Siamo su Dienneti

giovedì 23 ottobre 2008

LABORATORIO della classe III E


1.Indicate le differenze che ritenete più significative nel modo di concepire il rapporto uomo-natura fra il pensiero di San Francesco d'Assisi e quello di
Jacopone da Todi , facendo riferimenti precisi alle parole dei loro testi.

2. Francesco e Jacopone si oppongono da angolazioni diverse allo spirito della società comunale.
A partire dai testi, illustrate brevemente le ragioni.


(Il Cantico delle Creature è analizzato nel post successivo, mentre "Fugio la croce" di Jacopone da Todi lo troverete cliccando sul link)

Antonella Salvà Sera prof...


Il famoso Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi, non solo è prova delle origini della nostra letteratura dominata dal motivo religioso proprio dell’età medioevale, ma anche dell'amor di Dio che, nella splendida semplicità dell’umile fraticello, diventa ardore di vita, trasporto di ammirazione, elevazione dell’animo rapito nell’estasi di sentirsi circondato da creature tutte sorelle (sole, acqua, vento, fuoco, morte) e perciò amate e lodate in Dio “altissimo, buono, onnipotente”. E’ un canto che sgorga spontaneo dal cuore di un asceta perfettamente umano, innamorato delle bellezze del creato e perciò traboccante di gratitudine per il Creatore: egli vuole trasfondere questa gratitudine nei suoi simili, come mezzo di miglioramento e di elevazione a Dio.
Invece le composizioni di Jacopone da Todi sono opposte a quelle di San Francesco d’Assisi, o oscure e rudi, in cui l’autore depreca la corruzione del mondo e il peccato, esorta alla penitenza e alla contemplazione della morte, promette le gioie del Paradiso, minaccia la disperazione cupa dell’inferno, polemizza con il pontefice Bonifacio VIII, piange sulle tristi condizioni della chiesa. Fra i tanti motivi, che assumono toni ora di aspra violenza, ora di anelito alla sofferenza, intesa come mezzo per superare le passioni ed elevare lo spirito, ora di mistica aspirazione all’annullamento in Dio, ora di moralismo severo e appassionato, appaiono tratti di fede luminosa e di vera poesia.

Buona sera prof...Manuela Casella...


1) Due autori molto significativi nel panorama della cultura e della poesia religiosa del Duecento sono San Francesco D'Assisi e Jacopone da Todi.Sebbene i due abbiano qualche punto in comune (la religiosità) alcune cose li separano.Difatti, analizzando l'opera più celebre di San Francesco D'Assisi "Il Cantico delle creature" el "Fugio la croce" di Jacopone da Todi, possiamo notare due diversi modi di concepire il rapporto uomo-natura.San Francesco comincia con la lode del sole, fonte della luce, e quindi della vita che è immagine e figura della divinità, come recita l v. 9.Dio è re supremo dell'Universo e ogni cosa sulla terra ha un profondo significato in quanto creatura che partecipa della sua bontà e del suo amore.L'uomo è armonicamente inserito in questo universo e quindi esiste un'intima unione e fratellanza fra lui e le cose, umilmente utili alla sua vita.Umiltà significa senso del proprio limite davanti alla grandezza di Dio e accettazione serena dela sua volontà che è giusta e buona così come concludono i vv. 32-33. Ben più lontano dall'amore per tutte le creature e della serena accettazione della vita, è la poesia di Jacopone. Infatti in essa notiamo una continua e tormentata battaglia del suo animo.Gli stessi versi invitano l'uomo a fuggire dalla potenza di Dio e solo attraverso l'odio di sè, della sua anima, del suo corpo,solo attraverso una totale distruzione e disperazione l'uomo può liberarsi della natura umana misera e peccaminosa e può raggiungere l'amore di Dio.L'uomo per Jacopone deve tendere verso la solitudine, per cambiare la natura orgogliosa,egoista e
pessimista nei riguardi del mondo, che non è invece armoniosa creazione dio Dio e insiste a fuggire come è indicato nei vv. 11-14.Questo dramma spirituale ed espressivo determina l'orginalità della poesia di Jacopone.

