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mercoledì 28 gennaio 2009

CANTO I INFERNO

La trama in sequenze
VV.1-12
Dante nella selva oscura...
vv.13-60
vv.61-90
vv.91-111
vv.112-136

FIGURE RETORICHE SALIENTI

ES.Figura etimologica selva selvaggia (V.5)( Continuate)



GRIOLI CHARLIE


LA TRAMA IN SEQUENZE
La selva – vv. 1-12

Nel primo verso della “Divina Commedia” Dante spiega come la sua sia un'esperienza DRAMMATICA che riguarda tutta l'umanità, usando l'aggettivo "nostra" invece di "mia"; per lui la metà della vita di un individuo sono i 35 anni, poiché riteneva l'età media di un uomo essere di 70 anni ed essendo egli nato nel 1265 si può già capire che ci troviamo nel 1300. Il poeta pellegrino proteso alla difficile conquista della beatitudine si è perso in una selva oscura che rappresenta un momento difficile della vita del poeta. La diritta via invece rappresenta la via del bene mordellabeatiale e spirituale. Per il Dante-narratore è un vero dolore ricordare la durezza della selva selvaggia, intricata e difficile. Questa selva (ovvero il peccato) è così amara che la morte è una cosa appena peggiore (intesa come la dannazione). Dante non ricorda bene come ha fatto a smarrirsi, a causa di un torpore dei sensi che gli fece perdere la verace via.
Il colle illuminato dal sole – vv. 13-30
A un certo punto Dante arriva ai piedi di un colle, dove termina la selva, dietro il quale sta sorgendo il sole che calma un po' la sua inquietudine. La luce del sole simboleggia la Grazia divina, che illumina il cammino umano, quindi il colle simboleggia una via di salvezza. Dante si riposa un attimo e comincia la salita.
Le tre fiere – vv. 31-60
La salita è appena iniziata quando appare una lonza (lince) leggera e molto veloce coperta da una pelliccia maculata che intralcia la strada a Dante poiché lo ricaccia indietro. La lonza rappresenta la lussuria (indica Firenze). Dante non dice se questa lonza si avvicini o scappi e tronca questo discorso. E il tempo del mattino nel quale il sole saliva con quelle stelle che erano con lui al momento della Creazione: la prima costellazione è quella dell’Ariete, quindi era tempo dell’equinozio di primavera, momento che fa sperare a Dante di poter evitare la lonza, la fiera dalla pelle maculata. Ma la speranza è subito cancellata dall'apparizione di un leone, che pare andare incontro a Dante con la testa alta e affamato. Il leone viene indicato come simbolo di superbia(indica l’impero). Subito dopo appare una lupa. Essa avrebbe secondo Dante reso infelice la vita di molta gente e gli si avvicina con aspetto talmente spaventoso che Dante perde la speranza di raggiungere il colle. La lupa rappresenta l’avidità (la Chiesa). Dante si sente triste e sconfortato dalla bestia. La lupa si avvicina e respinge Dante nella selva del peccato.
Apparizione di Virgilio – vv. 61-99
Tornato nella selva a Dante appare davanti agli occhi una figura che impaurisce il poeta che gli chiede misericordia. Subito la figura gli risponde dicendo:“Non sono un uomo, ma uomo fui” e per presentarsi dice che i suoi genitori erano lombardi, che nacque al tempo di Cesare e visse sotto Augusto al tempo del paganesimo. Inoltre afferma :” Poeta fui e cantai del valente figlio di Anchise che venne da Troia dopo che quest’ultima venne incendiata”. Poi fa una domanda direttamente a Dante: “ Ma tu perché ritorni a tanta noia? Perché non sali il dilettoso monte ch’è principio e cagion di tutta gioia?. Dante ha riconosciuto il suo maestro e lo chiama per nome, vergognandosi un po' per la sua importanza: "Sei tu quel Virgilio e quella la fonte di tanto parlare come un fiume? Tu che sei l'onore e il lume degli altri poeti, fa' che mi valga il grande studio e amore che ho avuto per la tua opera: tu sei il mio maestro e il mio autore, sei l'unico dal quale presi quel bello stile che mi ha reso onore." Dopo Dante gli chiede se lo può aiutare con quella bestia che lo ha fatto tornare indietro. Virgilio allora indica a Dante che la lupa non fa passare nessuno a causa della sua natura malvagia.
Profezia del veltro – vv. 100-111
Il veltro indica il cane da caccia. Dante spiega che un cane da caccia farà morire la lupa cacciandola di città in città finché non l’avrà rimessa nell’inferno da dove Lucifero, l’angelo ribelle, la fece uscire.
Il viaggio nell’oltretomba – vv. 112-136
Virgilio consiglia a Dante di seguirlo in un viaggio nelle’oltretomba, dove tutto è eterno, a differenza del mondo dei vivi. Dante accetta di compiere il viaggio nel mondo dei dannati per sfuggire al male dell’oscura selva. Cosi i due si incamminano.


