tag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post3858624404883213823..comments2023-11-19T05:21:03.683-08:00Comments on laboratorio della creatività "Leonardo": 5 Bhttp://www.blogger.com/profile/02905861045023023078noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-65969449699356892242008-04-08T00:47:00.000-07:002008-04-08T00:47:00.000-07:00L'Infinito, di Giacomo Leopardi, è stato scritto t...L'Infinito, di Giacomo Leopardi, è stato scritto tra il 1819-1821. L'opera è uno degli idilli che compongono la raccolta dei "Canti". L'idillo è un componimento breve, molte volte dialogato, con argomenti di carattere agreste e successivamente amoroso.<BR/>Entrambi i poeti presentano nelle loro rispettive opere dei punti di contatto; il Leopardi e il Foscolo infatti, metidano sull'esistenza e riflettono su alcuni aspetti in particolare il tempo e l'eterno, l'uomo e l'infinito, partendo da un quadro paesaggistico. Nell'infinito, il poeta è seduto dinanzi una siepe, sul monte Tabor, a lui molto caro, che gli impedisce di vedere l'orizzonte. E qui allora, che Leopardi immagina, e immagina a tal punto da naufragare nell'infinito, fino a essere richiamato da una sensazione udutiva che lo porta a fantasticare dalla dimensione spaziale a quella temporale, viaggiando nell'eterno. Questi due elementi, "l'eterno" e "l'infinito" permettono a Leopardi di entrare in un ottica piacevole e gradevole.<BR/>Foscolo, autore di "Alla sera" composta nel 1803, inizia il sonetto descrivendo la sera come un momento di pace assoluta, e immagine simile alla morte, che serena inquieta e tenebrosa conduce il poeta ad annullare i suoi dolori. Per lui la sera infonde calma e senerità ma anche un senso di tormento e terrore. Infatti nel momento in cui Foscolo viaggia nel "Nulla eterno", viene richiamato come Leopardi, nel "reo tempo" che lo ha deluso nel corso della sua vita.<BR/><BR/>Bucalo Carmelo II eAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-66552743906201746612008-04-08T00:40:00.000-07:002008-04-08T00:40:00.000-07:00Salve proffy:Da un punto di vista letterario Fosco...Salve proffy:<BR/><BR/>Da un punto di vista letterario Foscolo e Leopardi sono figli della stessa cultura: la differenza è che mentre Leopardi si muove all'interno dell'alveolo del classicismo stilistico formale, Foscolo vi approderà solo nella sua produzione matura, il Foscolo delle "Grazie", per capirci.<BR/>Appunto Leopardi si concentra su tematiche più esistenzialiste, Foscolo spazia anche in ambiti diversi, come il patriottismo. Ovviamente, questi temi riflettono le diverse esperienze di vita dei due poeti. <BR/>Sul piano dello stile quindi Foscolo è più vario. passa dai tono nervosi e straripanti di un opera "tutto cuore" come le Ultime Lettere (anche se si tratta di un'opera letteraria complessa, non priva di importanti rimandi, desunti dalla letteratura contemporanea tedesca e inglese...) ad una ricerca di stile più armonioso ed equilibrato.<BR/>Diverse furono anche le tematiche, le poetiche e l'esperienze esistenziali che, certo condizionarono la produzione letteraria di entrambi. Come vedi gli ambiti di riflessione sono praticamente infiniti. Stai confrontando due pilastri della letteratura italiana e potremmo parlarne fino a domani...!<BR/><BR/>saluti e baci! Mary LeottaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-13500724677831262792008-04-07T12:58:00.000-07:002008-04-07T12:58:00.000-07:00Sera prof....L'infinito di Leopardi presenta dei p...Sera prof....<BR/><BR/>L'infinito di Leopardi presenta dei punti di contatto con il sonetto Alla Sera di Foscolo.<BR/>Alla Sera di Ugo Foscolo di basa sul tema della sera, vista come immagine della morte, la «fatal quiete», cioè una dimensione cosmica atemporale, ma anche la pace dell'anima. Per questo motivo è molto cara al poeta. Ma affine a questo, emerge dalla poesia anche un altro tema fondamentale: il sofferto rapporto tra il desiderio di pace del poeta e il senso angoscioso della vita che lo travaglia. La sera è descritta quindi dal Foscolo sia portatrice di bei tramonti estivi, accompagnata da venti leggeri, sia foriera di atmosfere invernali, tenebrose e nevose, ma in entrambi i casi la sera è sempre desiderata, perché essa ispira i più intimi pensieri, le più segrete aspirazioni.