Il valore della cooperazione nell'innovazione della didattica Moderatrice:Prof.ssa Maria Allo
giovedì 22 dicembre 2011
mercoledì 14 dicembre 2011
Il Seicento
Il Barocco
Il Seicento è un secolo di guerre, di carestie e di pestilenze.Una crisi economica investe tutta l'Europae colpisce soprattutto l'agricoltura;numerose carestie, cui seguonoquasi inevitabilmente delle epidemie, falcidiano la popolazione. Le guerre sono frequenti e rovinose: la guerra dei Trent'anni(1618-1648)coinvolge tutto il continente e porta devastazione e rovine soprattutto nell'area tedesca; nella seconda metà del secolo Inghilterra e Olanda si scontrano ripetutamente sul mare per contendersi l'egemonia mercantile sull'Atlantico, mentre la Francia di Luigi XIV tenta di imporre la propria egemonia continentale fomentando conflitti in tutta Europa e l'Austria , che si avvia a diventare una grande potenza nell'aerea orientale- balcanica, deve fare i conti con l'espansionismo dell'Impero Ottomano (che nel 168 giunge a porre l'assedio a Vienna).
Alle guerre si accompagnano sistematicamente saccheggi, spoliazioni, devastazione dei raccolti; gli Stati infatti sono in grado di mettere in campo eserciti numerosi, ma non dispongono di una struttura logistica che provveda adeguatamente al loro mantenimento.E così miseria , carestie ed epidemie causate dalle guerre vengono ad aggravare le condizioni già precarie delle popolazioni, mentre le ingenti spese belliche incidono pesantemente sui bilanci dello Stato.
La forma politica prevalente nell'Europa del Seicento è la monarchia assoluta ispirata al principio teocratico. Dopo che la Riforma protestante ha eliminato le ultime scorie dei poteri sovranazionali di Papato e Impero , le monarchie europee hanno conosciuto una fase di instabilità dovuta alle guerre di religione , da cui però sono uscite rafforzate poichè esse si sono concluse con l'affermazione della piena sovranità dello Stato anche sulle scelte religiose. Nel frattempo , in un processo secolare, la macchina statale si è venuta dotando di un apparato burocratico-amministrativo permanente: i sovrani possono ora controllare le finanze, il fisco, l'esercito e l'amministrazione della giustizia, esercitando così un potere assai più ampio ed efficace dei loro predecessori.
A sanzionare e rafforzare questa nuova situazione interviene il principio teocratico, secondo il quale l'autorità del re proviene direttamente da Dio per diritto di nascita, senza bisogno di un riconoscimento da parte dell'autorità religiosa.
All'assolutismo monarchico fa riscontro una società rigidamente suddivisa in ordini a cui i sudditi appartengono per nascita, godendo di diritti molto diversi.
Al livello più alto vi sono i nobili, che dispongono di rendite fondiarie , di privilegi fiscali e giuridici e che forniscono il personale per le più alte cariche dello Stato, dell'esercito e della diplomazia ; ad esso si affianca l'alto clero, con privilegi analoghi.Vi è poi la borghesia, organizzata in corporazioni attraverso le quali difende i propri interessi sociali ed economici. Vengono poi tutti gli altri , contadini, artigiani,soldati e marinai, che vivono generalmente in condizioni misere e si trovano esposti alle prepotenze dei ceti più forti. E' una società fondata sulla diseguaglianza,sancita dalle leggi e teorizzata come fondamento stesso della vita sociale, voluta da Dio.La coscienza della modernità.
Il quadro culturale del Seicento è variegato e ricco di contrasti. E' il secolo famigerato della caccia alle streghe , della superstizione e dell'intolleranza religiosa, ma anche quello da cui nasce la scienza moderna e si afferma un pensiero filosofico vigorosamente razionalistico; è l'età dell'assolutismo teocratico ma anche quello che pone le premesse del pensiero politico illuminista; è il secolo del fasto barocco ma anche dell'ascetismo e del misticismo.
Tali contrasti sono riconducibili ad alcuni fattori comuni a tutta l'Europa, oltre che alle differenze fra le varie aree culturali -come quelle fra i paesi cattolici e protestanti , fra società aristocratiche e società con una forte componente borghese.
Il secolo precedente ha lasciato un'erdità di idee e di valori assai ricca,che in parte continua a essere operante nel pensiero scientifico, nelle arti, nelle lettere.Ma è venuta meno la complessiva visione del mondo rinascimentale messa in crisi, come si è visto, dalle esperienze della Riforma protestante e della Controriforma. Da questo insieme di problemi e di prospettive scaturisce nella cultura del Seicento la consapevolezza di una rottura della continuità con il passato,sia quello prossimo del Rinascimento che quello remoto dell'antichità, di appartenere a un mondo nuovo, moderno.
La coscienza della modernità permea un pò tutta la cultura dell'epoca , generando talvolta insicurezza ma più spesso orgogliosa fiducia nei propri mezzi , come in campo scientifico dove le scoperte di Galileo e di Keplero mettono in crisi non solo le teorie di Tolomeo ma anche l'autorità di Aristotele.
Anche in campo artistico e letterario il Seicento è ricco di esperienze diverse , non riconducibili ad un'unica matrice . Il gusto e la sensibilità del secolo si esprimono principalmente nel Barocco, lo stile che caratterizza molteplici fenomeni espressivi in tutti campi;tuttavia non è spento il Classicismoche continua a vivere come modello linguistico e stilistico anche svincolato dalla cultura rinascimentale.
Vi sono poi esperienze legate al particolare clima culturaledi certi paesi , come la letteratura religiosa inglese legata al puritanesimo progressista (basti ricordare il Paradiso perduto di JOHN MILTON ,1608-1674) ,o la splendida fioritura della pittura fiamminga , improntata ai valori borghesi di quella società.
Fra le forme artistiche più significative del Seicento vi è il teatro ;il secolo ,che si apre con il genio di Shakespeare(1639-1699) vede la grande drammaturgia del secolo d'oro spagnuolo che si protrae fin verso la metà del Seicento e in seguito la fioritura del classicismo francese alla corte di Luigi XIV,con la tragedia di Corneille e di Racine e la commedia di Molière.
In campo letterario che questo secolo la nascita del romanzo moderno con il Don Chisciotte di Cervantes(1574-1616).
Infine le arti figurative ,spesso fuse tra loro a creare particolari effetti di suggestione visiva vedono l'affermazioni di grandissime personalità ,come gli architetti Bernini e Borromini, capiscuola del barocco,i pittori Caravaggio e Reni e, fuori d'Italia , lo spagnuolo Velasquez, i fiamminghi Rubens, Rembrandt e Verneer.
Nel secolo XVIII il termine barocco
cominciò a essere usato per indicare l'arte del Seicento e in particolare quei caratteri di essa che agli occhi degli illuministi parvero più negativi:
La forma politica prevalente nell'Europa del Seicento è la monarchia assoluta ispirata al principio teocratico. Dopo che la Riforma protestante ha eliminato le ultime scorie dei poteri sovranazionali di Papato e Impero , le monarchie europee hanno conosciuto una fase di instabilità dovuta alle guerre di religione , da cui però sono uscite rafforzate poichè esse si sono concluse con l'affermazione della piena sovranità dello Stato anche sulle scelte religiose. Nel frattempo , in un processo secolare, la macchina statale si è venuta dotando di un apparato burocratico-amministrativo permanente: i sovrani possono ora controllare le finanze, il fisco, l'esercito e l'amministrazione della giustizia, esercitando così un potere assai più ampio ed efficace dei loro predecessori.
A sanzionare e rafforzare questa nuova situazione interviene il principio teocratico, secondo il quale l'autorità del re proviene direttamente da Dio per diritto di nascita, senza bisogno di un riconoscimento da parte dell'autorità religiosa.
All'assolutismo monarchico fa riscontro una società rigidamente suddivisa in ordini a cui i sudditi appartengono per nascita, godendo di diritti molto diversi.
Al livello più alto vi sono i nobili, che dispongono di rendite fondiarie , di privilegi fiscali e giuridici e che forniscono il personale per le più alte cariche dello Stato, dell'esercito e della diplomazia ; ad esso si affianca l'alto clero, con privilegi analoghi.Vi è poi la borghesia, organizzata in corporazioni attraverso le quali difende i propri interessi sociali ed economici. Vengono poi tutti gli altri , contadini, artigiani,soldati e marinai, che vivono generalmente in condizioni misere e si trovano esposti alle prepotenze dei ceti più forti. E' una società fondata sulla diseguaglianza,sancita dalle leggi e teorizzata come fondamento stesso della vita sociale, voluta da Dio.La coscienza della modernità.
Il quadro culturale del Seicento è variegato e ricco di contrasti. E' il secolo famigerato della caccia alle streghe , della superstizione e dell'intolleranza religiosa, ma anche quello da cui nasce la scienza moderna e si afferma un pensiero filosofico vigorosamente razionalistico; è l'età dell'assolutismo teocratico ma anche quello che pone le premesse del pensiero politico illuminista; è il secolo del fasto barocco ma anche dell'ascetismo e del misticismo.
Tali contrasti sono riconducibili ad alcuni fattori comuni a tutta l'Europa, oltre che alle differenze fra le varie aree culturali -come quelle fra i paesi cattolici e protestanti , fra società aristocratiche e società con una forte componente borghese.
Il secolo precedente ha lasciato un'erdità di idee e di valori assai ricca,che in parte continua a essere operante nel pensiero scientifico, nelle arti, nelle lettere.Ma è venuta meno la complessiva visione del mondo rinascimentale messa in crisi, come si è visto, dalle esperienze della Riforma protestante e della Controriforma. Da questo insieme di problemi e di prospettive scaturisce nella cultura del Seicento la consapevolezza di una rottura della continuità con il passato,sia quello prossimo del Rinascimento che quello remoto dell'antichità, di appartenere a un mondo nuovo, moderno.
La coscienza della modernità permea un pò tutta la cultura dell'epoca , generando talvolta insicurezza ma più spesso orgogliosa fiducia nei propri mezzi , come in campo scientifico dove le scoperte di Galileo e di Keplero mettono in crisi non solo le teorie di Tolomeo ma anche l'autorità di Aristotele.
mito di Pandora |
Vi sono poi esperienze legate al particolare clima culturaledi certi paesi , come la letteratura religiosa inglese legata al puritanesimo progressista (basti ricordare il Paradiso perduto di JOHN MILTON ,1608-1674) ,o la splendida fioritura della pittura fiamminga , improntata ai valori borghesi di quella società.
Fra le forme artistiche più significative del Seicento vi è il teatro ;il secolo ,che si apre con il genio di Shakespeare(1639-1699) vede la grande drammaturgia del secolo d'oro spagnuolo che si protrae fin verso la metà del Seicento e in seguito la fioritura del classicismo francese alla corte di Luigi XIV,con la tragedia di Corneille e di Racine e la commedia di Molière.
Don Chisciotte |
Infine le arti figurative ,spesso fuse tra loro a creare particolari effetti di suggestione visiva vedono l'affermazioni di grandissime personalità ,come gli architetti Bernini e Borromini, capiscuola del barocco,i pittori Caravaggio e Reni e, fuori d'Italia , lo spagnuolo Velasquez, i fiamminghi Rubens, Rembrandt e Verneer.
Nel secolo XVIII il termine barocco
cominciò a essere usato per indicare l'arte del Seicento e in particolare quei caratteri di essa che agli occhi degli illuministi parvero più negativi:
l'irregolarità delle forme ,la bizzarrìa,la mancanza di misura.Il termine ebbe dunque all'inizio un significato spregiativo(la sua etimologia risale forse allo spagnuolo barrueco, aggettivo che indica le perle irregolari, oppure probabilmente , all'italiano barocco, che nella filosofia scolastica medievale indicava un tipo di sillogismoingannevole e capzioso.Successivamente la critica mette in discussione tale giudizio negativo e ora il termine viene usato nel suo valore puramente oggettivo.
L'arte barocca interpreta nel bene e nel male , la civiltà del Seicento caratterizzata dall'abbandono delle concezioni rinascimentali, ma anche dalla coscienza di essere portatrice di modernità aperta all'esplorazione di un mondo nuovo, immensamente dilatato sul piano fisico dalle scoperte geografiche e dalle conquiste scientifiche e sul piano morale dalla rivoluzione religiosa collegata alla Riforma.Tale mondo non rientrava più negli schemi armoniosi e splendidi,ma conchiusi della cultura rinascimentale e imponeva all'arte la ricerca di nuove forme di espressione.
L'estetica barocca pertanto si contrappone al classicismo, di cui rifiuta il rigore selettivo delle forme e dei contenuti, il culto della tradizione , il principio di ordine razionale che presiedeva alla rappresentazione del mondo.
Tuttavia essa non ne rifiuta il patrimonio di tecniche e di forme espressive ;il barocco anzi nasc come estremo sviluppo di quella fase matura del Rinascimento in cui le forme del classicismoavevano dato prova di poter esprimere una sensibilità e una cultura già decisamente post-rinascimentali.
La principale differenza fra l'estetica barocca e quella rinascimentale è che ora vengono meno i postulati di fondo del classicismo, cioè la teoria dell'arte come imitazione e la concezione idealistica della bellezza, che portava a una rigorosa selezione sia degli oggetti da rappresentare sia delle forme espressive.
L'arte barocca invece sul ,si apre sul piano tematico agli oggetti più vari ed eterogenei:
l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, l'irregolare, il deforme, il mostruoso, la contraddizione, le apparenze che colpiscono i sensi e ingannano l'intelletto, le metamorfosi che danno l'idea di una realtà mutevole e inafferrabile.
L'arte barocca interpreta nel bene e nel male , la civiltà del Seicento caratterizzata dall'abbandono delle concezioni rinascimentali, ma anche dalla coscienza di essere portatrice di modernità aperta all'esplorazione di un mondo nuovo, immensamente dilatato sul piano fisico dalle scoperte geografiche e dalle conquiste scientifiche e sul piano morale dalla rivoluzione religiosa collegata alla Riforma.Tale mondo non rientrava più negli schemi armoniosi e splendidi,ma conchiusi della cultura rinascimentale e imponeva all'arte la ricerca di nuove forme di espressione.
L'estetica barocca pertanto si contrappone al classicismo, di cui rifiuta il rigore selettivo delle forme e dei contenuti, il culto della tradizione , il principio di ordine razionale che presiedeva alla rappresentazione del mondo.
Tuttavia essa non ne rifiuta il patrimonio di tecniche e di forme espressive ;il barocco anzi nasc come estremo sviluppo di quella fase matura del Rinascimento in cui le forme del classicismoavevano dato prova di poter esprimere una sensibilità e una cultura già decisamente post-rinascimentali.
La principale differenza fra l'estetica barocca e quella rinascimentale è che ora vengono meno i postulati di fondo del classicismo, cioè la teoria dell'arte come imitazione e la concezione idealistica della bellezza, che portava a una rigorosa selezione sia degli oggetti da rappresentare sia delle forme espressive.
L'arte barocca invece sul ,si apre sul piano tematico agli oggetti più vari ed eterogenei:
l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, l'irregolare, il deforme, il mostruoso, la contraddizione, le apparenze che colpiscono i sensi e ingannano l'intelletto, le metamorfosi che danno l'idea di una realtà mutevole e inafferrabile.
Sul piano stilistico, il Barocco è caratterizzato dalla piena affermazione della libertà creatrice dell'artista, che non si sente vincolato ad alcuna legge ma si affida al suo genio e al suo estro capriccioso, SI CREANO FORME NUOVE o si accostano in modo nuovo le forme tradizionali, rendendole irriconoscibili e sorprendenti, in un fervore di sperimentalismo fondato sulla consapevolezza che l'arte non ha il compito di rappresentare semplicemente una realtà già data e conosciuta , ma piuttosto di scoprirla e di interpretarla ogni volta in modo nuovo.
Vi sono infatti al fondo dell'arte barocca due atteggiamenti diversi e complementari: da un lato la gioia della scoperta , il senso del meraviglioso, il piacere sensuale di cogliere un mondo fisico che si è fatto immensamente più ricco e più vario,dall'altra il senso della realtà come illusione o sogno o teatro che svanisce
rapidamente talvolta dallo scorrere del tempo, la consapevolezza della morte che incombe dietro ogni forma di vita.
e " Donna che si pettina" di Giambattista Marino da riprendere e rielaborare.
mercoledì 30 novembre 2011
LABORATORIO
Attraverso l'analisi di alcuni brani de “La Gerusalemme liberata” di Tasso ho potuto
constatare la sua personalità inquieta che appunto incarna le
contraddizioni di un’epoca di passaggio dalla cultura del Rinascimento
all’angusto moralismo della Controriforma.Egli rappresenta il tipico
intellettuale cortigiano che concepisce la propria realizzazione umana
e artistica nell’ambito della corte ma allo stesso tempo per essa
prova una segreta avversione che lo spinge a fughe continue. Nella sua
opera maggiore,”La Gerusalemme Liberata” la vicenda si svolge
negli ultimi mesi prima della crociata in Terra Santa:i cristiani hanno
posto l’assedio a Gerusalemme ma sono indeboliti dall’assenza di
molti combattenti , spinti da pulsioni egoistiche o irrazionali ad abbandonare
il campo.Il canto che voglio trattare è il settimo ,esso colpisce
per le sue pagine idilliche e sentimentali e per la tensione emotiva
che evoca la giovane principessa Erminia costretta a fuggire per essersi
messa in gioco perché innamorata diTancredi,guerriero dalla forte personalità
però indebolita a sua volta per il forte amore che egli prova per la
guerriera Clorinda.Argante vuol risolvere le sorti di questa grande
guerra con un duello,decidendo appunto di sfidare i cristiani ; ad affrontarlo
è Tancredi che dopo questo scontro accanito ,successivamente sospeso
,ne rimane ferito.Erminia assiste attentamente dall’alto delle
mura del castello e angosciata per le ferite riportate all’uomo di
cui è innamorata,decide di soccorerlo;esce da Gerusalemme travestita
con le armi di Clorinda ma giunta in vista dalle tende cristiane,la
sorprende una pattuglia di crociati.A questo punto Erminia è costretta
a fuggire,”infra l’ombrose piante d’antica selva dal cavallo è
scorta,né più governa il fren la man tremante,e mezza quasi par tra
viva e morta…”..ella pur fugge,e timida e smarrita non si volge
a mirar s’anco è seguita”.Fuggì tutta la notte e tutto il giorno
aspettando e andando,piangendo e chiamando e angosciosa e triste per
la sua sciagura si avvolse per un luogo selvatico.Alla fine essendo
già vespro , s’abbatté in un sentiero errando”senza consiglio
e senza guida….”,ma quando il sole,al tramonto scioglie i cavalli
dal suo carro adorno,e si immerge in mare,”giunse del bel Giordano
a le chaire acque e scese in riva al fiume,q eui giacque.”Il mattino
seguente si sveglia ed essendo stata attirata da un misto di canti
dei pastori e di zampogne boscherecce Erminia si avvicina e vede un
uomo canuto impegnato ad intrecciare ceste di vimini, circondato dalla
sua gregge e da tre fanciulli che cantano.Ermidia saluta gentilmente
il vecchio pastore e “..dolcemente gli affida,e gli occhi scopre e
i bei crin d’oro.”Il buon vecchio si rivolge ad Erminia parlandole
al maschile poiché non si è ancora accorto di rivolgersi ad una donna,essendo
Erminia rivestita dell’armatura.I due iniziando un lungo dialogo durante
la quale la giovane principessa gli racconta tutte le sue sventure e
le sue vicende amorose.”Forse averrà se ‘l Ciel benigno ascolta
affettuoso alcun prego mortale che venga in queste selve anco tal volta
quegli a cui di me forse or nulla cale e rivolgendo gli occhi ove sepolta
giacerà questa spoglia inferma e frale tardo premio concedo a i miei
martiri di poche lagrimette e di sospiri..”.Infine Erminia attirata
da questo nuovo paesaggio idilliaco ,con la speranza che possa dar fine
ai suoi dolori,decide di chiedere ospitalità presso il vecchio pastore
che la accoglie calorosamente.Tasso mira ad un poema eroico,che canti
delle grande gesta compiute dai guerrieri e degli atti sublimi ma alla
fine,come si nota in queste righe del settimo canto,egli si rifugia
nell’idillio,nel sentimento;ma un altro tema importante è proprio
l’amore impossibile o meglio contrastato che anche ai giorni nostri
persiste.Nella nostra società grazie ai mezzi di comunicazione ormai
parecchio diffusi spesso capita di conoscersi attraverso i social network
con persone magari di altri paesi e spesso capita di instaurare con
loro un bel rapporto magari fissando pure degli appuntamenti.Ma data
l’eccessiva distanza spesso questi rapporti sono effimeri perché
instaurati purtroppo solo attraverso una rete quindi si finisce per
star male e soffrire per parecchio per questo sono giudicati tali.L’amore
contrastato però come nel presente ma anche come nel futuro presenta
diverse sfaccettature ,quello che si sa di certo è che porta alla sofferenza
,al tormento e all’angoscia.
ROSARIA LO PO'
GIUSEPPE SAMPERI |
Il
brano analizzato è il VII canto tratto dalla “Gerusalemme liberata”, poema
epico-cavalleresco composto da Torquato Tasso nella seconda metà del ‘500.In
questo brano Tasso presenta la giovane Erminia, che, dopo la guerriera Clorinda
e la seduttrice Armida, viene considerata la terza eroina pagana. Erminia,
principessa di Antiochia, era figlia del re di quella città e quando Antiochia
era stata espugnata, ella era divenuta prigioniera dei cristiani ed era stata
consegnata a Tancredi, principe normanno. Costui si era mostrato talmente
gentile e generoso da concederle la libertà perduta. Per tale insperato dono e
per il fascino del guerriero, la fanciulla si era innamorata di Tancredi.
L’amore
di Erminia è un amore virginale e sofferto: è un sentimento non corrisposto,
poiché Tancredi è innamorato di Clorinda, ed ostacolato da mille complicazioni;
ma la fanciulla rimane fedele fino alla fine senza mai cedere a ripensamenti.Il
brano si apre con la fuga di Erminia nel bosco che richiama chiaramente il tema
della fuga utilizzato con frequenza da Ariosto nell’”Orlando furioso”. Erminia
che fugge in preda a lacrime e paure ricorda molto Angeliche che, analogamente,
fuggiva nel fitto del bosco sperando di allontanarsi dall’odiato
Rinaldo.Erminia appare qui com’è veramente: una donna ingenua e pudica,
innamorata e pronta a sfidare tutto pur di stare accanto all’uomo che ama. La
passione la muove ad osare l’impossibile, la sprona su sentieri mai percorsi e
su strade piene d’insidie.Spinta dal timore, la fanciulla continua a fuggire
senza aver neanche il coraggio di guardarsi alle spalle e dopo una notte ed un
giorno di fuga continua, non vedendo, né udendo nient’altro che le sue grida e
i suoi lamenti, decide di fermarsi. Erminia è giunta infatti presso la riva del
fiume Giordano dalle “chiare acque” ovvero nel tipico ‘locus amoenus’, già presente nel poema di Ariosto. Qui, non
avendo né fame né sete, poiché lacrime e dolori sono ora il suo nutrimento,
Erminia si addormenta e nel sonno (“dolce oblio posa e quiete de’ miseri
mortali”), sebbene disturbato a tratti da Amore, la fanciulla riesce finalmente
a trovare un po’ di tranquillità.Quando Erminia si sveglia, la mattina dopo, il
‘locus amoenus’ si svela in
tutta la sua bellezza: il lieto “garrir degli augelli”, il “mormorar del fiume
e degli arboscelli”, il lieve venticello che scherza con l’onda del fiume e con
i fiori circondano la fanciulla in uno sfondo che sembra piuttosto fiabesco.A
questo punto Erminia comincia a sentire un “chiaro suon” di “pastorali accenti”.