GIADA GIUFFRIDA

LA TRAMA IN SEQUENZE

Vv. 1-12 Dante è il protagonista del viaggio ma è il simbolo di tutta l’umanità del suo tempo.
All’età di 35 anni (punto di mezzo della vita umana) si smarrisce in una selva oscura, la selva rappresenta allegoricamente il peccato, ed è oscura perché non ha accolto la chiamata di Dio alla salvezza. Questa selva è così oscura e difficile da percorrere che Dante ripensandoci ha paura. Inoltre Dante non sa spiegare come vi è giunto, tanto era offuscato dal sonno, cioè dal peccato, quando ha abbandonato la via del bene.
Vv. 13-60 Quando Dante all’uscita della selva scorge un colle ( simbolo della faticosa ascesa verso il bene, dell’espiazione, della purificazione ) illuminato dal sole, comincia a sentirsi sicuro, come un naufrago sfuggito alla tempesta e approdato, ancora incredulo della propria salvezza, a riva.
Quando sta per raggiungere il colle, viene ostacolato da tre fiere: prima da una lonza ( che simboleggia la lussuria ), poi da un leone ( la superbia ) ed infine da una lonza ( l'avarizia ). Spaventato, indietreggia, e perdendo la speranza di poter arrivare alla vetta, decide di tornare verso la selva, verso la valle della perdizione.
Vv. 61-90 Ma improvvisamente appare un’ombra: è l’anima del poeta latino Virgilio ( simbolo della ragione ) che Dante ha sempre ammirato come proprio maestro e di cui ora invoca aiuto.
Vv. 91-111 Virgilio gli consiglia che, se vorrà raggiungere la salvezza eterna, dovrà seguire un altro percorso. Inoltre gli spiega che per vincere la lupa occorrerà un veltro ( cioè un cane da caccia che simboleggia la speranza ).
Vv. 112-136 Ora Virgilio condurrà Dante attraverso l’Inferno e il Purgatorio, per affidarlo poi a un’anima beata che lo guiderà in Paradiso: solo conoscendo il mondo ultraterreno egli potrà purificarsi e salvarsi. I due poeti iniziano così il loro viaggio.

FIGURE RETORICHE:
-paranomasia: vv. 5-35-93.
-metafora: vv. 20-60.
-similitudine: vv. 22-55.
-latinismi: vv. 65-67.
-perifrasi: v. 124.

RICCARDO SPADARO

La trama in sequenze:

Vv.1-2 La commedia si apre con un monologo del protagonista stesso ovvero Dante che all'età di 35 anni(punto di mezzo della vita umana di quell'epoca)si smarrisce in una selva oscura che rapprenta allegoricamente il simbolo del peccato che gli procura la perdita della coscienza e dei valori morali soprattutto a causa della morte della sua amata Beatrice.Inoltre questa selva gli appare così oscura che non riesce a percorrerla avendo smarrito la via del bene ed essendo anche assonnato spiritualmente.
Vv.13-60 All'uscita dalla selva oscura Dante scorge un colle in cui scorge i raggi del Sole simbolo di salvezza.Così incomincia la sua ascesa verso la cima nel quale cammino prova un senso di sicurezza come a un naufrago che sfuggito alla tempesta ancora e approdato ancora incredulo a riva;ma durante la sua salita incontra tre fiere che gli impediscono di salire:la lonza(che simboleggia la lussuria),il leone(che rappresenta la superbia) ed indine da una lonza(l'avarizia).Così spaventato da queste fiere indietreggia perdendo la speranza di poter arrivare alla vetta e ricade quindi nella selva oscura, simbolo del peccato.
Vv 61-90 Così disceso di nuovo nella selva oscura intravvede all'improvviso un'ombra che rappresenta l'anima del poeta Virgilio(simbolo della ragione) che è stato per Dante sempre un modello per le sue opere e così dopo averlo riconosciuto chiede il suo aiuto per salire il colle e proteggerlo dalle fiere.
Vv 91-111 Virgilio gli consiglia che se vorrà riuscere a intraprendere la retta via dovrà prendere un'altra strada fin quando non arriverà il veltro(un cane da caccia che simboleggia la speranza)che non farà altro che proteggerlo e ricacciarà la lupa nell'inferno.
Vv 112-136.Virgilio decide di accompagnare Dante nel nuovo viaggio che comprenderà l'inferno e il Purgatorio dove lo lascerà con un'anima più nobile della sua, essendo lui pagano e respinto dal Paradiso.Così i due cominciano il loro viaggio.

STEFANO CONTI NIBALI

LA TRAMA IN SEQUENZE

VV 1-12 DanteA trentacinque anni, si ritrova in una selva oscura, simbolo del peccato, avendo smarrito la diritta via. Questa selva è difficile da attraversare e il poeta prova molta paura al solo ricordo. Inoltre Dante non sa spiegare come vi è giunto, egli vuole evidenziare il fatto che è molto facile cadere nel peccato a causa del sonno della ragione, e molto spesso ciò avviene senza consapevolezza.
VV 13-60 Dante crede di potersi salvare salendo sul colle illuminato dal sole ( questo rappresenta la virtù e la Grazia divina) la vista di questo suscita in Dante una sensazione di sollievo che si contrappone all’angoscia provata durante la notte. Mentre il poeta inizia a salire sul colle, tre fiere lo ostacolano. Le tre fiere sono la lonza, il leone e la lupa che rappresentano la lussuria, la superbia e l’avarizia. Perduta la speranza di raggiungere la vetta, il poeta è risospinto nella valle della perdizione.
VV 61-90 Mentre Dante sta per ripiombare nel peccato, interviene Virgilio, simbolo della ragione al quale chiede aiuto per evitare la lupa.
VV 91-111 Virgilio spiega a Dante che non può salire il colle e lo invita al viaggio verso l’oltretomba e solo con l’aiuto del veltro la lupa sarà sconfitta.
VV 112-136 Virgilio precisa il suo ruolo di guida: egli potrà accompagnare il pellegrino attraverso l’inferno e il purgatorio, ma non potrà accedere al paradiso in quanto non è battezzato. Beatrice, che simboleggia la teologia, sarà la guida di Dante fin dal paradiso terrestre.

