Siamo su Dienneti

lunedì 10 marzo 2008

In morte del fratello Giovanni



Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.

La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.

Analisi del testo

Carme 101 di Catullo


Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam alloquerer cinerem,
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum,
heu misere indigne frater adempte mihi,
nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frater, ave atque vale.


Ho viaggiato tra molti popoli e su molti mari
e giungo qui, fratello, per donarti queste misere cose
in offerta come ultimo dono di morte
e per parlare invano alla muta cenere,
poiché la sorte mi ha strappato proprio te,
oh povero fratello toltomi ingiustamente,
ora tuttavia ricevi queste offerte, come triste dono
portate secondo il culto degli antenati,
grondanti di molto pianto fraterno,
e per sempre, fratello, addio.

Confronto e produzione

Provate a individuare i punti di contatto e le differenze fra i due componimenti .

CONCETTA RUSSO II E

Ugo Foscolo prendendo spunto dalla morte del fratello minore Giovanni, suicida per un debito di gioco, scrisse il sonetto “In morte del fratello Giovanni” per meditare sulla sua esistenza per la quale vedeva come uniche prospettive la morte e l’esilio. Questa lirica si apre con la speranza del poeta di poter visitare un giorno la tomba del fratello, ma la speranza, appare lontana e irrealizzabile a causa dell’esilio. Nella seconda quartina l’attenzione si sposta sulla madre che parla invano con il figlio morto del poeta vivo anche se lontano è il desiderio di abbracciare i suoi famigliari e si traduce metaforicamente nel gesto di protendere le braccia. Nella condizione precaria dell'esule,il ricongiungimento con la madre e con la terra natale è l'unico punto fermo , l'unica certezza che può vincere l'angoscia del poeta a cui non resta che un’unica speranza oltre quella di trovar pace nella morte, e cioè che un giorno le sue ossa possano essere restituite alla madre. Il sonetto, che si era aperto con i temi dell’esilio e della morte, si conclude con la ripresa degli stessi motivi.
Il “Carme 101” di Catullo ha in comune con la lirica di Foscolo il tema della morte del proprio fratello in occasione di una visita alla sua tomba mentre a Foscolo non è concesso questo perché è in esilio in terre straniere. In Catullo non troviamo la figura della madre che nel sonetto di Foscolo rappresenta l'anello di congiunzione del nucleo fsamiliare. Il ritorno impossibile sstesso, una sepoltura lacrimata, in modo che la sua memoria resti viva presso le coscienze dei suoi parenti più cari.
Foscolo nello scrivere questa poesia emula “Il carme 101” di Catullo.
Il tema
i attua nella morte, cioè nell'illusione di un ritorno al petto della madre.
CARMELO BUCALO
In morte del fratello Giovanni" è un sonetto composto nel 1803 da Ugo Foscolo. Giovanni, era il fratello minore, morto suicida nel 1801 a causa di un debito di gioco. L'opera si apre con la speranza del poeta di poter visitare, un giorno, la tomba del fratello, ma come lui ben sa l'esilio la farà apparire immediatamente lontana e del tutto irrealizzabile. Successivamente, Foscolo sposterà il suo pensiero sulla madre, figura tragica e maestosa, alla quale è affidata la ricomposizione familiare. Infatti, dal momento che il poeta si trova in esilio e inutilmente tende le braccia verso la sua terra, l'unico punto fermo, è la speranza che almeno dopo la morte un giorno le sue ossa possano rientrare in patria. . Dalla struttura del sonetto inoltre possiamo capire come Foscolo riesce nei versi finali a ritornare ai temi iniziali in modo circolare riuscendo a dare un perfetto equilibrio alla composizione.
Il "carme 101", di Catullo poeta latino, è stato scritto in occasione di una visita del poeta al fratello, non per niente Foscolo rileggendolo prese spunto da questa opera. Dunque in entrambe le liriche il tema principale è la morte del fratello, ma mentre Catullo compone il carme 101 spinto da questa visita Foscolo non riesce perchè costretto dall'esilio in terra straniera. Inoltre nel carme 101 non ritroviamo la figura della madre.
CHARLIE GRIOLI

Ugo Foscolo scrive “ In morte del fratello Giovanni” nel 1803 in seguito alla morte misteriosa del fratello Giovanni. La lirica infatti si apre con il poeta che esprime le sue riflessioni sulla triste morte del fratello , ma spera di poter un giorno visitare il luogo in cui è seppellito. Analizzando attentamente il testo si può vedere come Foscolo si sia ispirato al carme 101 di Catullo, dove il poeta parla da una parte della sua visita alla lontana tomba del fratello e , dall’altra dello sgomento che prova nel parlare con le sue “mute ceneri”. Tra le due poesie si possono notare affinità come delle differenze. Per esempio una delle affinità è che in tutte e due le opere si affrontano temi come la morte del fratello e l’esilio. Una delle differenze invece è che mentre il poeta latino riesce a giungere presso la tomba del fratello, seppur dopo molte difficoltà, Foscolo non ha questa possibilità in quanto la sua situazione non gli permette di rientrare a Venezia.Il ritorno , impossibile nella vita, cioè nella realtà, si attua nella morte, cioè nell'illusione, perchè la restituzione delle ossa consente l'illusione di un ritorno al petto della madre.
YVONNE SGROI
Buona sera Proffy!!