2) Tra la corruzione della Chiesa che regnava nella società comunale del Duecento, si elevano due grandi personalità:San Francesco D'Assisi e Jacopone da Todi,sia pure di opposte tendenze .San Francesco D'Assisi predica la purezza del cristianesimo primitivo, la povertà e la carità evangelica, non c'é mai nella sua predicazione quella carica polemica ed eversiva propria di molti movimenti popolari.Egli non mette in discussione l'autorità morale e dottrinale della Chiesa, alla quale non rifiuta mai di prestare obbedienza.Quella che egli propone è una rigenerazione individuale che parti dal profondo della coscienza e invada la vita quotidiana del cristiano.Del tutto diverso è l'atteggiamento di Jacopone da Todi che fa della sua persona e delle sue laudi gli strumenti di lotta.La sua potente personalità si espresse nella polemica violente contro gli uomini incapaci di redimersi dal peccato.Egli, incapace di compromessi, lottò contro il pontefice Bonifacio VIII , fu scomunicato e imprigionato.


buona sera professoressa..!Yvonne Sgroi

1-Le “lodi delle creature”, o “cantico delle creature”, di San Francesco, ci fa capire che le origini della nostra letteratura sono dominate da un motivo religioso senza l'esclusione della figura dell’uomo. San Francesco ci dà anche l’idea dell'amore di Dio con le creature sorelle, come il sole, l’ acqua, il fuoco. Queste sono lodate in Dio “altissimo, buono, onnipotente”. Tale canto però non è un canto spontaneo che sgorga da una religiosità incolta , al contrario è opera nutrita di cultura che rivela una cura attenta dell'elaborazione formale.

Le composizioni di Jacopone da Todi,invece, sono completamente opposte rispetto a quelle di San Francesco. Talvolta oscure, ispirate a un crudo pessimismo egli insiste sull'infelicità dell'uomo, sull'ossessiva presenza del corpo, a cui il poeta guarda con paura e odio. La sofferenza diviene così il suo percorso ascetico ed è concepita come “mezzo per superare le passioni” .Nelle sue composizioni dominano toni cupi, ma anche accenti di luce segni del suo conflitto interiore.

2-Mentre San Francesco D'Assisi predica la purezza del cristianesimo, la povertà e la carità e propone una rigenerazione individuale che parte dalla coscienza umana e invade la vita quotidiana del cristiano, Jacopone da Todi fa delle sue laudi gli strumenti con cui combattere la corruzione della Chiesa. La sua personalità si esprime nella polemica contro gli uomini incapaci di redimersi dal peccato, lotta contro il pontefice Bonifacio VIII e per questo motivo e viene scomunicato.

a domani prof!!!

Concetta Russo

Il “cantico di frate sole” è un’opera scritta in volgare umbro da san Francesco d’Assisi negli ultimi anni della sua vita. Questo cantico è un inno di lode a Dio per la bellezza del creato. San Francesco si rivolge a tutti gli elementi della natura come se fossero fratelli e sorelle e loda Dio , ma non rinnega l’uomo. Tutto assume significato solo in virtù della superiore presenza di Dio, che si riflette nelle creature ed esclusivamente attraverso di esse può essere amato.
La semplicità del linguaggio rispecchia l’ideologia di povertà, di fratellanza e di umiltà, di San Francesco, egli infatti si rivolge, come Cristo nel Vangelo, agli emarginati, agli analfabeti e ai diseredati.
“ Fugio la croce” è una lauda ( cioè un genere di poesia religiosa che era cantata durante le processioni) scritta da Iacopone da Todi, egli vive in un periodo diverso da san Francesco, nel quale l’ordine francescano era diviso in due parti: gli spirituali, che seguivano la povertà evangelica di san Francesco, e i conventuali, che non volevano seguire san Francesco perché volevano le comodità della vita. Iacopone si schierò dalla parte degli spirituali più intransigenti e fece delle sue laudi lo strumento per combattere la chiesa corrotta.
Egli ,a differenza di san Francesco, rifiuta tutto ciò che è imperfetto, soprattutto l’uomo e la natura. Nell’uomo vi coglie il nulla e si batte per metterlo a nudo devastando tutto ciò che lo nasconde: amore,intelligenza, cultura, onore e superbia.

