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domenica 14 marzo 2010

Riscaldamento globale: responsabilità dell’uomo o evento naturale?

Saggio breve

Destinazione Editoriale: rivista di divulgazione scientifica, Quark

a cura di SAVERIO FERRARA

Ormai da diversi anni uno degli argomenti più discussi durante le riunioni dei “Grandi della Terra” è il riscaldamento globale o “Global Warming”, fenomeno secondo il cui il nostro pianeta si sta lentamente riscaldando di qualche grado a causa di alcuni gas ritenuti responsabili dell’ “Effetto Serra”.

La maggior parte degli scienziati e della popolazione crede che tale riscaldamento sia dovuto all’ effetto serra, e che quindi i diretti responsabili siano i Paesi sviluppati e come tali essi siano gli unici a doversi prendere l’onere di risolvere tale fenomeno (come espresso nell’articolo di Andrew C. Revikin “il dei paesi ricchi, “The New York Times”, 3 aprile 2007). Un'altra corrente di pensiero scientifico, pur non disconoscendo la presenza dell’ Effetto Serra, non lo imputa all’intervento umano ma, nell’ottica delle ere climatiche terrestri, lo vede come un altro passo nel lento e inesorabile progredire del ciclo climatico.

Secondo quanto riportato in alcuni manuali scientifici “L'Effetto Serra è un fenomeno naturale che fa parte dei complessi meccanismi di regolazione dell'equilibrio termico di un pianeta o di un satellite grazie alla presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas detti appunto gas serra. Questi, per le proprie particolari proprietà molecolari spettroscopiche, risultano trasparenti alla radiazione solare entrante ad onda corta, mentre riflettono, diffondono oppure assorbono e riemettono la radiazione infrarossa ovvero risultano opachi alla radiazione ad onda lunga (circa 15 micron) riemessa dalla superficie terrestre in seguito al riscaldamento dovuto ai raggi solari; il nome deriva dunque dall'analogia con quanto avviene nelle serre per la coltivazione”.

A lungo termine gli effetti del riscaldamento globale, come delinea Antonio Cianciullo nel suo articolo “il mondo che verrà” (La Repubblica, 2 aprile 2007), si configurano come una vera e propria catastrofe planetaria: l’innalzamento del mare e la conseguente diminuzione di terreni coltivabili , il verificarsi di Flash Floods , micidiali alluvioni lampo, la maggiore frequenza di episodi di siccità, un crollo di circa il 35-40% delle precipitazioni piovose nel periodo estivo nel bacino mediterraneo. Analoghi fenomeni di desertificazione e carenza idrica interesserebbero tutti i continenti. Le areee polari sarebbero le più colpite a causa dello scioglimento del permafrost, uno strato di ghiaccio perenne che ricopre le regioni artiche.

Prendiamo in esame ora i gas dell’effetto serra e le loro responsabilità in tale fenomeno: i gas che compongono la nostra atmosfera che sono ritenuti responsabili di tale effetto per via della loro particolare opacità alle radiazioni ad onda lunga sono: il vapore acqueo (H2O), il biossido di carbonio (CO2), l'ossido di diazoto (N2O), il metano (CH4) e l'ozono (O3).

Tra tali gas il più incriminato è il vapore acqueo, responsabile per circa due terzi dell’effetto serra naturale. Nell’atmosfera, le molecole di acqua catturano il calore irradiato dalla terra diramandolo in tutte le direzioni, riscaldando così la superficie della terra prima che il calore sia irradiato nuovamente nello spazio; a tale riguardo è d’obbligo precisare che il vapore acqueo atmosferico è parte del ciclo idrologico, senza il quale non ci sarebbero precipitazioni piovose e quindi vita nel nostro pianeta.

Pertanto tutte le varie discussioni sull’ Effetto Serra e sul coinvolgimento umano in esso vertono su un altro gas responsabile: l’Anidride Carbonica o biossido di carbonio (CO2), che viene prodotto e espulso in grande quantità da tutte le fabbriche, ma anche da ogni cittadino ogni volta che utilizza un ‘auto o un mezzo alimentato a benzina, in quanto prodotto di scarto obbligato di qualsiasi processo di combustione.

Una tesi che si fonda su recenti studi (come si può leggere nell’articolo “Il Clima e L’Anidride Carbonica” pubblicato in “Le Scienze”,n.498 Febbraio 2010) la colpa dell’ Effetto serra non sarebbe da imputare al CO2, ma ad un cambiamento climatico del tutto naturale. Nel corso della storia dell’umanità ci sono stati vari azioni climatiche di cui non conosciamo ancora le cause: nel Medioevo, ad esempio, si verificarono temperature parecchio superiori a quelle attuali ma il livello di CO2 era assai inferiore a quello odierno e la Rivoluzione Industriale non era iniziata. Il CO2, in definitiva, interviene solo in minima parte sull’ Effetto serra, mentre i rapporti che esso ha con il vapore acqueo e gli altri gas necessitano di ulteriori studi.

Tenendo conto che nei prossimi 30 anni la popolazione continuerà ad aumentare passando dagli odierni 7 miliardi a circa 9 miliardi e che quindi il fabbisogno energetico e di prodotti tecnologici aumenterà considerevolmente, i Paesi industrializzati dovranno fare scelte prudenti e precise e mantenere un certo controllo sull’inquinamento prodotto dalle industrie. Nei Paesi in via di sviluppo, che prediligono il progresso rispetto alla salvaguardia dell’ambiente, bisognerà limitare i processi di inquinamento selvaggio, che non riguardano solo l’atmosfera, ma più in generale tutto l’ambiente; è indispensabile perciò una futura collaborazione tra i Paesi industrializzati e ricchi e i Paesi emergenti al fine di trovare soluzioni condivise che guardino al futuro di tutta l’umanità. Tentativi in tal senso sono già stati fatti con la formulazione del Protocollo di Kyoto e con il più recente Summit di Copenaghen.

Gli interventi contro l’inquinamento atmosferico dovranno essere supportati dal rigore scientifico della ricerca continua, senza accontentarsi di facili semplificazioni, e senza correre dietro a unici nemici (come il CO2) per non rischiare un giorno, magari troppo tardi, di scoprire di aver profuso sforzi e risorse contro il “nemico” sbagliato.

In definitiva è lecito interrogarsi se il processo di riscaldamento globale in cui ci troviamo sia dovuto ad una nostra errata politica industriale o, come molti sostengono, sia solo una fase climatica naturale del nostro pianeta, transitoria e ineliminabile.

CONCETTA RUSSO

Destinazione editoriale: giornalino d’istituto

Un problema di cui si sente spesso parlare ai giorni nostri è quello del surriscaldamento del pianeta.

Fin dall’antichità l’uomo ha interagito con l’ambiente, ha cercato di adattarsi ai vari ambienti terrestri, dimostrandosi l’unico animale in grado di vivere a tutte le latitudini, ma col tempo ha trasformato gli stessi ambienti. A causa del buco dell’ozono tutta l’atmosfera è stata modificata dall’uomo e proprio per questo dobbiamo stare molto attenti e cercare di ridure i nostri spropositati bisogni perché questi mutamenti potrebbero rivolgersi contro di noi; infatti il fenomeno dell’effetto serra potrebbe portare ad un innalzamento della temperatura potenzialmente letale per la presenza dell’uomo sul pianeta.

Per "Effetto Serra" si intende un effetto assolutamente naturale che si verifica nell'atmosfera terrestre.

