La composizione delle
odi abbraccia gli anni tra il 1757 e il 1795 (XVIII secolo). Questi
meditò a lungo di riunire le odi e pubblicarle in un´opera
organica ed unitaria, ma il progetto non venne mai realizzato. Due
discepoli del poeta, però, riunirono il lavoro in una prima
raccolta di 22 testi del 1791 e in una seconda di 25 del 1795. Le odi
possono essere suddivise in tre fasi compositive: la prima
(1757-1770) caratterizzata da temi sociali e civili di particolare
rilevanza (come La salubrità dell´aria), che impegnò
il poeta in una dimensione pubblica. La seconda fase (1777-1785) non
abbandona la dimensione civile, ma si concentra sulla funzione
sociale della cultura e dell´educazione e non più a
grandi tematiche pubbliche (come L´educazione e La caduta). La
terza fase (1786-1795) é caratterizzata da temi
dell´interiorità esistenziale (come l'ultima ode scritta
Alla Musa). Le forme sono debitrici della tradizione arcadica: la
predilezione è netta per i versi brevi (soprattutto
settenari), la disposizione delle rime é piacevolmente
studiata, lo stile è elevato ma cantabile, il lessico é
concreto, più realistico che letterario.
Il Giorno
È considerato il capolavoro di Parini e,nonostante i quarant´anni di lavoro che lo scrittore vi dedicò, questo rimase incompiuta. La stesura dell´opera può essere divisa in due parti: la prima fase in cui il poeta pensò a tre poemetti intitolati Il Mattino, Il Mezzogiorno e La sera, e la seconda fase che prevedeva un unico poema suddiviso in quattro parti (Il Mattino, Il Meriggio, Il Vespro, La Notte).
Del primo progetto vennero pubblicati solo i primi due poemetti, nel 1763 e 1765 in forma anonima. Il Mattino era preceduto da una dedica in prosa Alla Moda, la dea che ha sconfitto la Ragione, il Buonsenso e l´Ordine. Questa venne, però, soppressa nella redazione successiva. Il punto di vista è ironico e finge di abbracciare un modo di pensare contrario a quello di Parini; questi mira a denunciare l´assurdità e l´ingiustizia della nobiltà. Il metro è l'endecasillabo sciolto. I due protagonisti sono il narratore, in veste di educatore al piacere e al divertimento del secondo personaggio, il giovane nobile. Più che precettore, il primo si presta di più a descrivere la vita del giovane. Nonostante il poeta avesse più volte annunciato la pubblicazione de La Sera, questa non vedette mai la luce.
Il Giorno
È considerato il capolavoro di Parini e,nonostante i quarant´anni di lavoro che lo scrittore vi dedicò, questo rimase incompiuta. La stesura dell´opera può essere divisa in due parti: la prima fase in cui il poeta pensò a tre poemetti intitolati Il Mattino, Il Mezzogiorno e La sera, e la seconda fase che prevedeva un unico poema suddiviso in quattro parti (Il Mattino, Il Meriggio, Il Vespro, La Notte).
Del primo progetto vennero pubblicati solo i primi due poemetti, nel 1763 e 1765 in forma anonima. Il Mattino era preceduto da una dedica in prosa Alla Moda, la dea che ha sconfitto la Ragione, il Buonsenso e l´Ordine. Questa venne, però, soppressa nella redazione successiva. Il punto di vista è ironico e finge di abbracciare un modo di pensare contrario a quello di Parini; questi mira a denunciare l´assurdità e l´ingiustizia della nobiltà. Il metro è l'endecasillabo sciolto. I due protagonisti sono il narratore, in veste di educatore al piacere e al divertimento del secondo personaggio, il giovane nobile. Più che precettore, il primo si presta di più a descrivere la vita del giovane. Nonostante il poeta avesse più volte annunciato la pubblicazione de La Sera, questa non vedette mai la luce.
La vergine cuccia
![http://web.tiscali.it/ilariotta/images/fragonard_loveletter.jpg](http://web.tiscali.it/ilariotta/images/fragonard_loveletter.jpg)
Or le sovviene il giorno, ahi fero giorno! allor che la sua bella vergine cuccia de le Grazie alunna, giovenilmente vezzeggiando, il piede |
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5 | villan del servo con l'eburneo dente segnò di lieve nota: ed egli audace con sacrilego piè lanciolla: e quella tre volte rotolò; tre volte scosse gli scompigliati peli, e da le molli |
10 | nari soffiò la polvere rodente. Indi i gemiti alzando: aìta aìta parea dicesse; e da le aurate volte a lei l'impietosita Eco rispose: e dagl'infimi chiostri i mesti servi |
15 | asceser tutti; e da le somme stanze le damigelle pallide tremanti precipitâro. Accorse ognuno; il volto fu spruzzato d'essenze a la tua Dama; ella rinvenne alfin: l'ira, il dolore |
20 | l'agitavano ancor; fulminei sguardi gettò sul servo, e con languida voce chiamò tre volte la sua cuccia: e questa al sen le corse; in suo tenor vendetta chieder sembrolle: e tu vendetta avesti, |
25 | vergine cuccia de le Grazie alunna. L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo udì la sua condanna. A lui non valse merito quadrilustre; a lui non valse zelo d'arcani ufici; in van per lui |
30 | fu pregato e promesso; ei nudo andonne dell'assisa spogliato ond'era un giorno venerabile al vulgo. In van novello signor sperò; ché le pietose dame inorridîro, e del misfatto atroce |
35 | odiâr l'autore. Il misero si giacque con la squallida prole, e con la nuda consorte a lato, su la via spargendo al passeggiere inutile lamento: e tu vergine cuccia, idol placato |
40 | da le vittime umane, isti superba. |
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