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domenica 15 novembre 2009

CANTIERE DI SCRITTURA DANTESCA (CANTO III)





GIADA GIUFFRIDA


Purgatorio canto III

1) Dante e Virgilio si trovano ai piedi del monte del Purgatorio, quando scorgono un gruppo di anime, che procedono simili a pecorelle, quando escono dal recinto da sole o a gruppi di due e di tre, e le altre intanto si fermano timide abbassando verso terra il muso e gli occhi, e quello che fa la prima fanno anche le altre, stringendosi a lei, se si ferma, obbedienti e tranquille, e non capiscono il perché di quella sosta. La similitudine presuppone un’attenta osservazione realistica. Le pecore sono, già nei Vangeli, simbolo di mansuetudine e innocenza: qui rappresentano le anime che si affidano completamente al volere di Dio. Inoltre le pecore si stupiscono nel vedere l’ombra proiettata da Dante. Virgilio spiega che Dante è vivo ed è lì per volere di Dio, e una di esse indica loro da che parte andare. 2) Dante e Virgilio incontrano uno spirito, biondo e di nobile aspetto, mostrandosi piagato da ferite; e poiché Dante non lo riconosce, rivela di essere Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, morto nella battaglia di Benevento. Egli deve passare nell’Antipurgatorio un periodo pari a trenta volte quello che ha vissuto in terra come scomunicato, anche se si è pentito in fin di vita, a meno che le preghiere dei vivi non abbrevino la sua pena. 3) MANFREDI Figlio naturale di Federico II e Bianca Lancia, Manfredi nacque nel 1232. Alla morte del padre, avvenuta nel 1250, divenne reggente del regno di Sicilia, al posto del legittimo successore Corrado IV di Svevia, suo fratello, che si trovava in Germania. Morto Corrado, la corona sarebbe dovuta andare al figlio Corradino, ma Manfredi fece diffondere la notizia della morte di quest’ultimo e si fece incoronare a Palermo nel 1259. La sua politica proseguì fin dall’inizio quella del padre: era aperta, infatti, l’ostilità verso la Chiesa, che lo considerava a tutti gli effetti un usurpatore. Perciò fu scomunicato nel 1259. Inoltre egli tentò di riunire sotto il suo comando tutte le forze ghibelline italiane. Papa Urbano IV, per contrastarlo, chiese l’intervento di Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia. Egli scese in Italia nel 1266 e affrontò Manfredi sul campo di battaglia: a Benevento l’esercito svevo venne sconfitto e Manfredi rimase ucciso. Secondo quanto ricorda Dante, le sue spoglie vennero profanate dal vescovo di Cosenza, che le fece prelevare dal luogo in cui Carlo d’Angiò aveva dato loro sepoltura, per poi lasciarle insepolte al di fuori del regno di Sicilia. Dante celebra la bellezza leggendaria e la nobiltà d’animo di Manfredi, accogliendo l’ipotesi della conversione in punto di morte. L’episodio di Manfredi ha al centro il tema del conflitto fra Impero e Papato o, più in generale, fra potere temporale e potere spirituale. La scomunica, infatti, ha una causa politica; così come ha un valore politico e simbolico la dissepoltura dei resti del sovrano, esposti all’oltraggio e sparsi nel territorio dello Stato della Chiesa. La condanna dell’operato di Clemente IV e del vescovo di Cosenza è esplicita: non sanno riconoscere la “bontà infinita” di Dio, né esercitare la pietà nei confronti delle anime che sono affidate loro. Tuttavia, Dante vuole salvare la dignità delle due grandi istituzioni, Impero e “Santa Chiesa”, nonostante gli orribili peccati di Manfredi e l’indegnità del clero. Così, la scomunica è valida anche nell’aldilà, e non importa che sia stata inflitta per motivi terreni, e al tempo stesso Manfredi è presentato come legittimo erede del potere imperiale. Impero e Papato, che debbono essere separati nell’esercizio del potere rispettivamente temporale e spirituale, sono infatti voluti da Dio per garantire all’uomo la felicità terrena e la salvezza eterna (come spiega Dante nella Monarchia). Il caso di Manfredi dimostra come sia la commistione dei due ruoli a generare confusione pubblica e infelicità individuale.
APPROFONDIMENTO SUL TEMA del III canto I due episodi del canto sono collegati dal tema del corpo. Prima, Dante è stupito dell’assenza di ombra di Virgilio, puro spirito, mentre il poeta ricorda il proprio cadavere sepolto a Napoli e riflette sul mistero per cui le anime possono avere sensazioni fisiche; poi, Manfredi esibisce le ferite che gli sono state inflitte e racconta quanto accaduto alle sue ossa. Il corpo è, in entrambi i casi, oggetto di offese: quelle inflitte dalla morte (a Virgilio e a Manfredi), oppure da Dio, per condannare o purificare le anime. Virgilio e Manfredi pensano ai propri resti quasi con rimpianto, confermando che l’unità di materia e spirito, voluta da Dio, esprime l’unità della persona (e, infatti, verrà ristabilita il giorno del giudizio, quando avverrà la resurrezione della carne). Per questo, merita particolare rispetto il cadavere, cui va concesso l’onore della sepoltura e del rispetto dei vivi. Il corpo esprime, insomma, la sacralità della persona umana e il senso tangibile della sua interiorità. Oggi, questo tema ha assunto un nuovo significato: la scienza, infatti, può modificare in profondo la natura fisica delle persone, sin dal loro concepimento. Fra corpo e senso dell’identità (e fra scienza e morale) si apre una nuova relazione, oggetto di dibattiti pubblici e di scelte che coinvolgono ciascuno di noi.

