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lunedì 26 ottobre 2009

CANTO II PURGATORIO


Lettura del canto II


Già era 'l sole a l'orizzonte giunto
lo cui meridïan cerchio coverchia
Ierusalèm col suo più alto punto;

e la notte, che opposita a lui cerchia,
uscia di Gange fuor con le Bilance,
che le caggion di man quando soverchia;

sì che le bianche e le vermiglie guance,
là dov' i' era, de la bella Aurora
per troppa etate divenivan rance.

Noi eravam lunghesso mare ancora,
come gente che pensa a suo cammino,
che va col cuore e col corpo dimora.

Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,
per li grossi vapor Marte rosseggia
giù nel ponente sovra 'l suol marino,

cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che 'l muover suo nessun volar pareggia.

Dal qual com' io un poco ebbi ritratto
l'occhio per domandar lo duca mio,
rividil più lucente e maggior fatto.

Poi d'ogne lato ad esso m'appario
un non sapeva che bianco, e di sotto
a poco a poco un altro a lui uscìo.

Lo mio maestro ancor non facea motto,
mentre che i primi bianchi apparver ali;
allor che ben conobbe il galeotto,

gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali.
Ecco l'angel di Dio: piega le mani;
omai vedrai di sì fatti officiali.

Vedi che sdegna li argomenti umani,
sì che remo non vuol, né altro velo
che l'ali sue, tra liti sì lontani.

Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo,
trattando l'aere con l'etterne penne,
che non si mutan come mortal pelo».

Poi, come più e più verso noi venne
l'uccel divino, più chiaro appariva:
per che l'occhio da presso nol sostenne,

ma chinail giuso; e quei sen venne a riva
con un vasello snelletto e leggero,
tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva.

Da poppa stava il celestial nocchiero,
tal che faria beato pur descripto;
e più di cento spirti entro sediero.

'In exitu Isräel de Aegypto'
cantavan tutti insieme ad una voce
con quanto di quel salmo è poscia scripto.

Poi fece il segno lor di santa croce;
ond' ei si gittar tutti in su la piaggia:
ed el sen gì, come venne, veloce.

La turba che rimase lì, selvaggia
parea del loco, rimirando intorno
come colui che nove cose assaggia.

Da tutte parti saettava il giorno
lo sol, ch'avea con le saette conte
di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno,

quando la nova gente alzò la fronte
ver' noi, dicendo a noi: «Se voi sapete,
mostratene la via di gire al monte».

E Virgilio rispuose: «Voi credete
forse che siamo esperti d'esto loco;
ma noi siam peregrin come voi siete.

Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco,
per altra via, che fu sì aspra e forte,
che lo salire omai ne parrà gioco».

L'anime, che si fuor di me accorte,
per lo spirare, ch'i' era ancor vivo,
maravigliando diventaro smorte.

E come a messagger che porta ulivo
tragge la gente per udir novelle,
e di calcar nessun si mostra schivo,

così al viso mio s'affisar quelle
anime fortunate tutte quante,
quasi oblïando d'ire a farsi belle.

Io vidi una di lor trarresi avante
per abbracciarmi, con sì grande affetto,
che mosse me a far lo somigliante.

Ohi ombre vane, fuor che ne l'aspetto!
tre volte dietro a lei le mani avvinsi,
e tante mi tornai con esse al petto.

Di maraviglia, credo, mi dipinsi;
per che l'ombra sorrise e si ritrasse,
e io, seguendo lei, oltre mi pinsi.

Soavemente disse ch'io posasse;
allor conobbi chi era, e pregai
che, per parlarmi, un poco s'arrestasse.

Rispuosemi: «Così com' io t'amai
nel mortal corpo, così t'amo sciolta:
però m'arresto; ma tu perché vai?».

«Casella mio, per tornar altra volta
là dov' io son, fo io questo vïaggio»,
diss' io; «ma a te com' è tanta ora tolta?».

Ed elli a me: «Nessun m'è fatto oltraggio,
se quei che leva quando e cui li piace,
più volte m'ha negato esto passaggio;

ché di giusto voler lo suo si face:
veramente da tre mesi elli ha tolto
chi ha voluto intrar, con tutta pace.

Ond' io, ch'era ora a la marina vòlto
dove l'acqua di Tevero s'insala,
benignamente fu' da lui ricolto.