Rossana Zagami
Composto nel 1224 da S. Francesco d'Assisi,il Cantico di Frate Sole, è in assoluto il primo documento in volgare Umbro.
Il testo è una laude,sul modello dei salmi biblici,con termini semplici e con una metrica che non segue regole ben precise.
Le tematiche fondamentali della laude sono varie; innanzitutto secondo Francesco, Dio è l'essere a cui si deve tutto e per questo deve essere solo lodato e mai pronunciato.Ognuno di noi deve essere grato a Dio per gli splendidi elementi della natura che ogni giorno abbiamo la fortuna di poter ammirare. San Francesco nella sua composizione introduce la figura dell'uomo, che precedentemente era totalmente esclusa perchè regnava il Teocentrismo cioè Dio al centro dell'universo.
Nel cantico,come ho accennato prima, si ha una semplicità per quanto riguarda il linguaggio, essa denota l'umiltà e la bontà di cui era colmo l'animo di San Francesco; così il linguaggio è lo specchio del pensiero,è un atto di denuncia contro il suo tempo e il fondamento di un nuovo modo di interpretare il mondo naturale, che muove l'idea della sua positività e rifiuta il disprezzo di cui era fatto segno nel pensiero religioso medievale in quanto veicolo di peccato.


Con Iacopone la" lauda" drammatica di natura dialogica con struttura di ballata sacra, scritta in volgare umbro, diventa uno strumento espressivo della personale esperienza, non solo religiosa.
Le composizioni di Iacopone da Todi sono nettamente diverse da quelle di San Francesco, nelle prima riscontriamo uno stile molto oscuro,triste e cupo,un linguaggio che mira alla scomposizione, alla disarmonia, mentre nelle seconde uno stile molto più pacato emusicale.
Secondo Iacopone da Todi, l'uomo è incapace di redimersi dal peccato,e la parola più drammatica è per Jacopone quella non espressa, quella che non riesce ad esprimere l'esperienza mistica l'"esmesuranza".Da qui l'invettiva contro gli avversari politicie contro la vanità del clero che gli causò la scomunica.

a domani...

SALVE PROFF...Mery Leotta
Il Cantico delle Creature (Canticus o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è fra i testi più antichi della letteratura italiana.Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigoredivenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi).

Solo che le composizioni di Jacopone da Todi sono opposte a quelle di San Francesco d’Assisi. I critici lo considerano uno dei più importanti poeti italiani del Medioevo, certamente fra i più celebri autori di laudi religiose della letteratura italiana.Per Iacopone da Todi non è possibile trovare un equilibrio tra la vita dell’uomo e il disegno divino, cioè, mentre S. Francesco vedeva nell’armonia con la natura una possibilità di superamento del peccato, per Iacopone da Todi questo non è possibile: l’uomo è comunque incapace di eludere il male. L’unica cosa che l’uomo può fare è pregare Dio misticamente, cioè attraverso uno slancio irrazionale nei confronti della fede di Dio: un contatto giocato sulle emozioni, senza il percorso di fede razionale.
-
SPADARO RICCARDO ---
I due autori delle poesie il "Cantico delle creature" e "Fugio la croce" furono rispettivamente San Francesco d'Assisi e Jacopone da Todi che, seppur essere vissuti in epoca diversa, le loro poesie si basano contemporaneamente su un uguale e contrapposto messaggio religioso infatti
Il “cantico di frate sole” è un’opera scritta in volgare umbro da san Francesco d’Assisi negli ultimi anni della sua vita. Questo cantico è un inno di lode a Dio per la bellezza del creato. San Francesco si rivolge a tutti gli elementi della natura come se fossero fratelli e sorelle e mette al centro l’uomo. Tutto assume significato solo in virtù della superiore presenza di Dio, che si riflette nelle creature ed esclusivamente attraverso di esse può essere amato.
La semplicità del linguaggio rispecchia l’ideologia di povertà, di fratellanza e di umiltà, di San Francesco, egli infatti si rivolge, come Cristo nel Vangelo, agli emarginati, agli analfabeti e ai diseredati mentre
“ Fugio la croce” è una lauda scritta da Iacopone da Todi, vissuto in un periodo diverso da san Francesco, nel quale l’ordine francescanosi era scisso in due parti: gli spirituali, che seguivano la povertà evangelica di san Francesco, e i conventuali, che non volevano seguire san Francesco perché volevano le comodità della vita e quindi appogiavano gli ecclesiastici corrotti. Iacopone si schierò quindi dalla parte degli spirituali più intransigenti e fece delle sue laudi lo strumento per combattere la chiesa corrotta.
Egli ,a differenza di san Francesco, rifiuta tutto ciò che è imperfetto, soprattutto l’uomo e la natura. Nell’uomo vi coglie il nulla e si batte per metterlo a nudo devastando tutto ciò che lo nasconde: amore,intelligenza, cultura, onore e superbia mediante delle penitenze corporali secondo la quale solo così si può raggiungere il vero rapporto cn Dio.