<BR/>Infatti l'infinito di Leopardi è un infinito "negativo", nel senso che è un infinito creato dall'immaginazione e dal desiderio, un puro prodotto della mente umana. È chiaro che il suo modo di porsi di fronte al "problema infinito" è di tipo metafisico, è la ricerca del rapporto tra infinito come spazio assoluto e tempo assoluto e la nostra cognizione del tempo e dello spazio empirici. Ma nella sua riflessione inserisce il suo particolare modo di interpretare l'infinito, o meglio l'indefinito, come fluttuare di sensazioni.<BR/>Per Leopardi, questa tensione può spegnersi solo nel momento della morte perché è uno slancio connaturato alla vita stessa, "l'anima, amando sostanzialmente il piacere, abbraccia tutta l'estensione immaginabile di questo sentimento, senza poterla neppure concepire, perché non si può formare idea chiara di una cosa che ella desidera illimitatamente".<BR/><BR/>Antonella SalvàAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-32971336269287329972008-04-07T10:33:00.000-07:002008-04-07T10:33:00.000-07:00cordiali saluti da Giovanni mi sono dimenticato di...cordiali saluti da Giovanni mi sono dimenticato di scrivere il nome in questo che ho iviato ora kmq ci vediamo domani buona serata...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-83804776218660670852008-04-07T10:31:00.000-07:002008-04-07T10:31:00.000-07:00L'infinito di Giacomo Leopardi è stato scritto nel...L'infinito di Giacomo Leopardi è stato scritto nel 1819 il titolo "L'infinito" non è causale ma vuole alludere la novità della poesia leopardiana che tente a creare una'atmosfera vaga.Nella lingua greca l'idilloera un breve componimento con argomento pastorale e a caratter dialogico.Infatti Leopardi prende questo tipo di argomento però lo rinnova.La sua poesia non è "poesia d'imagginazione" ma è invace poesi sentimentale dove lui de voce ai suoi sentimenti.Dal punto di vista metrico Leopardi nei Piccoli idilli in cui adotta un endecasillabo sciolto dove nelle sue poesie non rispetta le sue forme tradizionali metriche.Invece nie Grandi idilli ha una soluzione metrica nuova.La lingua Leopardiana degli idilli e formata con delle parole di purezza e armonia. Leopardi dal monte Tabor cercava di vedere fino all’estremo orizzonte però questo non era possibile perché vi era una siepe che glielo impediva. Questo ostacolo però scaturì l’immaginazione del poeta che si ritrovò mentalmente nell’immensità dell’infinito, però dopo un po’ un soffio di vento lo riporta alla realtà e dopo si immerge di nuovo con un brivido di piacere nel mare dell’infinito.In questo componimento l’ autore fa uso di deittici (questo, quello) per descrivere la vicinanza e la lontananza e attraverso questi coinvolge il lettore in un cammino oscillante tra finito e infinito.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-82038943443779938092008-04-07T10:02:00.000-07:002008-04-07T10:02:00.000-07:00Tra il sonetto Alla sera di Ugo Foscolo e l’idilli...Tra il sonetto Alla sera di Ugo Foscolo e l’idillio L’infinito di Giacomo Leopardi vi sono molteplici punti di contatto. Entrambi i poeti, partendo da un dato paesaggistico, giungono a una riflessione esistenziale e meditano sul rapporto tra il tempo e l’eterno, tra l’uomo e l’infinito. Il Foscolo da inizio ai suoi versi commentando l’immagine della sera da lui tanto aspettata poiché così somigliante alla morte. Leopardi, invece, si sofferma a contemplare il monte Tabor, solitario e molto amato dal nostro poeta, e la siepe che da lì gli impedisce di scorgere il mondo esterno con il quale lui identifica l’infinito. Da queste immagini parte la riflessione del poeta che si ritrova a meditare e a fantasticare sullo spazio immenso che la siepe esclude alla vista dei suoi occhi. Ambedue gli autori utilizzano l’aggettivo caro per definire la sera e l’ermo colle. Il Foscolo, infatti, reputa tale la sera poiché la paragona alla morte che per lui rappresenta l’annullamento della vita e di tutti i patimenti terreni, Leopardi, invece, considera caro il colle in quanto è proprio in quel luogo solitario che lui si soffermava a immaginare l’infinito e il mondo che lo circondava ma che non poteva scorgere. La lirica dell'Infinito è tutta incentrata sul contrasto tra limitato ed illimitato, tra vicino e lontano, tra realtà ed immaginazione. Tale contrasto viene sottolineato anche linguisticamente attraverso l'uso degli aggettivi dimostrativi questo (che indica vicinanza) e quello (che indica lontananza). E' la dimensione del “non-essere”, che nella poetica leopardiana ha come conseguenza estrema verso il nulla e la morte. “Le parole lontano, antico e simili sono poeticissime e piacevoli perché destano idee vaste e indefinite e non determinabili e confuse”.GIADA