Ugo Foscolo prendendo spunto dalla morte del fratello Giovanni, che era morto in circostanze misteriose, ma si pensa suicida a causa di un debito di gioco, scrisse il sonetto “In morte del fratello Giovanni” per meditare sulla sua esistenza, della quale vedeva come uniche prospettive la morte e l’esilio. Questo sonetto si apre con la speranza del poeta di poter visitare un giorno la tomba del fratello (un dì), ma la speranza sembra irrealizzabile a causa dell’esilio. Nella seconda quartina l’attenzione si sposta sulla madre che parla con Giovanni e con il poeta. Nella condizione dell'esule,il ricongiungimento con la madre e con la terra natale è l'unica certezza che può vincere l'angoscia del poeta. Il sonetto, che si era aperto con i temi dell’esilio e della morte, si conclude con la ripresa degli stessi motivi, ma la morte non è l'annullamento totale "NULLA ETERNO",perchè essendo lacrimata, consente un legame con la vita.

Il “CARME 101” di Catullo e “IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI” hanno in comune la morte del proprio fratello, però mentre Catullo ha la possibilità di visitare la tomba di suo fratello, a Foscolo non è concesso per via dell’esilio. Inoltre in Catullo non troviamo la figura della madre che nel sonetto di Foscolo è l’anello che ricongiunge tutto il nucleo familiare.
GIADA GIUFFRIDA
“In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo fu composto nel 1803 a Milano in occasione della commemorazione della scomparsa del fratello Giovanni Dionigi, suicidatosi l'anno precedente (1801) in seguito a debiti di gioco. Dal punto di vista metrico si tratta di un sonetto, cioè un componimento di 14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine, con schema ritmico ABAB ABAB CDC DCD. Esso fu poi pubblicato nel 1803 nella raccolta Poesie e, insieme a soli altri 11 sonetti, è uno dei componimenti più emblematici della produzione foscoliana. In esso ci sono L'ESilio, la tomba, la morte del fratello e la figura della madre. Il sonetto inizia, come si può constatare, da una situazione di dolore: il poeta esprime le sue riflessioni sulla triste morte del fratello, ma non può recare omaggio di persona alla sua tomba a causa dell’esilio. Successivamente Foscolo immagina il dolore dell'anziana madre, che ora si trova completamente sola, e impegnata in un monologo delirante, mentre parla, con il fratello morto («cenere muto») del fratello assente.
L'ultima terzina conclude il componimento con un'invocazione di ottenere, per se che li accomuna è quello della morte di una persona molto cara e amata come il fratello. Il carme di Catullo è uno dei più intensi dei 116. Durante il viaggio in Bitinia, compiuto al seguito del pretore Caio Memmio, Catullo coglie l’occasione per visitare la tomba dell’amato fratello (contrariamente a Foscolo). Dopo un lungo viaggio, egli vuole rendergli finalmente gli onori funebri da tempo attesi e ha il desiderio di parlare con lui. Il poeta è molto addolorato, dal momento che il destino gli ha sottratto prematuramente il fratello che egli rimpiange. In seguito Catullo si rassegna e dà l’ultimo addio al fratello che mai più potrà rivedere.Il poeta fa alcun riferimento , si concentra unicamente sulla figura del fratello. Al contrario Foscolo parla della madre, figura chiave e simbolo del ricongiungimento col nucleo familiare.

ANTONELLA SALVA'

Sera prof......
La tematica dell'amore fraterno e la fine di una giovane esistenza trovano voce nella lirica di Catullo e nel sonetto di Foscolo “In morte del fratello Giovanni” che ha sentito le suggestione e l'influenza del poeta latino. Entrambi hanno sofferto il dolore ddella perdita di un fratello, che non ha avuto la possibilità di vivere tutta la sua vita. Come dicono entrambi il loro amore fraterno è stato come un fiore che è nato, sbocciato e morto troppo presto. Della bellezza di questo fiore, però,ci si accorge soltanto quando è troppo tardi. E allora si incomincia a pensare al perché non abbiamo voluto dare l' acqua per farlo crescere. Ebbene si per tutti è così. L' importanza di una persona si evince soltanto quando questa viene a mancare. In sua presenza ci appare tutto scontato. Ci siamo costruiti un impalcatura dell'anima, ma quando sappiamo che la persona verso la quale provavamo profondi sentimenti non c'è più, questa impalcatura crolla. Con il tempo impariamo a costruire un'altra dai pezzi distrutti, ma questa non servirà più a costruire un castello di sentimenti ma servirà a costruire una muraglia intorno ad esso per coprire il dolore ormai diventato troppo assordante. Foscolo è ossessionato dal pensiero di tornare in patria, per rendere omaggio a suo fratello. Lui non solo si rammarica per il fratello morto, ma anche per non poter tornare in patria e piangere sulla sua tomba. La sua condanna è quella dell' esilio, non solo fisico ma anche psicologico. È andato in frantumi il suo affetto verso la famiglia: tutta colpa della lontananza e del tempo che man mano cancella i ricordi trasformandoli in cenere che un giorno si sommerà a quella del corpo, ma l' anima si salverà e finalmente potrà riabbracciare il proprio fratello. Questo è quello che afferma Foscolo: la possibilità di una salvezza dopo la morte. Forse ha bisogno di crederci lui stesso per primo,o meglio deve crederci per forza perché davanti a sé rimane l'illusione che gli consentirà di vivere in attesa del "nulla eterno" Catullo,invece,è più avvantaggiato perché ha perso anche lui il fratello, ma lui almeno ha potuto versare le lacrime sulla sua tomba. Lacrime non di tristezza ma di rabbia. Rabbia verso colui che ha privato un uomo felice della sua felicità,del suo affetto. Foscolo si è ispirato a Catullo, vedendo quindi una somiglianza un qualcosa in comune: la tragica morte di una persona cara.