La terra è continuamente colpita dalla radiazione elettromagnetica emessa dal sole, parte di questa radiazione viene assorbita dall'atmosfera terrestre ma la grande maggioranza colpisce la crosta terrestre. Di questa radiazione parte viene assorbita dalla superficie, parte è riflessa come radiazione luminosa di varia frequenza e parte viene riflessa come radiazione a lunghezza d'onda maggiore (tipicamente infrarossi). Sono proprio questi infrarossi che generano l'effetto serra: l'atmosfera è quasi completamente trasparente alla luce visibile ma è estremamente opaca alla radiazione infrarossa pertanto gli infrarossi riflessi dalla superficie non "scappano" nello spazio ma restano racchiusi tra la superficie e gli strati alti dell'atmosfera. L'effetto è estremamente utile per la vita sulla terra in quanto, in mancanza di esso, la temperatura media sarebbe di -19°C. Negli ultimi decenni però l'Effetto Serra si è intensificato a causa dell'emissione nell'atmosfera di una serie di gas,detti "gas serra", che hanno comportato un incremento della temperatura media terrestre. I principali gas che si ritengono responsabili di questo incremento sono: il metano, il vapor acqueo, gli ossidi d'azoto, i clorofluorocarburi e l'anidride carbonica.

Il primo tentativo di limitare l’alterazione climatica indotta dall’uomo è stato il Protocollo di Kyoto, un trattato internazione in maniera di ambiente sottoscritto nella città giapponese nel 1997 da più di 160 Paesi, a cui però non hanno aderito gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori responsabili dell’emissione dei gas serra. Da quell’anno la situazione è andata aggravandosi sempre di più.

Come afferma Antonio Cianciullo anche nell’ipotesi migliore che riusciremo a frenare la crescita della temperatura, la febbre del pianeta ha e, avrà sempre più, effetti diffusi. Se non riusciremo a tirare il freno d’emergenza a questo pericolo la prima estinzione di massa spazzerà via in pochi decenni la biodiversità che è stata accumulata in miliardi di anni di evoluzione. Un altro fenomeno sarà la crescita del livello dei mari che farà sparire un terzo delle zone umide costiere; e la crescita del livello dei fiumi. Un’altra conseguenza del global warning analizzata dall’ IPCC è che in Europa aumenteranno le flash floods, ovvero le alluvioni lampo che non lasciano scampo, e inoltre aumenterà la siccità.

Andrew C. Revkin nel quotidiano statunitense The New York Times parla del “debito climatico” dei Paesi ricchi. Essi infatti sono i maggiori responsabili del riscaldamento globale del pianeta a causa del loro massiccio ricorso alla combustione di idrocarburi, e potranno adattarsi più facilmente ai cambiamenti climatici in quanto posseggono risorse economiche adeguate per l’individuazione e la realizzazione di progetti efficaci per arginare il fenomeno. Invece i Paesi più poveri anche se sono i meno responsabili del problema, sono quelli che ne subiranno le peggiori conseguenze. Quindi è giusto che le nazioni ricche aiutino i Paesi a preparasi per i capovolgimenti climatici di cui siamo responsabili.

Purtroppo l'Effetto Serra è un fenomeno estremamente complesso e ancora soggetto a grossi studi pertanto esistono diverse teorie e interpretazioni; quelle che vengono privilegiati dalla maggior parte degli studiosi sono: ridurre l'uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, gas, ecc.) sia nella produzione di energia sia nell'autotrazione cosi da ridurre l'introduzione di anidride carbonica nell'atmosfera; e incrementare la superficie terrestre dedicata alle foreste dove, grazie alla fotosintesi clorofilliana, l'anidride carbonica viene assorbita e "distrutta".

Purtroppo entrambi questi consigli sono in aperta controtendenza, come dimostrano i meeting di Kyoto e il più recente incontro in europa miseramente falliti a causa delle opposizioni di vari paesi (primi fra tutti gli Stati Uniti d'America).

MANILA TROVATO

Destinazione editoriale: rivista scientifica Focus.

Il nostro pianeta si trova a dover pagare il conto, molto salato, sotto forma di catastrofi ecologiche, non ancora incontrollabili ma sempre più minacciose per l’umanità e uno sviluppo tecnologico troppo elevato. Se non verranno trovate le contromisure per arrestare questo fenomeno degenerativo il nostro habitat, andrà incontro ad aspetti negativi.
Uno dei maggiori problemi del nostro tempo è rappresentato dalla progressiva devastazione che l’uomo sta attuando ai danni delle risorse naturali della Terra, a causa delle sue molteplici attività agricole e industriali realizzate senza tenere conto dei delicati equilibri dei vari ecosistemi.
Direttamente collegato agli abusi sulla natura è ormai l’avanzata distruzione dello strato di ozono, un gas naturale che avvolge il globo terracqueo. Esso occupa gli strati più alti dell’atmosfera terrestre ed ha due importanti funzioni: filtrare i raggi ultravioletti e regolare la temperatura del nostro pianeta perché sennò a causa della potenza di questi raggi il nostro pianeta sarebbe così tanto riscaldato che sarebbe invivibile. Purtroppo il crescente uso dell’uomo, di tecnologie che liberano nell’aria ossidi di azoto e cluorofluorocarburi , ne ha provocato un lento ma costante assottigliamento che in alcuni punti, soprattutto nell’altezza del Circolo Polare Artico , è degenerato in una vera e propria rottura. Così grazie alle domestiche bombolette spray, ai famosi aerosol, agli irrinunciabili impianti di refrigerazione, siamo riusciti ad innescare un processo di rottura di un meccanismo delicatissimo, che a suo tempo permise il miracolo della vita sulla Terra e che ora minaccia di distruggerla se non se ne consentirà il ripristino.
La distruzione dello strato di ozono è alla base di un’altra catastrofe sempre più incombente e pericolosa e cioè l’effetto serra, un effetto provocato dal consumo dei combustibili fossili, quali petrolio e carbone, indispensabile per alimentare le industrie del nostro Pianeta, ma estremamente pericoloso per quanto riguarda l’equilibrio atmosferico che viene alterato dall’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. L’effetto serra consiste che, quando normalmente, i raggi solari attraversano l’atmosfera terrestre e riscaldano la superficie terrestre, il calore viene riflesso verso l’alto e così la superficie del pianeta ne trattiene solo una parte; in tal modo le temperature si mantengono su valori accettabili in tutte le regioni del mondo, favorendo la vita e tutte le sue attività agricole; parte del calore viene trattenuto nell’atmosfera dalla presenza di anidride carbonica e di vapore acqueo.


Come scrive Antonio Cianciullo nel giornale “la Repubblica” , oltre all’effetto serra scrive di un primo tentativo di limitare l’alterazione climatica planetaria indotta dall’uomo, è il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale in materia di ambiente, sottoscritto nella città giapponese l’11 dicembre 1997, però purtroppo da quell’anno la situazione è andata aggravandosi sempre di più.
Il male è poi accentuato a seguito del taglio selvaggio degli alberi in vastissime aree del pianeta ( i cosiddetti “polmoni verdi”), oltre che al seguito dell’immensa combustione di carbone fossile , di petrolio, di metano, e per la presenza di altri gas originati dall’attività dell’uomo, così che l’anidride carbonica aumenta in modo anomalo e insieme, agli altri gas nocivi “intrappola” il calore ( si è calcolato fino al 70%) creando una specie di cappa, di tetto trasparente di vetro come quello di una serra, con la conseguenza dell’aumento della temperatura globale, quindi lo scioglimento delle calotte polari, con la conseguente elevazione del livello dei mari, inondamento delle coste e rottura dell’equilibrio delle stagioni.
A causa di queste catastrofi, scienziati e ricerche avevano affermato che la Terra avesse la febbre. La sua temperatura sta crescendo a ritmi che non hanno confronto rispetto agli ultimi secoli. Ma ora, la conferma del fenomeno arriva da uno studio che risulta più preciso e dettagliato. La conclusione è univoca e precisa: mai la temperatura è stata così alta e la colpa è dell’azione dell’uomo.
Sono d’accordo con l’idea di Andrew C. Revkin cioè che, le nazione ricche sono i principali responsabili del riscaldamento globale a causa del loro ricorso alla combustione di idrocarburi, purtroppo di mezzo ci vanno le nazioni meno sviluppate perché si trovano vicino ai tropici. Allora una soluzione potrebbe essere che i paesi del Primo mondo aiutassero quelli del Terzo mondo ad affrontare questi temibili cambiamenti climatici.
Oltre a questa soluzione ce ne sono molte altre per ridurre questo riscaldamento. Ad esempio la scelta di prodotti non inquinanti, di elettrodomestici a basso consumo energetico, di autovetture provviste di marmitta catalitica, lampadine fluorescenti a basso consumo, ecc… si potrebbe anche porre fine alla deforestazione , diminuendo il consumo di petrolio e carbone , intensificando la ricerca di energia alternative pulite. Ma l’attuazione di questi progetti a causa degli interessi economici giganteschi, sembra abbastanza ardua.
Adesso la domanda che tutti ci poniamo è: riuscirà l’uomo a salvare la Terra?
La risposta a questa domanda dipende da ciascuno di noi.
Ci aiuti il pensiero che la Terra è la nostra casa, l’unica che abbiamo, e che, a parte improbabili ( almeno attualmente) trasferimenti in altri pianeti , dovremo continuare a viverci, cercando di mantenere condizioni soddisfacenti per consentire la vita ai nostri figli ed ai nostri nipoti e, perché no, anche alle prossime generazioni. Recentemente alcuni autorevoli scienziati hanno dichiarato che ci restano solo 30 o 40 anni di tempo ( 50 se vogliamo essere ottimisti!) per una decisiva inversione di tendenza verso il miglioramento delle condizioni generali del nostro mondo, pena la graduale scomparsa del genere umano.
Speriamo proprio che questi signori si sbaglino di grosso… ma nel frattempo diamoci da fare non si sa mai…!