CONCETTA RUSSO

Nei primi versi della Divina Commedia (vv.1-12) CHE FUNGE DA PROLOGO ALL'INTERO POEMA ,Dante si ritrova in una selva oscura (che rappresenta il peccato) all’età di 35 anni e usa l’aggettivo nostra perché è il simbolo di tutta l’umanità. Dante avendo perso la via del bene, quella che porta a Dio, ha paura di questa selva da affrontare e gli sembra ancor più scura e difficile da affrontare.
Nei versi 13-60 Dante arriva ai piedi di un colle e pensa di salvarsi salendo sul colle, ma mentre inizia a scalare il monte è ostacolato da tre fiere che rappresentano tre peccati: la lonza rappresenta la lussuria, il leone la superbia,e , la lupa l’avarizia. Esse provocano molta paura in Dante che precipitò nuovamente nella selva del peccato.
Nei versi 61-90 Dante vede un’ombra che è l’anima di Virgilio e gli chiede aiuto per poter evitare le tre fiere.
Nei versi 91-111 c’è un dialogo tra Dante e Virgilio che gli dice di intraprendere un viaggio diverso da quello del colle, ovvero un viaggio nell’oltretomba e grazie al veltro potrà sconfiggere la lupa.
Nei versi 112-136 Virgilio decide di accompagnare Dante nell’inferno e nel purgatorio, e in paradiso sarà affidato a Beatrice, perché lui non può accedere al paradiso dato che non è stato battezzato.
Le figure retoriche salienti sono: paronomasia (vv 5-35-93); metafora (vv 20-60); similitudine (vv 22-55); latinismi (vv 65-67); perifrasi (v 124).

SANDRO DELPOPOLO

Salve prof
le riporto le mie risposte:

1)Le sequenze sono 5:

Vv 1-12:Dante,a metà della sua vita,si ritrovò a vagare nel buio essendosi perso e non ricorda come si è smarrito.

Vv 13-60:Egli uscito dalla selva si ritrova su un colle dove sta per sorgere il sole,e ciò lo rassicura. Successivamente viene però ostacolato da una lonza(che rappresenta la lussuria),da un leone(rappresenta la superbia per la sua forza) e da una lupa(rappresentante l'avidità).Proprio quest'ultima respinge Dante nuovamente nella selva oscura.

oVv 61-90:In questa selva Dante incontra Virgilio,maestro di stile e guida del viaggio, oltre che simbolon della ragione umana il quale spiegache l'ostacolo della lupa potrà essere sconfitta solo col "veltro".

Vv 91-111:Virgilio spiega inoltre a Dante che dovrà percorrere un'altra strada per giungere in paradiso.

Vv 112 a 136:Annuncio e inizio dell'itinerario oltremondano..

2)Come figure retoriche,in questo primo canto troviamo:
La figura etimologica selva selvaggia v.5
La similitudine naufrago/Dante vv.22-27
La similitudine avaro/Dante vv.55-60
La sinestesia 'l sol tace v.60
Il chiasmo Non omo,omo già fui
tre paronomasia nei versi 5-35-93
due metafore nei versi 19 e 60
una perifrasi nel verso 125.




13 commenti:

GIADA GIUFFRIDA ha detto...

LA TRAMA IN SEQUENZE

Vv. 1-12 Dante è il protagonista del viaggio ma è il simbolo di tutta l’umanità del suo tempo.
All’età di 35 anni (punto di mezzo della vita umana) si smarrisce in una selva oscura, la selva rappresenta allegoricamente il peccato, ed è oscura perché non ha accolto la chiamata di Dio alla salvezza. Questa selva è così oscura e difficile da percorrere che Dante ripensandoci ha paura. Inoltre Dante non sa spiegare come vi è giunto, tanto era offuscato dal sonno, cioè dal paccato, quando ha abbandonato la via del bene.
Vv. 13-60 Quando Dante all’uscita della selva scorge un colle ( simbolo della faticosa ascesa verso il bene, dell’espiazione, della purificazione ) illuminato dal sole, comincia a sentirsi sicuro, come un naufrago sfuggito alla tempesta e approdato, ancora incredulo della propria salvezza, a riva.
Quando sta per raggiungere il colle, viene ostacolato da tre fiere: prima da una lonza ( che simboleggia la lussuria ), poi da un leone ( la superbia ) ed infine da una lonza ( la varizia ). Spaventato, indietreggia, e perdendo la speranza di poter arrivare alla vetta, decide di tornare verso la selva, verso la valle della perdizione.
Vv. 61-90 Ma improvvisamente appare un’ombra: è l’anima del poeta latino Virgilio ( simbolo della ragione ) che Dante ha sempre ammirato come proprio maestro e di cui ora invoca aiuto.
Vv. 91-111 Virgilio gli consiglia che, se vorrà raggiungere la salvezza eterna, dovrà seguire un altro percorso. Inoltre gli spiega che per vincere la lupa occorrerà un veltro ( cioè un cane da caccia che simboleggia la speranza ).
Vv. 112-136 Ora Virgilio condurrà Dante attraverso l’Inferno e il Purgatorio, per affidarlo poi a un’anima beata che lo guiderà in Paradiso: solo conoscendo il mondo ultraterreno egli potrà purificarsi e salvarsi. I due poeti iniziano così il loro viaggio.

