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martedì 17 marzo 2009

SOLO ET PENSOSO



Di Francesco Petrarca

Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti;
perché ne gli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi;

sì ch'io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né si selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.

È, questo, uno dei più celebri sonetti del Canzoniere, non solo per la pacatezza e la lucidità con cui il Petrarca esprime il desiderio di solitudine e il tor­mento d'amore del suo animo sullo sfondo di una natura divenuta amica e con­fidente delle sue pene, ma anche per i due aggettivi iniziali, solo e pensoso, ormai divenuti inseparabili nelle citazioni, anche di persone di modesta cultura, per indicare un'analoga situazione di solitudine.

Solo e immerso nei miei pensieri, vado percorrendo a passi lentissimi, come se li volessi misurare, i luoghi più disabitati, e volgo attentamente gli occhi, per evitarli, verso quei luoghi dove l'orma del piede umano impronta (di sé) il terreno (cioè verso quei luoghi frequentati dalla gente).

Non trovo altro riparo che mi salvi dall'evidente accorgersi delle genti, perché, nei miei atteggiamenti privi di allegrezza, esteriormente si nota come io internamente arda [d'amore]; così che io credo ormai che (soltanto) monti e pianure e fiumi e boschi sap­piano di che genere sia la mia vita, che rimane nascosta (nella sua vera essenza) agli altri.

Tuttavia non riesco a trovare luoghi così difficili (da attraversare), né così selvaggi (disa­bitati), che Amore non venga sempre conversando con me, ed io con lui (in un reciproco scambio di sensazioni, di sogni, di illusioni e delusioni).

La personificazione di Amore, divenuto unico compagno inseparabile del poeta, indica che l'amore ha il dominio assoluto nel suo animo.


ANALISI DEL TESTO ( guidata dall'insegnante)


ARGOMENTO


PROGRESSIONE SEQUENZIALE


Possiamo dividere il testo in due sequenze, di cui la prima funge da premessa e la seconda da sviluppo.


Prima sequenza vv.1-11 Natura e Anima


Seconda sequenza vv.12-14


Analisi dei campi semantici(Indica con colori diversi)


I campi semantici presenti nella lirica riprendono pienamente l'itinerario interiore e si possono così esprimere:


.il senso di inerzia e di abbandono v. 1 Solo e pensoso,v.2...... ( continua)


.


Le funzioni spazio-temporali



Strutture morfosintattiche



Linguaggio poetico



SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1.IN CHE RAPPORTO SI PONGONO NEL TESTO NATURA E ANIMA?

2.QUALI SONO I CAMPI SEMANTICI DOMINANTIE CHE FUNZIONE

RICOPRONO?


3.SIA IL TEMPO CHE LO SPAZIO ASSOLVONO UN SIGNIFICATO PSICOLOGICO:

CHIARISCI IN CHE MISURA IL POETA ESPLICHI TALE SIGNIFICATO.

'4. QUAL'E' LA STRUTTURA SINTATTICA DOMINANTE? PERCHE' E' STATA

SCELTA
DAL
POETA?

4 commenti:

GIADA GIUFFRIDA ha detto...

Vv. 1/11- Il poeta stabilisce una corrispondenza diretta fra paesaggio e stato d’animo, tanto che l’uno diventa proiezione dell’altro. Il protagonista è “solo et pensoso” a causa del turbamento d’amore che lo allontana dalla condizione serena del saggio. Allora anche i campi attorno a lui appaiono “deserti”: la sua stessa solitudine si ripercuote nell’ambiente.
Vv. 12/14- Ma anche in questa solitudine, l’amore lo rincorre sempre.
Ciò ci fa notare il suo pessimismo e il suo pensiero amaro.

CAMPO SEMANTICO
-senso di inerzia e abbandono: solo, pensoso, deserti campi (v.1), passi tardi e lenti (v.2), gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), atti d’alegrezza spenti (v.7), avampi (v.8), monti et piagge (v.9), fuochi et selve sappian di che tempre (v.10), celata altrui (v.11).
-fuoco d’amore: gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), v.13-14.

TEMA
Già dall’analisi del testo emerge la figura dell’innamorato che vaga alla ricerca della solitudine, in un colloquio assorto col paesaggio. Il ritmo lento del suo passo, definito nei primi due versi, scandisce lo scorrere della sua meditazione.
Ripercorrendo le espressioni dedicate alla natura si può osservare come essa sia uno scenario vasto e indefinito, stilizzato in pochi tratti, tutto in funzione del personaggio “io”: da un lato fa risaltare la sua figura solitaria, dall’altro, umanizzandosi, fa eco ai suoi sentimenti.
FORMA
Il sonetto è uno degli esempi più perfetti di come la poesia di Petrarca componga l’espressione di sentimenti dolorosi in forme di perfetto equilibrio, ottenute grazie al ricorrere di schermi di ripetizione che creano coppie di elementi paralleli o antitetici, a vari livelli:
- dal punto di vista dalla sintassi, ciascuna strofa è occupata da un periodo diviso in due membri di pari lunghezza: così le quartine sono scandite in due coppie di versi, le terzine hanno una pausa a metà del verso centrale; ne consegue una distribuzione alternata di enjambements, ora più ora meno marcati;
- dal punto di vista ritmico, i primi due versi, assumono un ritmo lento e grave, che dà il tono a tutto il componimento; questo effetto è rafforzato dal ripetersi di due coppie di aggettivi in posizione iniziale e finale;
- altre figure di parallelismo sono disseminate nei versi.