CONCETTA RUSSO

1) Nel III canto troviamo Dante e Virgilio che sostano ai piedi della montagna del purgatorio e, appare loro una schiera di anime che avanza lentamente. I due poeti si fanno incontro a loro per chiedere informazioni sul cammino. Le anime rimangono meravigliate quando vedono l’ombra proiettata dal corpo di Dante e tutte insieme fanno un passo indietro, e Virgilio spiega loro che Dante è vivo e che sta compiendo quel viaggio per volontà di Dio.
2) Le anime che si trovano nella prima zona dell’antipurgatorio sono i negligenti. Essi sono costretti ad attendere nell’antipurgatorio, prima di essere ammessi ad espiare le loro colpe nel purgatorio, tanto tempo quanto vissero in peccato, infatti essi sono coloro che attesero l’ultimo minuto di vita per pentirsi.
3) Manfredi è il figlio dell'imperatore svevo Federico II e nacque nel 1232. Alla morte del padre divenne principe di Taranto e reggente nel regno di Sicilia, in nome del legittimo successore Corrado IV, che si trovava in Germania. Alla sua morte fu designato come successore il figlio, ma Manfredi diffuse la falsa notizia della morte di quest’ultimo e si fece incoronare a Palermo re di Sicilia. Morì nel 1266 durante lo scontro con Carlo d’Angiò.

MARIANGELA LEOTTA

1)58-102
Virgilio dice a Dante :"andiamo in quella direzione ,poiché loro si muovono lenti e tu dolce figliuolo rafforza la speranza in te." La schiera di anime è ancora lontana circa mille passi quando si accosta come dubbiosa di qualcosa, stringendosi alla parete rocciosa dell’alto monte. Allora Virgilio dice: o spiriti morti in grazia di Dio, o già destinati al Paradiso,in nome della purificazione che aspettate diteci da quale parte il monte è meno ripido da salire,perché anche al saggio dispiace perdere tempo. Dante fa una similitudine , e paragona le anime alle pecore che si muovono tutte insieme seguendo la prima.Le anime ,infatti, si avvicinano ma quando vedono che accanto a Virgilio la luce del sole non entra dentro il corpo di Dante si spaventano e fanno un passo indietro. Virgilio le rassicura "prima che voi mi dite qualcosa vi annuncio che questo che voi vedete è un corpo umano,per questo la luce del sole si interrompe per terra, non vi meravigliate se è una cosa mai accaduta ,perché costui è venuto per una speciale grazia concessagli da Dio. "Risposero le anime:"tornate indietro,procedete davanti a noi" facendo segno con il dorso delle mani.

2) Dante e Virgilio nel canto III incontrano le anime dei negligenti ovvero gli scomunicati e tra questi incontra l’anima di Manfredi che è in salvo in Purgatorio, destinato alla beatitudine celeste,nonostante la scomunica papale e grazie al pentimento in punto di morte,lui spiega a Dante che coloro che vissero scomunicati sono condannati a stare fuori del Purgatorio trenta volte il tempo trascorso in contumacia…di Santa Chiesa. Tale attesa può però essere abbreviata dalle preghiere dei vivi “preghiere di suffragio”,e per questo chiede di essere ricordato alla figlia Costanza.