Sandro

Salve prof,
le riporto le mie risposte a queste domande:

1) San Francesco d'Assisi e Iacopone da Todi fanno parte dello stesso ordine,ma nonostante ciò ,hanno idee e una visione del mondo completamente opposte.Il primo,vedeva ogni elemento creato da Dio come una meraviglia unica e rara.Infatti nella sua"Laudes creaturarum"invita a lodare l' "onnipotente,bon Signore" per la bellezza di tutte le cose,ovvero il creato.Mentre, Iacopone da Todi,aveva una visione pessimistica della vita.Egli intravvede nella vita un solo spiraglio di luce:il rapporto con Dio.Infatti nel suo "Fugio la croce" mette in contrasto due voci.Di queste due ne abbiamo una che vede la divinità come una forza a cui l'uomo si deve piegare.Al contrario l'altra esalta il bene che deriva dal rapporto con la divinità.

2) La differenza tra questi due poeti è data principalmente da due fattori. Il primo è la situazione storica diversa.Il contesto di San Francesco era di conflitto fra i valori cortesi e i nuovi ceti (borghesia)con l'etica mercantilistica ,ciò non significa che il mercante si sia posto contro la Chiesa..Al contrario,al tempo di Iacopone da Todi troviamo scontri tra la Chiesa e i movimenti riformatori che si stavano creando.Molte "Laude" erano costituite da dialoghi drammatici Ciò ha contribuito al pessimismo generale all'interno dei comuni verso il rapporto con la divinità.









11 commenti:

Anonimo ha detto...

Sera prof...

Il famoso Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi, che non solo sta a dimostrare come la nostra prima letteratura sia stata dominata dal motivo religioso proprio dell’età medioevale, ma anche come l’amor di Dio, nella splendida semplicità dell’umile fraticello, diventi ardore di vita, trasporto di ammirazione, elevazione dell’animo rapito nell’estasi di sentirsi circondato da creature tutte sorelle (sole, acqua, vento, fuoco, morte) e perciò amate e lodate in Dio “altissimo, buono, onnipotente”. E’ un canto che sgorga spontaneo dal cuore di un asceta perfettamente umano, innamorato delle bellezze del creato e perciò traboccante di gratitudine per il Creatore: egli vuole trasfondere questa gratitudine nei suoi simili, come mezzo di miglioramento e di elevazione a Dio.
Mentre le composizioni di Jacopone da Todi sono opposte da quelle di San Francesco d’Assisi, sono oscure e rudi, in cui l’autore depreca la corruzione del mondo e il peccato, esorta alla penitenza e alla contemplazione della morte, promette le gioie del Paradiso, minaccia la disperazione cupa dell’inferno, polemizza con il pontefice Bonifacio VIII, piange sulle tristi condizioni della chiesa. Fra i tanti motivi, che assumono toni ora di aspra violenza, ora di anelito alla sofferenza intesa come mezzo per superare le passioni ed elevare lo spirito, ora di mistica aspirazione all’annullamento in Dio, ora di moralismo severo e appassionato, appaiono tratti di fede luminosa e di vera poesia.

Antonella Salvà...

Anonimo ha detto...

Buona sera prof...

