Siamo su Dienneti

venerdì 13 maggio 2011

Temporale

Myricæ (1891): è una raccolta di liriche di argomento semplice e modesto, 
come dice lo stesso Pascoli, ispiratosi per lo più a temi familiari e campestri. 
Il titolo è dato dal nome latino delle tamerici ("non omnes arbusta 
iuvant humilesque Myricæ": non a tutti piacciono gli arbusti e le umili 
tamerici), umili pianticelle che sono prese a simbolo di una poesia 
senza pretese, legata alle piccole cose quotidiane e agli affetti più intimi.

Il titolo è allusivo ad una poesia dimessa, diversa da quella del Carducci e
anche da quella ardua e aristocratica di D’Annunzio. La prima edizione 
è del 1891. Insieme con i Canti di Castelvecchio sono opere che la critica 
ha definito "del Pascoli migliore", poeta dell’impressionismo 
e del frammento: "Son frulli di uccelli, stormire di cipressi, 
lontano cantare di campane&", scrisse il poeta nella Prefazione 
del 1894.

E' dunque una poesia fatta di piccole cose, inerenti per lo più 
alla vita della campagna, di quadretti rapidissimi, conclusi nel giro 
di pochi versi "impressionistici", dove le "cose" sono definite 
con esattezza, col loro nome proprio (per esempio prunalbo 
per biancospino). Vi compaiono anche poesie (Novembre, Arano) 
in cui le "cose" si caricano di una responsabilità simbolica e già 
si affaccia il tema dei morti (X Agosto), sottolineando una visione 
della vita che tende a corrodere i confini del reale –avvertito 
come paura e mistero- per una evasione nella fiaba e nel simbolo 
(Carrettiere, Orfano, L'assiuolo).
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano.
Lirica di tipo impressionistico entrata nei canti fin dalla prima 
edizione(1903), che riprende un tema già trattato più volte in Myricae
calandolo in una struttura costruita quasi esclusivamente su dati acustici.
Lo schema metrico
La poesia è costituita da un'unica strofa di settenari rimati,
a coppia,secondo lo schema abe,abc,def,def cioè dalla rima, 
dalla perfetta uguaglianza dei suoni finali (orizzonte / monte).

I temi: Il male e il nido

Il temporale è l'immagine di una minaccia lontana ma incombente.Non sappiamo
se è passato o se sta arrivando. Esso allude vagamente all'idea dolorosa 
della vita che accompagna la concezione di Pascoli.La maturità gli ha rivelato
il suo volto più crudele con la serie di lutti familiari che devastarono la serenità dell'infanzia.
E' questo uno dei motivi poetici più ricorrenti della sua produzione.
Si contrappone a esso il nido familiare , disperso e continuamente vagheggiato.
In questa poesia come in molte altre,assume la forma di una casa , il" casolare"
del v.6, che non casualmente spunta dal" nero" che avvolge i monti.


Ampi scenari naturali (il mare al tramonto, il monte, il cielo e le sue nubi) 
e piccoli oggetti (un casolare, un'ala di gabbiano) sono evocati di colpo 
e improvvisamente accostati gli uni agli altri.
Dopo una prima sensazione uditiva, evocata dalla voce imitativa 
"bubbolio", che annuncia la minaccia di un temporale in arrivo, 
il poeta fa ricorso ad alcune sensazioni visive, ampie pennellate di colore 
che fanno pensare ad un quadro impressionista e valgono a creare 
un’atmosfera di grande intensità emotiva.
È subito chiaro che il poeta non si limita a descrivere uno spettacolo 
naturale. 
Tanti indizi ci dicono che egli sta piuttosto esprimendo uno stato d'animo
tormentato, di cui la tempesta e i suoi colori sono un simbolo. Ce lo 
dicono le parole che ha scelto (pensate al senso di fastidio, di sfacelo, 
di minaccia espresso dal rosso "affocato", dal nero "di pece", dagli "stracci" 
di nubi); ce lo dice la sintassi spezzata  (brevi frasi senza verbo, poste 
una dopo l'altra come rapide pennellate  che non lasciano spazio 
ai dettagli di una descrizione della natura e sembrano esprimere 
direttamente uno stato d'animo sbigottito, attonito); 
ce lo dice il ritmo dei versi (pensate in particolare ai versi finali
che hanno una più forte concitazione, quasi un cambiamento del respiro
per lo sgomento, di fronte al comparire, per la prima volta nel componimento,
di un elemento umano:
la piccola casa che si distingue contro il nero minaccioso della tempesta)
I suoni della natura
Allitterazioni
vv 2-6 Rosseggia-orizzonte-mare
nero-stracci-chiare-nero-casolare

 onomatopee
Un bubbolìo
          

Nessun commento: