Edvard Munch |
Di questa malattia profonda di
cui tutti siamo stati infetti, il fascismo non è stato che un sintomo acuto: e
la resistenza è stata la crisi benefica che ci ha guariti, col ferro e col
fuoco, da questo universale deperimento dello spirito.[...] Ciò che ci turba
non è il veder circolare di nuovo per le piazze queste facce note: il pericolo
non è lì; non saranno i vecchi fascisti che rifaranno il fascismo. Che tornino
in libertà i torturatori e i collaborazionisti e i razziatori può essere una
incresciosa necessità di pacificazione che non cancella il disgusto: talvolta
il perdono è una forma superiore di disprezzo. No, il pericolo non è in loro: è
negli altri, è in noi: in questa facilità di oblio, in questo rifiuto di trarre
le conseguenze logiche della esperienza sofferta, in questo riattaccarsi con
pigra nostalgia alle comode e cieche viltà del passato.
Da:”Lo stato siamo noi”, di
Pietro Calamandrei
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