Il valore della cooperazione nell'innovazione della didattica Moderatrice:Prof.ssa Maria Allo
lunedì 15 novembre 2010
(Saggio breve ) Il distacco nell'esperienza ricorrente dell'esistenza umana:senso di perdita e di straniamento, fruttuoso percorso di crescita personale
2 commenti:
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Titolo: La vita come un continuo distacco
destinazione editoriale: giornalino d'istituto
Il distacco è concepito dall'uomo come un senso di perdita e di straniamento che nasce nel profondo dell'animo. E' un tema molto ricorrente nella vita dell'uomo; infatti la vita di ogni individuo inizia proprio con un distacco, che è dovuto al taglio del cordone ombellicale che ci lega alla nostra mamma. Ogni distacco incide nei processi di crescita dell'individuo.
Come dice la scrittrice brasiliana Christiana de Caldas Brito "Siamo tutti migranti quando lasciamo i vecchi schemi e le vecchie abitudini per aprirci a nuove circostanze di vita". Molte volte nella vita occorre abbandonare, anche solo per un periodo, la propria terra natia. Come si può notare nel capitolo VIII dei Promessi Sposi "Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!...Addio, casa natia…” e nel romanzo di G. Schellotto Distacchi e altri addii “E poi c’era la nostalgia, che non voleva sbiadire. E la retorica, che la sobillava.” il distacco dalla terra natia è collegato ad un senso di tristezza, perchè abbandonando i luoghi familiari si abbandonano anche le certezze da essi derivanti. Però nello stesso tempo è un modo di crescita e di formazione. Il distacco dai genitori e dagli affetti familiari in genere si rivela come il momento di separazione tra la fase infantile e la fase matura di ogni uomo.
In Ugo Foscolo la delusione sociale lo porta ad un distacco e rifiuto della società che si può notare soprattutto nelle Ultime Lettere di Jacopo Ortis dove il protagonista profugo dalla sua terra dopo la delusione politica si ritira sui Colli Euganei e scrive una lettera all'amico Lorenzo Alderani “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.” Ormai il protagonista ha perso le speranze sia quella del rinnovamento politico in Italia, ma anche quella di conquistare Teresa, la donna da lui amata, che era già promessa sposa di un altro.
Ogni ostacolo che troviamo nel percorso della nostra vita ci aiuta a crescere. Nella vita non giungiamo mai ad una vera e propria destinazione perchè ogni giorno c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Alla fine la vita dell'uomo finisce con un distacco dalla vita terrena, cioè la morte.
Concetta Russo - 17 novembre 2010 alle ore 06:42
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Antonella Salvà
Sera prof.essa
Questa è la parte che conclude il saggio.
Se un tempo la leva militare era un passaggio alla vita adulta per i ragazzi, o il lavoro inculcava un'umiltà e una disponibilità produttive, ora, in Italia, quanti ragazzi restano coi genitori fino ai 30 anni? Quanti studiano rimandando l'impatto con una realtà ostile?
I bambini sono lo specchio della nostra società: spesso maleducati, aggressivi, paurosi, pigri, arroganti, protetti. Viene spesso negata loro la possibilità di crescere attraverso la sofferenza e tramite il distacco. I topoi letterari come la discesa agli Inferi per riemergere più maturi, lo smarrimento nel bosco per raggiungere infine la radura, l'orfano che si distingue solo per le sue qualità sono visti come favole, lontane da noi. Il distacco non viene tollerato con facilità, perché vi siamo meno abituati.
Il rischio è di estraniarsi dalla realtà per poterla sopportare meglio o addirittura negarla (si pensi al successo di realtà virtuali come "Second Life"), me rimuovendo l'inevitabile smarrimento ci si priva della possibile reazione costruttiva e formativa. - 17 novembre 2010 alle ore 13:27
"Non sono gli uomini a dominare la sorte, ma è la sorte a dominare gli uomini".
Destinazione editoriale: Prospektiva
La vita di ogni uomo è segnata dall'inevitabilità del distacco. Fin dalla nascita, quando un bambino inizia a respirare, si avvicina impercettibilmente ma inesorabilmente al momento in cui dovrà sospendere tale atto istintivo; ma prova paura per questo? No, perché non ne ha consapevolezza. L'esperienza insegna a dar nome agli eventi e alle sensazioni, e la componente della nostra esistenza che si accompagna alla paura è il cambiamento.
Per accettare la novità è tuttavia necessario abbandonare qualcosa, o quanto meno metterlo in discussione. Ho scritto che siamo noi a dar nome agli eventi: ogni esperienza è intrisa della soggettività più assoluta, benché la percezione sia condizionata da convenzioni collettive e cultura individuale; quello che per un individuo può essere letto come fallimento per un altro potrebbe risultare un'opportunità.
destinazione editoriale: giornalino d'istituto
Il distacco è concepito dall'uomo come un senso di perdita e di straniamento che nasce nel profondo dell'animo. E' un tema molto ricorrente nella vita dell'uomo; infatti la vita di ogni individuo inizia proprio con un distacco, che è dovuto al taglio del cordone ombellicale che ci lega alla nostra mamma. Ogni distacco incide nei processi di crescita dell'individuo.
Come dice la scrittrice brasiliana Christiana de Caldas Brito "Siamo tutti migranti quando lasciamo i vecchi schemi e le vecchie abitudini per aprirci a nuove circostanze di vita". Molte volte nella vita occorre abbandonare, anche solo per un periodo, la propria terra natia. Come si può notare nel capitolo VIII dei Promessi Sposi "Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!...Addio, casa natia…” e nel romanzo di G. Schellotto Distacchi e altri addii “E poi c’era la nostalgia, che non voleva sbiadire. E la retorica, che la sobillava.” il distacco dalla terra natia è collegato ad un senso di tristezza, perchè abbandonando i luoghi familiari si abbandonano anche le certezze da essi derivanti. Però nello stesso tempo è un modo di crescita e di formazione. Il distacco dai genitori e dagli affetti familiari in genere si rivela come il momento di separazione tra la fase infantile e la fase matura di ogni uomo.
In Ugo Foscolo la delusione sociale lo porta ad un distacco e rifiuto della società che si può notare soprattutto nelle Ultime Lettere di Jacopo Ortis dove il protagonista profugo dalla sua terra dopo la delusione politica si ritira sui Colli Euganei e scrive una lettera all'amico Lorenzo Alderani “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.” Ormai il protagonista ha perso le speranze sia quella del rinnovamento politico in Italia, ma anche quella di conquistare Teresa, la donna da lui amata, che era già promessa sposa di un altro.
Ogni ostacolo che troviamo nel percorso della nostra vita ci aiuta a crescere. Nella vita non giungiamo mai ad una vera e propria destinazione perchè ogni giorno c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Alla fine la vita dell'uomo finisce con un distacco dalla vita terrena, cioè la morte.