GIADA GIUFFRIDA1)-
I temi sono: l'amore per Laura, il rapporto con la natura, il recupero memoriale, il sentimento nostalgico del passato, l'attesa ansiosa della morte.
2)- Nella prima stanza vengono elencati una serie di elementi del paesaggio, che ricordano la prima visione di Laura, avvenuta lungo le rive del fiume Sorga, tra Avignone e Valchiusa.
-Nella seconda e terza stanza Petrarca dichiara di voler essere sepolto lungo le rive del fiume, avendo così la speranza che un giorno Laura potrà tornare a piangere sulla sua tomba.
-La quarta stanza si ricongiunge alla prima. Il parallelismo tra il v.41 (dolce ne la memoria) e il v.5 (con sospir’ mi rimembra) è un esempio di tale ripresa. Qui il sentimento nostalgico del passato si intreccia con la descrizione della donna.
-Nella quinta stanza il poeta racconta che la sfolgorante bellezza di Laura gli avevano tolto la memoria, a tal punto da allontanarlo dalla realtà e tanto da chiedersi “qui come venn’io, o quando?”.
3)- La natura ha la funzione di sublimare la figura di Laura, la quale, a sua volta, la umanizza: l’uno non è pensabile senza l’altra e viceversa.
4)- Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuna, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte della chiave, con rime secondo lo schema abC, abC; cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5)-
AMORE PER LAURA: dolce, begli occhi, belle membra, angelico seno, bel velo, bella, mansueta, amoroso, trecce bionde, divin portamento, volto et parole et dolce viso.
RAPPORTO CON LA NATURA: chiare, fresche, dolci, gentil ramo, sacro, sereno, bei rami, pioggia di fiori.
ARRIVO DELLA MORTE: dubbioso, cruda, mio destino, dolenti miei parole.
RICORDO: con sospir’ mi rimembra, dolce ne la memoria.
PASSATO: giorno benedetto, spavento.
6)- La donna nello Stilnovismo era mezzo di elevazione spirituale, di mediatrice tra l’uomo e Dio. Ma per Petrarca, Laura è causa di turbamento, di estasi del suo animo, costretto a sopportare la sua assenza.
7)- V.16 (ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda)
8)- È una canzone che a differenza del sonetto, che nella sua brevità impone una grande concentrazione espressiva, la stanza di canzone consente al poeta un andamento sintattico più lento e sinuoso.
10)- L’effetto di questa poesia è in gran parte musicale. Vi contribuisce la scelta di uno schema strofico in cui prevalgono i settenari, che avvicinano le rime; ogni membro della stanza è poi chiuso da un endecasillabo, che distende il ritmo.
YVONNE SGROIPARAFRASI1-13
O acque chiare, fresche e dolci, in cui colei che l’unica sembra a me donna mise le sue belle membra; ramo nobile al quale fece piacere a lei di darle sostegno al bel fianco (me ne ricordo con sospiri); erba e fiori che la gonna elegante ricoprì insieme al seno angelico; aria sacra, serena, dove Amore mi aprì il cuore con i begli occhi di Laura: date ascolto tutti alle mie ultime parole dolorose.
14-19
Se è proprio mio destino che Amore chiuda questi miei occhi piangenti, e il cielo agisce in tale direzione, un qualche gesto pietoso ricopra il mio povero corpo fra voi, e l’anima torni nuda alla propria sede.
20-26
La morte sarà meno dolorosa se porto con me questa speranza a quel paesaggio pauroso: perché la mia anima stanca non potrebbe mai comunque abbandonare la carne tormentata e le ossa in una tomba più rasserenante né in una fossa più tranquilla.
27-39
Forse verrà un tempo che la belva bella e mansueta torni ancora a questo luogo già noto, e volga lo sguardo, desiderosa e lieta, là dove ella mi vide nel giorno benedetto cercandomi; e, o pietà!, vedendomi già divenuto terra tra le pietre, Amore la ispiri in modo che ella sospiri così dolcemente che ottenga per me grazia, e forzi il cielo, asciugandosi gli occhi con il bel velo.
40-45
Una pioggia di fiori scendeva dai bei rami sopra il suo grembo; ed ella era seduta in atteggiamento umile tra tanta gloria, già ricoperta dalla nuvola amorosa.
46-52
Qualche fiore cadeva sul lembo, qualche altro sulle trecce bionde, che quel giorno a vederle erano oro luccicante e perle; qualche altro si posava in terra, e qualche altro sull’acqua; qualche altro con un aggraziato movimento volteggiando, pareva dire: “Qui regna Amore”.