Alzandosi in piedi, la fanciulla si dirige a passi lenti verso il luogo da cui
il suono proviene, scoprendo così un “uom canuto” impegnato ad intrecciare
ceste di vimini, circondato dal suo gregge ed allietato dal canto dei suoi tre
figli. È a partire da questo punto che Tasso esprime il suo gusto per la lirica
pastorale, un genere poetico che celebrava la vita di campagna, lontana
dall’iniquità della società umana.
Erminia
saluta cortesemente il pastore e inizia allora un lungo monologo in cui il
pastore racconta di sé e della sua vita ed Erminia delle sue disgrazie. Il
pastore ringrazia il Cielo per la sua vita umile e frugale che per molti è
vile, ma che ai suoi occhi è così cara che non bramerebbe in cambio alcun
tesoro o scettro. In questo ambiente idillico e pastorale la pace regna
indisturbata: ci si può dissetare nell’acqua limpida senza timore che sia
aspersa di veleno ed è possibile vivere dei beni prodotti dal gregge e
dall’orto senza bisogno di comprare cibarie al mercato.
Il
vecchio racconta poi che in passato, quando era giovane, rifiutando la vita
pastorale, era fuggito dalla sua terra natale e aveva vissuto nella corte di
Menfi, riuscendo a diventare un ministro del re. Benché fosse solo consigliere
agricolo, egli aveva presto conosciuto l’iniquità, la corruzione e
l’ingiustizia che regnano in tutte le corti, finendo per rimpiangere la vita
umile che aveva abbandonato. Avendo compreso che presso la corte non avrebbe
mai trovato la pace, il pastore aveva detto addio alla corte e se ne era tornato
tra i familiari boschi, dove aveva ritrovato la felicità.
In
queste poche ottave emerge uno degli aspetti del bifrontismo tassesco, ovvero
il rapporto del poeta verso la corte. Si tratta di un rapporto contraddittorio:
con la sua opera, infatti, il Tasso puntava da una parte a celebrare la corte,
poiché attratto da quello che credeva fosse il pubblico adatto a comprendere la
sua poesia. Dall’altro lato, però, Tasso dimostra di avere un forte conflitto
nei confronti della società cortese, accusata di essere iniqua ma anche rigida
e artificiosa.
Erminia
quindi, pende dalla bocca di questo uomo, le cui sagge parole giungono al suo
cuore fino ad acquietare almeno in parte le sue tempeste interiori. Dopo aver a
lungo pensato, Erminia decide di restare in quel luogo solitario almeno il
tempo necessario affinché la fortuna torni dalla sua parte e fa perciò la sua
richiesta di ospitalità al vecchio, narrandogli poi, tra le lacrime, parte
delle sue sventure. Piena di umanità risulta qui la figura del pastore che,
comprendendo i dolori e le passioni della povera fanciulla, si immedesima a tal
punto da unirsi al suo triste pianto per poi consolarla dolcemente e
accoglierla come farebbe un padre con sua figlia.
Inizia
a questo punto la vita bucolica di Erminia, la cui bellezza non viene offuscata
neanche dalle “rozze spoglie” di cui “s’ammanta”. Questa nuova vita, però, non
sembra dare pace all’animo della fanciulla che prende invece ad incidere sulla
corteccia degli alberi il nome dell’amato Tancredi ed i suoi travagli
interiori, rileggendo i quali non può fare a meno di scoppiare in amare
lacrime. L’incisione di parole sulla corteccia degli alberi non è un motivo
nuovo; richiama infatti le figure di Angelica e Medoro dell’”Orlando furioso”
che, follemente innamorati, avevano riempito le cortecce degli alberi intorno
al luogo in cui avevano consumato il loro amore con i propri nomi.
Il
brano si conclude con i tristi pensieri di Erminia che spera che un giorno
Tancredi si imbatta in quel luogo, legga le sue scritte e possa finalmente
rivolgere un pensiero e forse una lacrima alla povera fanciulla, morta di
dolore per l’amore non corrisposto.L’ amore che prova
Erminia è inteso come spasimo, corsa
affannosa dietro un uomo o una donna, più insomma uno struggimento, un dolore,
che una certezza e un piacere. Da una parte l'amore esprime la dimensione felice e
rasserenante pur presente in quella zona d'ombra, soggettiva e oggettiva; ma
l'amore è anche il canale privilegiato seguito dalle forze oscure che
dall'interno minacciano l'individuo distraendolo dai doveri sociali e dai
valori religiosi. Erminia è il
personaggio piu’ tassiano di tutta la Gerusalemme liberata è caraterizzata come
tasso da una continua alternanza fra euforia,depressione,desiderio di pace,cioe’
tutte le caratteristiche tipiche delle nevrosi tassiane.Quasi volgendosi al
cielo erminia si domanda il perché non
può essere forte e combattiva come Clorinda, e non per combattere una battaglia
di sangue, ma una schermaglia amorosa: per lei contano le ragioni del
sentimento, non i motivi del conflitto religioso. La passione la muove ad osare
l’impossibile, la sprona su sentieri mai percorsi, su strade piene d’insidie,
su un terreno minato. Resiste alla paura e all’incertezza, si meraviglia ella
stessa del suo troppo ardire. Erminia è donna in ogni sfumatura della sua
indole, è delicata e al tempo stesso intrepida e incosciente come ogni creatura
innamorata. Ella incarna le più segrete voci della personalità poetica del
Tasso: è perduta dietro una speranza vana, angosciata da un fuoco sottile,
assetata dalla fame amorosa, irrequieta e voluttuosa nelle pene del cuore.
Aspira alla felicità di un Eden impossibile e forse ne è consapevole; tutta
palpiti vive in sintonia dei suoi affetti, nutrendo nelle fibre dell’animo un
sentimento potente quanto distruttivo, che sa serbare con gelosia e pudore. Quando
piange, piangiamo insieme a lei; quando trepida trepidiamo per lei, quando
spera e sogna noi sogniamo con lei. E quando il sogno s’infrange miseramente,
proprio nell’imminenza del realizzarsi, tutta la compassione e l’umana simpatia
è per lei, vittima di un triste e immeritato destino. Clorinda è virile e
coraggiosa; Armida intrigante e ammaliatrice; Erminia è una creatura in pena
che ascolta la voce del cuore e che sa morire per amore. Dopo aver dimostrato
che la legge dell’amore ha dominato la sua vita e che ella ha combattuto con
sacrificio la battaglia, anche se per la dura fatalità ha dovuto soccombere,
esce dalla scena velando la sua storia di accorata malinconia. Le persone
potrebbero prendere esempio da questo brano ,infatti anche oggi esistono amori
impossibili ad esempio due amici che amano la stessa persona o l’amore tra due
persone che hanno una grande differenza d’età o ancora l’amore tra due persone
che sono caratterialmente diverse ; è vero la maggior parte delle volte l’amore
fa soffrire e quando ami qualcuno e il
sentimento non viene ricambiato o quando finisce un amorecome successo ad
Erminia , pensi di non innamorarti più, pensi che l' amore faccia soffrire e
basta, ma poi ti rendi conto che l' amore è un sentimento bellissimo che vale la pena vivere .”Forse averrà se ‘l
Ciel benigno ascolta affettuoso alcun prego mortale ,che venga in queste selve
anco tal volta quegli a cui di me forse or nulla cale “;questo passo del brano serve
d’insegnamento verso tutte quelle persone che non credono più nell’amore o che
hanno perso la speranza di riceverlo dalla persona a cui non è importato mai niente
quindi spero che tutti continuano a credere anche nell’amore impossibile .
Definisci le caratteristiche
formali di questi testi in relazione ai seguenti livelli di analisi: lessicale,
retorico, sintattico,contenutistico.