Anonimo ha detto...

Sera prof...

1-3Al centro del sonetto vi è il motivo di solitudine. Non è la solitudine del De vita solitaria, propizia al raccoglimento intellettuale e all'elevazione spirituale, ma l'isolamento che deve salvare il poeta dalla vergogna di rivelare agli altri uomini il suo tormentato interiore,che si legge chiaramente nel suo aspetto mesto e malinconico. Il termine "schermo" v.5 è una spia significativa, che rimanda ai codici dell'amor cortese, e sopratutto alla Vita nuova, ma lo schermo non è costituito come in Dante da una terza persona, che sostituisca l'amata agli occhi della gente; qui non è l'onore della donna che deve essere salvato, bensi intimita del poeta.
Fuggendo gli uomini, egli stabilisce però un legame con la natura, che diviene come partecipe e confidente delle sue pene, muta testimone, più adatta degli uomini ad accogliere i suoi lamenti, senza turbare il suo bisogno di isolamento. Il paesaggio, come è consueto nel Petrarca, è privo di concretezza realistica e di urgenza fisica, materiale, ed è evocato con notazioni estremamente generiche o addirittura con serie di nudi sostantivi. La scena non si colloca in uno spazio preciso, ma è come fuori dello spazio e del tempo, collocata in una dimensione che è puramente interiore. Ma nel fuggire gli uomini il poeta non trova scampo dalle sue sofferenze: lo accompagna pur sempre il pensiero ossessivo d'amore. La solitudine è in realta colloquio assiduo con se stesso. La materia del componimento è dunque la sofferenza interiore che non conosce requie, il dissidio che non trova mai soluzione: una materia tormentata e dolorosa. Però come è consueto nella posia del Petrarca le dissonanze e le lacerazioni trovano una forma di purificazione e superamento nell'amornia equilibratrice della costruzione poetica: le chiare simmetrie e la fluiditàdel discorso ricompongono e placano ogni urto dissonante dei moti interiori.
2-solo, pensoso, deserti campi (v.1), passi tardi e lenti (v.2), gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), atti d’alegrezza spenti (v.7), avampi (v.8), monti et piagge (v.9), fuochi et selve sappian di che tempre (v.10), celata altrui (v.11).
-fuoco d’amore: gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), sia la mia vita, ch'è celata altrui, (v.13-14).
4- Nel sonetto la fluidità e l'armonia equilibratrice sono create in primo luogo dal'ampio diro dei periodo e della loro disposizione architettonicamente prporzionata. Le quartine sono divise simmetricamente in due coppie di versi. La simmetria ritorna anche nelle unità sintattiche minori. Al di là delle simmetrie architettoniche, l'elemento che determina la fluidità del movimento poetico è il ritmo. Rarissime sono le censure e le pause interne hai versi, e non vi sono enjambements di forte inarcatura: tutto ciò dà il senso di una impareggiabile scorrevolezza musicale. Nelle quartine vi sono due sole pause, ma si collocano a fine di verso, e valgono a separare i due membri composti di due versi ciascuno:"...lenti,/ e gli occhi...". La sospensione è comunque molto debole, poichè è segnata dalla virgola, e in entrambi i casi la congiunzione "e" perchè" funge da collegamento, facendo subito continare il discorso. Pause forti vi sono solo a fine di strofa, ma esse sono necessarie a fissare i termini delle clausole metriche.
Rarò è l'uso metaforico, coerentemente con il tono del componimento, che è come un colloquio piano e intimo.Se si eccettua l'obbligata personificazione dell'Amore, le metafore in tutto il sonetto sono solo due, "spenti" al v.7 e "avampi" al v.8.Ed anche esse sono legate dalla consueta legge binaria dell'antitesi, in quanto i due rispettivi campi sematici sono opposti. L'antitesi è messa ancora in rilievo dalla collocazione delle sue parole al termine del verso.

Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

Vv.1-11.In questa sequenza viene evidenziata la relazione che Petrarca attribuisce tra lo stato d'animo ormai isolato e disperso e la natura che davanti ai suoi occhi appare deserta mentre l'io lirico del protagonista è "solo et pensoso"a causa del turbamento interiore provocato dall'amore.
Vv12-14.In questa sequenza invece vi si riscontra la persecuzione dell'amore che lo insegue nonostante lui cerchi di sfuggire ad esso.

