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martedì 7 aprile 2009

LABORATORIO DI SCRITTURA ( CANTO VI)


LEOTTA MARY

IL CANTO DÌ CIACCO. Come il precedente,anche il canto VI tratta compiutamente un intero cerchio infernale,quello dei golosi. Possiamo individuare al suo interno tre momenti:l incontro con Cerbero,la mostruosa belva infernale posta a guardia dei dannati(vv1-33):il lungo episodio centrale dell’incontro con Ciacco (vv34-93). L intero brano è tradizionalmente noto come il primo dei grandi “ “ canti politici ” ” della Commedia, in diretta e progressiva relazione con i canti sesti del Purgatorio e del Paradiso.
TEMA POLITICO = La riflessione politica si riferisce in questo canto all’ambito comunale,e precisamente a Firenze . Dante affida a un fiorentino, fervente di amor patrio,il compito di esprimere il proprio personale giudizio sulle vicende politiche della sua città. Si tratta di un giudizio di condanna per la corruzione , il malgoverno, la faziosità degli interessi di parte che impediscono una giusta e felice vita sociale. D’altra parte la trattazione politica in Dante diventa sempre occasione di vivace polemica e appassionata invettiva;per questo,qui e altrove, trova consona espressione nei toni solenni e autoritari della profezia. Quella di Ciacco è la prima ,importante profezia sui destini di Firenze e ,implicitamente ,su quello di Dante. Il goloso fiorentino riferisce delle violente dispute fra il partito dei Bianchi e quello dei Neri ,che si contendevano il potere in quelli anni. La precisione dei dati è naturalmente da imputare al fatto che la scena è immaginata nel 1300,mentre viene scritta anni dopo,quando gli episodi riportati sono già venuti. Ma per comprendere appieno il significato e le cause di tanto dissesto politico in Firenze ,bisognerà ampliare il campo d’osservazione e ricondurre la situazione a Firenze nel contesto italiano ed europeo delle lotte fra papato e impero:a questo saranno dedicati i canti sesti delle due successive cantiche

MARY PAFUMI

Se la rappresentazione di Cerbero e delle pene a cui sono sottoposti i dannati mettono in risalto la grande capacità descrittiva ed evocativa di Dante, l'incontro con Ciacco ne mette in risalto l'impegno civile e politico.
Ciacco, terminato in questo cerchio per la dannosa colpa della gola, è in verità un uomo di corte intelligente e niente affatto volgare. Il suo incontro con Dante rappresenta il motivo principale di questo canto. Dante, conversando con lui, gli rivolge tre domande: “se tu sai a quale risultato arriveranno i cittadini in quella città divisa dimmelo”; “dimmi se vi è ancora qualche cittadino giusto”; “dimmi la causa di tanta discordia”.
Ciacco, rispondendo a queste precise domande del poeta, profetizza particolari eventi storici che riguardano Firenze, infatti dice che dopo una lunga contesa, i fiorentini, divisi tra Bianchi e Neri arriveranno ad uno scontro violento e i Bianchi cacceranno in esilio i Neri, ma successivamente i Neri riusciranno a prendere il potere e terranno i Bianchi sotto il loro dominio per diversi anni, nonostante questi ultimi si lamentino di questo. Inoltre dice che ci sono solo due cittadini giusti, ma che non vengono ascoltati e che a scatenare la discordia sono stati i tre vizi: superbia, invidia e avarizia.

Spinella Davide

Dante, tramite Ciacco riesce a prevedere il futuro di Firenze, come la vittoria dei guelfi neri ai guelfi bianchi e secondo Ciacco, la causa di questi contrasti, è perchè Firenze è stata macchiata della superbia, dell'avarizia e dell'invidia, proble ma che tuttora si manifesta nella società contemporanea. Il girone dei golosi è stato definito da Dante come il girone della pioggia eterna, maledetta, fredda e greve, che costringe a far urlare le anime logorate da Cerbero, feroce cane a tre teste, considerato da Dante come un'animale pauroso, con gli occhi rossi, la barba sporca, il ventre largo e le mani graffiate, i golosi erano ritenuti come dei maledetti ed erano sofferenti delle pene atroci del girone.