FIGURE RETORICE:
-paranomasia: vv. 5-35-93.
-metafora: vv. 20-60.
-similitudine: vv. 22-55.
-latinismi: vv. 65-67.
-perifrasi: v. 124.

Anonimo ha detto...

LA TRAMA IN SEQUENZE
La selva – vv. 1-12
Nel primo verso della “Divina Commedia” Dante spiega come la sua sia un'esperienza collettiva, usando l'aggettivo nostra invece di mia; per lui la metà della vita di un individuo sono i 35 anni, poiché riteneva l'età media di un uomo essere di 70 anni ed essendo egli nato nel 1265 si può già capire come ci troviamo nel 1300. Il poeta si è perso in una selva oscura che rappresenta un momento difficile della vita del poeta. La diritta via invece rappresenta la via del bene morale e spirituale. Per il Dante-narratore è un vero dolore ricordare la durezza della selva selvaggia, intricata e difficile. Questa selva (ovvero il peccato) era così amara che la morte è una cosa appena peggiore (intesa come la dannazione). Dante non ricorda bene come ha fatto a smarrirsi, a causa di un torpore dei sensi che gli fece perdere la verace via.
Il colle illuminato dal sole – vv. 13-30
A un certo punto Dante arriva ai piedi di un colle, dove termina la selva, dietro il quale sta sorgendo il sole che calma un po' la sua inquietudine. La luce del sole simboleggia la Grazia divina, che illumina il cammino umano, quindi il colle simboleggia una via di salvezza. Dante si riposa un attimo e comincia la salita.
Le tre fiere – vv. 31-60
La salita è appena iniziata quando appare una lonza (lince) leggera e molto veloce coperta da una pelliccia maculata che intralcia la strada a Dante poiché lo ricaccia indietro. La lonza rappresenta la lussuria (indica Firenze). Dante non dice se questa lonza si avvicini o scappi e tronca questo discorso. E il tempo del mattino nel quale il sole saliva con quelle stelle che erano con lui al momento della Creazione: la prima costellazione è quella dell’Ariete, quindi era tempo dell’equinozio di primavera, momento che fa sperare a Dante di poter evitare la lonza, la fiera dalla pelle maculata. Ma la speranza è subito cancellata dall'apparizione di un leone, che pare andare incontro a Dante con la testa alta e affamato. Il leone viene indicato come simbolo di superbia(indica l’impero). Subito dopo appare una lupa. Essa avrebbe secondo Dante reso infelice la vita di molta gente e gli si avvicina con aspetto talmente spaventoso che Dante perde la speranza di raggiungere il colle. La lupa rappresenta l’avidità (la Chiesa). Dante si sente triste e sconfortato dalla bestia. La lupa si avvicina e respinge Dante nella selva del peccato.
Apparizione di Virgilio – vv. 61-99
Tornato nella selva a Dante appare davanti agli occhi una figura che impaurisce il poeta che gli chiede misericordia. Subito la figura gli risponde dicendo:“Non sono un uomo, ma uomo fui” e per presentarsi dice che i suoi genitori erano lombardi, che nacque al tempo di Cesare e visse sotto Augusto al tempo del paganesimo. Inoltre afferma :” Poeta fui e cantai del valente figlio di Anchise che venne da Troia dopo che quest’ultima venne incendiata”. Poi fa una domanda direttamente a Dante: “ Ma tu perché ritorni a tanta noia? Perché non sali il dilettoso monte ch’è principio e cagion di tutta gioia?. Dante ha riconosciuto il suo maestro e lo chiama per nome, vergognandosi un po' per la sua importanza: "Sei tu quel Virgilio e quella la fonte di tanto parlare come un fiume? Tu che sei l'onore e il lume degli altri poeti, fa' che mi valga il grande studio e amore che ho avuto per la tua opera: tu sei il mio maestro e il mio autore, sei l'unico dal quale presi quel bello stile che mi ha reso onore." Dopo Dante gli chiede se lo può aiutare con quella bestia che lo ha fatto tornare indietro. Virgilio allora indica a Dante che la lupa non fa passare nessuno a causa della sua natura malvagia.
Profezia del veltro – vv. 100-111
Il veltro indica il cane da caccia. Dante spiega che un cane da caccia farà morire la lupa cacciandola di città in città finché non l’avrà rimessa nell’inferno da dove Lucifero, l’angelo ribelle, la fece uscire.
Il viaggio nell’oltretomba – vv. 112-136
Virgilio consiglia a Dante di seguirlo in un viaggio nelle’oltretomba, dove tutto è eterno, a differenza del mondo dei vivi. Dante accetta di compiere il viaggio nel mondo dei dannati per sfuggire al male dell’oscura selva. Cosi i due si incamminano.

GRIOLI CHARLIE III E

Anonimo ha detto...

