Le opere letterarie più significative di Machiavelli sono senza dubbio le due commedie, la Mandragola e la Clizia. In particolare la Mandragola può essere considerata, insieme al Principe, il capolavoro di Machiavelli.E' una delle più interessanti opere del teatro cinquecentesco.Scritta probabilmente nel 1518, fu forse rappresentata in quello stesso anno, in occasione delle nozze di Lorenzo de' Medici; certamente fu messa in scena , con successo, nel 1522 a Venezia.Il titolo rimanda ad una radice , la mandragola appunto, che si riteneva fosse dotata di poteri afrodisiaci.La commedia è strutturata in cinque atti in prosa, preceduti da un Prologo in versisecondo lo schema della canzone petrarchesca.in vista di una rappresentazione nel 1526, l'autore aggiungerà al testo altre sei canzoni, da recitarsi prima del Prologo e alla fine di ogni atto.
La letteratura comica, tuttavia è per Machiavelli un genere inferiore, che può essere praticato soltanto quando l'avversità della fortuna-come è detto nel Prologo- impedisce di mostrare con altre imprese altra virtue e obbliga lo scrittore a sciogliere l'amarezza in un vano divertimento: ch'è s'ingegna /con queti van pensieri/fare el suo tristo tempo più suave.
L'impianto generale dell'opera mescola elementi di teatro di Plauto e di Terenzio(specialmente i personaggi: Ligurio , che fonde in sè la figura del mparassita e del servo; Callimaco, il giovane innamorato che da solo non combina nulla; la suocera Sostrata, e così via) con altri della tradizione novellistica e in particolare boccacciana(come la beffa e la polemica antireligiosa).
La letteratura comica, tuttavia è per Machiavelli un genere inferiore, che può essere praticato soltanto quando l'avversità della fortuna-come è detto nel Prologo- impedisce di mostrare con altre imprese altra virtue e obbliga lo scrittore a sciogliere l'amarezza in un vano divertimento: ch'è s'ingegna /con queti van pensieri/fare el suo tristo tempo più suave.
L'impianto generale dell'opera mescola elementi di teatro di Plauto e di Terenzio(specialmente i personaggi: Ligurio , che fonde in sè la figura del mparassita e del servo; Callimaco, il giovane innamorato che da solo non combina nulla; la suocera Sostrata, e così via) con altri della tradizione novellistica e in particolare boccacciana(come la beffa e la polemica antireligiosa).
TIPOLOGIA TESTUALE: si tratta di
un’opera teatrale basata su una spietata e realistica indagine della natura
umana e della corruzione della società, che decreta il naufragio della morale
tradizionale e familiare. Anche Machiavelli ci fornisce una possibile
definizione dell’opera nel Prologo, dicendo che si tratta di una “favola”,
ma in realtà questa è una commedia molto particolare ed originale. Infatti la
“Mandragola” rappresenta una parodia caricaturale del pensiero serio,
scaturendo un effetto comico, ma allo stesso tempo doloroso e aspro; il riso al
quale si è mossi non ha una funzione liberatoria, ma è serio e fa riflettere.
Questa “favola” è una “tragedia dissimulata nelle forme della
commedia”, poiché nasce da uno stato d’animo vendicativo dell’autore,
come emerge dal prologo in cui si scaglia contro i maldicenti. Tuttavia, pur
trattandosi di una commedia, essa presenta gli stessi contenuti della grande
opera tragica del Machiavelli: il “ Principe”.
NARRATORE: in questa commedia non vi è
un narratore, in quanto prevalgono le parti sceniche, dialogate, nelle quali
ogni personaggio si presenta, si racconta, riflette, e mancano, invece, parti
narrate. Vi è però l’eccezione del Prologo, nel quale emerge la voce
narrante del Machiavelli in occasione della presentazione della sua
“favola”, venendo così a contatto con il pubblico, rivolgendosi in
particolar modo alle spettatrici. In questo modo l’autore introduce subito il
clima di rapporto stretto, quasi di collaborazione, tra il pubblico e il
palcoscenico, come nell’antichità, nei primi sviluppi del teatro.