ANDREA MUSCOLINO

In morte del fratello Giovanni tra i grandi sonetti del Foscolo appare quello senza dubbio più intimo e più sofferto.
Dopo il furore tumultuoso dell'Ortis,dopo le confessione privo di ritegno di Iacopo,le parole di questo sonetto cosi semplici,sobrie e pure colme di pena sono la prova più grande di maturazione raggiunta.
Il fratello Giovanni Dionigi appena ventenne si uccise con un colpo di pugnale per un debito di gioco .
Proprio nel 1802 il poeta scrisse questo sonetto che voleva essere di compianto per morte inmatura del giovane.
Ma più del dolore per la morte del fratello suonano in questi versi i motivi essenziali del Foscolo:il motivo dell'esilio,le tempestose cure che travagliano il suo spirito,il vagheggiamento della sepoltura nella quiete della patria,il presentimento della morte tra genti straniere.Non solo quindi un compianto per il fratello ma piuttosto il vagheggiamento della pace che egli ha raggiunto .
Risalta soprattutto la figurazione della propria fuga di gente in gente.Il critico Luigi Russo ha sostenuto che questo è "solo apparentemente un sonetto di affetti domestici;in realtà è poesia della solitudine pellegrinante dell'uomo su questa terra.Proprio questo sonetto gia nella prima quartina vede il predominare del tema dell'esilio,quella consapevolezza della propria sorte di esule che è del tutto innata nell'animo del foscolo.Interessante è notare come questo sonetto cosi romantico nell'ispirazione riecheggia di motivi e parole che molto si rifanno alla classicità.
Proprio nel Foscolo l'antico e il moderno,il classico e il romantico pervengono ad una sintesi altissima.I primi versi riportano ai versi di catullo :"multas per gentes..."ma ci si domanda dov'è nel poeta latino quella pena universale di esilio che derivò al Foscolo dal nuovo significato di patria come conseguenza dell crollo dei miti illuministi nè del resto vi è il dubbio o il timore che lo trattiene al di qua della pietra.I versi di catullo si pongono come un miraggio,un approdo negato per sempre al poeta moderno.
"Multas per gentes et multa per aequora vectus" sottolinea la lunghezza e la fatica di un viaggio;anche qui lo stesso Catullo riprende un modello epico .
Infatti egli riecheggia l'inizio dell'odissea di Omero,dove il protagonista Ulisse è presentato cm "l'eroe che molto soffri ' che di molti uomini vide le città e conobbe la mente,che molti dolori soffri per mare.
Nel sonetto di foscolo nella seconda quartina compare d'apprima l'immagine della madre piangente sulla tomba del figlio;poi di nuovo la figura dell'esule che invano tende le due sue palme deluse " verso la patria e da lontano saluta i suoi tetti.Tutte queste immagini cioè la madre,la patria,la tomba del fratello sono il simbolo di un mondo ideale dal quale il poeta si sentiva sdradicato,di quel porto al quale aspirava per rinvenire la quiete.
Rimane solo la madre che,trascinando lentamente i suoi giorni, parla di lui esule con il suo cenere muto .
Questo stesso verso richiama il famoso verso di catullo"et mutam nequiquam alloquerer cinerem"lì il poeta si rivolge ad una muta cinis che non può rispondergli .
Il verso del Foscolo invece congiunge in un solo pensiero i due figli lontani,il figlio esule con quello perduto.Anche la parte finale del sonetto sembra quasi racchiudere in sè un senso infinito di stanchezza,di pace,quale appunto traspare da"e pego anchio nel tuo porto quiete" ilFoscolo avverte anche le segrete ngoscie che travagliarono l'esistenza del fratello e invoca nel medesimo porto la quiete nn di certo lo preoccupa l'idea della morte;la sua è la ricerca di un sepolcro cm qll del fratello,un sepolcro e la quiete della patria.
Il motivo dell'esilio si fà ancora più vivo proprio nei versi finali là dove esordisce "straniere genti,almeno le ossa rendete allora al petto della madre mesta".le genti fra le quali il poeta va fuggendo rimangono pur sempre genti straniere anche xk la sua patria rimane solo un ideale.
L'unica speranza quindi che può rimanere è di poter finalmente approdare a un giusto porto.
Quanto al componimento di catullo, dopo il dolore palese del distico centrale là dove c'è tutto

