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venerdì 17 settembre 2010

SI RICOMINCIA!!!!


Ecco le novità del nuovo anno scolastico 2010/11!

Sono state presentate il 2 settembre scorso e sono state attivate dal Ministero le novità per il corrente anno scolastico.

La più importante è sicuramente l’attuazione della Riforma dell’Istruzione superiore, che ha il fine di ridurre la frammentazione degli indirizzi nei Licei e lanciare l’istruzione tecnica e professionale.

La riforma dei licei prevede la modifica dei quadri orari con la riduzione della durata dei singoli insegnamenti, ma mantiene le materie basilari quali matematica e materie scientifiche per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti.
La riforma prevede inoltre il potenziamento dello studio delle lingue e una materia del 5° anno, probabilmente storia, insegnata in inglese. Sono inoltre stati istituiti due nuovi licei, quello coreutico e quello delle scienze umane.

Sono stati riformati anche gli istituti tecnici e professionali, che non devono più essere considerati come scuole di serie B, ma come percorsi di istruzione validi per fronteggiare la crisi economica, fornendo le competenze per affrontare il mondo del lavoro. Anche nell’istruzione tecnica sono stati eliminati molti indirizzi.

Tra le novità è stato anche fissato il nuovo limite di assenze come condizione per non essere bocciati: da quest’anno non si potranno superare i 50 giorni di assenza.

Per quanto riguarda il tempo pieno, la riforma prevede l’aumento del 3,05% per il biennio 2009-2011 e dall’anno scolastico 2010/2011 le classi a tempo pieno passeranno da 36.493 a 37275.

Inoltre, al fine di incrementare il mondo del lavoro e la scuola, nascono gli Its, nuovi istituti tecnici superiori post secondaria. Nascerà una nuova filiera non universitaria che dura 2 anni e che vede università, scuole e aziende protagoniste della formazione.

Negli ultimi giorni il Ministero ha stabilito i requisiti per la selezione del corpo docente.

Per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sarà necessaria una laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia; sono state rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche, è aumentata la parte di tirocinio a scuola ed è previsto un apposito percorso laboratoriale per la lingua inglese e le nuove tecnologie; per la prima volta si è data specifica attenzione al problema degli alunni con disabilità, prevedendo che, in tutti i percorsi, ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali.

Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado sarà necessaria la laurea magistrale unita a un anno di Tirocinio formativo attivo; una rigorosa selezione per l’ingresso alla laurea magistrale a numero programmato, basata sulle necessità del sistema nazionale di istruzione; l’anno di Tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola (di cui almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un insegnante tutor; rispetto al percorso SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario), è giusto prendere il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio (incrementato), sui laboratori e sulle didattiche.

Il regolamento sulla Formazione dei nuovi docenti, dunque, prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato; focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali, ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie e infine stabilisce una rigorosa selezione del futuro personale docente.

Per quanto riguarda invece la carriera dei docenti il Ministero intende abolire gli scatti di anzianità e sostituirli con un riconoscimento del merito. Afferma infatti il ministro Gelmini:”sono in primo luogo gli insegnanti, secondo alcuni studi il 70%, a chiedere di essere valutati e premiati sui risultati conseguiti e sulla qualità. Dobbiamo superare gli scatti in anzianità, cosa di cui non dobbiamo essere orgogliosi. Non è di un paese civile l’avanzamento di carriera in base al tempo e non al merito. Dobbiamo avere il coraggio di colmare questa lacuna”.

Come quantificare il merito sarà deciso in accordo con i Sindacati, per via contrattuale o legislativa. Ma i criteri non si conoscono ancora, forse nessuno li conosce.




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