Le rime amorose sono una ricapitolazione di tutta la
tradizione che parte dal Petrarca e aprono la strada alla lirica barocca, dove
il poeta raffina il proprio stile. Una delle caratteristiche salienti è
l’intensa sensualità, che si traduce in immagini pittoriche ricche di colore e
abbandono musicale. I temi sono convenzionali, le atmosfere suggestive e
indefinite, dove le figure femminili si confondono con la natura.
Inoltre nelle Rime amorose è ben riconoscibile l'influenza della poesia petrarchesca e della vasta produzione petrarchistica del Quattrocento e Cinquecento; contemporaneamente, però, il gusto per le preziosità linguistiche e la intensa sensualità rivelano l'evoluzione verso un linguaggio nuovo che maturerà nel Seicento ; abbiamo l’uso frequente di forme metriche poco usate dai poeti precedenti, come il madrigale e la raffinata musicalità dei versi. Il primo madrigale si apre con: “Quale rugiada o qual pianto” , quì il poeta tratta il tema dell’amore manifestando la sua tristezza, dovuta alla partenza della donna; il secondo si apre con: “Ecco mormorar l’onde” descrive il paesaggio che viene rischiarato dalla prima luce dell’alba; il terzo invece con : “Donna il bel volto tondo” ,identifica la figura femminile come l’effige di Dio. La metafora è la figura retorica piu importante che viene utilizzata ,soprattutto per indicare la corte ; vi è poi un frequente ricorso, tipicamente tassesco, all’enjambement; troviamo l’anafora e l’alternarsi tra l’infinito dei verbi che indica sospensione e l’indicativo presente che esprime la pienezza dell’animo o l’alba. Gli ultimi versi rappresentano la “pointe finale “ dove il poeta racchiude il significato centrale del madrigale . Il fondo linguistico è petrarchesco ,scelto e levigato ,ma troviamo anche arcaicismi e latinismi .
Inoltre nelle Rime amorose è ben riconoscibile l'influenza della poesia petrarchesca e della vasta produzione petrarchistica del Quattrocento e Cinquecento; contemporaneamente, però, il gusto per le preziosità linguistiche e la intensa sensualità rivelano l'evoluzione verso un linguaggio nuovo che maturerà nel Seicento ; abbiamo l’uso frequente di forme metriche poco usate dai poeti precedenti, come il madrigale e la raffinata musicalità dei versi. Il primo madrigale si apre con: “Quale rugiada o qual pianto” , quì il poeta tratta il tema dell’amore manifestando la sua tristezza, dovuta alla partenza della donna; il secondo si apre con: “Ecco mormorar l’onde” descrive il paesaggio che viene rischiarato dalla prima luce dell’alba; il terzo invece con : “Donna il bel volto tondo” ,identifica la figura femminile come l’effige di Dio. La metafora è la figura retorica piu importante che viene utilizzata ,soprattutto per indicare la corte ; vi è poi un frequente ricorso, tipicamente tassesco, all’enjambement; troviamo l’anafora e l’alternarsi tra l’infinito dei verbi che indica sospensione e l’indicativo presente che esprime la pienezza dell’animo o l’alba. Gli ultimi versi rappresentano la “pointe finale “ dove il poeta racchiude il significato centrale del madrigale . Il fondo linguistico è petrarchesco ,scelto e levigato ,ma troviamo anche arcaicismi e latinismi .
Sottolinea e commenta i riferimenti
alla natura nei primi due madrigali.
Nel primo madrigale i riferimenti alla natura
sono: v.1 “rugiada “ che
rappresenta la purezza e il pianto del poeta ; vv.3-7” Che sparger vidi dal notturno manto e
dal candido volto de le stelle?E perché seminò la bianca
luna di cristalline
stelle un puro nembo a
l'erba fresca in grembo?”, il notturno manto rappresenta la notte ,condido
volto de le stelle rappresenta la corte che assiste alla sua decadenza; v. 10 “gir l’aure insino al giorno
?”,l’aure insino metaforicamente rappresenta
il dolore della vita .
Nel secondo
madrigale i riferimenti alla natura si posso trovare in quasi tutti i versi : “Ecco mormorar l'onde e
tremolar le fronde a l'aura
mattutina e gli arboscelli,e sovra i verdi rami i vaghi augelli cantar soavemente e rider l'orïente:ecco già l'alba appare
e si specchia nel mare, e rasserena il cielo e le campagne imperla il dolce gelo,e gli
alti monti indora”,l’alba rappresenta la figura femminile ma anche la natura in
generale rappresenta la donna.
Poni a confronto il terzo madrigale
con le ottave della Gerusalemme Liberata, XVI,20-22.
Armida
possiede tutti i caratteri pertinenti allo statuto della incantatrice: come
l'omerica ninfa Calipso trattiene il proprio amante su un'isola di beatitudini.Donna
splendida, maliarda e narcisista che agghinda la propria immagine rimirandosi
in un cristallo "lucido e netto" (ottava 20). L'autoreferenzialità di
Armida, dapprima innamorata solo di se stessa, necessita tuttavia di un
rispecchiamento nell'essere che ella è riuscita a soggiogare, ovvero Rinaldo, e
ciò la pone inesorabilmente in una condizione di fragilità: Rinaldo rappresenta
una sorta di immagine speculare del fascino muliebre, a conferma del potere
amoroso esercitato sull'uomo, ma al contempo diventa indispensabile per il
mantenimento della identità della seduttrice. In base a tali premesse si compie
l'iter di trasformazione del personaggio: ella subisce una evoluzione
incontrollabile che la fa recedere dal proprio ruolo di esperta manipolatrice
di diaboliche arti magiche e la avvicina gradatamente all'universo degli
affetti e dei sentimenti.Tasso ha pertanto immaginato Armida attribuendole le
valenze dell'eroina classica in una sequenza di tappe obbligate: ammaliatrice,
sedotta e abbandonata. Invece il terzo madrigale propone una donna che è
l’immagine di Dio e che riprende la figura della “donna angelo “ di petrarca . ROSARIA LO PO' |
Definisci le caratteristiche formali di questi testi in relazione ai seguenti livelli di analisi: lessicale, retorico, sintattico,contenutistico.
I tre madrigali trattano temi
convenzionali, puri pretesti per il dispiegarsi del virtuosismo delle immagini e
della musica: in “Quale rugiada o qual pianto” , il poeta tratta il tema dell’amore
manifestando la sua tristezza, il suo dolore dovuto alla partenza della donna;
nel secondo madrigale “Ecco mormorar l’onde” descrive il paesaggio che viene
rischiarato dalla prima luce dell’alba; nel terzo madrigale “Donna il bel volto
tondo” ,identifica la figura femminile come l’effige di Dio. I versi in chiusura
costituiscono la “pointe finale”dove il poeta concentra il senso della poesia.
La metafora è la figura retorica presente in quasi tutti i versi mentre nel
secondo madrigale troviamo anche l’anafora e l’alternarsi tra l’infinito dei
verbi che indica sospensione e l’indicativo presente che esprime la pienezza
dell’animo. Viene usato uno stile concettoso per esaltare le persone ; a livello
lessicale i versi sono formati da latinismi e forme petrarchesche.
Sottolinea e commenta i
riferimenti alla natura nei primi due
madrigali.
Nel primo madrigale i riferimenti alla natura vanno dal
verso 3-7 :” Che
sparger vidi dal notturno
manto
e
dal candido volto de le stelle?E perché seminò la bianca luna
di cristalline stelle un puro nembo a l'erba fresca in grembo?” Il pianto sparso dal candido
volto delle stelle è una metafora che allude ai personaggi della corte , i quali
assistono alla loro decadenza.
Nel secondo madrigale i primi 11 versi sono tutti dei
riferimenti alla natura fotografata nel momento in cui il sole inizia a sorgere:
“Ecco mormorar l'onde
e
tremolar le fronde a
l'aura mattutina e gli arboscelli,e sovra i verdi rami i vaghi
augelli cantar
soavemente e
rider l'orïente:ecco già l'alba appare e
si specchia nel mare, e
rasserena il cielo e le campagne imperla il dolce gelo,e gli alti monti
indora”. L’alba simboleggia la donna .