CHARLIE GRIOLI

1)Dante pone al dannato Ciacco tre domande:
1) A cosa arriveranno (verranno) i cittadini della città divisa (partita, cioè divisa in due parti, Firenze)?
2) Perché è assalita da tanta discordia?
3) C'è qualche giusto?
Ciacco risponde allora con precisione fiscale e alle tre domande nello stesso ordine nel quale gli sono state poste:
-La prima risposta è la celebre profezia su Firenze, la prima della Commedia, che tratta delle lotte tra guelfi bianchi e neri tra il 1300 e il 1302: dopo una lunga tenzone (dopo molte lotte) essi verranno al sangue (le zuffe del Calendimaggio 1300, dove uno dei Cerchi venne ferito gravemente in volto) e la parte selvaggia (cioè campagnola, i bianchi, perché i capi fazione, i Cerchi, venivano dal contado) caccerà l'altra con molta durezza; poi sarà questa altra parte a cadere entro tre anni (tre soli) e salirà l'altra fazione, grazie alla forza di qualcuno che ora sta in bilico (che testé piaggia, è Bonifacio VIII nel 1300 ancora neutrale); questa fazione terrà superbamente le fronti alte per molto tempo, tenendo l'altra sotto gravi pesi, per quanto essa pianga e si indigni.
-superbia, invidia e avarizia sono le tre scintille che hanno acceso i cuori .
-Ci sono solo due giusti e nessuno li ascolta: forse più che a due figure reali si deve pensare all'eco biblico dell'episodio della Genesi dove Abramo cercando di salvare una città corrotta dalla distruzione fa un patto con Dio, cercando almeno cinquanta uomini "giusti"; alla fine, nonostante lo sconto a dieci, egli non riesce a trovare nessuno tranne Lot e le sue figlie.
Dopo queste parole Ciacco torna muto ed è Dante che deve sollecitare un'altra richiesta: "Qual è la sorte di un gruppo di fiorentini illustri della passata generazione, «ch'a ben far puose li 'ngegni?» li addolcisce il cielo o li avvelena l'inferno? Essi sono Farinata degli Uberti, Arrigo (non più nominato nella Commedia), Mosca dei Lamberti, Tegghiaio Aldobrandi, Jacopo Rusticucci. Ciacco dice che essi sono tra le anime più nere e che si trovano nei cerchi inferiori dell'Inferno per diverse colpe. Qui avviene un'altra tappa del processo di conversione del poeta: dopo aver visto che anche gli effetti della poesia amorosa, al quale aveva aderito in gioventù, possono portare alla dannazione, con l'episodio di Paolo e Francesca, adesso il poeta scopre che anche il valore politico in vita non garantisce la salvezza divina. Infine Ciacco prega Dante di ricordarlo nel mondo dei vivi, poi si interrompe bruscamente: "più non ti dico e più non ti rispondo". Allora storce grottescamente gli occhi, forse per lo sforzo di restare seduto mentre il suo destino lo spinge nuovamente in basso; china la testa e sprofonda di nuovo nella fanghiglia.
2) Il canto nella sua parte centrale si articola intorno al tema politico della situazione di Firenze e dell’esito delle lotte civili con la notazione che la parte perdente , I Bianchi sarà oppressa da molte vessazioni e sarà espulsa dalla città, e della ricerca delle cause del fallimento del Comune che è da ritrovare nella forza incendiaria delle tre faville che furono l’avarizia, l’invidia e la superbia. In Dante nasce la consapevolezza che la politica è di per sé una realtà implicitamente demoniaca e che essa si colloca all’interno del quadro religioso se vuol positivamente svilupparsi.
3)La pena dei golosi è una punizione di contrappasso per analogia: in quanto simili a bestie in vita saranno accovacciati per terra come animali, nella loro sporcizia e flagellati dalle intemperie. Essi infatti sono prostrati a terra e la pioggia li fa urlare come cani (come bestie); essi si fanno schermo l'un l'altro (strisciando quindi come vermi) e si rigirano spesso, questi miseri profani. In questo canto il contrappasso, può essere anche per opposto: come in vita i golosi sono andati alla ricerca delle più grandi prelibatezze culinarie, così all'inferno sono costretti a stare sdraiati nel fango sotto una pioggia greve e maleodorante.

