla sorella già svergognata dal popolo).
5)L’ideale dell’ostrica che accomuna gli “umili” del Verga non nasce in loro da una conquista del pensiero, da una speculazione filosofica di alto livello, non è frutto di una libera scelta: è una necessità dettata da una caparbia volontà di sopravvivere e fronteggiata da un istin­tivo buon senso;l'ostrica sta attaccata allo scoglio ma se si stacca viene inghiottita dal pesce più grosso questo per riferirsi al fatto che l'uomo che sfida la società e perde viene inghiottito da quest'ultima.. così nei malavoglia coloro che hanno tentato di vincere la società cercando di diventare ricchi hanno perso tutto... è un ragionamento molto importante che influenzerà molti scrittori italiani.Nei malavoglia Ntoni cerca di cambiare la propria realtà lasciando in disparte il commercio che ha consentito alla sua famiglia di sopravvivere per tanto tempo e si è ritrovato in rovina
6)Come abbiamo già sottolineato e come lo stesso Verga ci dice nella prefazione, la tematica affrontata è quella della lotta per i bisogni fondamentali dell’uomo, la tematica del lavoro e della fatica incessante per ottenere risultati distrutti poi dalle disgrazie, la tematica dei vinti.Infatti sono l' espressione di un pessimismo cupo, non riscattato da alcuna visione di vita ultraterrena, non confortato da alcuna fede religiosa, da alcuna speranza di redenzione: un pessimismo sofferto nel segno della pietà verso un mondo di diseredati che rappresentano l’aspetto più autentico dell’esistenza umana, che sono soggetti ad una “fatalità” che li costringe al ruolo di “vinti”, la cui dignità è salvata solo dall’eroica caparbietà di tirare “la vita coi denti più a lungo che potranno” e da quella sorta di “religione del focolare domestico” che li tiene uniti.

Anonimo ha detto...

Segue...

I Malavoglia
Racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese della Sicilia situato nei pressi di Catania.
Il romanzo ha un aspetto corale e rappresenta i personaggi uniti dalla stessa cultura ma divisi da antiche rivalità.
Lo scrittore adotta la tecnica dell'impersonalità, riproducendo alcune caratteristiche del dialetto e adattandosi quanto più possibile al punto di vista dei differenti personaggi, rinunciando così alla abituale mediazione del narratore.
I temi principali :
La famiglia
Giovanni Verga torna più e più volte su un tema preciso: quello dell'attaccamento alla famiglia, al focolare domestico, alla casa; è facile comprendere, quindi, i sentimenti di amarezza e dolore di chi è costretto a vendere la propria abitazione per pagare i debiti di un affare sfortunato, come nel caso dei Malavoglia.
La roba
L'attaccamento alla roba, poi, è il motivo portante dell'intero romanzo; dove per roba s’intende tutto il complesso degli oggetti, siano essi costruzioni, appezzamenti, mezzi di trasporto, animali, necessari per vivere. Ecco quindi, dimostrata l'impossibilità di staccarsi dal proprio ambiente.
Lo stile
Circa lo stile di Giovanni Verga occorre ricordare la notevole frequenza dei dialoghi e l'uso di un periodare leggibile, sciolto. Il discorso diretto e quello indiretto spesso si mescolano e l'autore si impossessa così ancor più direttamente del linguaggio diretto, schietto e colorito degli umili personaggi.
Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

Dopo il 1875 Verga progettò di scrivere un ciclo di cinque romanzi, intitolato I vinti. Contemporaneamente iniziò a pubblicare sui giornali delle novelle di ambiente siciliano, raccolte poi nel 1880 in Vita dei campi. Sul modello di Zola, Verga descrive uno spaccato della vita moderna passando in rassegna tutti i ceti sociali, dai più umili e semplici ai più ricchi e complicati. La raccolta avrebbe dovuto presentare i seguenti romanzi, i protagonisti dei quali sarebbero inoltre collegati tra loro da un rapporto di parentela:
- I MALAVOGLIA: lotta per i bisogni materiali, mito della famiglia
- MASTRO DON GESUALDO: borghese avido di ricchezza, mito della roba
- LA DUCHESSA DI LEYRA
- L’ONOREVOLE SCIPIONI
- L’UOMO DI LUSSO
L’opera però rimane incompiuta in quanto furono realizzate solo le prime due e della terza rimane soltanto abbozzato e gli ultimi due non vengono neppure iniziati.
Nella prefazione ai Malavoglia, Verga presenta, pur esponendo il proprio pensiero, il progetto del Ciclo dei Vinti, che dovrà essere uno studio sincero e spassionato, dettagliato e oggettivo dei comportamenti di determinati individui in determinati ambienti sociali. Il motivo per cui Verga decide di iniziare dalla classe più umile, quella di onesti pescatori, è dato dal fatto che il meccanismo che regola i loro istinti è meno complicato.
Per prima cosa, l’uomo che cede all’ambizione del progresso per migliorare il proprio stato è destinato ad una rovinosa sconfitta.