DAVIDE SPINELLA

Il quesito titolo di questa discussione, relativa al problema del riscaldamento globale è: “Responsabilità dell’uomo o evento naturale?”.
La risposta non è semplice, ma molto probabilmente si tratta di un evento naturale, che è causato dall’uomo, che ne è pertanto responsabile, di un problema dannoso per la sua stessa condizione, ma il vero problema è che si sta facendo ben poco per migliorare questa situazione.
Il riscaldamento globale o “Global Warming”, tratta appunto dell’aumento della temperatura terrestre, che è causata dai gas effetto serra, creati dall’inquinamento complessivo che produciamo: automobili, riscaldamenti, consumo energetico ecc.
In poche parole questo effetto ingloba i raggi solari, trattenendoli appunto come una serra comportandone dunque la problematica, ciò può avere degli effetti immediati, come l’aumento della desertificazione, la riduzione dei campi fertili, alluvioni improvvise, innalzamento del livello del mare ecc. e le statistiche non finiscono qui.
Ma il global warming ci può riservare ancora un’altra bella sorpresa: con l’aumentare delle temperature si avrà lo scioglimento dei ghiacciai, che a sua volta aumenterà il livello dell’acqua, ma che soprattutto desalinizzerà il mare, influendo sulla corrente del golfo, rallentandola sino al punto di fermarla ed inibire la sua attività di calore, che può generare una sottospecie di era glaciale, in maggior misura al nord dell’equatore, creando un’aspettativa piuttosto agghiacciante del nostro futuro (letteralmente).
Ultimamente si è accennato più spesso alla problematica, dandone maggiore priorità, ma spesso si resta indifferenti di fronte al problema. Ed anche noi dobbiamo esserne più consapevoli, e nel nostro piccolo abbiamo il dovere di muoverci a favore dell’ecologia, abbandonando gli sprechi ed adottando nuovi stili di vita ecocompatibili, come anche piccole ma efficaci abitudini. Quindi tocca a noi; possiamo aspettare che si avverino queste statistiche da olocausto, oppure darci una mossa per fare qualcosa di veramente concreto.

ANTONELLA SALVA'


IL CLIMA DELLA TERRA STA CAMBIANDO UNA DELLE CAUSE:
L’EFFETTO SERRA
I cambiamenti climatici imprevisti, che hanno interessato varie zone del nostro pianeta, sono stati a volte causati dall’inquinamento, questo è quanto gli scienziati hanno potuto accertare con i loro studi. Ma per capire come sono tratte queste conclusioni è necessario prima conoscere i meccanismi che generano le variazioni climatiche.
La temperature sulla Terra dipende soprattutto dalla quantità di energia solare che la raggiunge, essa è massima all’equatore e va decrescendo verso i poli. Questa disparità di calore tra le varie zone terrestri viene in parte attenuata dai venti, che muovendo lo stato gassoso che circonda la terra, fanno arrivare aria calda ai poli e mitigano le temperature dei tropici. Un altro importate fattore che influisce sul clima è l’acqua presente sotto forma di mari, fiumi, ghiacciai e laghi. Il ciclo delle pioggie mantiene una umidità costante nell’atmosfera.
Ma i meccanismi più importanti e anche poco noti, sono quelli delle grandi correnti oceaniche. Vi è una corrente calda che parte dal centro del Pacifico e attraversa l’oceano Indiano, circumnaviga l’Africa e giunge nell’oceano Atlantico fino al polo Nord, qui ormai raffreddatasi si inabissa e inizia il percorso inverso, verso il Pacifico. Questa corrente ha un’enorme influenza sul clima di molti Stati.
Oggi tutti parliamo del clima che cambia, dell’effetto serra, delle stagioni intermedie che spariscono, della neve che non cade più in certe zone mentre è presente inaspettatamente in altre. Basta a volte una settimana di tempo anomalo per fare scattare l’allarme, si parla di gravi conseguenze dovute alle modificazioni che l’uomo con la sua opera ha inflitto alla natura. Ma le variazioni climatiche che non sono dovute all’azione dell’uomo; sono anche un evento del tutto naturale.

Secondo gli scienziati del “The New York Time” questo aumento della temperatura è dovuto all’effetto sera. Il pianeta si è scaldato di circa mezzo grado negli ultimi 1oo anni a causa delle imissioni di anidrite carbonica provocata dall’uomo.
Però l’effetto serra è un fenomeno naturale positivo, soltanto la sua accentuazione è da temere. Esso è creato da alcuni gas presenti nell’atmosfera, quali l’anidrite carbonica (CO2), il metano (CH4), gli ossidi di azoto e il vapore acqueo. Questi gas tendono a trattenere attorno alla terra i raggi infrarossi provenienti dal sole e riflessi dalla superficie del pianeta.Se questo fenomeno non ci fosse la temperatura la temperatura media scenderebbe di 30° C-50°C ed avremmo una vera glaciazione.
Ma se l’effetto serra è sempre esistito perché oggi se ne parla tanto?
Il problema è causa dell’aumento dell’uso dei combustibili fossili, come carbone e petrolio, è aumentata la presenza di anidrite nell’aria, infatti soltanto una parte di essa viene riassorbita da foreste ed oceani.Gli studiosi pensano che questo porterà in futuro ad un notevole aumento della temperatura.
Alcune zone della terra , oggi coltivate, potrebbero andare incontro alla desertificazione, altre sarebbero sommerse dalle acque. Per evitare questre catastrofi annunciate, si dovrebbe ridurre la produzione di anidrita carbonica, ma per fare ciò bisognerebbe limitare l’attività industriale e di conseguenza rischiare una crisi econimica mondiale. Si potrebbero usare fonti di energia alternative che non producono gas nocivo, come la geotermica, il vento, il sole, e il nucleare, ed infine evitare gli sprechi energetici e anziché tagliare le foreste, aumentare in numero di zone verdi. Al fine di ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, è stato firmato il cosidetto “ Protocollo di Kyoto”, un accordo internazionale che ha sancito l’obbligo per i Paesi industrializzati di attuare la riduzione di emissioni nocive di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo compresso tra il 2008 e il 2012. Nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005, grazie alla sottoscrizione da parte di 141 nazioni.

SANDRO DEL POPOLO

Destinazione editoriale: Giornalino d’istituto

Chi subirà le conseguenze dei cambiamenti climatici?