1)Due autori molto significativi nel panorama della cultura e della poesia religiosa del Duecento sono San Francesco D'Assisi e Jacopone da Todi.Sebbene i due abbiano qualche punto in comune (la loro religiosità)alcune cose li separano.Difatti analizzando l'opera più celebre di San Francesco D'Assisi "Il Cantico delle creature" e il "Fugio la croce" di Jacopone da Todi possiamo notare due diversi modi di concepire il rapporto uomo-natura.San Francesco comincia con la lode del sole,fonte della luce, e quindi della vita che,per questo, è immagine e figura della divinità come recita il versetto 9.Dio è re supremo dell'Universo e ogni cosa sulla terra ha un profondo significato in quanto creatura che partecipa della sua bontà e del suo amore.L'uomo è armonicamente inserito in questo universo e quindi esiste un'intima unione e fratellanza fra lei e le cose,umilmente utili alla sua vita.Umiltà che significa senso del proprio limite davanti alla grandezza di Dio e accettazione serena dela sua volontà che è giusta e buona così come concludono i versetti 32-33. Ben più lontano dall'amore per tutte le creature e della serena accettazione della vita, è la poesia di Jacopone. In quanto in essa notiamo una contina e tormentata battaglia dell'animo suo.Gli stessi versi invitano l'uomo a fuggire dalla potenza di Dio e solo attraverso l'odio di se,della sua anima, del suo corpo,solo attraverso una totale distruzione e disperazione l'uomo può liberarsi della natura umana misera e peccaminosa e può raggiungere l'amore di Dio.L'uomo per Jacopone deve tendere verso la solitudine, a non essere più un io,orgoglioso,egoista,pessimista nei riguardi del mondo, che non è invece armoniosa creazione dio Dio e insiste a fuggire come è indicato nei versi 11-14.Questo dramma spirituale ed espressivo determina l'orginalità della poesia di Jacopone.
2)Tra la corruzione che regnava nella società comunale del Duecento si elevano le opinioni di due grandi personalità:San Francesco D'Assisi e Jacopone da Todi,anche se da due diverse angolazioni.San Francesco D'Assisi predica la purezza del cristianesimo primitivo, la povertà e la carità evangelica,non c'é mai nella sua predicazione quella carica polemica ed eversiva propria di molti movimenti popolari.Egli non mette in discussione l'autorità morale e dottrinale della Chiesa, alla quale non rifiuta mai di prestare obbedienza.Quella che egli propone è una rigenerazione individuale che parti dal profondo della coscienza e invada la vita quotidiana del cristiano.Del tutto diverso è l'atteggiamento di Jacopone da Todi che fa della sua persona e delle sue laudi gli strumenti di lotta.La sua potente personalità si espresse nella polemica violente contro gli uomini incapaci di redimersi dal peccato.Egli incapace di contromessi nella vita compì dieci anni di penitenza, fu scomunicato, imprigionato portò all'estremo il suo linguaggio

Manuela Casella...

stefano ha detto...

Gli autori più significativi della poesia religiosa del duecento sono San Francesco D'Assisi e Jacopone da Todi. La situazione storica è diversa.(Cantico delle creature) La semplicità del cantico non implica in alcun modo in cultura o rozzezza dell’autore. La forza intellettuale e la con consapevolezza culturale di Francesco sono anzi dimostrate proprio dalla perfetta rispondenza tra scelte formali e significato religioso e culturale del testo. Il sentimento artistico trasmesso dalle Laudes , di una riscoperta della realtà materiale o almeno di una sua riconsiderazione con gli occhi nuovi , non è senza intimo rapporto con la rivoluzione effettivamente compiuta dal suo autore. Sullo sfondo della semplicità dei versi, inoltre, si agitano numerosi e ben calcolati riferimenti alla tradizione delle sacre scritture.
Infine possiamo affermare che il cantico costituisce una risposta consapevole e combattiva alle degenerazioni dottrinali e sociali del tempo di Francesco, una coerente e organica proposta di visione del mondo e di modello di vita, il segnale di una svolta radicale nella concezione dell’esistenza umana.
(fugio la croce)
Invece dietro le laudi Jacopone da Todi si nasconde il conflitto lacerante della religiosità dell’autore, nel suo passaggio dalla percezione gioiosa della presenza di Dio, all’intuizione profonda della sua sgomentante altezza alla quale lo conduce lo slancio mistico. È quest’ultima che si avvicina alla verità. Nell’opera vi sono due “voci” una che esprime una visione drammatica della divinità e l’altra propone un rapporto più sereno esaltando soprattutto il bene che ne deriva.