A quella foce ha elli or dritta l'ala,
però che sempre quivi si ricoglie
qual verso Acheronte non si cala».

E io: «Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso a l'amoroso canto
che mi solea quetar tutte mie doglie,

di ciò ti piaccia consolare alquanto
l'anima mia, che, con la sua persona
venendo qui, è affannata tanto!».

'Amor che ne la mente mi ragiona'
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona.

Lo mio maestro e io e quella gente
ch'eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente.

Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: «Che è ciò, spiriti lenti?

qual negligenza, quale stare è questo?
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
ch'esser non lascia a voi Dio manifesto».

Come quando, cogliendo biado o loglio,
li colombi adunati a la pastura,
queti, sanza mostrar l'usato orgoglio,

se cosa appare ond' elli abbian paura,
subitamente lasciano star l'esca,
perch' assaliti son da maggior cura;

così vid' io quella masnada fresca
lasciar lo canto, e fuggir ver' la costa,
com' om che va, né sa dove rïesca;

né la nostra partita fu men tosta.


PARAFRASI E COMMENTO

SPUNTI PER LA VERIFICA

1.Sostituite i termini e le espressioni colorate con termini ed espressioni che appartengono all'Italiano contemporaneo.

2.Dante e Casella dialogano sul luogo e sul modo in cui le anime sono destinate al Purgatorio vengono caricate dsll'angelo nocchiero e sulla particolarità degli ultimi tre mesi.Riferisci i contenuti del dialogo(.vv.91-105).

3.Collega e confronta l'apparizione dell'angelo nocchiero con quella di Caronte nel canto III dell'Inferno.Cerca nelle parole di Caronte l'allusione all'imbarcazione dell'angelo.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

MARY LEOTTA

CANTO II
1)Coverchia=sovrasta
Cerchia=gira
Bilance =la notte che gira attorno alla terra ,ma diametralmente bopposta al giro del sole,usciva allora dal Gange nel segnobdella Bilancia.
Soverchia= durata del gorno
Per troppa etate= col passar del tempo
Ratto= rapidamente
Il galeotto= il nocchiero”lo reggitore di quel navigio”
Officiali=ministri(gli angeli)
Li argomenti umani= non adopera mezzi x navigare
Vasello= navicella,una barchetta
Pur descipto=descrizione
Sediero=molte anime sedevano dentro
'In exitu Isräel de Aegypto= quandro Isdraele uscì dall’Egitto
Selvaggia parea del loco= inesperta de luogo
Le saette conte=saette infallibili
Gire= raggiungere
Per lo spirare=dal mio respirare
Tragge la gente=e come la gente accorre intorno
Novelle=notizie
Di calcar nessun si mostra schivo=nessuno si sottrae alla calca.
S’affisar=guardarono con intensità
Ombre vane=ombre inconsistenti
Oltre mi pinsi=seguendola avanzai
Ma a te com' è tanta ora tolta?=ma come mai a te è stato tolto tanto tempo??
Fu' da lui ricolto=fu da lui accolto
Però che=poiché li
Tutte mie doglie=tutti i miei affanni
Spogliarvi lo scoglio=liberarvi dalla scorza
Maggior cura=preoccupazione maggiore
Masnada fresca=giunta da poco
Ne sa dove riesca=dal latino mansio”magione” “casa”
Men tosta=meno precipitosa.

2)Dante e casella
Il viaggio nel PURGATORIO entra subito nel vivo,con due avvenimenti che segnano fortemente il canto:l’arrivo della navicella di anime condotta dall’angelo nocchiero e l’incontro con l’amico e cantone Casella. Nel dialogo Dante chiede a Casella come mai ci mise tanto a raggiungere la spiaggia dell’Antipurgatorio. Casella allora gli spiega che non si tratta di un torto subito ma l’angelo che ha il privilegio di scegliere le anime da traghettare non gli diede il passaggio questo perchè la giustizia divina attende che sia trascorso il tempo necessario affinchè queste anime dimentichino gli interessi terreni. Quando Casella si trovò nell’Antipurgatorio l’angelo lo accolse con benevolenza ,si dirisse con le ali verso il punto in cui l’acqua del Tevere sfocia in mare.
Caronte e l’angelo nocchiero=
Dante dedica ampio spazio poetico all’apparizione miracolosa dell’angelo che conduce la navicella degli spiriti. Il personaggio è infatti una figura di straordinaria bellezza e sacralità.perchè da lui il poeta inizia la conoscenza diretta delle creature celesti. L’angelo riveste anche l’importante ruolo di traghettatore delle anime dalla vita terrena al mondo della salvezza eterna, e in questa funzione corrisponde al Caronte infernale, lui fa una predicazione nel lll canto dell’Inferno a Dante dove dice che il passaggio al regno dei morti dovrà avvenire in altro luogo e su un più agile vascello appunto fa riferimento alle anime del Purgatorio,quindi alla salvezza, naturalmente corrisponde in una situazione simmetrica ma capovolta dal punto di vista escatologico.