un' espressione immediata del dolore per la scomparsa del fratello,l'idea che questo fratello gli è stato strappato via come appunto appare nei versi"fortuna mihi tete abstulit ipsum",tutto sembra rientrare in una misura piu sorvegliata e cioè Catullo riprende il controllo di se stesso e compie il rito che nei primi versi aveva dichiarato essere il fine del suo viaggio e cioè compiere i riti necessari per gli onori funebri e portare con triste tributo x l offerta i doni,secondo l'antico costume degli avi.ma questi doni saranno cosparsi dal pianto del fratello,"munera fraterno multum manantia fletu".

Cordiali saluti


Salve prof ecco il mio post su queste due poesie
SANDRO DEL POPOLO
In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto nel 1803 da Foscolo riguardante il fratello Giovanni, morto due anni prima per debiti di gioco. Per quanto riguarda la struttura il sonetto è interamente giocato sull'opposizione di due motivi fondamentali,da un lato mette in risalto il tema dell’esilio del poeta che non gli permette di visitare la tomba del fratello e rendergli gli onori funebri dall'altro la tomba , come centro intorno a cui si raccoglie il nucleo fondamentale. Successivamente, nella seconda quartina Foscolo si concentra sulla madre,la quale è l’unica certezza di riunificare la famiglia, infatti sulla tomba il poeta spera di poter ricongiungere il legame affettivo col fratello, con la cenere del figlio morto la madre parla del figlio lontano. Nelle due terzine finali invece Foscolo fa riferimento al presente e al futuro,smontando le sue speranze e facendo ancora riferimento all’illacrimata sepoltura.
Questa poesia con il Carme 101 di Catullo ha un’analogia :il tema della morte del fratello. Infatti il Carme si concentra su un momento nel quale Catullo si reca alla tomba del fratello e si lascia andare ad un momento di sfogo. Diversamente invece le tematiche dell’esilio e del
la madre,presenti in Foscolo non sono presenti in Catullo

STEFANO CONTI

ll sonetto“ In morte del fratello Giovanni” fu composto nel 1803.
Si apre con la speranza del poeta di poter visitare la tomba del fratello morto per un debito di gioco in circostanze misteriose, ma l'autore è consapevole che l'esilio renderà questa speranza irrealizzabile. Nella seconda parte Foscolo parla della madre una figura tragica e maestosa alla quale è affidata l’unità della famiglia, essa parla invano al figlio morto del poeta in esilio che ha un forte desiderio di “abbracciare” la sua patria. Foscolo trova un po’ di serenità pensando alla morte (" e prego anch'io nel tuo porto quiete" ).e riesce nei versi finali a ritornare ai temi iniziali cioè quelli della tomba e dell’esilioe ripropone quel ricongiungimento col nucleo familiare che sembrava impossibile e definitivamente negato.
Il “Carme 101” di Catullo ha in comune con la lirica di Foscolo il tema della morte del proprio fratello in occasione di una visita nella Troade alla sua tomba, mentre a Foscolo non è concesso questo e sarà il suo tormento costantee nel poeta latino non ritroviamo poi la figura della madre .

RICCARDO SPADARO
Salve prof,
ecco quì la mia risposta:
Ugo Foscolo scrive “ In morte del fratello Giovanni” nel 1803 in seguito alla luttuosa vicenda della morte del fratello Giovanni: La poesia si apre con le sue riflessioni sulla triste morte del fratello e con la speranza che un giorno possa rendergli onori funebri. Studiando attentamente il testo si può vedere come Foscolo si sia ispirato al carme 101 di Catullo, dove il poeta parla da una parte della sua visita alla lontana tomba del fratello in Asia Minore , dall’altra dello sgomento che prova nel parlare con la sua “muta cenere”. Tra le due poesie si possono notare somiglianze come delle differenze. Per esempio una delle affinità è che in tutte e due le opere si affrontano temi come la morte del fratello e l’esilio. Una delle differenze invece è che mentre Catullo riesce a giungere presso la tomba del fratello, seppur dopo molte difficoltà, Foscolo non ha questa possibilità in quanto la sua situazione non gli permette di rientrare a Veneziae la figura della madre che non risulta presente in Catullo. La poesia é sicuramente una delle più profonde tra i sonetti del Foscolo.