53-65
Allora quante volte io dissi pieno di spavento: “Costei certamente è nata in paradiso!” L’atteggiamento divino e il volto e le parole e il dolce modo di ridere di Laura m’avevano a tal punto riempito di dimenticanza, e mi avevano a tal punto diviso dalle vere parvenze che io dicevo sospirando: “Come sono venuto io qui, o quando?”; credendo di essere in cielo, non là dov’ero. Da quel momento in poi quest’erba mi piace a tal punto che altrove non ho serenità.
66-68
Se tu avessi bellezze quanto vorresti potresti con sicurezza uscire dal bosco e andare tra la gente.
SPUNTI PER LA RIFLESSIONE1. I temi più cari al poeta sono: l’amore per Laura e la natura. Le due tematiche vengono affrontate in modo parallelo: l’amore sconvolge la vita del poeta accentuando il suo dissidio interiore, ma egli è anche felice per il suo forte sentimento, e la descrizione dei paesaggi che fanno da sfondo alla passione corrispondono al suo stato d’animo.
2.
DIVISIONE IN STANZE:I stanza (vv 1-13)
Il poeta elenca dei particolari del paesaggio che vede ancora legati a Laura, la quale è invitata all’ascoltare il poeta.
II stanza (vv 14-26)
Petrarca chiede, al caro paesaggio legato al ricordo di Laura, di essere sepolto in quel luogo quando arriverà la morte, che egli sente vicino. Affida questa richiesta al paesaggio perché così la morte sarà meno dolorosa perché l’animo abbandonerà il corpo nella fossa più tranquilla.
III stanza (vv 27-39)
Si tratta evidentemente di un sogno, come indica anche il “forse” (v. 27) con lo scopo di rasserenare il poeta che sogna Laura in ritorno in quel luogo e che ottiene grazia per Petrarca piangendo per il corpo dell’amato divenuto polvere.
IV stanza ( vv 40-52)
Egli ricorda che una pioggia di fiori cade sopra il grembo di Laura. Questo è un segno naturale per l’amata.
V stanza (vv 53-68)
La perdita del rapporto normale con la realtà e lo smarrimento psicologico caratterizzano il turbamento del poeta che vede il luogo dell’incontro con Laura come un luogo sacro. Il congedo ci riporta al presente ed è il poeta stesso ad ammettere l’estrema semplicità di questa canzone.
3. Il paesaggio non è solo uno sfondo dell’apparizione della donna, ma stabilisce un intimo rapporto con la sua presenza: l’uno non è pensabile senza l’altra e viceversa.
( “le acque dove si immerse”).
4. METRICA:
Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuno, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte dalla chiave con rime secondo lo schema abC, abC, cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5. MOTIVI STILNOVISTICI:
In tutto il componimento c’è la figura della donna vista come angelo ( “angelico seno”, “aere sacro”, “benedetto il giorno”), ma nella quinta stanza la memoria consente il miracolo e il poeta si convince che la donna è nata in paradiso. Ma la donna nello stil novo era mezzo di elevazione spirituale, Laura è causa di turbamento nel’animo dell’amante che è costretto a sopportare la distanza.
6. LEGAME AMORE-MORTE:
Il legame tra l’amore e la morte è presente nei versi: 14-19, 33-39.
7. CONGEDO DELLA CANZONE:
umile e delicato in tono minore. Ci riporta al presente. Il poeta ammette la semplicità della canzone.
8. COMPONENTI ANGELICHE E FISICHE DI LAURA.
FISICHE: “belle membra” (v 2); “al bel fianco” (v 6); “begli occhi” (v 11); “fera bella et mansueta” (v 29); “suo grembo” (v 42); “humile” (v 44); “trecce bionde” (v 47); “dolce riso” (v 58).
ANGELICHE: “angelico seno” (v 9); “divin comportamento” (v 57).
9. Nella canzone abbiamo quattro endecasillabi e nove settenari. Quindi prevalgono i settenari.
10. ASPETTI REALISTICI E LETTERALI DEL PAESAGGIO:
ASPETTI REALSTICI: “chiare, fresche et dolci acque” (v 1); “herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse” (vv 7-8); “da’ be’ rami scendea (dolce ne la memoria) una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo” (vv 40-41-42); “ da indi in qua mi piace questa herba sì, ch’altrove non ò pace” (vv 64-65).
ASPETTI LETTERARI: “ramo nobile” (v 4).
CONCETTA RUSSO
1) I temi principali sono: l’amore per Laura, la natura, la nostalgia del passato e l’attesa ansiosa della morte.