La trama in sequenze:

Vv.1-2 La commedia si apre con un monologo del protagonista stesso ovvero Dante che all'età di 35 anni(punto di mezzo della vita umana di quell'epoca)si smarrisce in una selva oscura che rappresnta allegoricamente il simbolo del peccato che gli procura la perdita della coscienza e dei valori morali soprattutto a causa della morte della sua amata Beatrice.Inoltre questa selva appare così oscura ad esso che non riesce a percorrerla avendo smarrito la via del bene ed essendo anche assonnato spiritualmente.
Vv.13-60All'uscita dalla selva oscura dante scorge un colle in cui scorge i raggi del Sole simbolo di salvezza.Così incomincia la sua ascesa verso la cima nel quale cammino prova un senso di sicurezza come a un naufrago che sfuggito alla tempesta ancora e approdato ancora incredulo a riva;ma durante la sua salita incontra tre fiere che gli impediscono di salire:la lonza(che simboleggia la lussuria),il leone(che rappresenta la superbia) ed indine da una lonza( l'avarizia).Così spaventato da queste fiere indietreggia perdendo la speranza di poter arrivare alla vetta e ricade quindi nella selva oscura,simbolo del peccato.
Vv 61-90 Così disceso di nuovo nella selva oscura intravede all'improvviso un'ombra che rappresnta l'anima del poeta Virgilio(simbolo della ragione)che è stato per Dante sempre un emblema per le sue opere e così dopo averlo riconosciuto gli chiede il suo aiuto per salire il colle e proteggerlo dalle fiere.
Vv 91-111 Virgilio gli consiglia che se vorrà riuscere a intraprendere la retta via dovrà prendere un'altra strada fin quando non arriverà il veltro(un cane da caccia che simboleggia la speranza)che non farà altro che proteggerlo e ricacciare la lupa nell'inferno.
Vv 112-136.Virgilio decide di accompagnare Dante nel nuovo viaggio che comprenderà l'inferno e il Purgatorio dove lo lascerà con un'anima più nobile della sue,essendo lui pagano e respinto dal Paradiso.Così i deu cominciano il loro viaggio.
SPADARO RICCARDO III E

Anonimo ha detto...

LA TRAMA IN SEQUENZE

VV 1-12 Dante ha trentacinque anni, quando si ritrova in una selva oscura, simbolo del peccato, avendo smarrito la diritta via. Questa selva è difficile da attraversare e il poeta prova molta paura al solo ricordo. Inoltre Dante non sa spiegare come vi è giunto, egli vuole evidenziare il fatto che è molto facile cadere nel peccato a causa del sonno della ragione, e molto spesso ciò avviene senza consapevolezza.
VV 13-60 Dante crede di potersi salvare salendo sul colle illuminato dal sole ( questo rappresenta la virtù e la Grazia divina) la vista di questo suscita in Dante una sensazione di sollievo che si contrappone all’angoscia provata durante la notte. Mentre il poeta inizia a salire sul colle, tre fiere lo ostacolano. Le tre fiere sono la lonza, il leone e la lupa che rappresentano la lussuria, la superbia e l’avarizia. Perduta la speranza di raggiungere la vetta, il poeta è risospinto nella valle della perdizione.
VV 61-90 Mentre Dante sta per ripiombare nel peccato, interviene Virgilio, simbolo della ragione al quale chiede aiuto per evitare la lupa.
VV 91-111 Virgilio spiega a Dante che non può salire il colle e lo invita al viaggio verso l’oltretomba e solo con l’aiuto del veltro la lupa sarà sconfitta.
VV 112-136 Virgilio precisa il suo ruolo di guida: egli potrà accompagnare il pellegrino attraverso l’inferno e il purgatorio, ma non potrà accedere al paradiso in quanto non è battezzato. Beatrice, che simboleggia la teologia, sarà la guida di Dante fin dal paradiso terrestre.

STEFANO CONTI NIBALI III E

Sandro ha detto...

Salve prof
le riporto le mie risposte:

1)Le sequenze sono 5:

Vv 1-12:Dante,a metà della sua vita,si ritrovò a vagare nel buio essendosi perso e non ricorda come si è smarrito.

Vv 13-60:Egli uscito dalla selva si ritrova su un colle dove sta per sorgere il sole,e ciò lo rassicura. Successivamente viene però ostacolato da una lonza(che rappresenta la lussuria),da un leone(rappresenta la superbia per la sua forza) e da una lupa(rappresentante l'avidità).Proprio quest'ultima respinge Dante nuovamente nella selva oscura.

Vv 61-90:In questa selva Dante incontra Virgilio,il quale spiega l'ostacolo della lupa che potrà essere sconfitta solo col "veltro".

Vv 91-111:Virgilio spiega inoltre a Dante che dovrà percorrere un'altra strada per giungere in paradiso.

Vv 112 a 136:Dante comincia il viaggio nell'oltretomba.

2)Come figure retoriche,in questo primo canto troviamo:
tre paronomasia nei versi 5-35-93
due similitudini nei versi 22 e55
due metafore nei versi 19 e 60
una perifrasi nel verso 125.

Anonimo ha detto...