Da anni ormai sentiamo parlare delle varie problematiche legate ai cambiamenti climatici. Già prima dell’avvento del nuovo millennio si è parlato di”effetto serra”,il fenomeno che porterà il nostro pianeta ad avere un aumento sempre crescente della temperatura sulla superficie terrestre. Tale fenomeno è determinato dalla presenza dell’atmosfera intorno al nostro pianeta(la quale,come sappiamo, assorbe parte della radiazione emessa dal sole e dal suolo riscaldato)e a causa di una presenza eccessiva dei famosi gas serra(quali vapore acqueo e anidride carbonica). Ma gran parte delle cause sono da attribuire proprio all’uomo che con l’avvento dell’industrializzazione ha incrementato l’uso di tali sostanze dannose e la combustione di idrocarburi che come sappiamo sono tanto importanti per l’uomo quanto dannose all’uomo stesso e alla natura. Negli ultimi tredici anni,ovvero dal 1997 dal Protocollo di Kyoto,si è cercato di limitare l’utilizzo di tali sostanze in modo da arginare tale fenomeno. Per quanto questi tentativi sianoa mio avviso da ammirare, mai nessuno si è curato di tutti quei paesi e continenti,i quali pur non avendo preso parte ai processi di industrializzazione,pagano e dovranno pagare le colpe dei responsabili di tali fenomeno. Infatti dalle ultime prospettive dell’IPCC(Intergovernmental Panel on Climate Change)i paesi più interessati ai mutamenti climatici sono quelli che meno hanno contribuito alla presenza nell’atmosfera di gas serra. Ma il dato che più mi fa paura è che nella quasi totalità dei casi questi paesi sono proprio i più poveri. Al contrario invece quelle più ricche sono quelle meno interessate e sono anche quelle che meglio saprebbero fronteggiare il mutamento dell’ambiente. Era pensiero di tutti che tutti i paesi e i continenti fossero interessati allo stesso modo dai cambiamenti climatici ma non è così. Un esempio per comprendere meglio tale differenze la rappresenta l’America,la cui agricoltura influisce sull’economia della nazione solo per il 4% al contrario di paesi africani ad esempio,i quali hanno come maggior fonte di ricchezza e guadagno per vivere proprio l’agricoltura(si parla di numeri tra 80-90 %) che indubbiamente sarà danneggiata dall’avanzare della desertificazione. Le previsioni infatti prevedono che vi sarà un aumento di zone aride stimato tra i sessanta e i novanta ettari. Già nel mondo è possibile vedere che i paesi con una maggiore disponibilità economica hanno la possibilità di contrastare meglio quelle che sono le emergenze climatiche. La stessa cosa non può dirsi per i paesi con minore disponibilità economica. Il primo passo da fare è ammettere questo “pesante debito”che abbiamo nei confronti dei paesi colpiti maggiormente. In secondo luogo deve essere nostro dovere civico e morale soprattutto cercare di cancellare questo debito aiutando le zone maggiormente colpite da questi disastri, dando loro il massimo aiuto possibile. Ma riusciremo davvero a sanarlo? Io voglio augurarmi il meglio per questi paesi e per le generazioni future vittime degli errori delle generazioni passate.

GIADA GIUFFRIDA

“La Terra è gravemente malata”

Il disboscamento e l’enorme progresso che l’uomo sempre insegue, causano l’effetto serra.
Migliaia di morti dovuti alle eccessive ondate di calore, uragani e maremoti, esplosione di malattie infettive, drastici mutamenti degli ecosistemi dei poli (scioglimento dei ghiacciai) e degli oceani (innalzamento del livello dell’acqua e mutamenti nella distribuzione della fauna marina) sono i primi segnali di quella che gli ambientalisti definiscono una catastrofe annunciata. I rappresentanti dell’IPCC (Comitato Internazionale sui Cambiamenti Climatici), a conclusione dei lavori del Vertice di Kyoto, l’ultima conferenza sul clima organizzata dall’ONU, hanno confermato le previsioni fatte nei due precedenti summit sul clima: LA TERRA è GRAVEMENTE MALATA E , PROPRIO COME UN ESSERE UMANO, MANIFESTA QUESTO MALESSERE CON UN RIALZO DELLA TEMPERATURA.
Questo surriscaldamento senza precedenti, oltre che alla distruzione delle foreste, è dovuto all’azione dell’uomo, o meglio ai gas emessi dalla combustione di combustibili fossili come il petrolio. Essi si accumulano negli strati alti dell’atmosfera e impediscono la dispersione del calore solare riflesso dal pianeta, comportandosi così come i vetri di una serra. Tra questi gas-serra, il più dannoso è il biossido di carbonio (CO2), altrimenti detto anidride carbonica, prodotto dall’uso di combustibili fossili, dall’abbattimento di vaste aree alberate e dagli incendi che bruciano migliaia di ettari di boschi; seguono a ruoto il metano, il protossido di azoto prodotto dall’uso di fertilizzanti; i clorofluorocarburi CFC e HCFC contenuti nelle bombolette spray, nei refrigeratori, nei condizionatori d’aria e utilizzati nella lavorazione di materiali plastici. È da tenere presente che questi gas non solo contribuiscono all’accelerazione dell’effetto serra, ma sono la causa principale dell’assottigliamento dello strato di ozono che nell’atmosfera funge da protezione dai raggi ultravioletti del sole, i quali sono altamente nocivi per l’uomo e sono la causa di cancri alla pelle e di cataratta... Questi gas agiscono rendendo molto più densa la fascia gassosa che protegge e riscalda il pianeta, quella parte dell’atmosfera che, al suo stato naturale, avrebbe il compito di filtrare le radiazioni solari trattenendo solo la quantità di raggi indispensabili per garantire la continuità della vita sulla terra.
Aumentando la densità di questa fascia vuol dire riflettere verso la superficie terrestre una quantità eccessiva di radiazioni, che vengono reindirizzate verso il basso invece di finire disperse nel cosmo, causando così l’inevitabile surriscaldamento dell’intero pianeta. Segni preoccupanti dell’effetto serra vengono dallo scioglimento delle calotte polari. La temperatura media al Polo Sud, a partire dal 1964, è aumentata di 2 gradi centigradi circa. Dagli anni settanta ad oggi l’estate antartica si è allungata. In alcuni punti i ghiacci si sono addirittura ritirati di 50 km.

Un altro evento degno di attenzione è quello del riscaldamento dei mari tropicali, fenomeno chiamato El Nino (Gesù Bambino). Da quasi vent’anni questo fenomeno si ripete con insolita frequenza riscaldando migliaia di chilometri di Oceano Pacifico, dal Nord dell’Australia fino alle coste del Perù, facendo salire la temperatura dell’acqua di 2 gradi.
Climatologi, meteorologi e fisici dell’atmosfera guardano a questo fenomeno con estremo interesse.
Appare evidente a tutti che, ora più che mai, si devono stabilire delle regole, delle leggi ben precise per la tutela del pianeta, per non andare incontro a disastri peggiori.
Se non verranno applicate le misure decise a Kyoto, le emissioni globali di gas-serra potrebbero aumentare del 45%, comportando così un aumento della temperatura di 3-5 gradi centigradi. Se si pensa che le glaciazioni, nelle ere passate, sono state causate da una diminuzione di soli 5 gradi, è facile capire la portata del fenomeno.
Ecco a cosa porterà l’uso scriteriato della natura e della tecnologia. In attesa delle contromisure umane, la natura è riuscita a sviluppare per parte sua dei meccanismi che tentano di riportare la situazione verso uno stato di equilibrio, utilizzando proprio l’inquinamento prodotto dall’uomo.
Nell’attesa che queste ricerche giungano a buon fine, è stato fissato un margine di recupero, anche se minimo: basterà ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica; evitando di distruggere in maniera indiscriminata boschi e foreste, questi potrebbero convertire parte dell’anidride carbonica in eccesso.
Per meglio giovare all’atmosfera, sono già state messe in commercio bombolette spray che non contengono CFC.
Oggi sono più frequenti le vetture con marmite catalitiche, anche se sarebbe meglio utilizzare i mezzi pubblici per recarsi nei luoghi di lavoro, risparminado così carburante ed evitando di immettere ulteriori gas di scarico nell’atmosfera!!!