Il Naturalismo è il movimento letterario che nasce in Francia alla fine dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze sociali. L’interesse per i fenomeni sociali era già presente nel realismo sociologico di Honorè De Balzac, che nella sua “ Commedia Umana” aveva analizzato personaggi appartenenti a diverse generazioni e a diversi ambienti. Fu però G. Flaubert lo scrittore che i naturalisti indicarono come loro maestro. Il maggior rappresentante del naturalismo fu Emile Zola che oltre a essere l'iniziatore del movimento ne fu anche il principale teorico e divulgatore. Egli sostiene che il metodo sperimentale delle scienze deve essere applicato anche agli atti intellettuali e passionali dell'uomo.
I principi della teoria del romanzo sperimentale furono comunque fissati da Emile Zola in due punti fondamentali secondo i quali lo scrittore:
- deve osservare la realtà e non inventarla per poi riprodurla oggettivamente;
- deve utilizzare una scrittura che risulti essere un documento oggettivo dal quale non deve trasparire nessun intervento soggettivo dell'autore.
I temi preferiti della narrativa naturalista furono anti-idealistici e antiromantici in modo che la narrazione portasse con sé una forte carica di denuncia sociale che doveva risultare dalla descrizione scientifica ed obiettiva dei fatti.
Tra i temi principali vi erano dunque:
- la vita quotidiana con le sue banalità, le sue meschinità e le sue ipocrisie;
- le passioni morbose che dovevano rasentare il limite della patologia psichiatrica, come la follia e il crimine;
- le condizioni di vita delle classi subalterne, soprattutto del proletariato urbano che, con la sua miseria (prostituzione, alcolismo, delinquenza minorile) potessero dare un chiaro esempio di patologia sociale.
Concetta Russo

Anonimo ha detto...

I temi principali dei Malavoglia sono:
-attaccamento alla roba: Giovanni Verga riprende più volte il discorso economico, anche nelle tragedie familiari. Quando ad esempio muore Bastianazzo, la prima ed ultima cosa che si dice è che la barca era carica di lupini: quindi il fattore economico è molto importante. Ma Verga vuole sottolineare la differenza tra la malizia del popolo e la famiglia operosa. Difatti è il popolo a pensare che Padron 'Ntoni si preoccupi dei lupini, quando quest'ultimo è afflitto per il figlio. I Malavoglia per tutto il romanzo sono tesi a recuperare la condizione economica iniziale, o a migliorarla. L'economia del paese è chiusa e di tipo feudale: le classi sociali sono immobili e non è lasciata nessuna possibilità alla libera iniziativa (come dimostra l'investimento nei lupini avariati).
-Gli affetti familiari e le prime inquietudini per il benessere :Giovanni Verga torna più e più volte su un tema preciso: quello dell'attaccamento alla famiglia, al focolare domestico, alla casa; è facile comprendere, quindi, i sentimenti di amarezza e dolore di chi è costretto a vendere la propria abitazione per pagare i debiti di un affare sfortunato, come nel caso dei Malavoglia. Per i Malavoglia la "roba" consiste nella Provvidenza e nella casa del nespolo. Quando entrambe si perdono, i membri della famiglia sentono di aver perduto le radici stesse della loro esistenza. Solo alla fine del romanzo, Alessi riesce a recuperare la casa e con essa il legame con il passato e gli affetti familiari.
- ideale dell’ostrica: non cercare di cambiare la propria condizione altrimenti si finisce male, infatti secondo Verga soltanto quelli che si adattano possono salvarsi.
Il concetto dell'ostrica si basa sulla convinzione che per coloro che appartengono alla fascia dei deboli è necessario rimanere abbarbicati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni ataviche, per evitare che il mondo, cioè il "pesce vorace", li divori.
Nei Malavoglia Verga parla dell’ideale dell’ostrica che sostiene la povera gente.
Nel concetto dell'autore, finché i contadini, i braccianti, i pescatori vivono protetti dall'ambiente che li ha visti nascere e crescere, finché credono e rispettano i valori in cui hanno creduto e che hanno rispettato i loro padri, allora, anche se poveri, sono al sicuro. Il problema nasce quando cominciano a provare il desiderio del cambiamento, il desiderio di migliorare, di progredire. Come l’ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov’è nata, così l’uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere smanie di miglioramento.
Nei malavoglia il personaggio che incarna l’ideale dell’ostrica è Ntoni che cerca di cambiare la propria realtà lasciando in disparte il commercio che ha consentito alla sua famiglia di sopravvivere per tanto tempo e si è ritrovato in rovina

Concetta Russo V E