Nei primi versi della Divina Commedia (vv.1-12) Dante si ritrova in una selva oscura (che rappresenta il peccato) all’età di 35 anni e usa l’aggettivo nostra perché non parla solo di se ma di tutta l’umanità. Dante avendo perso la via del bene, quella che porta a Dio, ha paura di questa selva da affrontare e gli sembra ancor più scura difficile da affrontare.
Nei versi 13-60 Dante arriva ai piedi di un colle e pensa di salvarsi salendo sul colle, ma mentre inizia a scalare il monte è ostacolato da tre fiere che rappresentano tre peccati: la lonza rappresenta la lussuria, il leone la superbia,e , la lupa l’avarizia. Esse provocano molta paura in Dante che precipitò nuovamente nella selva del peccato.
Nei versi 61-90 Dante vede un’ombra che è l’anima di Virgilio e gli chiede aiuto per poter evitare le tre fiere.
Nei versi 91-111 c’è un dialogo tra Dante e Virgilio che gli dice di fare un viaggio diverso da quello del colle, ovvero un viaggio nell’oltretomba e grazie al veltro potrà sconfiggere la lupa.
Nei versi 112-136 Virgilio decide di accompagnare Dante nell’inferno e nel purgatorio, e in paradiso sarà affidato a Beatrice, perché lui non può accedere al paradiso perché non è stato battezzato.
Le figure retoriche salienti sono: paronomasia (vv 5-35-93); metafora (vv 20-60); similitudine (vv 22-55); latinismi (vv 65-67); perifrasi (v 124).


Concetta Russo III E

Giuseppe Longo ha detto...

Vv. 1-12 Dante si ritrova, a metà della sua vita (35 anni) in una selva oscura, la quale rappresenta il peccato, provando orrore e timore poichè egli aveva smarrito la via, ma non si era accorto di esservi entrato perchè il suo animo era assonnato e intorpidito quanto il poerta aveva abbandonato la retta via.
Vv. 13-60 Il poeta, giunto al limite della selva, scorge un colle illuminato dal sole e crede di aver trovato la strada della salvezza. Dante si sente sicuro, infatti il testo ci porta una similitudine che lo paragona a un naufrago sfuggito alla tempesta che perviene a riva incredulo. Proprio mentre inizia la salita gli si presenta davanti una lonza (simbolo di lussuria) che gli sbarra il cammino. Il momento favorevole dell'ora e della stagione primaverile sembra incoraggiare il poeta che continua a camminare per raggiungere la sommità del colle, ma ancora una volta egli viene ostacolato dall'apparizione di un leone (simbolo di superbia) e poi di una lupa (simbolo di avidità). Egli allora decide di tornare indietro verso la selva.
Vv. 61-90 Mentre retrocede verso la selva incontra Virgilio, il poeta latino autore dell'Eneide molto amato e ammirato da Dante.
Vv. 91-111 Virgilio lo esorta ad incamminarsi per una via diversa perchè la lupa fa morire tutti e può essere uccisa solo da un veltro, un cane da caccia.
Vv. 112-136 Virgilio si offre di guardarlo nel viaggio attraverso l'Inferno e il Purgatorio, poi per il Paradiso si farà sostituire da un'anima più degna, Beatrice, poichè egli non fu cristiano. Dante accetta la proposta e i due poeti si incamminano.

GIUSEPPE LONGO III E

Giuseppe Longo ha detto...

Vv. 1-12 Dante si ritrova, a metà della sua vita (35 anni) in una selva oscura, la quale rappresenta il peccato, provando orrore e timore poichè egli aveva smarrito la via, ma non si era accorto di esservi entrato perchè il suo animo era assonnato e intorpidito quanto il poerta aveva abbandonato la retta via.
Vv. 13-60 Il poeta, giunto al limite della selva, scorge un colle illuminato dal sole e crede di aver trovato la strada della salvezza. Dante si sente sicuro, infatti il testo ci porta una similitudine che lo paragona a un naufrago sfuggito alla tempesta che perviene a riva incredulo. Proprio mentre inizia la salita gli si presenta davanti una lonza (simbolo di lussuria) che gli sbarra il cammino. Il momento favorevole dell'ora e della stagione primaverile sembra incoraggiare il poeta che continua a camminare per raggiungere la sommità del colle, ma ancora una volta egli viene ostacolato dall'apparizione di un leone (simbolo di superbia) e poi di una lupa (simbolo di avidità). Egli allora decide di tornare indietro verso la selva.
Vv. 61-90 Mentre retrocede verso la selva incontra Virgilio, il poeta latino autore dell'Eneide molto amato e ammirato da Dante.
Vv. 91-111 Virgilio lo esorta ad incamminarsi per una via diversa perchè la lupa fa morire tutti e può essere uccisa solo da un veltro, un cane da caccia.
Vv. 112-136 Virgilio si offre di guardarlo nel viaggio attraverso l'Inferno e il Purgatorio, poi per il Paradiso si farà sostituire da un'anima più degna, Beatrice, poichè egli non fu cristiano. Dante accetta la proposta e i due poeti si incamminano.

GIUSEPPE LONGO III E

Anonimo ha detto...