YVONNE SGROI

"Riscaldamento globale: responsabilità dell’uomo o ...":

Destinazione editoriale: giornalino scolastico

Da diversi anni un argomento largamente discusso è il riscaldamento globale, fenomeno che comporta un surriscaldamento della crosta terrestre, a causa di alcuni gas responsabili dell’effetto serra.

Sin dal principio, l’uomo ha cercato di dimostrare di essere l’unico animale in grado di vivere adottandosi a tutti gli ambienti.

A causa del buco dell’ozono, l’atmosfera è stata modificata. L’effetto serra è un effetto naturale che si verifica nell’atmosfera terrestre, ma potrebbe portare ad un innalzamento della temperatura ad un livello letale per l’uomo.

In natura il globo è colpito dalle radiazioni emesse dal sole; una parte di esse è assorbita dalla superficie, un’altra parte è riflessa come infrarossi. Sono proprio questi infrarossi a causare l’effetto serra.

Su questo effetto ci sono pareri discordanti: alcuni scienziati sostengono che la colpa sia dei Paesi sviluppati; altri dicono che è solo un passo verso il progresso del ciclo climatico. Se però prendiamo in esame i gas che partecipano a tale effetto ( tra i quali vapore acqueo, anidride carbonica, metano e ozono) e consideriamo l’anidride carbonica come principale gas responsabile, possiamo dedurne che all’aver causato l’aumento dell’effetto serra siano state le fabbriche dei Paesi sviluppati che espellono a grandi quantità questo gas.
Con tale constatazione, si può ben capire che si necessita di una collaborazione tra Paesi industrializzati e Paesi emergenti, in quanto questi ultimi prediligono il progresso alla salvaguardia dell’ambiente. Pertanto, secondo gli studi effettuati, si dovrebbe ridurre l’uso di combustibili fossili e, invece, incrementare la quantità di foreste, in quanto la fotosintesi clorofilliana fa si che l’anidride carbonica venga “trasformata” in ossigeno.







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11 commenti:

Anonimo ha detto...

Destinazione editoriale: rivista scientifica Focus.

Il nostro pianeta si trova a dover pagare il conto, molto salato, sotto forma di catastrofi ecologiche, non ancora incontrollabili ma sempre più minacciose per l’umanità e uno sviluppo tecnologico troppo elevato. Se non verranno trovate le contromisure per arrestare questo fenomeno degenerativo il nostro habitat, andrà incontro ad aspetti negativi.
Uno dei maggiori problemi del nostro tempo è rappresentato dalla progressiva devastazione che l’uomo sta attuando ai danni delle risorse naturali della Terra, a causa delle sue molteplici attività agricole e industriali realizzate senza tenere conto dei delicati equilibri dei vari ecosistemi.
Direttamente collegato agli abusi sulla natura è ormai l’avanzata distruzione dello strato di ozono, un gas naturale che avvolge il globo terracqueo. Esso occupa gli strati più alti dell’atmosfera terrestre ed ha due importanti funzioni: filtrare i raggi ultravioletti e regolare la temperatura del nostro pianeta perché sennò a causa della potenza di questi raggi il nostro pianeta sarebbe così tanto riscaldato che sarebbe invivibile. Purtroppo il crescente uso dell’uomo, di tecnologie che liberano nell’aria ossidi di azoto e cluorofluorocarburi , ne ha provocato un lento ma costante assottigliamento che in alcuni punti, soprattutto nell’altezza del Circolo Polare Artico , è degenerato in una vera e propria rottura. Così grazie alle domestiche bombolette spray, ai famosi aerosol, agli irrinunciabili impianti di refrigerazione, siamo riusciti ad innescare un processo di rottura di un meccanismo delicatissimo, che a suo tempo permise il miracolo della vita sulla Terra e che ora minaccia di distruggerla se non se ne consentirà il ripristino.
La distruzione dello strato di ozono è alla base di un’altra catastrofe sempre più incombente e pericolosa e cioè l’effetto serra, un effetto provocato dal consumo dei combustibili fossili, quali petrolio e carbone, indispensabile per alimentare le industrie del nostro Pianeta, ma estremamente pericoloso per quanto riguarda l’equilibrio atmosferico che viene alterato dall’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. L’effetto serra consiste che, quando normalmente, i raggi solari attraversano l’atmosfera terrestre e riscaldano la superficie terrestre, il calore viene riflesso verso l’alto e così la superficie del pianeta ne trattiene solo una parte; in tal modo le temperature si mantengono su valori accettabili in tutte le regioni del mondo, favorendo la vita e tutte le sue attività agricole; parte del calore viene trattenuto nell’atmosfera dalla presenza di anidride carbonica e di vapore acqueo.

Anonimo ha detto...

Come scrive Antonio Cianciullo nel giornale “la Repubblica” , oltre all’effetto serra scrive di un primo tentativo di limitare l’alterazione climatica planetaria indotta dall’uomo, è il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale in materia di ambiente, sottoscritto nella città giapponese l’11 dicembre 1997, però purtroppo da quell’anno la situazione è andata aggravandosi sempre di più.
Il male è poi accentuato a seguito del taglio selvaggio degli alberi in vastissime aree del pianeta ( i cosiddetti “polmoni verdi”), oltre che al seguito dell’immensa combustione di carbone fossile , di petrolio, di metano, e per la presenza di altri gas originati dall’attività dell’uomo, così che l’anidride carbonica aumenta in modo anomalo e insieme, agli altri gas nocivi “intrappola” il calore ( si è calcolato fino al 70%) creando una specie di cappa, di tetto trasparente di vetro come quello di una serra, con la conseguenza dell’aumento della temperatura globale, quindi lo scioglimento delle calotte polari, con la conseguente elevazione del livello dei mari, inondamento delle coste e rottura dell’equilibrio delle stagioni.
A causa di queste catastrofi, scienziati e ricerche avevano affermato che la Terra avesse la febbre. La sua temperatura sta crescendo a ritmi che non hanno confronto rispetto agli ultimi secoli. Ma ora, la conferma del fenomeno arriva da uno studio che risulta più preciso e dettagliato. La conclusione è univoca e precisa: mai la temperatura è stata così alta e la colpa è dell’azione dell’uomo.
Sono d’accordo con l’idea di Andrew C. Revkin cioè che, le nazione ricche sono i principali responsabili del riscaldamento globale a causa del loro ricorso alla combustione di idrocarburi, purtroppo di mezzo ci vanno le nazioni meno sviluppate perché si trovano vicino ai tropici. Allora una soluzione potrebbe essere che i paesi del Primo mondo aiutassero quelli del Terzo mondo ad affrontare questi temibili cambiamenti climatici.
Oltre a questa soluzione ce ne sono molte altre per ridurre questo riscaldamento. Ad esempio la scelta di prodotti non inquinanti, di elettrodomestici a basso consumo energetico, di autovetture provviste di marmitta catalitica, lampadine fluorescenti a basso consumo, ecc… si potrebbe anche porre fine alla deforestazione , diminuendo il consumo di petrolio e carbone , intensificando la ricerca di energia alternative pulite. Ma l’attuazione di questi progetti a causa degli interessi economici giganteschi, sembra abbastanza ardua.
Adesso la domanda che tutti ci poniamo è: riuscirà l’uomo a salvare la Terra?
La risposta a questa domanda dipende da ciascuno di noi.
Ci aiuti il pensiero che la Terra è la nostra casa, l’unica che abbiamo, e che, a parte improbabili ( almeno attualmente) trasferimenti in altri pianeti , dovremo continuare a viverci, cercando di mantenere condizioni soddisfacenti per consentire la vita ai nostri figli ed ai nostri nipoti e, perché no, anche alle prossime generazioni. Recentemente alcuni autorevoli scienziati hanno dichiarato che ci restano solo 30 o 40 anni di tempo ( 50 se vogliamo essere ottimisti!) per una decisiva inversione di tendenza verso il miglioramento delle condizioni generali del nostro mondo, pena la graduale scomparsa del genere umano.
Speriamo proprio che questi signori si sbaglino di grosso… ma nel frattempo diamoci da fare non si sa mai…!