CAMPO SEMANTICO
-senso di inerzia e abbandono: Solo e pensoso(Vv.1),a passi tardi e lenti(Vv.2),altro schermo non trovo(Vv.5),atti d'allegrezza spenti(Vv.7),com'io dentro avampi(Vv.8),deserti campi(Vv.11).
-lacerazione interiore:et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita(Vv.10),celata altrui(Vv.11),cercar non so(Vv.13).

ARGOEMNTO
I temi trattati nel sonetto di Francesco Petrarca "Solo et Pensoso" sono contemporaneamente l 'armonia e la conflittualità che oppone tra il paesaggio e lo stato d'animo infatti l'io lirico è frammentato a causa del turbamento dell'amore che lo allontana dalla condizione serena in cui vi si trovava prima e nonostante il suo allontanarsi e isolarsi dal resto della società si accorge che l'amore lo insegue sempre trovandosi quindi non al di fuori ma dentro al suo animo.

STUTTURA MORFO-SINTATTICA

Petrarca per descrivere i suoi sentimenti dolorosi utilizza il sonetto rispettivamente diviso in due quartine e due terzine che vengono scandite e divise mediante congiunzioni come "et" e "perchè" e grazie anche a degli enjambement che separano alcuni elementi della natura come nel Vv.9(monti et piaggie/et fiumi et selve).

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1-Nel sonetto la natura e l'anima si pongono in una corrispondenza diretta fino a diventare l'uno proiezione dell'altra.
2-I campi semantici domanti sono quelli che provocano un senso di inerzia e di abbandono nel poeta che hanno la funzione di esaltare i sentimenti del poeta stesso e quello della lacerazione interiore dell'amore dove viene evidenziata la persecuzione dell'amore in quei luoghi deserti dove lui si trova.
3-Il tempo e lo spazio assumono un significato psicologico infatti lui descrive il paesaggio come un campo deserto che viene quindi associato dal poeta al suo animo ormai solitario e isolato da ogni forma di vita.
4-La struttura sintattica dominante è il sonetto unito a vari elelmenti come enjambement e congiunzioni ("et","perchè")ed è stata scleta dal poeta per mettere in risalto le tensioni disgreganti dell'animo ovvero la frammentazione dell'io lirico a causa del turbamento dell'amore.

SPADARO RICCARDO III E

Rosario ha detto...

Salve prof,

Vv.1-11:Il poeta forma un uguaglianza tra il paesaggio e il suo stato d'animo,tanto che il primo diventa simultaneo del secondo.Il protagonista e come dice anche il "testo dell'opera",Solo et Pensoso,a causa dell'amore che lo allontana dalla sua condizione normale.A causa di ciò anche i campi che lo circondano appaiono "deserti":la sua solitudine si espande anche nell'ambiente di cui è circondato.

Vv.12-14:Ma pure essendo solo l'amore lo insegue.Da questo deriva il pessimismo e il suo pensiero triste.

Campi Semantici:

Senso di inerzia e abbandono:"Solo,pensoso,deserti campi(v.1),passi tardi e lenti(v.2),gli occhi porto per fuggire(v.3),schermo(v.5),atti di allegrezza spenti(v.7),avampi(v.8),di che tempre(v.10),celata altrue (v.11)"

Tema:Gà dal testo emerge la figura dell'innamorato,che vaga senza una meta,ed apre un discorso con il paesaggio che lo circonda.Il ritmo lento del suo cammino messo in evidenza nei primi due versi,analizza la sua meditazione.Le espressioni che tracciano la natura formano uno scenario vasto e indefinito,sintetizzato in pochi passi tutto in funzione del "io" di Petrarca,che da una parte viene messo in evidenza la sua figura,dall'altro i suoi sentimenti.

Forma:Il sonetto è l'esempio lampante di come la poesia petrarchesca componga gli elementi che si riferiscono ai sentimenti attraverso certi equilibri ottenuti attraverso schemi ripetitivi che creano una serie di elementi paralleli o antitetici:

-Sotto l'aspetto sintattico,ogni strofa è catalogata in un "periodo" diviso in due componenti simili:le quartine sono scandite in due coppie di versi,le terzine hanno un momento di suspance nella fase centrale,da questo si forma enjambements,a tratti messo in evidenza in misura maggiore.Dal punto di vista ritmico,i due versi iniziali formano un escalation molto lenta che da il tono a tutto il componimento; questo aspetto viene messo in evidenza dalla ripetizioni di aggettivi nella parte iniziale e nella parte finale.Le altre figure che formano un parallelismo sono sparse tra i vari versi.

Spero di aver risposto correttamente.