3) MANFREDI
Nato intorno al 1231, figlio di Federico II di Svevia e di Bianca Lancia di Monferrato, alla morte del padre e del figlio Corrado IV seppe con saggezza reggere e consolidare lo Stato. Il 10 agosto 1258 ottenne a Palermo la corona del Regno di Sicilia, del Ducato di Puglia e del Principato di Capua prevaricando i diritti del nipote Corradino, di soli sette anni, e a onta dei divieti della Santa Sede, che pretendeva sul suo regno diritti di sovranità feudale. Continuò la politica paterna e invano i pontefici succedutisi in quegli anni lo minacciarono fulminandolo di scomuniche. La sua potenza continuò a crescere dopo la vittoria ghibellina di Montaperti, l’alleanza con le signorie dell’Italia settentrionale e il suo matrimonio con la figlia del signore dell’Epiro. Il26 febbraio 1266 morì eroicamente nella battaglia di Benevento, combattendo contro Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal Papa Clemente IV.


YVONNE SGROI

1. Quando Dante e Virglio sono ai piedi del monte del Purgatorio, notano vari gruppi di anime, gruppi simili a quelli delle pecorelle, che quando escono dal recinto stanno raggruppate, ciò che fa la prima faranno anche le altre.
Il termine “pecorelle” è presente nel Vangelo ed è un simbolo di innocenza, qui infatti rappresentano anime che si affidano al volere di Dio.
Quando le anime si stupiscono nel vedere Dante, Virgilio spiega che Dante è vivo e sta compiendo questo viaggio per volere Divino.

2. Nella prima zona dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio incontrano l’anima di Manfredi, erede di Federico II di Svevia: egli deve trascorrere nell’Antipurgatorio un periodo pari trenta volte quello vissuto sulla terra da scomunicato, la sua unica salvezza sarebbero le preghiere dei vivi che possono abbreviare la sua pena.

3. Manfredi nacque e visse a Venosa. Figlio naturale di Federico II di Svevia e Bianca Lancia. Studiò a Parigi e a Bologna; dal padre apprese l'amore per la poesia e per la scienza, amore che mantenne da re.. Alla fine del 1248 od all’inizio del 1249, la data è incerta, sposò Beatrice di Savoia, figlia del conte Amedeo IV di Savoia e di Margherita di Vienne, da cui ebbe una figlia, Costanza (1249). Quando nel 1250 morì Federico II il principato di Taranto, la luogotenenza in Italia e il Regno di Sicilia andarano a Manfredi, affinchè il Regno di Sicilia non andasse al fratello, Corrado IV, impegnato in Germania.
Nel 1253 Napoli cadde nelle mani di Corrado. Questi divenuto ostile nei confronti di Manfredi, gli fece rinunciare a tutti i feudi minori. nel 1254 Corrado morì di malaria lasciando il figlio Corradino (ancora bambino e rimasto in Germania) sotto la tutela del papa, ma Manfredi diffuse la notizia della morte di Corradino e nel 1258, a Palermo, si fece incoronare. Ma ciò non venne riconosciuto dal Papa Alessandro IV.
Egli provò a riunire sotto il suo comando tutti i ghibellini d’Italia, ma Papa Urbano IV chiese l’intervento di Carlo D’Angiò; egli scese in Italia e affrontò Manfredi, il quale morì a Benevento dopo essere stato sconfitto.
Le sue spoglie furono profanate dal vescovo di Cosenza che le fece lasciare insepolte fuori dal regno di Sicilia.

SONIA MARINO

1) Dante e Virgilio si trovano ai piedi della montagna del purgatorio,mentre Dante percorre mentalmente il cammin da farsi ,si accorse che una schiera di anime procedeva dietro di loro ma tanto erano lente che sembravano lontane mille passi - qui Dante paragona le anime al gregge che seguono tutte la prima pecora -e quando le pecore vedono l'ombra proiettata da Dante si stupiscono e tutte fanno un passo indietro, Virgilio spiega loro che Dante è vivo e che sta facendo un viaggio per volontà di Dio.
2)Dante e Virgilio incontrano un'anima che rivelera' loro di essere Manfredi .Egli è costretto a passare nell'antipurgatorio pari tempo quanto ne ha vissuto nel peccato anche se nell'ultimo minuto di vita si è pentito ,ciò che potrà ridurre la sua pena saranno le preghiere dei vivi.
3)Manfredi figlio di Federico II di Svevia nacque nel 1232 .Alla morte del padre nel 1250 divenne reggente del regno di Sicilia al posto del fratello CorradoIV che si trovava in Germania .Alla morte del fratello la corona spettava al figlio ma Manfredi diffuse una falsa notizia di morte e si fece incoronare a Palermo re di Sicilia . Nel 1266 muore durante scontro contro Carlo D'Angiò.