Mi scusi per il ritardo ma il pc fino alla settimana scorsa era dal tecnico per la formattazione.
Saluti


13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ugo Foscolo prendendo spunto dalla morte del fratello minore Giovanni, suicida per un debito di gioco, scrisse il sonetto “in morte del fratello Giovanni” per meditare la sua esistenza per la quale vedeva come uniche prospettive la morte e l’esilio. Questa lirica si apre con la speranza del poeta di poter visitare un giorno la tomba del fratello, questa speranza però appare lontana e irrealizzabile a causa dell’esilio. Nella seconda quartina l’attenzione si sposta sulla madre che parla al figlio morto del poeta che anche se vivo è lontano e gli resta un’unica speranza oltre quella di trovar pace nella morte, e cioè che un giorno le sue ossa possano essere restituite alla madre. Il sonetto, che si era aperto con i temi dell’esilio e della morte, si conclude con la ripresa degli stessi motivi.
Il “Carme 101” di Catullo ha in comune con la lirica di Foscolo il tema della morte del proprio fratello, infatti Catullo scrisse quest’opera in occasione di una visita alla tomba del fratello, però a differenza del primo egli va a contemplare la tomba del fratello, mentre Foscolo no perché è in esilio in terre straniere.

Concetta Russo II E

GIADA GIUFFRIDA ha detto...

“In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo fu composto nel 1803 a Milano in occasione della commemorazione della scomparsa del fratello Giovanni Dionigi, suicidatosi l'anno precedente (1801) in seguito a debiti di gioco. Dal punto di vista metrico si tratta di un sonetto, cioè un componimento di 14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine, con schema rimico ABAB ABAB CDC DCD. Esso fu poi pubblicato nel 1803 nella raccolta Poesie e, insieme a soli altri 11 sonetti, è uno dei componimenti più emblematici della produzione foscoliana. In esso ci sono tematiche molto care all’autore, nonché alcuni importanti riferimenti alla cultura classica: l’esilio, la tomba, la morte del fratello e la figura della madre. Il sonetto inizia, come si può constatare, da una situazione di dolore: il poeta esprime le sue riflessioni sulla triste morte del fratello, ma non può recare omaggio di persona alla sua tomba a causa dell’esilio. Successivamente Foscolo immagina il dolore dell'anziana madre, che ora si trova completamente sola, e impegnata in un monologo delirante, mentre parla, con il fratello morto («cenere muto») del fratello assente.
L'ultima terzina conclude il componimento con un'invocazione ad ottenere, per se stesso, una sepoltura lacrimata, in modo che la sua memoria resti viva presso le coscienze dei suoi parenti più cari.
Foscolo nello scrivere questa poesia emula “Il carme 101” di Catullo.
Il tema che li accomuna è quello della morte di una persona molto cara e amata come il fratello. Il carme di Catullo è uno dei più intensi fra i suoi 116. Durante il viaggio in Bitinia, compiuto al seguito del pretore Caio Memmio, Catullo coglie l’occasione per visitare la tomba dell’amato fratello (contrariamente a Foscolo). Dopo un lungo viaggio, egli vuole rendergli finalmente gli onori funebri da tempo attesi e ha il desiderio di parlare con lui. Il poeta è molto addolorato, dal momento che il destino gli ha sottratto prematuramente il fratello che egli rimpiange. In seguito Catullo si rassegna e dà l’ultimo addio al fratello che mai più potrà rincontrare. Il poeta non nomina mai i propri genitori, si concentra unicamente sulla figura del fratello. Al contrario Foscolo parla della madre, che diventa unificatrice del nido familiare.

Anonimo ha detto...

Sera prof......
La tematica dell'amore fraterno eccella fine di una giovane esistenza trovano voce nella lirica di Catullo e nel sonetto di Foscolo “In morte del fratello Giovanni” che della prima ha sentito le suggestione e l'influenza. Entrambi hanno sofferto il dolore di perdere un fratello, che non ha avuto la possibilità di vivere tutta la sua vita, ma l'ha vissuta per pochi anni. Come dicono entrambi il loro amore fraterno è stato come un fiore che è nato, sbocciato e seccato troppo presto. Della bellezza di questo fiore, però,ci si accorge soltanto quando è troppo tardi. E allora si incomincia a pensare al perché non abbiamo voluto dare l' acqua per farlo crescere. Ebbene si per tutti è così. L' importanza di una persona si evince soltanto quando questa viene a mancare. In sua presenza ci appare tutto scontato. Ci siamo costruiti un impalcatura dell'anima.ma quando sappiamo che la persona verso la quale provavamo profondi sentimenti non c'è più, questa impalcatura crolla. Con il tempo impariamo a costruire un'altra dai pezzi distrutti, ma questa non servirà più a costruire un castello di sentimenti ma servirà a costruire una muraglia intorno ad esso per coprire il dolore ormai diventato troppo assordante. Foscolo è assordato dal pensiero di tornare in patria, per rendere omaggio a suo fratello. Lui non solo è rammaricato dal fatto che il fratello è morto ma anche dal fatto di non poter tornare in patria per poter piangere sulla sua tomba. La sua condanna è quella dell' esilio, non solo fisico ma anche psicologico. È andato in frantumi il suo affetto verso la famiglia: tutta colpa della lontananza e del tempo che man mano erode i ricordi trasformandoli in cenere che un giorno si sommerà a quella del corpo ma l' anima si salverà e finalmente potrà riabbracciare il proprio fratello. Questo è quello che afferma Foscolo: la possibilità di una salvezza dopo la morte. Forse ha bisogno di crederci lui stesso per primo,o meglio deve crederci per forza perché davanti a sé ha una vita rovinata scandita dal tempo delle poesie,unico posto dove Foscolo può rifugiarsi,in attesa del sonno profondo. Catullo,invece,è più avvantaggiato perché ha perso anche lui il fratello ma lui ha potuto versare lacrime sulla sua tomba. Lacrime non di tristezza ma di rabbia. Rabbia verso colui che ha privato un uomo felice della sua felicità,del suo affetto. Foscolo si è ispirato a Catullo, vedendo quindi una somiglianza un qualcosa in comune: la tragica morte di una persona cara.

Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

Ugo Foscolo scrive " In morte del fratello Giovanni" nel 1803 in seguito alla morte misteriosa del fratello Giovanni. La lirica infatti si apre con il poeta che esprime le sue riflessioni sulla triste morte del fratello e dice che un giorno spera di poterlo andare a trovare. Analizzando attentamente il testo si può vedere come Foscolo si sia ispirato al carme 101 di Catullo, dove il poeta parla da una parte, della sua visita alla lontana tomba del fratello,e dall’altra dello sgomento che prova nel parlare con la sua “muta cenere”. . Tra le due poesie si possono notare delle affinità come delle differenze. Per esempio una delle affinità è che in tutte e due le opere si affrontano temi come la morte di un fratello e l’esilio. Una delle differenze invece è che mentre il poeta latino riesce a giungere presso la tomba del fratello, seppur dopo molte difficoltà, Foscolo non ha questa possibilità in quanto la sua situazione non gli permette di rientrare a Venezia.


GRIOLI CHARLIE II E

Anonimo ha detto...

Ugo Foscolo in seguito alla morte del fratello Giovanni(che si suicidò a causa di un debito di gioco d'azzardo),gli scrisse un sonetto prendendo qualche spunto dal"carme 101" di Catullo che appunto lo scrisse in occasione della visita alla tomba del proprio fratello.La lirica si apre con la speranza del poeta di visitare la tomba del caro fratello,questa speranza è irrealizzabile a causa del suo esilio.Nella quartina successiva si parla della figura della madre,infatti parla al figlio ormai morto del Foscolo che è vivo ma purtroppo lontano dalla sua terra d'origine;gli resta la speranza nella morte cosìcchè il suo corpo venga restituito alla madre.Questo sonetto si conclude allo stesso modo con cui si era aperto. Daniele Cundari 2E

Anonimo ha detto...

Buona sera Proffy!!

Ugo Foscolo prendendo spunto dalla morte del fratello Giovanni, che era morto in circostanze misteriose, ma si pensa suicida a causa di un debito di gioco, scrisse il sonetto “In morte del fratello Giovanni” per meditare sulla sua esistenza, della quale vedeva come uniche prospettive la morte e l’esilio. Questo sonetto si apre con la speranza del poeta di poter visitare un giorno la tomba del fratello (un dì), ma la speranza sembra irrealizzabile a causa dell’esilio. Nella seconda quartina l’attenzione si sposta sulla madre che parla con Giovanni e con il poeta. Nella condizione dell'esule,il ricongiungimento con la madre e con la terra natale è l'unica certezza che può vincere l'angoscia del poeta. Il sonetto, che si era aperto con i temi dell’esilio e della morte, si conclude con la ripresa degli stessi motivi.

Il “CARME 101” di Catullo e “IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI” hanno in comune la morte del proprio fratello, però mentre Catullo ha la possibilità di visitare la tomba di suo fratello, a Foscolo non è concesso per via dell’esilio. Inoltre in Catullo non troviamo la figura della madre che nel sonetto di Foscolo è l’anello che ricongiunge tutto il nucleo familiare.

Yvonne Sgroi, 2^E

Anonimo ha detto...

"In morte del fratello Giovanni" è un sonetto composto nel 1803 da Ugo Foscolo. Giovanni, era il fratello minore, morto suicida nel 1801 a causa di un debito di gioco. L'opera si apre con la speranza del poeta di poter visitare, un giorno, la tomba del fratello, ma come lui ben sa l'esilio la farà apparire immediatamente lontana e del tutto irrealizzabile. Successivamente, Foscolo sposterà il suo pensiero sulla madre, figura tragica e maestosa, alla quale è affidata la ricomposizione familiare. Infatti, dal momento che il poeta si trova in esilio e inutilmente tende le braccia verso la patria, ella per lui è l'unico punto fermo, l'unica certezza che, dopo la morte, un giorno le sue ossa possano ritornarle, implorando quasi le genti straniere. Dalla composizione inoltre possiamo capire come Foscolo riesce nei versi finali, a ritornare ai temi iniziali riuscendo a dare un perfetto equilibrio nella struttura.
Il "carme 101", di Catullo poeta latino, è stato scritto in occasione di una visita del poeta al fratello, non per niente Foscolo rileggendolo prese spunto da questa opera. Dunque in entrambe le liriche il tema principale è la morte del fratello, ma mentre Catullo compone il carme 101 spinto da questa visita Foscolo non riesce perchè costretto dall'esilio in terra straniera. Inoltre nel carme 101 non ritroviamo la figura della madre.