Canto I
Smarrimento nella selva – versi 1-12
Dante disse che la vita media degli uomini era di 70 anni e poiché nacque nel 1265 il viaggio iniziò nel 1300. Egli si ritrova in una selva oscura che raffigura il buio della coscienza caduta nel peccato. Il peccato non è solo di Dante ma di tutta la società del suo tempo. La “diritta via” invece per il poeta rappresenta la via che guida l’uomo a Dio. Egli disse che si ritrovò in questa selva, in seguito alla perdita di sensi.
Il colle illuminato dal sole – versi 13-30
Dante arrivato in un colle, vide il sole sorgere e ciò lo tranquillizzò. Il sole rappresenta la Grazia di Dio.
Le tre fiere – versi 31-60
Egli cominciata la salita del colle, incontra davanti a sé una lonza che ostacola il suo cammino poiché lo fa ritornare indietro. All’alba del giorno dopo egli incontra sul suo cammino un leone che si dirige verso di lui con rabbiosa fame: successivamente incontra una lupa che provocò in Dante un senso di sgomento, tanto da farlo tornare nella selva oscura.
Incontro con Virgilio – versi 61-99
Dante ritornato nella selva oscura vide davanti a sé un ombra che lo spaventò tanto da chiedergli clemenza. Questa figura gli risponde dicendo : “ Non sono un uomo , ma uomo già fui. Nacqui al tempo di Cesare e vissi sotto Augusto quando ancora vi era il paganesimo. Io fui un poeta, e cantai del figlio di Anchise che venne a Roma dopo che Troia fu bruciata. Ma tu perché ritorni a tanta noia? “ E dante rispose quasi vergognandosi : “ Ma sei proprio tu il famoso Virgilio che spandi cosi largo fiume di eloquenza poetica? Tu sei il mio maestro e mio autore per eccellenza, tu sei colui da cui appresi lo stile che mi ha portato tanta fama e onore”. Poi Dante gli chiese come potesse evitare la lupa che era sul colle, e Virgilio gli rispose dicendo che si comportava crudelmente a causa della sua malvagità.
Il veltro – versi 100-111
Dante spiega che ci sarà un uomo in grado di sconfiggere la lupa cacciandola di città in città fino a portarla all’inferno da dove era fuggita.
Il viaggio nell’oltretomba – versi 112-136
Virgilio invita Dante a intraprendere il viaggio nell’oltretomba. Dante accetta poiché voleva fuggire dai pericoli della selva oscura.

Bonaccorsi Rosario III E

Anonimo ha detto...

Versi: 1-12

Dante descrive il suo cammino, smarrendosi in una selva oscura, che rappresenta il peccato in cui il poeta è caduto. In questi versi, egli rappresenta l'intera umanità.
Afferma cheil cammino da intraprendere è difficile e arduo, ma fondamentale per poter raggiungere la salvezza.

Versi: 13-60

Inizia la sua salita per sfuggire dal peccato.Durante la sua salita, intravede un colle illuminato dal sole, che rappresenta la Grazia Divina, ciò suscita nell'animo del poeta una sensazione di sollievo.Camminando, incontra il primo ostacolo, la lonza, che rappresenta la lussuria, essa fa sì che Dante decida di interrompere ilsuo cammino.
Successivamente incontra il secondo ostacolo, il lupo, che rappresenta la superbia, peccato tipico dei nobili, ed a questo proposito esso viene raffigurato con la testa alta. Il terzo ostacolo è la lupa, che rappresenta l'avariia, essa è la più temibile socialmente, perchè il troppo desiderio di denaro, molte volte provoca violenze sociali.

Versi: 61-90

Dante incontra Virgilio,simbolo della ragione.Virgilio si presenta e descrive le sue origini, facendo anche riferimenti ai poemi che lo hanno reso famoso.
In questi versi il sommo poeta incita Dante ad andare avanti verso la strada della salveza spirituale, cercando di rafforzare la sua volontà. Si nota in Dante una sorta di riverenza nei confronti di Virgilio, lo descrive come : maestro di cultura,di vita morale, di poesia.

Versi: 91-111

Virgilio spiega a Dante che la lupa impedisce il suo viaggio e quindi lo invita ad intraprendere una strada diversa, quella dell'oltretomba.
In questi versi si parla del Veltro, che allegoricamente significa speranza, ma letteralmente significa cane da caccia.Virgilio dice che il veltro nn sarà avido nè di denaro nè di domini territoriali,ma di sapienza e d'amore, e la sua nascita avverrà tra panni poveri.

Versi: 112-136

Virgilio rassicura Dante, dicendogli che sarà Beatrisce ad accompagnarlo al paradiso.

FIGURE RETORICHE
1) Paranomasia: v.5 v.36

2) Similituine : v.22 ( paragone con un navigante durante una tempesta) v.55 (giocatore che vince facilmente)

3) Metafora : v.20 v.60

-In questo canto sono presenti diversi latinismi e provenzalismi, utilizzati sia da Dante che da Virgilio.



Rossana Zagami III E

Anonimo ha detto...