SPAZIO: Già dal Prologo sappiamo che le
vicende si svolgono a Firenze. Più in particolare i luoghi interni dove
avvengono molti dialoghi sono: la casa di Callimaco, quella di Nicia e la chiesa
dove confessa Fra’ Timoteo, anche se non si ha nessuna descrizione
dell’ambiente, né alcuna indicazione del luogo all’inizio di ogni scena.
L’ambiente non si sposta mai da Firenze, a causa del carattere di Nicia:
“non uso a perdere la Cupola di veduta”; egli infatti si rifiuta di portare
la moglie ai Bagni della Porretta, dove Callimaco inizialmente aveva pensato di
mettere in atto il suo piano.
TEMPO: sappiamo, anche se non è ben
esplicitato, che le vicende si svolgono nel primo Cinquecento. Un indizio emerge
da una donna confessata da Fra’ Timoteo, la quale prova grande paura di uno
sbarco o invasione dei Turchi, dopo la caduta di Costantinopoli e
soprattutto dopo il saccheggio di Otranto del 1480. Un altro elemento che ci fa
arrivare a questa conclusione è la presenza della sifilide, che proprio
in questi anni si sta diffondendo in Italia. Per quanto riguarda la durata delle
vicende possiamo dedurre qualche giorno, giusto il tempo per elaborare il piano,
la beffa e metterli in atto.
PERSONAGGI: tutti i personaggi della
commedia sono tipicamente machiavellici. In nessuno di essi la componente
buffonesca prevale, ma emerge in ognuno di loro la coerenza del rapporto che
ciascuno di essi intrattiene con la propria “essenza” e con il mondo con il
quale si trova ad agire, ogni loro caratteristica è studiata in modo analitico
dall’autore, niente è lasciato al caso o all’immaginazione. Si tratta di
una commedia anomala anche perché i personaggi non sono buffoneschi nel senso
proprio di questo termine. Non vi è in essi alcun elemento casuale, scomposto:
ogni atteggiamento, ogni azione, è predisposta minuziosamente dall’autore, in
modo da seguire una certa coerenza nei confronti della propria personalità
interiore e del loro rapporto col mondo. Anche i nomi non sono scelti a caso: un
nome di derivazione greca accompagnato ad un cognome toscano sottolinea
l’unione della classicità con la modernità.
CALLIMACO: è sagace e
consapevole della propria condizione, ma preda dell’irrazionale passione per
Lucrezia, nata come scommessa a Parigi con Camillo Calfucci sulla bellezza delle
italiane nei confronti delle francesi , alimentata dalla volontà di vincere la
vittima, il marito Nicia, con la propria astuzia. Rappresenta l’amante
meschino, dotato però anche di una profonda intelligenza, con cui analizza
tutte le difficoltà della vicenda, abituato a studiare tutti gli elementi pro e
contro di ogni evento.
LIGURIO: è lo stratega,
l’aiutante di Callimaco, il suo parassita, senza il quale il personaggio
principale non avrebbe sicuramente ottenuto quei risultasti. Nulla si sa del
passato di Ligurio, a differenza di Callimaco, Nicia e Fra’ Timoteo.
Rappresenta la razionalità e la consapevolezza della malvagità per
antonomasia. È il vero organizzatore di tutto, e anche il più attivo e
accorto, infine abile nella capacità di persuasione.
TIMOTEO: è l’unico
personaggio la cui entrata è preparata, e del quale in un dialogo con una donna
si rappresentano i caratteri
ambigui. È il frate corrotto, equivoco, senza scrupoli, cinico. In un passo
dell’atto III, 2 viene messa in scena la sua malizia quando persuade Lucrezia.
È ambiguo perché passa da un atteggiamento all’altro, da solenne ad avido ed
ipocrita.
LUCREZIA: ciò che lega
il personaggio al marito, Nicia, non è l’amore, ma la fede coniugale. Quando
Nicia viene ad essere minacciato dalle pressioni del confessore e della madre di
lei Sostrata, il personaggio più superficiale, Lucrezia cerca di difendersi ma
alla fine soccombe, quasi stordita da quegli interventi incalzanti. Nel V atto
appare cambiata: giacere con Callimaco ha mutato la sua virtù coniugale nella
capacità di ingannare, pur essendo stata lei ingannata. Alla fine è vittoriosa
e riesce a dominare gli eventi. Dalla congiura contro di lei sono sorti i
diritti legati alla sua bellezza e alla sua gioventù, fino a quel momento
avvilite.