Trovato Manila

Anonimo ha detto...

Testo Informativo da parte di Davide Spinella

Il quesito titolo di questa discussione, relativa al problema del riscaldamento globale è: “Responsabilità dell’uomo o evento naturale?”.
La risposta non è semplice, ma molto probabilmente si tratta di un evento naturale, che è causato dall’uomo, che ne è pertanto responsabile, di un problema dannoso per la sua stessa condizione, ma il vero problema è che si sta facendo ben poco per migliorare questa situazione.
Il riscaldamento globale o “Global Warming”, tratta appunto dell’aumento della temperatura terrestre, che è causata dai gas effetto serra, creati dall’inquinamento complessivo che produciamo: automobili, riscaldamenti, consumo energetico ecc.
In poche parole questo effetto ingloba i raggi solari, trattenendoli appunto come una serra comportandone dunque la problematica, ciò può avere degli effetti immediati, come l’aumento della desertificazione, la riduzione dei campi fertili, alluvioni improvvise, innalzamento del livello del mare ecc. e le statistiche non finiscono qui.
Ma il global warming ci può riservare ancora un’altra bella sorpresa: con l’aumentare delle temperature si avrà lo scioglimento dei ghiacciai, che a sua volta aumenterà il livello dell’acqua, ma che soprattutto desalinizzerà il mare, influendo sulla corrente del golfo, rallentandola sino al punto di fermarla ed inibire la sua attività di calore, che può generare una sottospecie di era glaciale, in maggior misura al nord dell’equatore, creando un’aspettativa piuttosto agghiacciante del nostro futuro (letteralmente).
Ultimamente si è accennato più spesso alla problematica, dandone maggiore priorità, ma spesso si resta indifferenti di fronte al problema. Ed anche noi dobbiamo esserne più consapevoli, e nel nostro piccolo abbiamo il dovere di muoverci a favore dell’ecologia, abbandonando gli sprechi ed adottando nuovi stili di vita ecocompatibili, come anche piccole ma efficaci abitudini. Quindi tocca a noi; possiamo aspettare che si avverino queste statistiche da olocausto, oppure darci una mossa per fare qualcosa di veramente concreto.

Anonimo ha detto...

Continua

Secondo gli scienziati del “The New York Time” questo aumento della temperatura è dovuto all’effetto sera. Il pianeta si è scaldato di circa mezzo grado negli ultimi 1oo anni a causa delle imissioni di anidrite carbonica provocata dall’uomo.
Però l’effetto serra è un fenomeno naturale positivo, soltanto la sua accentuazione è da temere. Esso è creato da alcuni gas presenti nell’atmosfera, quali l’anidrite carbonica (CO2), il metano (CH4), gli ossidi di azoto e il vapore acqueo. Questi gas tendono a trattenere attorno alla terra i raggi infrarossi provenienti dal sole e riflessi dalla superficie del pianeta.Se questo fenomeno non ci fosse la temperatura la temperatura media scenderebbe di 30° C-50°C ed avremmo una vera glaciazione.
Ma se l’effetto serra è sempre esistito perché oggi se ne parla tanto?
Il problema è causa dell’aumento dell’uso dei combustibili fossili, come carbone e petrolio, è aumentata la presenza di anidrite nell’aria, infatti soltanto una parte di essa viene riassorbita da foreste ed oceani.Gli studiosi pensano che questo porterà in futuro ad un notevole aumento della temperatura.
Alcune zone della terra , oggi coltivate, potrebbero andare incontro alla desertificazione, altre sarebbero sommerse dalle acque. Per evitare questre catastrofi annunciate, si dovrebbe ridurre la produzione di anidrita carbonica, ma per fare ciò bisognerebbe limitare l’attività industriale e di conseguenza rischiare una crisi econimica mondiale. Si potrebbero usare fonti di energia alternative che non producono gas nocivo, come la geotermica, il vento, il sole, e il nucleare, ed infine evitare gli sprechi energetici e anziché tagliare le foreste, aumentare in numero di zone verdi. Al fine di ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, è stato firmato il cosidetto “ Protocollo di Kyoto”, un accordo internazionale che ha sancito l’obbligo per i Paesi industrializzati di attuare la riduzione di emissioni nocive di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo compresso tra il 2008 e il 2012. Nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio del 2005, grazie alla sottoscrizione da parte di 141 nazioni.

Anonella Salvà

Anonimo ha detto...

Sera prof.essa
IL CLIMA DELLA TERRA STA CAMBIANDO UNA DELLE CAUSE:
L’EFFETTO SERRA
I cambiamenti climatici imprevisti, che hanno interessato varie zone del nostro pianeta, sono stati a volte causati dall’inquinamento, questo è quanto gli scienziati hanno potuto accertare con i loro studi. Ma per capire come sono tratte queste conclusioni è necessario prima conoscere i meccanismi che generano le variazioni climatiche.
La temperature sulla Terra dipende soprattutto dalla quantità di energia solare che la raggiunge, essa è massima all’equatore e va decrescendo verso i poli. Questa disparità di calore tra le varie zone terrestri viene in parte attenuata dai venti, che muovendo lo stato gassoso che circonda la terra, fanno arrivare aria calda ai poli e mitigano le temperature dei tropici. Un altro importate fattore che influisce sul clima è l’acqua presente sotto forma di mari, fiumi, ghiacciai e laghi. Il ciclo delle pioggie mantiene una umidità costante nell’atmosfera.
Ma i meccanismi più importanti e anche poco noti, sono quelli delle grandi correnti oceaniche. Vi è una corrente calda che parte dal centro del Pacifico e attraversa l’oceano Indiano, circumnaviga l’Africa e giunge nell’oceano Atlantico fino al polo Nord, qui ormai raffreddatasi si inabissa e inizia il percorso inverso, verso il Pacifico. Questa corrente ha un’enorme influenza sul clima di molti Stati.
Oggi tutti parliamo del clima che cambia, dell’effetto serra, delle stagioni intermedie che spariscono, della neve che non cade più in certe zone mentre è presente inaspettatamente in altre. Basta a volte una settimana di tempo anomalo per fare scattare l’allarme, si parla di gravi conseguenze dovute alle modificazioni che l’uomo con la sua opera ha inflitto alla natura. Ma le variazioni climatiche che non sono dovute all’azione dell’uomo; sono anche un evento del tutto naturale.
Antonella Salvà

Rosario ha detto...