ANTONELLA SALVA'
1)Dante e Virgilio arrivano finalmente alla montagna del purgatorio. Il problema è che è troppo ripida, così ripida che in confronto ad essa i dirupi più scoscesi d'Europa (che si trovavano in Liguria e nell'Appennino emiliano) sembrano delle scale facili da salire. Impossibilitati a salire Dante e Virgilio provano a trovare una soluzione. Virgilio prova con la sua ragione e volge gli occhi verso il basso mentre Dante guarda verso l'alto e scorge delle anime di penitenti. Dice al maestro che se non riesce a trovare una soluzione da solo forse è meglio chiedere alle anime dove la salita è meno ripida. Virgilio e Dante si dirigono verso le anime che il Dante narratore paragona a un gregge. Questo "gregge" va molto lento e si trovava a una grande distanza dai poeti. Dante scopre che queste anime sono gli scomunicati.

2)Tra gli scomunicati c'è un bel giovane con due ferite, una delle quali al petto, descritto come "biondo... e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso". Questo bel giovane chiede a Dante se lo ha mai visto. Dante risponde di non sapere chi sia e il giovane gli racconta la sua storia. Egli è Manfredi, figlio di Federico II e nipote di Costanza d'Altavilla. Manfredi cita la figlia Costanza, madre di Giacomo e Federico, rispettivamente re di Aragona e di Sicilia. Manfredi racconta "orribil furon li peccati miei" e di essere stato scomunicato da vari papi. Morì in battaglia nel 1266 a Benevento ma in punto di morte si pentì e il Signore lo perdonò mandandolo nel Purgatorio invece che nell'Inferno. I papi invece non lo perdonarono, tanto che il vescovo di Cosenza, mandato da papa Clemente IV, fece dissotterrare le sue ossa, che furono poi trasportate a ceri spenti e capovolti, come nei funerali degli eretici, lungo il fiume Verde (identificabile secondo Benvenuto e molti altri critici moderni con il Liri o il Garigliano). Manfredi chiede a Dante di raccontare quello che ha detto a sua figlia Costanza poiché nel mondo dei vivi si racconta una storia non vera sul suo conto e poi di chiederle di pregare per lui, perché più si prega per un'anima del Purgatorio più il tempo di espiazione diminuisce. Con Manfredi riusciamo a capire la grande bontà di Dio che abbraccia tutti coloro che si sono pentiti in fin di vita.

3)Manfredi nasce intorno al 1231, fu figlio naturale di Federico II e di Bianca Lancia di Monferrato.Principe di Taranto, Manfredi sposò nel 1249 Bianca di Savoia, marchesa del Monferrato, da cui ebbe la figlia Costanza, sposata nel 1262 a Pietro III d'Aragona. Morto il padre (1250), Manfredi tenne i domini degli Svevi in Italia come luogotenente del fratello Corrado IV, che temendo la sua potenza esiliò i Lancia e, morendo (1254), affidò la Sicilia a Bertoldo di Hohenburg. Questi lasciò la reggenza a Manfredi che, scomunicato da Innocenzo IV (1254), tenne il regno per il nipote Corrado, ancora minorenne, mentre truppe pontificie invadevano la Campania. La lotta continuò con il nuovo papa Alessandro IV. Nel 1258, sparsa la voce che Corrado era morto, Manfredi si fece incoronare re di Sicilia (10 agosto) a Palermo e fu ben presto riconosciuto capo dei ghibellini d'Italia. Fu scomunicato dal papa nel 1259 e di nuovo nel 1260 ma nel frattempo con il suo appoggio i ghibellini toscani si erano imposti a Firenze con la battaglia di Montaperti; la parte di Manfredi otteneva altri successi nel Veneto e suoi vicari reggevano la marca d'Ancona e il ducato di Spoleto. Le sue seconde nozze con Elena, figlia del despota d'Epiro, accrebbero il suo prestigio. Papa Urbano IV offrì allora la corona di Sicilia usurpata da Manfredi a Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX il Santo, re di Francia. Carlo nel 1265 venne in Italia e, incoronato a Roma da Clemente IV re di Sicilia (1266), mosse contro Manfredi appoggiato dai Saraceni e da poche truppe tedesche. Il 6 febbraio 1266, nella battaglia di Benevento, Manfredi morì e nel regno s'insediò Carlo d'Angiò.