NICIA: è un vecchio
dottore di legge, marito di Lucrezia, ma è anche il più stolto. Il suo
linguaggio spesso è incomprensibile, e ciò nasce anche dal suo carattere,
avido e vile. Si esprime a proverbi, il che non sottolinea la sua saggezza, ma
esaspera la sua mancanza di flessibilità mentale. Fino alla fine è ignaro
della beffa, anzi si considera furbo e vincitore per avere raggiunto lo scopo di
avere un figlio.
TEMATICHE:
PESSIMISMO: Già nel “Principe” è esplicitata
la convinzione che il mondo sia popolato da malvagi ed ipocriti, nonché
governato da personaggi senza scrupoli, disonesti. Anche nella commedia sono
presenti dei caratteri volti a soddisfare gli istinti, osservati
dall’implacabile ironia dell’autore. Alcuni dei personaggi che si possono
far rientrare in questa tipologia sono Lucrezia, Fra’ Timoteo, Callimaco e
Ligurio Ribaldo.
ALLEGORIA: secondo un tipo di interpretazione, i
personaggi allegoricamente si riferiscono a dei valori o concetti precisi:
Messer Nicia è collegato all’essere umano, secondo una visione negativa,
Fra’ Timoteo alla religione corrotta, Sostrata alle istituzioni. Secondo
un’altra visione, politica, Callimaco che strappa a Nicia Madonna Lucrezia,
rappresenterebbe un Medici che priva i Soderini, importante casato fiorentino,
di Firenze, con la forza e con l’inganno. Secondo questa allegoria, Ligurio
sarebbe il segretario che riesce a diventare il vero e proprio padrone della
città. Si tratta solamente però di supposizioni dei critici, dal momento che
Machiavelli non ha mai esplicitato riferimenti precisi.
PARODIA: il riferimento riguarda il mondo
politico, corrotto e degradato, proprio nell’ambito della commedia, ossia la
parodia della tragedia, o politica, intesa come il genere nobile della tragedia.
CORRUZIONE DEL CLERO:
il personaggio che denuncia la corruzione di coloro che, pur in un mondo
malvagio, non dovrebbero comportarsi in modo spietato ed ipocrita, per il fatto
di appartenere all’ordine clericale, è Nicia. Comunque viene riferito un
elemento positivo alla loro funzione nel mondo, che è quella di avere una
prospettiva generale del male, connaturato all’uomo.
FORTUNA: nella commedia, questo elemento stranamente
non è presente: non è il caso che determina l’azione, perché i calcolatori
sono i veri vincitori: è proprio Ligurio che con una meticolosità incredibile
mantiene il controllo di tutta la vicenda.
STILE: lo stile di Machiavelli è estremamente naturale ed
obiettivo, ed utilizza la lingua giocando, per meglio caratterizzare i
personaggi: Nicia ha un linguaggio incomprensibile, Callimaco spesso pronuncia
frasi latine per prevaricare il marito dell’amata, Ligurio gioca con le parole
in modo equivoco, come il nome San Cucù, che in francese significa cornuto.
RITMO DELLA NARRAZIONE: il tempo della
storia e il tempo del racconto coincidono, come per fabula e intreccio, essendo
una rappresentazione teatrale, perciò basata su dialoghi e monologhi.
STRUTTURA: è una commedia scritta in
prosa, divisa in cinque atti, preceduti da una canzone, con un’anticipazione
della sua concezione pessimista della realtà, e da un Prologo in versi, in cui
Machiavelli presenta i luoghi, cioè Firenze, i protagonisti, la trama e l
‘antefatto ,cioè il ritorno da Parigi di Callimaco Guadagni. Alla fine di
ogni atto vi è una canzone formata da una sola stanza, con funzione di raccordo
e di incuriosire il lettore grazie a delle anticipazioni. In ogni canzone il
protagonista è la personificazione di Amore, richiamato con riferimenti
petrarcheschi.
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