Anonimo ha detto...

buona sera professoressa...ecco che si ritorna alle vecchie buone abitudini..come promesso eccole di seguito il mio post..

1-Le “lodi delle creature”, o “cantico delle creature”, di San Francesco, ci fa capire che le origini della nostra letteratura sono dominate da un motivo religioso che vede alla base la figura dell’uomo. San Francesco ci dà anche l’idea dell'amore di Dio che ci ha circondato da creature sorelle, come il sole, l’ acqua, il fuoco. Queste sono lodate in Dio “altissimo, buono, onnipotente”. Tale canto è spontaneo che voleva esaltare il messaggio di solidarietà verso tutte le creature.

le composizioni di Jacopone da Todi,invece, sono completamente opposte rispetto a quelle di San Francesco. Talvolta oscure, ove Jacopone sottolinea la corruzione del mondo ecclesiastico e il peccato, e piange sulle condizioni della chiesa. Vi sono motivi di aspra violenza, di sofferenza. Quest’ultima è concepita come “mezzo per superare le passioni” o di una non credenza in Dio. Molto raramente nelle sue composizioni appare fede e vera poesia.


2-Mentre San Francesco D'Assisi predica la purezza del cristianesimo, la povertà e la carità. non messe in discussione l'autorità morale e dottrinale della Chiesa, ma propose una rigenerazione individuale che parte dalla coscienza umana e invade la vita quotidiana del cristiano, Jacopone da Todi fa delle sue laudi gli strumenti con cui combattere. La sua personalità si esprime nella polemica contro gli uomini incapaci di redimersi dal peccato. lottò contro il pontefice Bonifacio VIII per questo motivo e fu scomunicato.

a domani prof!!!Yvonne

Anonimo ha detto...

Il “cantico di frate sole” è un’opera scritta in volgare umbro da san Francesco d’Assisi negli ultimi anni della sua vita. Questo cantico è un inno di lode a Dio per la bellezza del creato. San Francesco si rivolge a tutti gli elementi della natura come se fossero fratelli e sorelle e mette al centro l’uomo. Tutto assume significato solo in virtù della superiore presenza di Dio, che si riflette nelle creature ed esclusivamente attraverso di esse può essere amato.
La semplicità del linguaggio rispecchia l’ideologia di povertà, di fratellanza e di umiltà, di San Francesco, egli infatti si rivolge, come Cristo nel Vangelo, agli emarginati, agli analfabeti e ai diseredati.
“ Fugio la croce” è una lauda ( cioè un genere di poesia religiosa che era cantata durante le processioni) scritta da Iacopone da Todi, egli ha vissuto in un periodo diverso da san Francesco, nel quale l’ordine francescano era diviso in due parti: gli spirituali, che seguivano la povertà evangelica di san Francesco, e i conventuali, che non volevano seguire san Francesco perché volevano le comodità della vita. Iacopone si schierò dalla parte degli spirituali più intransigenti e fece delle sue laudi lo strumento per combattere la chiesa corrotta.
Egli a differenza di san Francesco rifiuta tutto ciò che è imperfetto, soprattutto l’uomo e la natura. Nell’uomo vi coglie il nulla e si batte per metterlo a nudo devastando tutto ciò che lo nasconde: amore,intelligenza, cultura, onore e superbia.



Concetta Russo III E

Anonimo ha detto...