STEFANO CONTI NIBALI

1] Nel canto terzo del purgatorio Dante e Virgilio si incamminano verso il monte. Giunti ai piedi della montagna appare davanti ai due una schiera di anime che procede lentamente (la lentezza del loro cammino è in relazione al fatto che in vita tardarono a pentirsi). Dante e Virgilio si avvicino per chiedere informazioni sul cammino. Le anime appena vedono l’ombra del corpo di Dante , indietreggiano per la sorpresa di trovare nel purgatorio un vivo. Virgilio conferma alle anime che Dante è vivo, e come precisato a Catone, sta compiendo uno straordinario viaggio per volontà di divina.

2] Le anime che Dante e Virgilio incontrano nell’antipurgatorio sono i negligenti. La pena che devono scontare consiste nel fatto che loro tardarono a pentirsi in vita, ora è ritardato l’inizio dell’espiazione delle loro colpe.

3] Manfredi era figlio di Federico II di Sveglia e di Bianca Lancia, nacque nel 1232. Alla morte del padre (1250)divenne principe di Taranto e reggente del Regno di Sicilia, in quanto Corrado IV si trovava in Germania. Alla morte di questo fu designato come suo successore il figlio ma Manfredi inventò la notizia della morte di Corradino (figlio di Corrado IV), e così si fece incoronare a Palermo re di Sicilia. (Manfredi prega il poeta (Dante), che quando tornerà nel mondo dei vivi, di riferire a sua figlia Costanza che egli è tra le anime salve.)

MERY PAFUMI

1.Ci troviamo ai piedi della montagna del purgatorio, dove vi è una schiera di anime che alla vista di Dante e Virgilio hanno una reazione paurosa che li porta a retrocedere velocemente. Queste anime vengono paragonate alle pecore che uscendo dal recinto seguono la prima. La similitudine con le pecore simboleggia la concordia e la disponibilità. Virgilio, prima che le anime parlino, spiega che Dante è vivo e che sta compiendo il viaggio per volontà divina. Le anime a questo punto, sentendo quelle parole, non chiedono altre informazioni e con le mani indicano la strada, questo perché siamo appunto nel regno della fiducia e della concordia.


2.La prima anima che Dante e Virgilio incontrano è quella di Manfredi, figlio di Federico II, noto come grande condottiero dei Ghibellini. Manfredi chiede a Dante di riferire alla figlia Costanza, che lui si trova in purgatorio e chiederle se può pregare per lui affinchè con le sue preghiere possa diminuire gli anni da scontare.

3.Manfredi, nato a Venosa nel 1232, figlio di Federico II e di Bianca Lancia. Studia a Parigi e Bologna, ereditando dal padre l’amore per la poesia e per la scienza, che manterrà anche negli anni del trono. Alla morte del padre, avvenuta nel 1250, Manfredi diventa padrone del principato di Taranto e gli viene affidata la luogotenenza in Italia, soprattutto quella in Sicilia, finchè non fosse giunto il fratello legittimo Corrado IV che in quel momento era impegnato in Germania. Con il suo inserimento in Sicilia vi fu subito uno scontro con il pontefice, perché quest’ultimo riteneva il territorio siciliano come proprio vassallo. A questo scontro, seguì la scomunica, avvenuta nel luglio del 1254, solo che Manfredi, grazie alla diplomaticità, riesce a trovare un accordo con il pontefice che ritira subito la scomunica. Dopo aver partecipato a varie guerre, il 2giugno 1254, sposa Elena Ducas, da cui nasceranno 5 figli. Successivamente con l’elezione del papa Urbano IV, per Manfredi arriva un’altra scomunica, che lo porterà alla perdita del Regno di Sicilia che viene assegnato a Riccardo di Cornovaglia. Nel 1266 si svolse la Battaglia di Benevento, dove le milizie siciliane e saracene difesero il proprio re, mentre quelle italiane abbandonarono Manfredi che morì combattendo.


SANDRO DEL POPOLO

1)Quando Dante e Virgilio si avvicinano a questo gruppo di anime,essi reagiscono stramente. La loro reazione inizialmente è di timore infatti indietreggiano. Ma successivamente si tranquillizzano e rispondono anche se a gesti alle domande di Dante e Virgilio.