CONTI NIBALI STEFANO

1)Dante pone a Ciacco tre domande:
1)a quali estremi arriveranno i Fiorentini, divisi in Bianchi e Neri,
2) Se tra i Fiorentini vi è qualche persona giusta,
3) qual è il motivo per cui Firenze è stata assalita da tanta discordia.
Ciacco risponde che i Bianchi governeranno per breve tempo, ma entro tre anni i Neri prenderanno il potere con l’aiuto di Bonifacio VIII; pochissimi sono gli onesti e non più ascoltati; le cause della corruzione sono la superbia, l’invidia e l’avarizia. Nelle parole di Ciacco vi è la prima denuncia delle condizioni morali e politiche di Firenze, ma anche una generale condanna degli odi fratricidi e della corruzione in cui è caduta l’umanità. Tra i tre peccati individuati da Dante come causa del degrado della città, l’avarizia è il più grave ed è socialmente destabilizzante, in quanto ha mutato la struttura economica di Firenze.
2)La parte centrale del canto si articola intorno alla situazione politica di Firenze e dell’esito delle lotte civili con la notazione che i Bianchi ( la parte perdente) sarà oppressa da molte vessazioni e sarà espulsa dalla città. In Dante nasce la consapevolezza che la politica è una realtà implicitamente demoniaca.
3) La legge del contrappasso: In vita furono avidi di cibi raffinati, ora si rotolano nel fango puzzolente, in vita divorarono cibi prelibati, ora sono dilaniati da Cerbero.
SANDRO DELPOPOLO

1)Dante, a Ciacco, pone tre domande inerenti alla politica del suo tempo. La prima:"a che verranno l cittadin de la città partita?La seconda:”S'alcun v'è giusto”;La terza:”E dimmi la cagion per che l'ha tanta discordia assalita".Ciacco,a tali domande, risponde nel seguente modo:"Dopo lunga tencione...la parte selvaggia caccerà l'altra con molta offensione”;”Poi appresso convien che questa caggia infra tre soli,e che l'altra sormonti con la forza di tal che testè piaggia”.Ciò significa che inizialmente saranno i bianchi ad avere la meglio ma dopo soli tre anni saranno soppiantati dall'altra fazione. Con le altre due risposte Ciacco afferma che vi sono solo due giusti,che in quanto tali obbediscono alle leggi(col numero due non si intende una quantità stabilita ma solo un numero irrilevante).All'altra domanda Ciacco risponde che la superbia,l'invidia e l'avarizia sono le tre "faville"che hanno scatenato il conflitto. 2)Il tema centrale di questo canto va a riprendere alcuni riferimenti a situazioni già avvenute. Tra questi abbiamo il declino del comune che fu assalito dalle tra faville. Dante inoltre è consapevole che la situazione politica possiede una realtà "demoniaca".In quanto oltre all'impero,anche il papato si mostra non come un'istituzione guidata da Dio bensì guidata da interessi materiali. 3)La pena dei golosi come le altre pene si rifà alla legge del contrappasso. Tale pena consiste nel rimanere a terra,a nutrirsi di fango,sono afflitti dalla pioggia. Con tale pena,i golosi hanno la giusta pena per aver commesso peccati di gola.




3 commenti:

Yvonne Sgroi, 3°E ha detto...

Buongiorno prof!ecco il mio commento!

1-Al dannato Ciacco, Dante fa tre domande: come si concluderanno i conflitti della città (Firenze) divisa in fazioni? C’è in città una persona giusta che aspira alla giustizia? Perché la città è aggredita dalla discordia?
Per la prima volta nella Commedia si parla delle lotte tra guelfi bianchi e guelfi neri. Queste due fazioni, risponde Ciacco, arriveranno allo scontro diretto e i bianchi cacceranno i neri con l’aiuto di Bonifacio VIII. Nella città ci sono solo due giusti, però nessuno li ascolta ed è come se non ci fossero. Tre sono i vizi che hanno scatenato la discordia tra i cittadini: superbia o tracotanza dei poteri, l’invidia o gelosa intolleranza da parte delle classi popolari e l’avarizia o la cupidigia di beni economici della borghesia.

