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Ugo Foscolo per il carme “Dei Sepolcri” si ispirò al dibattito che c’era stato nel 1806 con il poeta e amico Ippolito Pindemonte sul problema delle sepolture: Foscolo al contrario dell’amico negava l’importanza della sepoltura sulla base di una prospettiva materialistica. Questo dibattito era nato dopo l’emanazione in Francia dell’editto di Saint-Cloud che imponeva la sepoltura fuori dalle mura cittadine in cimiteri pubblici. Il carme Dei Sepolcri fu pubblicato nel 1807. È formato da 295 endecasillabi sciolti e si presenta in forma di epistola indirizzata a Pindemonte. Quest’opera è divisa nematicamente in quattro parti. Nella prima parte emerge la visione materialistica di Foscolo. Secondo lui la sepoltura non ha nessun valore in quanto non può in alcun modo riscattare la perdita della vita. La funzione del sepolcro è quella di rappresentare il luogo dove i parenti ricordano il defunto. Nella seconda parte il sepolcro assume i valori nei quali si riconosce l’intera comunità che trova nella tomba uno strumento per trasmettersi nel tempo. Nella terza parte Foscolo paragona la chiesa di Santa Croce di Firenze ad un tempio dove sono conservati i resti di molti personaggi illustri del passato come Machiavelli, Michelangelo e Galilei. Nell’ ultima parte del carme vi è una riflessione sul significato della morte nella civiltà classica. La morte secondo Foscolo è dispensatrice di giustizia e amplifica la virtù dei forti, però essi per essere ricordato in eterno non gli basta soltanto la tomba ma è ne necessaria la poesia, che con la sua armonia vince il tempo. Sull’opera Dei Sepolcri si è molto dibattuto e gli studiosi non tutti concordano sul significato. Alcuni, come G. Ferrari, affermano che il carme sembra lontano da noi, è invecchiato e che oggi attrae meno. Altri invece, come P. Cataldi, affermano che sono pochi i testi letterari che sono attuali quanto i Sepolcri foscoliani. Un’opera fonte d’ispirazione per i Sepolcri è la scultura marmorea “Monumento Funebre” dedicato a Maria Cristina d’Austria realizzato da Antonio Canova.
Rivista : la storia d'Italia I sepolcri sono un esempio chiaro di poesia civile, non solo perchè affrontano argomenti di carattere politico, ma anche perchè si presentano come un testo che si propone di affermare principi e di farli condividere al lettore. L'argomento era venuto alla ribalta in seguito all'emanazione in Francia dell'editto di Saint-Cloud, che imponeva senza eccezioni la sepoltura in cimiteri pubblici fuori dalle mura cittadine e regolamentava le iscrizioni sepolcrali, sia per motivi igenici, sia per un ideale egualitarismo. Ciò viene sottolineato da F.Gavazzeni nell'opera Editto di Saint-Cloud. Se ritorniamo indietro nella le prime teorizzazioni egualitarie presero le mosse con l'individualismo cristiano: tutti gli uomini sono creature di Dio, uguali di fronte al creatore. Il pensiero cristiano rielaborò, con una validità erga omnes (ossia verso tutti), alcuni princìpi egualitari contenuti nella legislazione ateniese periclea e del diritto romano, mantenendo però separata la sfera terrena da quella spirituale. Foscolo, che pur condivideva molti aspetti dei presupposti culturali dai quali nascevano simili provvedimenti, ne rifiutava però l'effetto di omologazione che ricadeva sui defunti e sui valori del passato riconoscibili in essi. Un paragone può essere fatto anche con la società odierna perchè essa nel corso di millenni ha mutato completamente questa prospettiva tanto che oggi non solo non si ha rispetto verso l'egualitarismo dei morti, ma neanche dei vivi. I valori politici è sociali sfociano in uno scontro è in un sopraffarsi che supera ogni forma di egualismo.