Composto nel 1224 da S. Francesco d'Assisi,il Cantito di Frate Sole, è in assoluto il primo documento in volgare Umbro.
Il testo è scritto sottoforma di laude,sul modello dei salmi biblici,con termini semplici e con una metrica che non segue regole ben precise.
Le tematiche fondamentali della laude sono varie; innanzitutto secondo Francesco, Dio è l'essere a cui si deve tutto e per questo deve essere solo lodato e mai pronunciato.Ognuno di noi deve essere grato a Dio per gli splendidi elementi della natura che ogni giorno abbiamo la fortuna di poter ammirare. San Francesco nella sua composizione introduce la figura dell'uomo, che precedentemente era totalmente esclusa perchè regnava il Teocentrismo cioè il porre Dio al centro di qualsiasi cosa.
Nel cantico,come ho accennato prima, si ha una semplicità per quanto riguarda il linguaggio, essa denota l'umiltà e la bontà di cui era colmo l'animo di San Francesco; così il linguaggio è lo specchio del pensiero,è un atto di denuncia contro il suo tempo e il fondamento di un nuovo modo di interpretare il mondo naturale, che muove l'idea della sua positività e rifiuta il disprezzo di cui era fatto segno nel pensiero religioso medievale in quanto veicolo di peccato.


Con Iacopone la laude diventa uno strumento espressivo della personale esperienza, non solo religiosa.
Le composizioni di Iacopone da Todi sono nettamente diverse da quelle di San Francesco, nelle prima riscontriamo uno stile molto oscuro,triste e cupo, mentre nelle seconde uno stile molto più pacato e piacevole.
Secondo Iacopone da Todi, l'uomo è incapace di redimersi dal peccato, ciò fa scaturire una lotta contro il Papa Bonifacio VIII, che finisce con la scomunica di Iacopone.


Rossana Zagami III E
a domani...

Anonimo ha detto...

SALVE PROFF...
Il Cantico delle Creature (Canticus o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è fra i testi più antichi della letteratura italiana.Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi).

Solo che le composizioni di Jacopone da Todi sono opposte a quelle di San Francesco d’Assisi. I critici lo considerano uno dei più importanti poeti italiani del Medioevo, certamente fra i più celebri autori di laudi religiose della letteratura italiana.Per Iacopone da Todi non è possibile trovare un equilibrio tra la vita dell’uomo e il disegno divino, cioè, mentre S. Francesco vedeva nell’armonia con la natura una possibilità di superamento del peccato, per Iacopone da Todi questo non è possibile: l’uomo è comunque incapace di eludere il male. L’unica cosa che l’uomo può fare è pregare Dio misticamente, cioè attraverso uno slancio irrazionale nei confronti della fede di Dio: un contatto giocato sulle emozioni, senza il percorso di fede razionale.
-----Mary Leotta-----

Anonimo ha detto...

I due autori delle poesie il "Cantico delle creature" e "Fugio la croce" furono rispettivamente San Francesco d'Assisi e Jacopone da Todi che seppur essere vissuti in epoca diversa le loro poesie si basano contemporaneamente su un uguale e contrapposto messaggio religioso infatti
il “cantico di frate sole” è un’opera scritta in volgare umbro da san Francesco d’Assisi negli ultimi anni della sua vita. Questo cantico è un inno di lode a Dio per la bellezza del creato. San Francesco si rivolge a tutti gli elementi della natura come se fossero fratelli e sorelle e mette al centro l’uomo. Tutto assume significato solo in virtù della superiore presenza di Dio, che si riflette nelle creature ed esclusivamente attraverso di esse può essere amato.
La semplicità del linguaggio rispecchia l’ideologia di povertà, di fratellanza e di umiltà, di San Francesco, egli infatti si rivolge, come Cristo nel Vangelo, agli emarginati, agli analfabeti e ai diseredati mentre
“ Fugio la croce” è una lauda scritta da Iacopone da Todi, egli ha vissuto in un periodo diverso da san Francesco, nel quale l’ordine francescano era diviso in due parti: gli spirituali, che seguivano la povertà evangelica di san Francesco, e i conventuali, che non volevano seguire san Francesco perché volevano le comodità della vita e quindi appogiavano gli ecclesiastici corrotti. Iacopone si schierò quindi dalla parte degli spirituali più intransigenti e fece delle sue laudi lo strumento per combattere la chiesa corrotta.
Egli a differenza di san Francesco rifiuta tutto ciò che è imperfetto, soprattutto l’uomo e la natura. Nell’uomo vi coglie il nulla e si batte per metterlo a nudo devastando tutto ciò che lo nasconde: amore,intelligenza, cultura, onore e superbia mediante delle penitenze corporali secondo la quale solo così si può raggiungere il vero rapporto cn Dio.