Carmelo Bucalo II E

Anonimo ha detto...

Ugo Foscolo scrive “ In morte del fratello Giovanni” nel 1803 in seguito alla morte misteriosa del fratello Giovanni: LA lirica infatti si apre con il poeta che esprime le sue riflessioni sulla triste morte del fratello e dice che un giorno spera di poterlo andare a trovare. Analizzando attentamente il testo si può vedere come Foscolo si sia ispirato al carme 101 di Catullo, dove il poeta parla da una parte della sua vista alla lontana tomba del fratello e , dall’altra dello sgomento che prova nel parlare con la sua “muta cenere”. Tra le due poesie si possono notare affinità come delle differenze. Per esempio una delle affinità è che in tutte e due le opere si affrontano temi come la morte del fratello e l’esilio. Una delle differenze invece è che mentre il poeta latino riesce a giungere presso la tomba del fratello, seppur dopo molte difficoltà, Foscolo non ha questa possibilità in quanto la sua situazione non gli permette di rientrare a Venezia.


GRIOLI CHARLIE II E

Anonimo ha detto...

In morte del fratelo Giovanni tra i grandi sonetti del Foscolo appare quello senza dubbio più intimopiù sofferto.
Dopo il furore tumurtuoso dell'Ortis,dopo le confessione privo di ritegno di Iacopo,le parole di questo sonetto cosi semplici,sobrie e pure colme di pena sono la prova più grande di maturazione raggiunta.
Il fratello Giovanni di Onigi appena ventenne si ucise con un colp di pugnale per un debito di gioco .
Proprio nel 1802 il poeta scrisse questo sonetto che voleva essere di conpianto per morte inmatura del giovane.
Ma più de dolore per la morte del fratello suonano in questi versi i motivi essenzial del Foscolo:il motivo dell'esilio,le tempestose cure che travagliano il suo spirito,il vagheggiamento della sepoltura nella quiete della patria,il presentimento della morte tra genti straniere.Non solo quindi un compianto per il fratello ma più tosto vagheggiamento della pace che egli ha raggiunto .
Risalta sopratutto la figurazione della propria fuga di gente in gente.Il critico luiggi russo ha sostenuto che questo è "solo apparentemente un sonetto di affetti domestici;in realtà è poesia della solitudine pellegrinante dell'uomo su questa terra.Proprio questo sonetto gia nella prima quartina vedeil predominare del tema dell'esilio,quella onsapevolezza della propria sorte di esule che è del tutto innata nell'animo del foscolo.Interessante è notare come questo sonetto cosi romantico nell'ispirazione riecheggia di motivi e parole che molto si rifanno alla classicità.
Proprio nel foscolo l'antico e il moderno,il classico e il romantico pervengono ad una sintesi altissima.I primi versi riportano ai versi di catullo :"multas per gentes..."ma ci si domanda dov'è nel poeta latino quella pena universale d'esilio che derivò al foscolo dal nuovo significato di patria come conseguenza dell crollo dei miti illuministi ne del resto vi è il dubbio o il timore che lo trattiene al di qua della pietra.i vesi di catullo si pongono cm un miraggio,un approdo negato per sempre al poeta moderno.
multas per gentes et multa per aequora vectus sottolinea la lunghezza e la fatica di un viaggio;anche qui lo stesso catullo riprende un modello epico .
ùInfatti egli riecheggia l'inizio dell'odissea di omero,dove il protagonista ulisse è presentato cm "l'eroe che molto soffri ' che di molti uomini vide le citta e conobbe la mente,chemolti dolori soffri per mare.
Nel sonetto di foscolo nella seconda quartina compare d'apprima l'imm della madre piangente sulla tomba del figlio;poi dinuovo la figura dell'esule che invano tende le 2 sue palme deluse " verso la patria e da lontano saluta i suoi tetti.Tutte queste immagini cioè la madre,la patria,la tomba del fratello sono il simbolo di un mondo ideale dal quale il poeta si sentiva sdradicato,di quel porto al quale aspirava per rinvenire la quiete.
Rimane solo la madre che,trascinando lentamente i suoi giorni parla di lui esule cn il suo cenere muto .
Questo stesso verso richiama il famoso verso di catullo"et mutam nequiuquamalloquerer cinerem"li il poeta si rivolge ad una muta cinis che nn può rispondergli .
Il verso del foscolo invece congiunge in un solo pensiero i due figli lontani,il figlio esule con quello perduto.Anche la parte finale del sonetto sembra quasi racchiudere in se un senso infinito di stanchezza,di pace,quale appunto traspare da"e pego anchio nel tuo porto quiete" ilFoscolo avverte anche le segrete ngoscie che travagliarono l'esistenza del fratello e invoca nel medesimo porto la quiete nn di certo lo preoccupa l'idea della morte;la sua è la ricerca di un sepolcro cm qll del fratello,un sepolcro e la quiete della patria.
Il motivo dell'esilio si fà ancora più vivo prprio nei versi finali la dove esordisce "straniere genti,almen lossa rendete allora all petto della madre mesta".leggendi fra le quali il poeta va fuggendovrimangono pur sempre genti straniere anche xk la sua patria rimane solo un ideale.
L'unica speranza quindi che può rimanere è di poter finalmente approdare a un giusto porto.
Quanto al componimento di catullo, dopo il dolore palese del distico centrale la dove c'è ttt un espressione immediata del dolore per la scomparsa del fratello,l'idea che questo fratello gli è sato strappato via come appunto appare nei versi"fortuna mihi tete abstulit ipsum",tutto sembra rientrare in una misura piu sorvegliata e cioè catullo riprende il controllo di se stesso e compie il rito che nei primi versi aveva dichaiarato essere il fine del suo viaggio e cioècompiere i riti necessari per gli onori funebri e portare con triste tributo x l offerta i doni,secondo l'antico costume degli avi.ma questi doni saranno cosparsi dal pianto del fratello,munera fraterno multum manantia fletu.