GIUFFRIDAhttps://www.blogger.com/profile/14066768116552301575noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-82598986765057444662008-04-07T08:46:00.000-07:002008-04-07T08:46:00.000-07:00Salve,ecco qui le mie risposte:L’infinito di Giaco...Salve,<BR/>ecco qui le mie risposte:<BR/>L’infinito di Giacomo Leopardi è stato scritto nel 1819 e fa parte dei Piccoli idilli. Il tema dominante del componimento è la tensione verso l’infinito. Leopardi dal monte Tabor detto anche colle dell'infinito cercava di vedere fino all’estremo orizzonte però questo non era possibile perché vi era una siepe che glielo impediva. Questo ostacolo però scaturì l’immaginazione del Leopardi che non potendo quindi vedervi oltre si ritrova mentalmente nell’immensità dell’infinito, però in seguito un soffio di vento lo riporta alla realtà ma subito dopo si immerge di nuovo con un brivido di piacere nel mare dell’infinito.In questo componimento l’ autore fa uso di deittici (questo, quello) per descrivere la vicinanza e la lontananza e attraverso questi coinvolge il lettore in un cammino oscillante tra finito e infinito mentre<BR/>il sonetto “Alla sera” di Foscolo è stato scritto nel 1803 e in questa poesia il poeta fa una placata riflessione sulla morte, il cui pensiero gli viene suggerito dalla sera invece che dalla siepe. Il poeta riflette che la sera in qualunque modo si manifesta sul mondo,serena o tenebrosa e inquieta, è sempre apportatrice di pace e conduce il poeta a pensare alla morte nella quale finiranno tutti i dolori e i dispiaceri che ci sono nella vita terrena Però a tutto ciò si contrappone quello del tempo reo che tormenta l’uomo con affanni e dispiaceri.<BR/>Cordiali saluti<BR/>Spadaro Riccardo<BR/>II Ericcardohttps://www.blogger.com/profile/03456040265082074197noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-56094391013572560322008-04-07T08:05:00.000-07:002008-04-07T08:05:00.000-07:00buona sera prof..ecco riportata di seguito l'anali...buona sera prof..ecco riportata di seguito l'analisi dei due testi..<BR/><BR/>“L’infinito” del Leopardi, scritto intorno al 1819-1821, fa parte dei "piccoli idilli". Il tema del componimento è la tensione verso l’infinito, molto sentita dagli scrittori romantici italiani ed europei.<BR/>La poesia si articola in quattro sezioni.<BR/>- Nella prima è descritta la situazione iniziale: il poeta si trova in un luogo determinato e familiare (quest’ermo colle), chiuso da una frontiera (questa siepe) che limita la sua vista, ciò fa sì che il poeta immagini ciò che ci possa essere oltre la siepe, questo lo porta ad immergersi nell’infinito.<BR/>- Nella seconda vi è descritta l’immaginazione del Leopardi, che supera il limite e immagina l’infinito. Le caratteristiche sono: l’assenza di limiti (indeterminati/spazi), il silenzio (sovrumani/silenzi), la quiete (profondissima quϊete).<BR/>- Nella terza il poeta è riportato al presente dalla voce del vento (e come il vento/odo stormir tra queste piante) e comincia a paragonare il finito con l’infinito. Il finito s’identifica con il fluire del tempo (le morte stagioni) e con la vita pulsante di suoni e movimento (la presente/e viva, e il suon di lei); l’infinito con la quiete dell’eterno.<BR/>- Nell’ultima sezione il poeta ritorna nuovamente nell’infinito. Questa volta egli s’immerge totalmente in esso fino a sprofondarvi, provando così la sensazione di una sconfinata dolcezza.<BR/> <BR/>Nel componimento, l’autore fa uso di deittici (questo, quello) per descriverci la vicinanza o distanza, e grazie a questi spinge il lettore in un viaggio tra l’infinito e il finito.<BR/><BR/>Nel sonetto “Alla sera”, Foscolo fa una riflessione sulla morte, il cui pensiero gli è suggerito dall’immagine della sera. Come la sera può scendere ora dolce e serena ora tenebrosa e inquieta, allo stesso modo l’idea della morte gli suggerisce per un verso il pensiero dell’annullamento dell’eterno, per l’altro quello del porto di quiete ove si placano gli affanni della vita. All’immagine della sera-morte si contrappone quella del reo tempo, che distrugge ogni cosa e tormenta l’uomo con avversità, affanni e delusioni.<BR/><BR/><BR/>Yvonne Sgroi, 2°EAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-31102490129173857412008-04-07T07:52:00.000-07:002008-04-07T07:52:00.000-07:00Salve Prof, sono Mery Pafumi...Tra i sonetti “ All...Salve Prof, sono Mery Pafumi...