Anonimo ha detto...

Dante e Virgilio nel II canto vedono una luce rosseggiante che appare sulle acque del mare e si avvicina alla spiaggia. Virgilio chiede a Dante di inginocchiarsi e gli comunica che quello che sta arrivando è un angelo, il primo che incontrano nel purgatorio.
Appena l’angelo si avvicina, Dante abbassa gli occhi. Le anime vengono benedette dall’angelo e chiedono ai due poeti consiglio sulla via da intraprendere. Virgilio spiega che anch’essi non conoscono bene quel luogo, perché vi sono appena giunti, attraverso una via faticosa.
Le anime si accorgono che Dante è vivo e si meravigliano; tra queste in particolare una, Casella cerca di abbracciare Dante e gli spiega che anche se era morto qualche tempo prima, era giunto nel purgatorio in quel momento perché prima le anime vengono radunate alla foce del Tevere, dove l’angelo nocchiero le trasporta nella spiaggia del purgatorio. Dante chiede a Casella di confortarlo ed egli canta “Amor che ne la mente mi ragione”. Arriva Catone e li rimprovera per l’indugio. Le anime insieme ai poeti si dirigono verso la costa del monte, correndo come colombe spaventate da un improvviso rumore.
1) Coverchia=sovrasta; cerchia=ruota; Bilance= costellazione della Bilancia; Soverchia=diventa più lunga del giorno; Per troppa etate= con l’avanzare del giorno; Ratto= rapida; Il galeotto= l’angelo nocchiero; Officiali=ministri del cielo; Li argomenti umani= strumenti degli uomini; Vasello= barca; Pur descipto=descrizione; Sediero= sedevano; 'In exitu Isräel de Aegypto= Israele nell’uscita d’Egitto; Selvaggia parea del loco= sembrava inesperta del luogo;
Le saette conte=raggi infallibili; Gire= per andare; Per lo spirare= per lo stupore; Tragge la gente= accorono le persone; Novelle=novità;
Di calcar nessun si mostra schivo=nessuno si sottrae alla calca; S’affisar= si rivolsero; Ombre vane=ombre inconsistenti; Oltre mi pinsi= mi spinsi oltre;
Ma a te com' è tanta ora tolta?=ma come mai a te è stato sottratto tanto tempo?; Fu' da lui ricolto= sono stato accolto da lui; Però che=poiché;
Tutte mie doglie=tutti i miei affanni; Spogliarvi lo scoglio=liberarvi dal peccato; Maggior cura=preoccupazione maggiore
Masnada fresca=schiera di anime giunta da poco; Ne sa dove riesca=dal senza sapere dove vada; Men tosta=meno precipitosa.
2)Casella chiede a Dante come mai è nel Purgatorio se è vivo, ed egli spiega che a lui gli è possibile fare questo viaggio perché gli consente di ottenere la salvezza eterna dopo un adeguato periodo di espiazione nel purgatorio. Dante chiede a Casella come mai essendo morto già da un pezzo, sia arrivato li, solo in quel momento, ed egli risponde che l’angelo nocchiero imbarca le anime seguendo la volontà di Dio e non gli è stato fatto nessun torto.
3) Caronte nel III canto dell’inferno traghetta le anime dal fiume Acheronte fino all’altra sponda. Quando si accorge che Dante è vivo lo ammonisce a tornare indietro, però poi interviene Virgilio che gli spiega la loro condizione.

Concetta Russo