Cordiali saluti Andrea Muscolino

Sandro ha detto...

Salve prof ecco il mio post su queste due poesie

In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto nel 1803 da Foscolo riguardante il fratello Giovanni, morto due anni prima in modo strano. Per quanto riguarda il testo, questa poesia mette subito in risalto il tema dell’esilio. Infatti Foscolo spera di visitare un giorno la tomba del fratello defunto, ma questo è impedito dal suo esilio in terre lontane. Successivamente, nella seconda quartina Foscolo si concentra sulla madre,la quale è l’unica possibilità di riunificare la famiglia. Nelle due terzine finali invece Foscolo fa riferimento al presente e al futuro,smontando le sue speranze e facendo ancora riferimento all’illacrimata sepoltura.
Questa poesia con il Carme 101 di Catullo ha un’analogia su tutte:il tema della morte del fratello. Infatti il Carme si concentra su un momento nel quale Catullo si reca alla tomba del fratello e si lascia andare ad un momento di sfogo. Diversamente invece le tematiche dell’esilio e della madre,presenti in Foscolo non sono presenti in Catullo

stefano ha detto...

L’autore per la morte, del fratello minore Giovanni, suicida per un debito di gioco scrive il sonetto
“ In morte del fratello Giovanni” composto nel 1803.
Il sonetto si apre con la speranza del poeta di poter visitare la tomba del fratello ma lui come ben sa l'esilio la farà apparire irrealizzabile. Nel secondo periodo Foscolo parla della madre una figura tragica e maestosa alla quale è affidata l’unità della famiglia, la madre parla invano al figlio morto del poeta in esilio che ha un forte desiderio di “abbracciare” la sua patria. Il poeta trova un po’ di serenità pensando alla morte. Foscolo riesce nei versi finali a ritornare ai temi iniziali cioè quelli della tomba e dell’esilio.
Il “Carme 101” di Catullo ha in comune con la lirica di Foscolo il tema della morte del proprio fratello in occasione di una visita alla sua tomba mentre a Foscolo non è concesso questo perché è in esilio in terre straniera. In Catullo non ritroviamo la figura della madre che in Foscolo rappresenta il nucleo familiare.

riccardo ha detto...

Salve prof,
ecco quì la mia risposta:
Ugo Foscolo scrive “ In morte del fratello Giovanni” nel 1803 in seguito alla luttuosa vicenda della morte del fratello Giovanni: LA poesia si apre con le sue riflessioni sulla triste morte del fratello e dice che un giorno spera di poterlo andare a trovare. Studiando attentamente il testo si può vedere come Foscolo si sia ispirato al carme 101 di Catullo, dove il poeta parla da una parte della sua vista alla lontana tomba del fratello in Asia Minore , dall’altra dello sgomento che prova nel parlare con la sua “muta cenere”. Tra le due poesie si possono notare somiglianze come delle differenze. Per esempio una delle affinità è che in tutte e due le opere si affrontano temi come la morte del fratello e l’esilio. Una delle differenze invece è che mentre Catullo riesce a giungere presso la tomba del fratello, seppur dopo molte difficoltà, Foscolo non ha questa possibilità in quanto la sua situazione non gli permette di rientrare a Venezia.La poesia é sicuramente una delle più profonde tra quelle dei'Sepolcri'.

Mi scusi per il ritardo ma il pc fino alla settimana scorsa era dal tecnico per la formattazione.
Saluti
SPADARO RICCARDO 2 E

Anonimo ha detto...

siete davvero preparati, complimenti! :)