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venerdì 10 giugno 2011

La lirica moderna



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La lirica moderna 


La poesia moderna è strettamente legata al simbolismo. Vediamo alcune definizioni. Ugo Fredrich dice: «La poesia evita di riconoscere mediante versi descrittivi o narrativi il mondo oggettivo e anche quello interiore nella sua sussistenza oggettiva». Questa definizione vale anche per il romanzo: la crisi del realismo e del razionalismo fa sì che la poesia simbolista eviti di riconoscere la realtà nella sua sussistenza oggettiva, la realtà esterna, ma anche la realtà interiore, cioè i sentimenti. La poesia moderna non è né descrittiva né narrativa (si confronti, per esempio, la nebbia di Carducci con quella di Pascoli).

L’idea dominante della poesia simbolista è la poésie pure di Mallarmé; poesia pura significa poesia in cui le parole interrompono i rapporti comunicativi con la realtà esterna e si pongono esse stesse come realtà; detto altrimenti, significa che la parola non è più considerata un veicolo per comunicare realtà esterne o interne, ma essa stessa è un simbolo, cioè vuole essere considerata nella sua autonomia. «Simbolo» è termine greco (symbolon, da sym-ballo, «mettere insieme») che indica il rapporto tra l’oggetto e la sua rappresentazione verbale, per cui, di per sé, ogni parola è un simbolo perché rappresenta un oggetto pur in sua assenza; per i simbolisti, invece, il simbolo è la sostituzione del mondo con la parola e la considerazione della parola poetica come mondo stesso (la parola è il mondo).
Vediamo altre definizioni. «Il simbolismo è teso ad individuare l’elemento o il principio poetico nella sua essenza e a creare il linguaggio peculiare della poesia indipendentemente da quello di qualsiasi altro ordine di attività individuale» (Mario Luzi). «La quiddità della poesia moderna sta nel suo essere, all’interno delle arti della parola, la forma organica della separazione radicale dell’individuo dal suo corpo sociale e dalla sua non mediata opposizione ad esso» (Piervincenzo Mengaldo). «La poesia vuole essere un tutto autosufficiente, plurivalente nel linguaggio che da esso si irradia, un tutto risultante da un’intricata tensione di forze assolute, le quali agiscono con la suggestione su strati prerazionali» (Ugo Fredrich).

Paul de Man rileggendo alcuni passi di Vico, Rousseau ed Herder nota che «la poesia lirica è considerata come una forma di linguaggio non evoluta ma primitiva e spontanea» quindi «la definizione della poesia come primo linguaggio le conferisce una qualità arcaica opposta al moderno»; nondimeno «la poesia lirica resta il soggetto preferito di ricerca per una definizione di modernità»



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