Poni a confronto il terzo
madrigale con le ottave della Gerusalemme Liberata,
XVI,20-22.
Il terzo madrigale propone una donna
che è l’immagine di Dio , mentre la donna protagonista dei versi 20-22 è Armida
che esercita il suo straordinario fascino attraverso uno sguardo che cattura e
imprigiona le menti degli astanti, succubi della distruttiva passione dei sensi,
una figura narcisista che punta tutto sull’aspetto fisico.
Tratta sinteticamente il seguente
argomento(max 15 righe).
La partecipazione della
natura e del paesaggio ai sentimenti del poeta.
Tasso nasce nel 1455 durante il periodo
delle Controriforma, un periodo pieno di tensioni. Dopo un’infanzia
caratterizzata dalla perdita della madre e dal continuo allontanarsi del padre ,
il poeta cresce tormentato, alcuni critici identificano la sua malattia come una
forma di pazzia. Sottopone i suoi scritti per innumerevoli volte al tribunale
dell’Inquisizione , quasi volesse raggiungere la perfezione tramite i suoi
racconti. Nel 1567 pubblica la prima raccolta di Rime , duemila composizioni tra sonetti e madrigali e
furono quest’ultimi ad essere ricordati tutt’oggi. Sono innanzitutto un
esercizio di squisita letteratura , in cui il poeta raffina il proprio stile. La
caratteristica saliente è l’intensa sensualità, che si traduce in immagini
pittoriche ricche di colori e in un abbandono musicale.
Oltre che nei personaggi, la presenza
del poeta si avverte nelle situazioni stesse dei racconti, che volgono spesso al
dramma e nascondono sempre un proprio rischio ed una ragione di infelicità e, le
descrizioni della natura agitata, mossa, quasi animata, divengono sfondo e
riflesso delle ansie e dei tormenti dei personaggi che sono quelle del poeta; le immagini femminili che il
poeta evoca tendono a confondersi con il profilo della natura e, la natura a sua
volta assume un fisionomia femminile. Tasso, come è proprio della sue
età,segnata dall’assolutismo e dalla Controriforma, sente fortemente il fascino
del potere principesco e ama rappresentarlo nelle sue forme più scenografiche.
Tuttavia in questa poesia encomiastica compaiono accenti più sofferti, il motivo
autobiografico del dolore e della vita errabonda, il senso della fugacità de
tempo, il pensiero della morte.
II
La prima idea di comporre un poema epico sulla liberazione del Santo
Sepolcro era venuta a Torquato Tasso nel 1559 quando aveva solo quindici anni.
Dopo molteplici rielaborazioni , l’opera fu pubblicata nel 1581 col titolo di
“Gerusalemme Liberata”. Il poeta pur vivendo in un contesto storico vicino a
quello di Ariosto, decide di allontanarsi dalla poetica di quest’ultimo , che
trattava romanzi cavallereschi , per affacciarsi a una materia storica, la sola
che puo’ garantire la verosimiglianza richiesta dalle leggi del poema eroico. Lo
stile del poema è sublime , mentre la storia è basata sull’intreccio. I
personaggi vivono in conflitto con se stessi, l’amore che provano non è mai
corrisposto . Questo è il caso di Erminia , che è segretamente innamorata di
Tancredi , che ignora il suo sentimento ed ama a sua volta non riamato , una
guerriera pagana di nome Clorinda. Le due figure femminili incarnano valori
diversi : Erminia è l’emblema della bellezza , della romanticità , mentre
Clorinda è una donna- guerriero disinteressata ai sentimenti. Nel VII canto
Tasso racconta di Erminia , che assiste al duello di Tancredi con Argante:
durante la lotta tra i due Tancredi rimane ferito ed Erminia preoccupata esce la
notte, vestita delle armi di Clorinda, per andare a controllare le condizioni di
salute dell’uomo amato.Viene sorpresa da una pattuglia di cristiani ed è
costretta a fuggire nella foresta, dove incontra un pastore . La ragazza si
sfoga col vecchio , come una figlia fa col padre, raccontando le sue sventure ,
parla dell’immenso amore che nutre verso Tancredi e spera che un giorno “ ‘l
cener freddo de le fiamme sue goda quel ch’or godere a se non lice”, è la
tipica figura femminile romantica , innamorata , ingenua che spera ancora
“che venga in queste selve anco tal volta quegli a cui di lei forse or nulla
cale”. Mostra la sua ossessione che sfocia in disperazione , quando inizia
ad incidere sulle cortecce degli alberi “l’amato nome “ e rileggendo le
piante incise, sommerge di lacrime il suo volto.
Naturalmente anche ai giorni nostri si soffre per amore: sembra che sia una
cosa soprannaturale, che non puoi controllare, si continua a vivere tormentati
da questo dolore fino a che il tempo non riesca a farci dimenticare quella
determinata persona; ma credo che oggi la donna, come l’uomo si propone degli
obiettivi diversi , cercando prima una fissa sistemazione lavorativa , grazie
alla quale rendersi intraprendente e dopo, come i valori ci impongono, crearsi
una famiglia. Forse è il sentimento dell’amore oggi a essere sottovalutato o
forse sono le esigenze diverse dei nostri tempi che in parecchi casi lasciano il
sentimento al secondo posto; infatti negli ultimi anni nel nostro Paese sono
stati celebrati trenta mila matrimoni in meno. Tra le ragioni c’è sicuramente la
precarietà della società moderna, ma non è l’unica ; vi è stato un cambiamento
nel “valore” che si attribuisce al matrimonio , oggi quel che conta è la propria
individualità.
L’amore sì, in alcuni casi puo’ fare male , ma come dice Benigni
:“Innamoratevi , perché se non vi innamorate è tutto morto [...] non abbiate
paura a soffrire, tutto il mondo soffre.”
1.2.
Leggi con attenzione i tre madrigali e riassumine il contenuto,
definendone le caratteristiche formali, in relazione ai seguenti
livelli di analisi: Lessicale -retorico- sintattico- contenutistico.
Riassunto:
Qual rugiada o qual pianto.
Nella
lirica “Qual rugiada o qual pianto” il Tasso riflette, contempla
e si interroga descrivendo il paesaggio notturno che sembra essere in
simbiosi con lo stato d’animo di tristezza che li avvolge al
pensiero della prossima partenza della donna amata. Così le
gocce di rugiada, sono per lui il pianto del cielo che commisera il
suo dolore e le lievi brezze sono voci che esprimono la sua
tristezza. Il paesaggio è soffuso dalla malinconia del poeta e
quest’ultimo si specchia con l’incanto del paesaggio notturno.
Analisi:
In
questo madrigale gli elementi della natura, celesti e terreni, sono
presentati prima nel loro oggettivo e poi nell'interpretazione
soggettiva del poeta, che li legge quali riflesso del proprio dolore.
Tutto il comportamento è soffuso di una dolce malinconia,
grazie anche agli accorgimenti metrici e retorici usati dal poeta :
- Enjambement: che provoca un rallentamento del ritmo e una frammentazione della sintassi
- Le inversioni sintattiche rispetto al normale ordine delle parole
- La ripetizione di alcuni termini (
"qual...qual...quai", "perché" vv 5,8, "intorno intorno" vv. 10).
- La frequenza delle rime baciate tra endecasillabi e settenari , che provocano un effetto di eco (vv 6,7 – 9,10- 11,12 ).
- Musicalità della poesia accentuata dall'uso di allitterazioni.
Il modo con cui il poeta di pone rispetto al mondo della natura è essenzialmente riflessivo; egli interpreta cioè gli elementi naturali come specchio della propria realtà interiore e attribuisce loro degli atteggiamenti umanizzati.