SPADARO RICCARDO

Sandro ha detto...

Salve prof,
le riporto le mie risposte a queste domande:

1)San Francesco d'Assisi e Iacopone da Todi fanno parte dello stesso ordine,ma nonostante ciò hanno idee e una visione del mondo completamente opposte.Il primo,vedeva ogni elemento creato da Dio come una meraviglia unica e rara.Infatti nella sua"Laudes creaturarum"invita a lodare l' "onnipotente,bon Signore" per la bellezza di tutte le cose,ovvero il creato.Mentre,Iacopone da Todi,aveva una visione pessimistica della vita.Egli intravede nella vita un solo spiraglio di luce:il rapporto con Dio.Infatti egli,nel suo "Fugio la croce" mette in contrasto due voci.Di queste due ne abbiamo una che vede la divinità come una forza a cui l'uomo si deve piegare.Al contrario l'altra esalta il bene che deriva dal rapporto con la divinità.

2)Le differenze tra questi due poeti è data principalmente da 2 fattori.Il primo è la situazione storica diversa.La situazione di San francesco era il periodo di conflitto fra i valori cortesi e i nuovi ceti(borghesia) che voleva solo l'utile personale.Quindi dal punto di vista religioso non ci sono veri e propri scontri che potrebbero determinare una mancanza di fiducia nella religione.Al contrario,al tempo di Iacopone da Todi troviamo scontri tra la Chiesa e i movimenti riformatori che si stavano creando. Ciò ha contribuito al pessimismo generale all'interno dei comuni verso il rapporto con la divinità.

Rosario ha detto...

Buona sera,Prof...

Il famoso Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi.Sta a dimostrare come la nostra letteratura sia dominata dal motivo religioso dell'età medioevale.E' un canto che nasce dal cuore di un fratello laico innamorato delle bellezze del creato,e perciò trabboccante di gratitudine verso il Creatore(Dio).
Egli vuole trasportare questa gratidudine nei suoi simili,per elevare sempre più la figura di Dio.
Mentre le opere di Jacopone da Todi sono il contrario di quelli di San Francesco,sono scarne scure e rudi.
Ci dimostra come l'autore voglia mettere in evidenza la corruzione del mondo e il peccato,esortando alla penitenza e alla contemplazione della morte,promette la felicità del paradiso,minaccia la disperazione cupa dell'inferno,polemizza con il papa Bonifacio VIII,si dispera per le tristi condizioni della Chiesa.
Tra i motivi che assumono toni di violenza,ora di anelito alla sofferenza intesa come strumento per superare le passioni ed innalzare lo spirito,ora come aspirazione all'annullamento in Dio,come atti di moralismo severo e appassionato,appaiono tracce di fede luminosa e vera poesia.

Spero di aver risposto correttamente...

Anonimo ha detto...

Spinella Davide III E

San Francesco d'Assisi e Iacopone da Todi sono due religiosi del duecento, appartenenti allo stesso ordine religioso dei francescani ma con una visione totalmente diversa del rapporto uomo-natura. Hanno scritto poesie fra cui la più importante per San Francesco è il Cantico delle Creature, una poesia che col suo linguaggio semplice si oppone al culto per il denaro, alla corruzione del clero che ne era afflitto in quel tempo, nel Cantico Francesco rende esplicito il suo amore verso Dio, la natura (sole, acqua, vento, fuoco, terra) e tutte le sue creature, interpreta Dio come altissimo, onnipotente e buono. Il cantico è per Francesco un messaggio di solidarietà verso tutte le creature. Iacopone da Todi scrisse invece Fugio la Croce è l'opposto del cantico di Francesco. Nella poesia due voci dialogano fra di loro, una vuole fuggire da Dio visto come una forza trascinante, l'altra invece lo cerca per il bene che ne deriva. E' una poesia negativista cupa, tetra. Iacopone odia l'uomo per via delle sue imperfezioni e la sua limitatezza che per lui è fonte di peccato, perciò egli disprezza tutto cio è imperfetto come l'uomo, e predica il suo credo in modo violento.

Spinella Davide