2-il tema centrale del canto è il tema politico della Firenze del 1300. Dalla profezia di
Ciacco, Dante comprende che la politica è una realtà demoniaca.

3-i golosi saranno accovacciati in terra come animali nella loro sporcizia e flagellati
dalle loro intemperie. La natura del castigo è contrapposta a quello del peccato: in vita erano golosi di ricchezze e in morte si cibano solo di melma.

Sandro ha detto...

Salve prof,
ecco il mio post:

1)Dante, a Ciacco, pone tre domande inerenti alla politica del suo tempo. La prima:"a che verranno l cittadin de la città partita?La seconda:”S'alcun v'è giusto”;La terza:”E dimmi la cagion per che l'ha tanta discordia assalita".Ciacco,a tali domande, risponde nel seguente modo:"Dopo lunga tencione...la parte selvaggia caccerà l'altra con molta offensione”;”Poi appresso convien che questa caggia infra tre soli,e che l'altra sormonti con la forza di tal che testè piaggia”.Ciò significa che inizialmente saranno i bianchi ad avere la meglio ma dopo soli tre anni saranno soppiantati dall'altra fazione. Con le altre due risposte Ciacco afferma che vi sono solo due giusti,che in quanto tali obbediscono alle leggi(col numero due non si intende una quantità stabilita ma solo un numero irrilevante).All'altra domanda Ciacco risponde che la superbia,l'invidia e l'avarizia sono le tre "faville"che hanno scatenato il conflitto.

2)Il tema centrale di questo canto va a riprendere alcuni riferimenti a situazioni già avvenute. Tra questi abbiamo il declino del comune che fu assalito dalle tra faville. Dante inoltre è consapevole che la situazione politica possiede una realtà "demoniaca".In quanto oltre all'impero,anche il papato si mostra non come un'istituzione guidata da Dio bensì guidata da interessi materiali.

3)La pena dei golosi come le altre pene si rifà alla legge del contrappasso. Tale pena consiste nel rimanere a terra,a nutrirsi di fango,sono afflitti dalla pioggia. Con tale pena,i golosi hanno la giusta pena per aver commesso peccati di gola.

Anonimo ha detto...

1)Dante pone a Ciacco tre domande:
1)a quali estremi arriveranno i Fiorentini, divisi in Bianchi e Neri,
2) Se tra i Fiorentini vi è qualche persona giusta,
3) qual è il motivo per cui Firenze è stata assalita da tanta discordia.
Ciacco risponde che i Bianchi governeranno per breve tempo, ma entro tre anni i Neri prenderanno il potere con l’aiuto di Bonifacio VIII; pochissimi sono gli onesti e non più ascoltati; le cause della corruzione sono la superbia, l’invidia e l’avarizia. Nelle parole di Ciacco vi è la prima denuncia delle condizioni morali e politiche di Firenze, ma anche una generale condanna degli odi fratricidi e della corruzione in cui è caduta l’umanità. Tra i tre peccati individuati da Dante come causa del degrado della città, l’avarizia è il più grave ed è socialmente destabilizzante, in quanto ha mutato la struttura economica di Firenze.
2)La parte centrale del canto si articola intorno alla situazione politica di Firenze e dell’esito delle lotte civili con la notazione che i Bianchi ( la parte perdente) sarà oppressa da molte vessazioni e sarà espulsa dalla città. In Dante nasce la consapevolezza che la politica è una realtà implicitamente demoniaca.
3) La legge del contrappasso: In vita furono avidi di cibi raffinati, ora si rotolano nel fango puzzolente, in vita divorarono cibi prelibati, ora sono dilaniati da Cerbero.
STEFANO CONTI NIBALI III E