Destinazione editoriale:"la Repubblica"


"L'EFFETTO SERRA UN PROBLEMA RISOLVIBILE"


l'effetto serra(un fenomeno assolutamente naturale che si verifica nel nostro pianeta,provocandone un surriscaldamento)un problema molto diffuso in questi ultimi anni,di cui si sente parlare spesso.Le cause, dell'effetto serra sono in gran parte da affidare all'uomo,o meglio agli interventi che esso stesso ha effettuato sul pianeta.Fin dall antichità,gli essere umani hanno cercato di adattarsi nel migliore dei modi sulla Terra,spostandosi da un luogo all'altro,modificando il territorio e dimostrando di essere l unico individuo in grado di poter vivere a tutte le latitudini e altitudini.Ma questo non e l unico problema che vige sul nostro pianeta,un altro "inconveniente" molto importante si chiama:BUCO DELL'OZONO.Una faida creata dall uomo a cui esso stesso non riesce a porre rimedio,magari evitando di cosstruire in luoghi non adatti oppure intervendo sulla natura in modo vano si potrebbe evitare tutto ciò.L'effetto serra comporta un'innalzamento della temperatura talmente elevato da essere un pericolo per la soppravivenza dell uomo stesso sul pianeta.Esso essendo costantemente colpito da da radiazioni elettromagnetiche(crosta terrestre 45% atmosfera 55%),uno di questi raggi il famoso "INFRAROSSO",sembra sia la causa originaria dell'effetto serra,ma non e l'unico un'altro grande problema sembra essere l eccessivo utilizzo di gas(metano,ossidi,CO2,e l'azoto stesso)tutto questo ha intensificato notevolmente la temperatura che in condizioni normali non viene percepita,ma che in futuro potrebbe creare gravi danni.IL PROTOCOLLO DI KYOTO,famoso documento(firmato da piu di 160 paesi tra europa e gli altri continenti)sembrava essere il primo passo verso, un possibile cambiamento se non fosse che gli stati che piu di tutti sembrano essere artefici del problema,(STATI UNTI è CINA)hanno deciso di non aderire aggravando sempre di piu la situazione.Antonio Cianciullo(uno dei tanti esperti in materia)nell'affermare la gravità del danno,e nel constatare il totale "disinteresse umano",ha tratto delle conclusioni molto importanti mettendo in evidenza il rischio che da ciò ne potrebbe scaturire,la scomparsa della "biodiversità",ma anche la crescita del livello dei mari,lo squilibrio che possono formare i fiumi(assumendo nuove posizioni)ma sopratutto il rischio delle FLASH FOODS,ovvero alluvioni e conseguenti siccità.Tutto questo deve essere messo in considerazione del fatto che la popolazione aumenterà,sempre di piu(si parla di 9-10 miliardi)nei prossimi 30 anni,devono essere fatte scelte ponderate.La rivista americana "THE NEW YORK TIMES",si parlava del possibile aiuto dei paesi piu ricchi(essendo dotati di mezzi superiori e all avanguardia come la combustione di idrocarburi)a quelli piu poveri,per evitare in futuro una catasfrofe ed uno squilibrio del paesaggio stesso.Oggi giorno si parla molto di tutto ciò, ma ancora non sono state prese le giuste misure per risolvere il problema magari evitando l 'utilizzo di alcuni gas(PETROLIO E CARBONE ad es...)ma ci si rende conto che sono troppo importanti pero per il fabbisogno quotidiano,si pensava all aumento della superficie terrestre in modo da permettere alle piante, con l'utilizzo della fotosintesi di ridurre la quantita di CO2(anidride carbonica).gli ultimi incontri avvenuti tra Kyoto e gli Stati uniti,hanno confermato gli squilibri e i pareri contrastanti tra i vari paesi.Secondo il mio parere,solo l 'intervento umano puo salvare questo bellissimo patrimonio la "natura", se questo non avverrà tutto andrà perduto e decine di dinastie,stirpi e nazioni finiranno col non esistere piu,solo l 'uomo puo salvare ciò portando tutto alla normalità(o quasi),formando nuovamente il nostro "paradiso terrestre".

Anonimo ha detto...

Saggio breve

Destinazione editoriale: rivista scientifica "Focus"

Negli ultimi decenni stiamo assistendo a notevoli mutamenti climatici,quali il riscaldamento globale (o global warming),espressione che indica le fasi di aumento della temperatura media dell'atmosfera terrestre,compresi oceani,dovute a cause naturali.
Il surriscaldamento delle temperature è in continuo aumento. Gli eventi metereologici estremi sono sempre più frequenti: uragani ed alluvioni, inondazioni e tempeste hanno una forza distruttiva maggiore di un tempo.Come cause del riscaldamento possiamo elencare, oltre che il calore interno del pianeta,l'irraggiamento solare, che contribuisce all'effetto serra; la presenza dello strato d'atmosfera che attenua gli sbalzi di temperatura giornalieri;e naturalmente l'effetto serra, che contribuisce molto.Va sottolineato però che l'effetto serra è un fenomeno naturale e da sempre esistito sulla terra, poichè necessario (nei limiti) per permettere alla superficie terrestre di avere temperature adatte alla vita; infatti senza di esso la temperatura terrestre sarebbe più bassa (30° in meno). Esso quindi contribuisce ad aumentare la temperatura del globo; cosi pure neglio oceani: l'incremento di CO2 è dovuto in gran parte dal surriscaldamento. Le acque marine contengono disciolta una grande quantità di CO2 ed il riscaldamento dei mari ne causerebbe l'emissione in atmosfera. Inoltre, il riscaldamento dovuto all'aumento della temperatura produce una maggior evaporazione dei mari liberando in atmosfera ulteriori quantità di vapore acqueo, il principale gas serra; Di cui gli altri sono l'anidride carbonica,il metano,l'ozono e l'ossido nitrico. Inoltre la terra è costantemente esposta al rischio delle radiazioni elettromagnetiche provenienti dal sole.
Le variazioni "naturali" di ogni ecosistema naturale avvengono durante un periodo di milioni di anni, cosicchè l'evoluzione biologica ha il tempo per adattarsi alle variazioni ambientali che si presentano. Non ci sono mutamenti bruschi, se non quando abbiamo un "shock esterno" che modifica il nostro ecosistema in poche migliaia di anni. "Shock esterni" coincidono con il periodo di estinzione dei dinosauri,e se continuassimo così, a far poco per l'ambiente in cui viviamo, ci ritroveremo a fare i conti con la terra.

Bonanno Federica

Sandro ha detto...

Destinazione editoriale: Giornalino d’istituto

Chi subirà le conseguenze dei cambiamenti climatici?

Da anni ormai sentiamo parlare delle varie problematiche legate ai cambiamenti climatici. Già prima dell’avvento del nuovo millennio si è parlato di”effetto serra”,il fenomeno che porterà il nostro pianeta ad avere un aumento sempre crescente della temperatura sulla superficie terrestre. Tale fenomeno è determinato dalla presenza dell’atmosfera intorno al nostro pianeta(la quale,come sappiamo, assorbe parte della radiazione emessa dal sole e dal suolo riscaldato)e a causa di una presenza eccessiva dei famosi gas serra(quali vapore acqueo e anidride carbonica). Ma gran parte delle cause sono da attribuire proprio all’uomo che con l’avvento dell’industrializzazione ha incrementato l’uso di tali sostanze dannose e la combustione di idrocarburi che come sappiamo sono tanto importanti per l’uomo quanto dannose all’uomo stesso e alla natura. Negli ultimi tredici anni,ovvero dal 1997 dal Protocollo di Kyoto,si è cercato di limitare l’utilizzo di tali sostanze in modo da arginare tale fenomeno. Per quanto questi tentativi sianoa mio avviso da ammirare, mai nessuno si è curato di tutti quei paesi e continenti,i quali pur non avendo preso parte ai processi di industrializzazione,pagano e dovranno pagare le colpe dei responsabili di tali fenomeno. Infatti dalle ultime prospettive dell’IPCC(Intergovernmental Panel on Climate Change)i paesi più interessati ai mutamenti climatici sono quelli che meno hanno contribuito alla presenza nell’atmosfera di gas serra. Ma il dato che più mi fa paura è che nella quasi totalità dei casi questi paesi sono proprio i più poveri. Al contrario invece quelle più ricche sono quelle meno interessate e sono anche quelle che meglio saprebbero fronteggiare il mutamento dell’ambiente. Era pensiero di tutti che tutti i paesi e i continenti fossero interessati allo stesso modo dai cambiamenti climatici ma non è così. Un esempio per comprendere meglio tale differenze la rappresenta l’America,la cui agricoltura influisce sull’economia della nazione solo per il 4% al contrario di paesi africani ad esempio,i quali hanno come maggior fonte di ricchezza e guadagno per vivere proprio l’agricoltura(si parla di numeri tra 80-90 %) che indubbiamente sarà danneggiata dall’avanzare della desertificazione. Le previsioni infatti prevedono che vi sarà un aumento di zone aride stimato tra i sessanta e i novanta ettari. Già nel mondo è possibile vedere che i paesi con una maggiore disponibilità economica hanno la possibilità di contrastare meglio quelle che sono le emergenze climatiche. La stessa cosa non può dirsi per i paesi con minore disponibilità economica. Il primo passo da fare è ammettere questo “pesante debito”che abbiamo nei confronti dei paesi colpiti maggiormente. In secondo luogo deve essere nostro dovere civico e morale soprattutto cercare di cancellare questo debito aiutando le zone maggiormente colpite da questi disastri, dando loro il massimo aiuto possibile. Ma riusciremo davvero a sanarlo? Io voglio augurarmi il meglio per questi paesi e per le generazioni future vittime degli errori delle generazioni passate.