2) Nella prima stanza vi sono una serie di elementi che ricordano Laura. Nella seconda e terza stanza Petrarca afferma di voler essere sepolto vicino al fiume dove incontrò Laura per la prima volta nella speranza che un giorno Laura torni lì nella tomba dove sarà sepolto. Nella quarta stanza il poeta ricorda il passato tramite dei fiori che cadevano sul grembo di Laura. Nella quinta stanza invece viene messa in evidenza la bellezza di Laura che colpisce al tal punto il poeta che perde la memoria e si allontana dalla realtà.
3) La funzione della natura è quella di sublimare Laura e di personificarla.
4) La struttura metrica è: una canzone formata da cinque stanze di tredici versi ciascuna, quattro endecasillabi e nove settenari. La fronte è divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte. Le rime sono secondo lo schema abC, abC; cdeeDfF.
5) Gli aggettivi presenti in questa canzone servono per descrivere: la bellezza di Laura ( begli occhi, belle membra, angelico seno, trecce bionde, dolce viso); il rapporto con la natura (chiare, fresche, dolci, pioggia di fiori, bei rami); l’arrivo della morte (dubbioso, mio destino, dolenti mie parole)
6) La donna stilnovista era una mediatrice tra l’uomo e Dio, una donna angelo, mentre per Petrarca la donna cioè Laura è la causa della sua tristezza perché è costretto a sopportare la sua assenza.
7) Il legame tra amore e morte è presente nei versi 14-19 e 33-39.
8) Le componenti fisiche e angeliche di Laura sono: v.2 belle membra; v.6 al bel fianco; v.9 angelico seno; v.11 begli occhi; v.42 suo grembo; v.47 trecce bionde; v.57 divin comportamento.
9) Nella canzone prevalgono i settenari infatti ne abbiamo nove, mentre di endecasillabi quattro.
Gli aspetti letterari sono al v. 4 ramo nobile; mentre quelli realistici: v.1 chiare fresche et dolci acque; vv.7-8 herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse; vv.40-42 da’ be’ rami scendea
una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo.
STEFANO CONTI NIBALI
1)- I temi sono: l'amore per Laura, il rapporto con la natura.
2)- nella prima stanza vi sono elementi della Natura, che viene personificata ed individuata negli stessi modi, aspetti e forme che caratterizzarono l'incontro con Laura.
-Nella seconda stanza emergono alcune riflessioni sul proprio destino, guardando anche alla vita dell’aldilà. Il poeta spera di essere sepolto in mezzo alla Natura che è stata testimone del suo incontro con Laura.
-Nella terza stanza Laura pietosa nei confronti del poeta piangerà la sua morte in quel luogo e pregherà Dio per la salvezza della sua anima.
-Nella quarta stanza vi è la rievocazione di Laura nel tripudio della natura primaverile. Quindi si collega alla prima stanza.
-Nella quinta stanza il poeta tenta di chiarire la trasformazione interiore che la memoria ha prodotto. La mutazione di spazi e tempi si completa. Le rive del Sorga si confondono con il Paradiso e Laura con una divinità.
3) La natura ha la funzione di esaltare la figura di Laura e renderla astratta.
4) Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuno, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte dalla chiave con rime secondo lo schema abC, abC, cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5)nel componimento vi è l’attribuzione alla donna di caratteristiche angeliche. Numerose sono le espressioni che vi si richiamano ( “angelico seno”, “aere sacro”, “benedetto il giorno”, la donna “humile in tanta gloria”). La donna ( Laura ) provoca turbamento nell’animo del poeta.
6 Il legame tra amore e morte è presente nei versi: 14-19 “S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra, ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra, e torni l'alma al proprio albergo ignuda” , 33-39 “Cercandomi; ed o pietà! già terra infra le pietre vedendo, Amor l'inspiri in guisa che sospiri sì dolcemente che mercé m'impetre, e faccia forza al cielo asciugandosi gli occhi col bel velo”.
7) il congedo vv 66-68 è umile e delicato in “tono minore”
8) Nella canzone abbiamo endecasillabi (3, 6, 11, 13) e settenari (1, 2, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 12) con una netta prevalenza di questi ultimi.
9) Gli aspetti realistici della composizione sono “chiare, fresche et dolci acque” (v 1); “herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse” (vv 7-8); “da’ be’ rami scendea una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo” (vv 40-41-42); “ da indi in qua mi piace questa herba sì, ch’altrove non ò pace” (vv 64-65). L’aspetto letterario“ramo nobile” (v 4).