2)Sono le anime dei negligenti. La pena che tali anime devono scontare è un ritardo dell'espiazione del peccato in quanto essi in vita tardarono a pentirsi dei propri peccatti

3) Manfredi è figlio delll'imperatore Federico II e di una donna dell'aristocrazia siciliana, Bianca Lana.
Egli visse una vita piena di travagli, e orientata sulla ricerca del potere, della violenza e della lussuria. Egli stesso ammette i suoi peccati dicendo a Dante: "Orribil furon li peccati miei". Tuttavia,in punto di morte egli si pentì di queste cattive azioni e chiese scusa a Dio.

RICCARDO SPADARO

1. Nel canto terzo del purgatorio Dante e Virgilio si incamminano verso il monte del Purgatorio in cui ogni anima viene purificata dai suoi peccati. Giunti ai piedi della montagna appare davanti ai due una schiera di anime che procede lentamente che rappresentano le persone che in vita tardarono a pentirsi dei loro peccati ma queste appena vedono l’ombra del corpo di Dante , indietreggiano per la sorpresa di trovare nel purgatorio un vivo. Virgilio conferma allora alle anime che Dante è vivo e che sta compiendo uno straordinario viaggio per volontà di divina.

2] Le anime che Dante e Virgilio incontrano nell’antipurgatorio sono i negligenti. La pena che devono scontare consiste nel fatto che loro tardarono a pentirsi in vita e che dovranno aspettare trenta volte in più il tempo che perdettero per pentirsi sulla terra a meno chè questo non sia accorciato dalle preghiere dei vivi.
3] Manfredi era figlio di Federico II di Sveglia e di Bianca Lancia. Alla morte del padre divenne principe di Taranto e reggente del Regno di Sicilia. Manfredi prega Dante , che quando tornerà nel mondo dei vivi, di riferire a sua figlia Costanza che egli è tra le anime salve.





























4 commenti:

Yvonne ha detto...

1. Quando Dante e Virglio sono ai piedi del monte del Purgatorio, notano vari gruppi di anime, gruppi simili a quelli delle pecorelle, che quando escono dal recinto stanno raggruppate, ciò che fa la prima faranno anche le altre.
Il termine “pecorelle” è presente nel Vangelo ed è un simbolo di innocenza, qui infatti rappresentano anime che si affidano al volere di Dio.
Quando le anime si stupiscono nel vedere Dante, Virgilio spiega che Dante è vivo e sta compiendo questo viaggio per volere Divino.

2. Nella prima zona dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio incontrano l’anima di Manfredi, erede di Federico II di Svevia: egli deve trascorrere nell’Antipurgatorio un periodo pari trenta volte quello vissuto sulla terra da scomunicato, la sua unica salvezza sarebbero le preghiere dei vivi che possono abbreviare la sua pena.

3. Manfredi nacque e visse a Venosa. Figlio naturale di Federico II di Svevia e Bianca Lancia. Studiò a Parigi e a Bologna; dal padre apprese l'amore per la poesia e per la scienza, amore che mantenne da re.. Alla fine del 1248 od all’inizio del 1249, la data è incerta, sposò Beatrice di Savoia, figlia del conte Amedeo IV di Savoia e di Margherita di Vienne, da cui ebbe una figlia, Costanza (1249). Quando nel 1250 morì Federico II il principato di Taranto, la luogotenenza in Italia e il Regno di Sicilia andarano a Manfredi, affinchè il Regno di Sicilia non andasse al fratello, Corrado IV, impegnato in Germania.
Nel 1253 Napoli cadde nelle mani di Corrado. Questi divenuto ostile nei confronti di Manfredi, gli fece rinunciare a tutti i feudi minori. nel 1254 Corrado morì di malaria lasciando il figlio Corradino (ancora bambino e rimasto in Germania) sotto la tutela del papa, ma Manfredi diffuse la notizia della morte di Corradino e nel 1258, a Palermo, si fece incoronare. Ma ciò non venne riconosciuto dal Papa Alessandro IV.
Egli provò a riunire sotto il suo comando tutti i ghibellini d’Italia, ma Papa Urbano IV chiese l’intervento di Carlo D’Angiò; egli scese in Italia e affrontò Manfredi, il quale morì a Benevento dopo essere stato sconfitto.
Le sue spoglie furono profanate dal vescovo di Cosenza che le fece lasciare insepolte fuori dal regno di Sicilia.