Canto I
Smarrimento nella selva – versi 1-12
Dante disse che la vita media degli uomini era di 70 anni e poiché nacque nel 1265 il viaggio iniziò nel 1300. Egli si ritrova in una selva oscura che raffigura il buio della coscienza caduta nel peccato. Il peccato non è solo di Dante ma di tutta la società del suo tempo. La “diritta via” invece per il poeta rappresenta la via che guida l’uomo a Dio. Egli disse che si ritrovò in questa selva, in seguito alla perdita di sensi.
Il colle illuminato dal sole – versi 13-30
Dante arrivato in un colle, vide il sole sorgere e ciò lo tranquillizzò. Il sole rappresenta la Grazia di Dio.
Le tre fiere – versi 31-60
Egli cominciata la salita del colle, incontra davanti a sé una lonza che ostacola il suo cammino poiché lo fa ritornare indietro. All’alba del giorno dopo egli incontra sul suo cammino un leone che si dirige verso di lui con rabbiosa fame: successivamente incontra una lupa che provocò in Dante un senso di sgomento, tanto da farlo tornare nella selva oscura.
Incontro con Virgilio – versi 61-99
Dante ritornato nella selva oscura vide davanti a sé un ombra che lo spaventò tanto da chiedergli clemenza. Questa figura gli risponde dicendo : “ Non sono un uomo , ma uomo già fui. Nacqui al tempo di Cesare e vissi sotto Augusto quando ancora vi era il paganesimo. Io fui un poeta, e cantai del figlio di Anchise che venne a Roma dopo che Troia fu bruciata. Ma tu perché ritorni a tanta noia? “ E dante rispose quasi vergognandosi : “ Ma sei proprio tu il famoso Virgilio che spandi cosi largo fiume di eloquenza poetica? Tu sei il mio maestro e mio autore per eccellenza, tu sei colui da cui appresi lo stile che mi ha portato tanta fama e onore”. Poi Dante gli chiese come potesse evitare la lupa che era sul colle, e Virgilio gli rispose dicendo che si comportava crudelmente a causa della sua malvagità.
Il veltro – versi 100-111
Dante spiega che ci sarà un uomo in grado di sconfiggere la lupa cacciandola di città in città fino a portarla all’inferno da dove era fuggita.
Il viaggio nell’oltretomba – versi 112-136
Virgilio invita Dante a intraprendere il viaggio nell’oltretomba. Dante accetta poiché voleva fuggire dai pericoli della selva oscura.
Bonaccorsi Rosario III E

Giuseppe Longo ha detto...

Vv. 1-12 Dante si ritrova, a metà della sua vita (35 anni) in una selva oscura, la quale rappresenta il peccato, provando orrore e timore poichè egli aveva smarrito la via, ma non si era accorto di esservi entrato perchè il suo animo era assonnato e intorpidito quanto il poerta aveva abbandonato la retta via.
Vv. 13-60 Il poeta, giunto al limite della selva, scorge un colle illuminato dal sole e crede di aver trovato la strada della salvezza. Dante si sente sicuro, infatti il testo ci porta una similitudine che lo paragona a un naufrago sfuggito alla tempesta che perviene a riva incredulo. Proprio mentre inizia la salita gli si presenta davanti una lonza (simbolo di lussuria) che gli sbarra il cammino. Il momento favorevole dell'ora e della stagione primaverile sembra incoraggiare il poeta che continua a camminare per raggiungere la sommità del colle, ma ancora una volta egli viene ostacolato dall'apparizione di un leone (simbolo di superbia) e poi di una lupa (simbolo di avidità). Egli allora decide di tornare indietro verso la selva.
Vv. 61-90 Mentre retrocede verso la selva incontra Virgilio, il poeta latino autore dell'Eneide molto amato e ammirato da Dante.
Vv. 91-111 Virgilio lo esorta ad incamminarsi per una via diversa perchè la lupa fa morire tutti e può essere uccisa solo da un veltro, un cane da caccia.
Vv. 112-136 Virgilio si offre di guardarlo nel viaggio attraverso l'Inferno e il Purgatorio, poi per il Paradiso si farà sostituire da un'anima più degna, Beatrice, poichè egli non fu cristiano. Dante accetta la proposta e i due poeti si incamminano.

GIUSEPPE LONGO III E

Anonimo ha detto...

1-12: I primi versi della Divina Commedia fanno da prologo a tutto il poema.
Dante si ritrova in una selva oscura (selva oscura=peccato) all’età di 35 anni, quindi considerando che la vita media nel 1300 era di 70 anni, “nel mezzo del cammin di nostra vita[…]”, egli usa l’aggettivo “nostra” perché vuole rappresentare tutta l’umanità.
Dante ha perso la via del bene e la vista di questa selva gli mette paura.
13-60: uscendo dalla selva vede un colle, che rappresenta la salvezza, pensa di salvarsi salendo, ma mentre inizia a scalare il colle incontra la lonza, che rappresenta la lussuria, il leone la superbia,e la lupa l’avarizia. Alla loro vista la paura in Dante aumenta che è tentato di tornare indietro. 61-90: Dopo le tre fiere,Dante incontra un’ombra che, dopo averlo intimorito, capisce che è l’anima di Virgilio e gli chiede aiuto per poter evitare le tre fiere.
91-111: incontriamo poi un dialogo tra Dante e Virgilio che lo invita ad intraprendere un viaggio nell’oltretomba e gli dice che grazie al veltro potrà sconfiggere la lupa.
112-136: Virgilio, in seguito, decide di accompagnare Dante nell’Inferno e nel Purgatorio, e in Paradiso, avendo Virgilio portato a termine il suo compito, lo affiderà a un’anima ben più degna di lui a compiere quel viaggio:sarà affidato a Beatrice.
Nella lettura del I canto incontriamo delle figure retoriche, quali: paronomasia (versi 5,35 e 93); metafora (versi 20 e 60); similitudine (versi 22 e 55); latinismi (versi 65 e 67); perifrasi (verso 124).