- Enjambement: che provoca un rallentamento del ritmo e una frammentazione della sintassi
- Le inversioni sintattiche rispetto al normale ordine delle parole
- La ripetizione di alcuni termini (
"qual...qual...quai", "perché" vv 5,8, "intorno intorno" vv. 10).
- La frequenza delle rime baciate tra endecasillabi e settenari , che provocano un effetto di eco (vv 6,7 – 9,10- 11,12 ).
- Musicalità della poesia accentuata dall'uso di allitterazioni.
Il modo con cui il poeta di pone rispetto al mondo della natura è essenzialmente riflessivo; egli interpreta cioè gli elementi naturali come specchio della propria realtà interiore e attribuisce loro degli atteggiamenti umanizzati.
Ecco
mormorar l’onde
Riassunto:
Nella
poesia dal titolo “Ecco mormorar l’onde” Tasso, inizialmente
descrive il fremito di vita nuova che percorre la natura, solo con un
soffio di brezza mattutina; e solo alla fine ci accorgiamo che egli,
in modo un po’ artificioso, si dilegua affrontando in realtà
il motivo della donna amata, che a suo apparire conforta ogni cuore
innamorato.
Analisi:
E'
un madrigale cinquecentesco, costruito con coppie di versi a rima
bacaiata. La metrica è scandita dall'alternarsi di settenari e
di endecasillabi, adatti per essere cantati - come avveniva al tempo
a quasi tutte le composizioni poetiche. E’ un componimento nato in
un ambiente che si sta evolvendo a ritroso, e che al posto di mirare
alla qualità mira alla quantità dei versi: non a caso,
Tasso sarà l'esempio della poesia barocca manierista.Fine
modulo
Dal
punto di vista lessicale possiamo notare la
posizione dell'anafora "e", che inizia in tutti i versi e
la ripetizione di "ecco", a dividere in due il
componimento: la prima sezione descrive l'alba - che non pronunzia ma
lascia intuire dall'aggettivo mattutino - dal punto di vista dei
sensi dell'udito, la seconda della vista. Al fondo, introdotto da
un'invocazione, è il commento del poeta: si comprende come il
messaggio sia nullo. Ma non conta il messaggio: Tasso si dimostra
ottimo padrone del verso e, cosa ancor più importante, capace
di trovare soluzioni sempre nuove ad un soggetto tipico.
3-Sottolinea
e commenta i riferimenti alla natura nei primi due madrigali.
Nel
madrigale “Qual rugiada o qual pianto”, la separazione dalla
donna amata provoca una partecipazione della natura al dolore del
poeta .Infatti i fenomeni notturni diventano "segni" di una
commozione partecipe della natura; la rugiada è pianto
identificato per esprimere il suo dolore per la partenza della donna
amata ,mentre i venti rappresentano i sospiri. In questa
interpretazione magica e sentimentale della natura, diventa credibile
perfino l'immagine ardita di un cielo stellato che si rispecchia
capovolto nella rugiada. Quindi lo scopo del poeta nel rappresentare
la natura, viene espresso sotto forma di pianto, lacrime e sussurro
del vento.
Nel
secondo madrigale “Ecco mormorar l’onde”, possiamo notare che
i
primi 11 versi simboleggiano la natura fotografata nel momento in cui
il sole inizia a sorgere: “Ecco mormorar l'onde e tremolar le
fronde a l'aura mattutina e gli arboscelli,e sovra i verdi rami i
vaghi augelli cantar soavemente e rider l'orïente: ecco l'alba
appare e si specchia nel mare, e rasserena il cielo e le campagne
imperla il dolce gelo,e gli alti monti indora”, in questo caso l’
alba sta a simboleggiare la figura della donna
4.
Poni a confronto il terzo madrigale con le ottave della Gerusalemme
Liberata, XVI,20-22.
Ponendo
a confronto le due opere, in entrambi i casi emerge la figura della
Donna che si guarda allo specchio, ma mentre nella Gerusalemme
Liberata l’Armida contempla in modo narcisista solo se stessa,
facendo parte così della propria bellezza fisica, di cui lo
specchio svela ogni bellezza; diversamente la donna del madrigale
assuma un ruolo tradizionalista vicino a Dio e allo stesso tempo
viene invitata a cogliere nel proprio viso, un aspetto di bellezza e
armonia dell’universo.
6.
Rileggi i tre madrigali e le relative linee di analisi sul blog.
Tratta sinteticamente il seguente argomento: La partecipazione della
natura e del paesaggio ai sentimenti del poeta.
Torquato
Tasso importante figura di letterato del XVI secolo, egli più
di tutti, nelle sue opere, espresse le tensioni che percorrevano la
società del suo tempo e quindi la società della
Controriforma. Nacque a Sorrento ed ebbe una vita travagliata, ad
eccezione di qualche periodo più quiete. Tormentato fu il suo
rapporto con la corte che egli conobbe per aver vissuto soprattutto a
Ferrara dove entrò nel 1965 al servizio del duca d’ Este. In
campo di letterato ,la
sua opera più importante e conosciuta è la Gerusalemme
liberata
(1575),
in cui vengono descritti gli scontri tra cristiani
e musulmani
alla fine della prima
crociata,
durante l'assedio
di Gerusalemme
. Successivamente compose un gran numero di poesie
liriche,
lungo l'arco di tutta la vita. Le prime furono pubblicate nel 1567
col titolo di Rime
degli Accademici Eterei.
Nel 1581
uscirono Rime
e prose.
Tasso lavorò fino al 1593
ad un riordino complessivo dei testi, distinguendo rime amorose e
rime encomiastiche. Nelle Rime amorose è ben riconoscibile
l'influenza della poesia petrarchesca
e della vasta produzione di essa durante il Quattrocento
e Cinquecento;
contemporaneamente, però, il gusto per le preziosità
linguistiche e l'intensa sensualità rivelano l'evoluzione
verso un linguaggio nuovo che maturerà nel Seicento.
L'uso frequente di forme metriche
poco usate dai poeti precedenti, come il madrigale,
e la raffinata musicalità dei versi fecero sì che molti
di essi fossero musicati da grandi autori. Tasso,
inoltre, dà straordinarie prove foniche, sottigliezze che
preludono al barocchismo, dei madrigali che libera in frasi musicali
momenti di fuggevole emozione. E' un repertorio musicale che provoca
sensazioni fortemente suggestive. Interessanti sono anche le liriche
incentrate sul trasmutare del paesaggio, sul fascino di ore e di
luoghi. Pur avendo intenti di panegirico e delineando pomposi
affreschi di vita cortigiana, è il ripensamento della propria
sventura, la percezione dell'inesorabile trascorrere del tempo e
l'invocazione di un porto di pace.
Lizzio Davide
Comprensione complessiva
[Interruzione automatica]1.Leggi con attenzione i tre madrigali e riassumine il contenuto( max 5 righe per ciascuno)
Analisi e interpretazione del testo
[Interruzione automatica][Interruzione automatica]2.Definisci
le caratteristiche formali di questi testi in relazione ai seguenti
livelli di analisi: lessicale, retorico, sintattico,contenutistico.[Interruzione automatica]3. Sottolinea e commenta i riferimenti alla natura nei primi due madrigali.[Interruzione automatica]4. Poni a confronto il terzo madrigale con le ottave della Gerusalemme Liberata, XVI,20-22.
[Interruzione automatica] 5.Rileggi i tre madrigali e le relative linee di analisi sul blog . Tratta sinteticamente il seguente argomento(max 15 righe). La partecipazione della natura e del paesaggio ai sentimenti del poeta.
