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mercoledì 9 maggio 2012

UN TEMA PER DISCUTERE : I DIRITTI DEGLI ANIMALI

 
La composizione delle odi abbraccia gli anni tra il 1757 e il 1795 (XVIII secolo). Questi meditò a lungo di riunire le odi e pubblicarle in un´opera organica ed unitaria, ma il progetto non venne mai realizzato. Due discepoli del poeta, però, riunirono il lavoro in una prima raccolta di 22 testi del 1791 e in una seconda di 25 del 1795. Le odi possono essere suddivise in tre fasi compositive: la prima (1757-1770) caratterizzata da temi sociali e civili di particolare rilevanza (come La salubrità dell´aria), che impegnò il poeta in una dimensione pubblica. La seconda fase (1777-1785) non abbandona la dimensione civile, ma si concentra sulla funzione sociale della cultura e dell´educazione e non più a grandi tematiche pubbliche (come L´educazione e La caduta). La terza fase (1786-1795) é caratterizzata da temi dell´interiorità esistenziale (come l'ultima ode scritta Alla Musa). Le forme sono debitrici della tradizione arcadica: la predilezione è netta per i versi brevi (soprattutto settenari), la disposizione delle rime é piacevolmente studiata, lo stile è elevato ma cantabile, il lessico é concreto, più realistico che letterario.

Il Giorno

È considerato il capolavoro di Parini e,nonostante i quarant´anni di lavoro che lo scrittore vi dedicò, questo rimase incompiuta. La stesura dell´opera può essere divisa in due parti: la prima fase in cui il poeta pensò a tre poemetti intitolati Il Mattino, Il Mezzogiorno e La sera, e la seconda fase che prevedeva un unico poema suddiviso in quattro parti (Il Mattino, Il Meriggio, Il Vespro, La Notte).

Del primo progetto vennero pubblicati solo i primi due poemetti, nel 1763 e 1765 in forma anonima. Il Mattino era preceduto da una dedica in prosa Alla Moda, la dea che ha sconfitto la Ragione, il Buonsenso e l´Ordine. Questa venne, però, soppressa nella redazione successiva. Il punto di vista è ironico e finge di abbracciare un modo di pensare contrario a quello di Parini; questi mira a denunciare l´assurdità e l´ingiustizia della nobiltà. Il metro è l'endecasillabo sciolto. I due protagonisti sono il narratore, in veste di educatore al piacere e al divertimento del secondo personaggio, il giovane nobile. Più che precettore, il primo si presta di più a descrivere la vita del giovane. Nonostante il poeta avesse più volte annunciato la pubblicazione de La Sera, questa non vedette mai la luce. 

La vergine cuccia
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        Or le sovviene il giorno,
ahi fero giorno! allor che la sua bella
vergine cuccia de le Grazie alunna,
giovenilmente vezzeggiando, il piede
5 villan del servo con l'eburneo dente
segnò di lieve nota: ed egli audace
con sacrilego piè lanciolla: e quella
tre volte rotolò; tre volte scosse
gli scompigliati peli, e da le molli
10 nari soffiò la polvere rodente.

Indi i gemiti alzando: aìta aìta
parea dicesse; e da le aurate volte
a lei l'impietosita Eco rispose:
e dagl'infimi chiostri i mesti servi
15 asceser tutti; e da le somme stanze
le damigelle pallide tremanti
precipitâro. Accorse ognuno; il volto
fu spruzzato d'essenze a la tua Dama;
ella rinvenne alfin: l'ira, il dolore
20 l'agitavano ancor; fulminei sguardi
gettò sul servo, e con languida voce
chiamò tre volte la sua cuccia: e questa
al sen le corse; in suo tenor vendetta
chieder sembrolle: e tu vendetta avesti,
25 vergine cuccia de le Grazie alunna.
L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo
udì la sua condanna. A lui non valse
merito quadrilustre; a lui non valse
zelo d'arcani ufici; in van per lui
30 fu pregato e promesso; ei nudo andonne
dell'assisa spogliato ond'era un giorno
venerabile al vulgo. In van novello
signor sperò; ché le pietose dame
inorridîro, e del misfatto atroce
35 odiâr l'autore. Il misero si giacque
con la squallida prole, e con la nuda
consorte a lato, su la via spargendo
al passeggiere inutile lamento:
e tu vergine cuccia, idol placato
40 da le vittime umane, isti superba.



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