Pur dedicandosi alla stesura di opere di genere diverso, Tasso attribuì sempre all'epica un valore più alto, sia per i contenuti che trattava sia per lo sforzo stilistico che richiedeva il genere epico inoltre era quello che, sull'esempio dei grandi classici, avrebbe potuto fare di lui un poeta acclamato e ammirato negli ambienti dell'èlite culturale. Nell'elaborare le linee della sua poetica( soprattutto nei Discorsi dell'arte poetica)egli si rifece in maniera rigorosa all'Aristotelismo dominante , accettando i canoni estetici che questo imponeva. Le regole della precettistica ARISTOTELICA (per l'epica:unità dell'organismo narrativo,verosimiglianza dei contenuti ,trasmissione di messaggi educativi) non erano del resto vissute da Tasso come un limite, ma piuttosto come un ordine in cui far rientrare la carica emotiva delle passioni, la caoticità degli slanci fantastici, la profondità dei messaggi spirituali.
Due modelli di poetica cinquecentesca :TASSO-ARIOSTO
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