- Qual rugiada e qual pianto: Il poeta, addolorato per la partenza della sua amata, vede negli elementi naturali quasi dei segni premonitori che gli preannunciano il doloroso evento, come se la natura comprendesse il suo dolore e soffrisse con lui. La partecipazione della natura è espressa attraverso i tratti umani che la caratterizzano. [Interruzione automatica][Interruzione automatica]In questo madrigale gli elementi della natura, celesti e terreni, sono presentati prima nel loro oggettivo e poi nell'interpretazione soggettiva del poeta, che li legge quali riflesso del proprio dolore. Tutto il comportamento è soffuso di una dolce malinconia, grazie anche agli accorgimenti metrici e retorici usati dal poeta : [Interruzione automatica]- Enjambement: che provoca un rallentamento del ritmo e una frammentazione della sintassi [Interruzione automatica]- Le inversioni sintattiche rispetto al normale ordine delle parole[Interruzione automatica]- La ripetizione di alcuni termini ([Interruzione automatica]"qual...qual...quai", "perché" vv 5,8, "intorno intorno" vv. 10).[Interruzione automatica]- La frequenza delle rime baciate tra endecasillabi e settenari , che provocano un effetto di eco (vv 6,7 – 9,10- 11,12 ).[Interruzione automatica]- Musicalità della poesia accentuata dall'uso di allitterazioni. [Interruzione automatica][Interruzione automatica]Il modo con cui il poeta di pone rispetto al mondo della natura è essenzialmente riflessivo; egli interpreta cioè gli elementi naturali come specchio della propria realtà interiore e attribuisce loro degli atteggiamenti umanizzati.
Ecco
mormorar l’onde: Analisi e commento: è un madrigale cinquecentesco,
costruito con coppie di versi a rima bacaiata. La metrica è scandita
dall'alternarsi di settenari e di endecasillabi, adatti per essere
cantati - come avveniva al tempo a quasi tutte le composizioni
poetiche. [Interruzione automatica]Tasso concepisce la sua composizione partendo dal dato di fatto: "ecco". Insegna Dante che, dopo "ecco"
od altri termini deittici, sta per succedere qualcosa di importante (ed
ecco verso noi venir per nave / un vecchio... Canto III Inferno).
L'importanza consiste nelle fronde? [Interruzione automatica]Ci
si stupisce, ma è un componimento nato in un ambiente che si sta
evolvendo a ritroso, e che al posto di mirare alla qualità mira alla
quantità dei versi: non a caso, Tasso sarà l'esempio della poesia
barocca manierista. Il concetto non sta, però, tanto nell'onde in sé,
quanto nella bravura del poeta che riesce a fondere una miriade di
stilemi antichi e moderni: il concetto virgiliano espresso nelle Ecloghe
e l'innumerevole produzione petrarchesca. Ad un'analisi più attenta (ho
solo dato una lettura rapidissima), si scopriranno, ovviamente,
numerosi passi ispirati dal Canzoniere. Io, di mio, ho solo ravvisato alcuni passi tratti dal I del Purgatorio. [Interruzione automatica]Faccio
notare la posizione dell'anafora "e", che inizia in tutti i versi e la
ripetizione di "ecco", a dividere in due il componimento: la prima
sezione descrive l'alba - che non pronunzia ma lascia intuire
dall'aggettivo mattutino - dal punto di vista dei sensi dell'udito, la
seconda della vista. Al fondo, introdotto da un'invocazione, è il
commento del poeta: si comprende come il messaggio sia nullo. Ma non
conta il messaggio: Tasso si dimostra ottimo padrone del verso e, cosa
ancor più importante, capace di trovare soluzioni sempre nuove ad un
soggetto tipico.
2. i tre madriagali trattano temi convenzionali, per darne esaltazione alla musica e alle immagini: in “Quale rugiada o qual pianto” , il poeta tratta il tema dell’amore manifestando la sua tristezza,
la sua malinconia il suo chiaro dolore in costante discesa, dovuto alla
partenza della donna;nel secondo madrigale “ Ecco mormorar l’onde”
descrive il paesaggio immerso nel chiarore delle prime luci del nuovo
giorno, proprio da questo se ne evincono iversi particolari sempre
lagati all’argomento, che come se avvolgessero il lettore in una brezza
tanto da farlo sentire partecipe della situazione; nel terzo madriagale “
Donna il bel volto tondo”, metaforicamente esalta e identifica la
figura femminile come un dio come se fosse
infinita e superiore a qualsiasi attributo vivente. In fine il poeta
concentra il “ totum quod” nei versi di chisura. Dal punto di vista
retorico la metafora è presente in quasi tutti i vers, nel secondo
madriagale vi sono anche anafora e un continuo alternarsi verbale, che
sta ad indicare il continuo mutamento dell’animo, da l’infinito che
indica sospenzione all’indicativo che indica interezza dell’animo. Lo stile tende ad esaltare le
persone infatti diventa concettoso, mentre a livello lessicale i versi
riprendono forme nn troppo lontane , quali latinismi e petrarchismi.
3. Nel primo madrigale i riferimenti alla natura vanno dal verso 3-7 :” Che
sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le
stelle?E perché seminò la bianca luna di cristalline stelle un puro
nembo a l'erba fresca in grembo?” Il pianto sparso dal candido volto
delle stelle è una metafora che allude ai personaggi della corte , i
quali assistono alla loro decadenza.
Nel
secondo madrigale i primi 11 versi sono tutti dei riferimenti alla
natura fotografata nel momento in cui il sole inizia a sorgere: “Ecco
mormorar l'onde e tremolar le fronde a l'aura mattutina e gli
arboscelli,e sovra i verdi rami i vaghi augelli cantar soavemente e
rider l'orïente:ecco già l'alba appare e si specchia nel mare, e
rasserena il cielo e le campagne imperla il dolce gelo,e gli alti monti
indora”. L’alba simboleggia la donna .
4. Il
terzo madrigale propone una donna che è l’immagine di Dio , mentre la
donna protagonista dei versi 20-22 è Armida che esercita il suo
straordinario fascino attraverso uno sguardo che cattura e imprigiona le
menti degli astanti, succubi della distruttiva passione dei sensi, una
figura narcisista che punta tutto sull’aspetto fisico. L'autoreferenzialità
di Armida, dapprima innamorata solo di se stessa, necessita tuttavia di
un rispecchiamento nell'essere che ella è riuscita a soggiogare, ovvero
Rinaldo, e ciò la pone inesorabilmente in una condizione di fragilità:
Rinaldo rappresenta una sorta di immagine speculare del fascino
muliebre, a conferma del potere amoroso esercitato sull'uomo, ma al
contempo diventa indispensabile per il mantenimento della identità della
seduttrice. In base a tali premesse si compie l'iter di trasformazione
del personaggio: ella subisce una evoluzione incontrollabile che la fa
recedere dal proprio ruolo di esperta manipolatrice di diaboliche arti
magiche e la avvicina gradatamente all'universo degli affetti e dei
sentimenti.Tasso ha pertanto immaginato Armida attribuendole le valenze
dell'eroina classica in una sequenza di tappe obbligate: ammaliatrice,
sedotta e abbandonata
5. Il
poeta propose un ritorno ai modelli classici, ma pervasi dalla
spiritualità cristiana, realizzando una moralità perfetta in una poesia
perfetta.
Il
Tasso partì dalla concezione rinascimentale della poesia come
imitazione della natura, non però intesa come vero, bensì come
verisimile, ossia della realtà non com'è, ma come dovrebbe essere
idealmente, conferendo alla poesia una connotazione filosofica. Tasso
volle che materia della sua poesia fossero “l'autorità della storia” e
“la verità della religione” che le conferissero credibilità e serietà.
Inoltre, poiché il fantastico, che diletta il lettore, è un elemento che
rende seducente la poesia, nel poema, accanto alla storia, liberamente
rimaneggiata, doveva essere presente anche l'elemento meraviglioso, non
però basato sulla mitologia antica, bensì sull'immaginario cristiano,
ossia interventi divini e diabolici, maghi, incantesimi, angeli e
demoni. Imprescindibile era per Tasso la nobiltà degli argomenti,
affinché il poeta rappresentasse un mondo eroico e perfetto, nel quale
coesistessero cortesia, generosità, pietà e religione ed i personaggi
rappresentassero il supremo ideale umano. Lo stile doveva essere
elevato, grandioso, scevro di forme popolari od eccessivamente
realistiche ed accogliere parole desuete, periodi ampi, una lingua
decorosa ed un ritmo solenne.
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