Anonimo ha detto...

Sera pro.essa!

1)Dante e Virgilio arrivano finalmente alla montagna del purgatorio. Il problema è che è troppo ripida, così ripida che in confronto ad essa i dirupi più scoscesi d'Europa (che si trovavano in Liguria e nell'Appennino emiliano) sembrano delle scale facili da salire. Impossibilitati a salire Dante e Virgilio provano a trovare una soluzione. Virgilio prova con la sua ragione e volge gli occhi verso il basso mentre Dante guarda verso l'alto e scorge delle anime di penitenti. Dice al maestro che se non riesce a trovare una soluzione da solo forse è meglio chiedere alle anime dove la salita è meno ripida. Virgilio e Dante si dirigono verso le anime che il Dante narratore paragona a un gregge. Questo "gregge" va molto lento e si trovava a una grande distanza dai poeti. Dante scopre che queste anime sono gli scomunicati.

2)Tra gli scomunicati c'è un bel giovane con due ferite, una delle quali al petto, descritto come "biondo... e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso". Questo bel giovane chiede a Dante se lo ha mai visto. Dante risponde di non sapere chi sia e il giovane gli racconta la sua storia. Egli è Manfredi, figlio di Federico II e nipote di Costanza d'Altavilla. Manfredi cita la figlia Costanza, madre di Giacomo e Federico, rispettivamente re di Aragona e di Sicilia. Manfredi racconta "orribil furon li peccati miei" e di essere stato scomunicato da vari papi. Morì in battaglia nel 1266 a Benevento ma in punto di morte si pentì e il Signore lo perdonò mandandolo nel Purgatorio invece che nell'Inferno. I papi invece non lo perdonarono, tanto che il vescovo di Cosenza, mandato da papa Clemente IV, fece dissotterrare le sue ossa, che furono poi trasportate a ceri spenti e capovolti, come nei funerali degli eretici, lungo il fiume Verde (identificabile secondo Benvenuto e molti altri critici moderni con il Liri o il Garigliano). Manfredi chiede a Dante di raccontare quello che ha detto a sua figlia Costanza poiché nel mondo dei vivi si racconta una storia non vera sul suo conto e poi di chiederle di pregare per lui, perché più si prega per un'anima del Purgatorio più il tempo di espiazione diminuisce. Con Manfredi riusciamo a capire la grande bontà di Dio che abbraccia tutti coloro che si sono pentiti in fin di vita.

3)Manfredi nasce intorno al 1231, fu figlio naturale di Federico II e di Bianca Lancia di Monferrato.Principe di Taranto, Manfredi sposò nel 1249 Bianca di Savoia, marchesa del Monferrato, da cui ebbe la figlia Costanza, sposata nel 1262 a Pietro III d'Aragona. Morto il padre (1250), Manfredi tenne i domini degli Svevi in Italia come luogotenente del fratello Corrado IV, che temendo la sua potenza esiliò i Lancia e, morendo (1254), affidò la Sicilia a Bertoldo di Hohenburg. Questi lasciò la reggenza a Manfredi che, scomunicato da Innocenzo IV (1254), tenne il regno per il nipote Corrado, ancora minorenne, mentre truppe pontificie invadevano la Campania. La lotta continuò con il nuovo papa Alessandro IV. Nel 1258, sparsa la voce che Corrado era morto, Manfredi si fece incoronare re di Sicilia (10 agosto) a Palermo e fu ben presto riconosciuto capo dei ghibellini d'Italia. Fu scomunicato dal papa nel 1259 e di nuovo nel 1260 ma nel frattempo con il suo appoggio i ghibellini toscani si erano imposti a Firenze con la battaglia di Montaperti; la parte di Manfredi otteneva altri successi nel Veneto e suoi vicari reggevano la marca d'Ancona e il ducato di Spoleto. Le sue seconde nozze con Elena, figlia del despota d'Epiro, accrebbero il suo prestigio. Papa Urbano IV offrì allora la corona di Sicilia usurpata da Manfredi a Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX il Santo, re di Francia. Carlo nel 1265 venne in Italia e, incoronato a Roma da Clemente IV re di Sicilia (1266), mosse contro Manfredi appoggiato dai Saraceni e da poche truppe tedesche. Il 6 febbraio 1266, nella battaglia di Benevento, Manfredi morì e nel regno s'insediò Carlo d'Angiò.

Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

Trovato Manila IV^E

1) I due poeti si trovano ai piedi del monte del purgatorio, in un punto che pare inaccessibile. Virgilio dubbioso riflette, mentre Dante mostra al maestro un gruppo di anime che potrebbero dar loro informazioni su una via più facile da seguire. Dante e Virgilio si avvicinano verso queste anime che avanzavano lentamente, esse rimangono meravigliate nel vedere l'ombra di Dante, e Virgilio spiega loro che lui stava facenzo un viaggio per volere di Dio. Alla fine una delle anime indica ai due poeti la strada da seguire.

2)In questo canto Dante e Virgilio incontrano le anime dei negligenti che attesero l'ultimo minuto di vita per pentirsi. La loro pena era era di attendere nell'antipurgatorio prima di essere ammessi al purgatorio per espiare le loro colpe, tanto tempo quanto vissero in peccato, se morti in stato di scomunica l'attesa era trenta volte il tempo che vissero scomunicati.Di quest'ultimi fa parte Manfredi di Svevia.Tale attesa poteva essere diminuita solo attraverso le "preghiere del suffraggio" e per questo chiede di essere ricordato a sua figlia Costanza.

3) Manfredi (? 1232-Benevento 1266), principe di Taranto e re di Sicilia(1258-1266), figlio naturale di Federico II, imperatore del sacro romano impero. Dotato di capacità intellettuali non comuni, alla morte del padre (1250) divenne reggente sul trono di Sicilia per il fratellastro Corradi IV, che si trovava in Germania. La sua reggenza fu osteggiata da papa Innocenzo IV, che aveva scomunicato Federico II e si era battuto per l'affermazione del potere temporale della Chiesa dell'impero. Alla morte di Corrado, sopraggiunto nel 1254, Manfredi accettò la reggenza della Sicilia per il nipote Corradino, ma il nuovo pontefice Alessandro IV lo scomunicò ed egli dalla Puglia, dischiarò guerra al papa; nel 1257 sconfisse l'esercito del papa e il 10 agosto 1258, dopo aver diffuso la falsa notizia che Corradino era morto, fu incoronato a Palerno re di Sicilia. Insediatosi sul trono proseguì la politica del padre e cercò di tessere alleanze prendendo posizione all'interno di ogni faida cittadina o nobiliare. Dopo essere stato scomunicato da papa Alessandro una seconda volta, si schierò in Toscana con i ghibellini e prese parte alla battaglia di Montaperti (1260) che si concluse con una grave sconfitta dei guelfi. Per rafforzare ulteriormente la propria posizione combinò il matrimonio tra la figlia Costanza e l'infante Pietro d'Aragona. Tuttavia la scomunica gli venne rinnovata dal nuovo papa, Urbano IV, il quale si appellò al conte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, e forte del suo sostegno bandì una crociata contro Manfredi. Il conte scese in Italia e nella battaglia di Benevento (1260) Manfredi fu sconfitto e ucciso.
Manfrdi fu un generoso mecenate e accolse alla sua corte scienziati, poeti e artisti. Fece tradurre numerosi testi dall'arabo e dal greco e scrisse egli stesso testi in volgare.

riccardo ha detto...

1. Nel canto terzo del purgatorio Dante e Virgilio si incamminano verso il monte del Purgatorio in cui ogni anima viene purificata dai suoi peccati. Giunti ai piedi della montagna appare davanti ai due una schiera di anime che procede lentamente che rappresentano le persone che in vita tardarono a pentirsi dei loro peccati ma queste appena vedono l’ombra del corpo di Dante , indietreggiano per la sorpresa di trovare nel purgatorio un vivo. Virgilio conferma allora alle anime che Dante è vivo e che sta compiendo uno straordinario viaggio per volontà di divina.

2] Le anime che Dante e Virgilio incontrano nell’antipurgatorio sono i negligenti. La pena che devono scontare consiste nel fatto che loro tardarono a pentirsi in vita e che dovranno aspettare trenta volte in più il tempo che perdettero per pentirsi sulla terra a meno chè questo non sia accorciato dalle preghiere dei vivi.
3] Manfredi era figlio di Federico II di Sveglia e di Bianca Lancia. Alla morte del padre divenne principe di Taranto e reggente del Regno di Sicilia. Manfredi prega Dante , che quando tornerà nel mondo dei vivi, di riferire a sua figlia Costanza che egli è tra le anime salve.

RICCARDO SPADARO IV E