<BR/><BR/><BR/>Tra i sonetti “ Alla sera” di Foscolo e “L’infinito” di Giacomo Leopardi, vi sono molteplici punti di contatto. Entrambi i poeti cominciano la propria riflessione sul tempo e sull’infinito partendo da elementi naturalistici. Il Foscolo da inizio ai suoi versi commentando l’immagine della sera da lui tanto aspettata poiché così somigliante alla morte. Leopardi, invece, si sofferma a contemplare il monte Tabor, solitario e molto amato dal nostro poeta, e la siepe che da lì gli impedisce di scorgere il mondo esterno con il quale lui identifica l’infinito. Da queste immagini parte la riflessione del poeta che si ritrova a meditare e a fantasticare sullo spazio immenso che la siepe esclude alla vista dei suoi occhi. Ambedue gli autori utilizzano l’aggettivo caro per definire la sera e l’ermo colle. <BR/>Il Foscolo, infatti, reputa tale la sera poiché la paragona alla morte che per lui rappresenta l’annullamento della vita e di tutti i patimenti terreni, Leopardi, invece, considera caro il colle in quanto è proprio in quel luogo solitario che lui si soffermava a immaginare l’infinito e il mondo che lo circondava ma che non poteva scorgere.<BR/><BR/>A domani prof...:)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-56169256616883426682008-04-07T01:59:00.000-07:002008-04-07T01:59:00.000-07:00Scritto nel 1819, l’infinito è uno degli idilli ch...Scritto nel 1819, l’infinito è uno degli idilli che compongono la raccolta dei “Canti”.Leopardi nella prima parte descrive un paesaggio familiare che illustra delle immagini a lui care come il colle “solitario” e la siepe. La siepe è per lui un ostacolo che però diventa anche un incentivo che gli permette di attivare la sua immaginazione verso spazi sterminati, sovrumani silenzi e profondissima quiete che rappresentano per lui uno spazio infinito. Leopardi poi è riportato alla realtà dal rumore del vento che muove le piante , e questo rumore gli ricorda le voci dell’epoca in cui vive. L’infinito e l’eterno sono per Leopardi i due elementi che costituiscono l’immensità dove il pensiero dell’autore va a picco, poiché non c’è la fa a racchiudere in sé questa grandezza, ma nonostante tutto, questo perdersi in questa immensità, in queste riflessioni è piacevole e gradevole. <BR/>Ugo Foscolo compone “Alla sera” nel 1803. Quest’opera inizia con la descrizione della sera identificata come un momento di pace assoluta. La bella esclamazione con cui l’autore descrive la sera ( a me si cara vieni, o sera) conferisce alla prima parte della poesia un tono piacevole e sereno che sottolinea come la sera abbia conquistato il cuore del poeta. Ma questa serenità è destinata a scomparire perché la sera è paragonata alla morte. La sera secondo il poeta è infatti il simbolo del “nulla eterno” dove gli individui, la storia, il tempo e l’animo sono destinati a scomparire per sempre. La sera infonde nel poeta sia un senso di calma e serenità ma anche un senso di tormento e terrore. Infatti nella parte finale dell’opera all’immagine della sera viene contrapposta quella del “reo tempo” che distrugge tutto.<BR/><BR/>GRIOLI CHARLIE II EAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5205889648281250296.post-14252533010626650862008-04-06T08:08:00.000-07:002008-04-06T08:08:00.000-07:00L’infinito di Giacomo Leopardi è stato scritto nel...L’infinito di Giacomo Leopardi è stato scritto nel 1819 e fa parte dei Piccoli idilli. Il tema dominante del componimento è la tensione verso l’infinito, questo tema era molto sentito anche da altri autori romantici del tempo sia italiani che europei. Leopardi dal monte Tabor cercava di vedere fino all’estremo orizzonte però questo non era possibile perché vi era una siepe che glielo impediva. Questo ostacolo però scaturì l’immaginazione del poeta che si ritrovò mentalmente nell’immensità dell’infinito, però dopo un po’ un soffio di vento lo riporta alla realtà e dopo si immerge di nuovo con un brivido di piacere nel mare dell’infinito.In questo componimento l’ autore fa uso di deittici (questo, quello) per descrivere la vicinanza e la lontananza e attraverso questi coinvolge il lettore in un cammino oscillante tra finito e infinito.<BR/>Il sonetto “Alla sera” di Foscolo è stato scritto nel 1803. In questa poesia il poeta fa una placata riflessione sulla morte, il cui pensiero gli viene suggerito dalla sera. Essa in qualunque modo si manifesta sul mondo,serena o tenebrosa e inquieta, è sempre apportatrice di pace e conduce il poeta a pensare alla morte nella quale finiranno tutti i dolori e i dispiaceri che ci sono nella vita terrena. Però a questo pensiero si contrappone quello del tempo reo che tormenta l’uomo con affanni e dispiaceri e distrugge ogni cosa.<BR/><BR/><BR/>Concetta RussoAnonymousnoreply@blogger.com