Anonimo ha detto...

GIADA GIUFFRIDA


Un altro evento degno di attenzione è quello del riscaldamento dei mari tropicali, fenomeno chiamato El Nino (Gesù Bambino). Da quasi vent’anni questo fenomeno si ripete con insolita frequenza riscaldando migliaia di chilometri di Oceano Pacifico, dal Nord dell’Australia fino alle coste del Perù, facendo salire la temperatura dell’acqua di 2 gradi.
Climatologi, meteorologi e fisici dell’atmosfera guardano a questo fenomeno con estremo interesse.
Appare evidente a tutti che, ora più che mai, si devono stabilire delle regole, delle leggi ben precise per la tutela del pianeta, per non andare incontro a disastri peggiori.
Se non verranno applicate le misure decise a Kyoto, le emissioni globali di gas-serra potrebbero aumentare del 45%, comportando così un aumento della temperatura di 3-5 gradi centigradi. Se si pensa che le glaciazioni, nelle ere passate, sono state causate da una diminuzione di soli 5 gradi, è facile capire la portata del fenomeno.
Ecco a cosa porterà l’uso scriteriato della natura e della tecnologia. In attesa delle contromisure umane, la natura è riuscita a sviluppare per parte sua dei meccanismi che tentano di riportare la situazione verso uno stato di equilibrio, utilizzando proprio l’inquinamento prodotto dall’uomo.
Nell’attesa che queste ricerche giungano a buon fine, è stato fissato un margine di recupero, anche se minimo: basterà ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica; evitando di distruggere in maniera indiscriminata boschi e foreste, questi potrebbero convertire parte dell’anidride carbonica in eccesso.
Per meglio giovare all’atmosfera, sono già state messe in commercio bombolette spray che non contengono CFC.
Oggi sono più frequenti le vetture con marmite catalitiche, anche se sarebbe meglio utilizzare i mezzi pubblici per recarsi nei luoghi di lavoro, risparminado così carburante ed evitando di immettere ulteriori gas di scarico nell’atmosfera!!!

Anonimo ha detto...

GIADA GIUFFRIDA

“La Terra è gravemente malata”

Il disboscamento e l’enorme progresso che l’uomo sempre insegue, causano l’effetto serra.
Migliaia di morti dovuti alle eccessive ondate di calore, uragani e maremoti, esplosione di malattie infettive, drastici mutamenti degli ecosistemi dei poli (scioglimento dei ghiacciai) e degli oceani (innalzamento del livello dell’acqua e mutamenti nella distribuzione della fauna marina) sono i primi segnali di quella che gli ambientalisti definiscono una catastrofe annunciata. I rappresentanti dell’IPCC (Comitato Internazionale sui Cambiamenti Climatici), a conclusione dei lavori del Vertice di Kyoto, l’ultima conferenza sul clima organizzata dall’ONU, hanno confermato le previsioni fatte nei due precedenti summit sul clima: LA TERRA è GRAVEMENTE MALATA E , PROPRIO COME UN ESSERE UMANO, MANIFESTA QUESTO MALESSERE CON UN RIALZO DELLA TEMPERATURA.
Questo surriscaldamento senza precedenti, oltre che alla distruzione delle foreste, è dovuto all’azione dell’uomo, o meglio ai gas emessi dalla combustione di combustibili fossili come il petrolio. Essi si accumulano negli strati alti dell’atmosfera e impediscono la dispersione del calore solare riflesso dal pianeta, comportandosi così come i vetri di una serra. Tra questi gas-serra, il più dannoso è il biossido di carbonio (CO2), altrimenti detto anidride carbonica, prodotto dall’uso di combustibili fossili, dall’abbattimento di vaste aree alberate e dagli incendi che bruciano migliaia di ettari di boschi; seguono a ruoto il metano, il protossido di azoto prodotto dall’uso di fertilizzanti; i clorofluorocarburi CFC e HCFC contenuti nelle bombolette spray, nei refrigeratori, nei condizionatori d’aria e utilizzati nella lavorazione di materiali plastici. È da tenere presente che questi gas non solo contribuiscono all’accelerazione dell’effetto serra, ma sono la causa principale dell’assottigliamento dello strato di ozono che nell’atmosfera funge da protezione dai raggi ultravioletti del sole, i quali sono altamente nocivi per l’uomo e sono la causa di cancri alla pelle e di cataratta... Questi gas agiscono rendendo molto più densa la fascia gassosa che protegge e riscalda il pianeta, quella parte dell’atmosfera che, al suo stato naturale, avrebbe il compito di filtrare le radiazioni solari trattenendo solo la quantità di raggi indispensabili per garantire la continuità della vita sulla terra.
Aumentando la densità di questa fascia vuol dire riflettere verso la superficie terrestre una quantità eccessiva di radiazioni, che vengono reindirizzate verso il basso invece di finire disperse nel cosmo, causando così l’inevitabile surriscaldamento dell’intero pianeta. Segni preoccupanti dell’effetto serra vengono dallo scioglimento delle calotte polari. La temperatura media al Polo Sud, a partire dal 1964, è aumentata di 2 gradi centigradi circa. Dagli anni settanta ad oggi l’estate antartica si è allungata. In alcuni punti i ghiacci si sono addirittura ritirati di 50 km.

Yvonne Sgroi IV E ha detto...

Destinazione editoriale: giornalino scolastico

Da diversi anni un argomento largamente discusso è il riscaldamento globale, fenomeno che comporta un surriscaldamento della crosta terrestre, a causa di alcuni gas responsabili dell’effetto serra.

Sin dal principio, l’uomo ha cercato di dimostrare di essere l’unico animale in grado di vivere adottandosi a tutti gli ambienti.

A causa del buco dell’ozono, l’atmosfera è stata modificata. L’effetto serra è un effetto naturale che si verifica nell’atmosfera terrestre, ma potrebbe portare ad un innalzamento della temperatura ad un livello letale per l’uomo.

In natura il globo è colpito dalle radiazioni emesse dal sole; una parte di esse è assorbita dalla superficie, un’altra parte è riflessa come infrarossi. Sono proprio questi infrarossi a causare l’effetto serra.

Su questo effetto ci sono pareri discordanti: alcuni scienziati sostengono che la colpa sia dei Paesi sviluppati; altri dicono che è solo un passo verso il progresso del ciclo climatico. Se però prendiamo in esame i gas che partecipano a tale effetto ( tra i quali vapore acqueo, anidride carbonica, metano e ozono) e consideriamo l’anidride carbonica come principale gas responsabile, possiamo dedurne che all’aver causato l’aumento dell’effetto serra siano state le fabbriche dei Paesi sviluppati che espellono a grandi quantità questo gas.
Con tale constatazione, si può ben capire che si necessita di una collaborazione tra Paesi industrializzati e Paesi emergenti, in quanto questi ultimi prediligono il progresso alla salvaguardia dell’ambiente. Pertanto, secondo gli studi effettuati, si dovrebbe ridurre l’uso di combustibili fossili e, invece, incrementare la quantità di foreste, in quanto la fotosintesi clorofilliana fa si che l’anidride carbonica venga “trasformata” in ossigeno.